ATP Ginevra: Cecchinato vince d'esperienza sfruttando gli alti e bassi di Shelton

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ATP Ginevra: Cecchinato vince d’esperienza sfruttando gli alti e bassi di Shelton

Gran bella partita votata all’attacco, Ben Shelton arriverà e sarà dura per tutti affrontarlo ma deve ancora crescere a certi livelli. Marco Cecchinato prosegue il suo ottimo periodo di forma sulla superficie prediletta

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Marco Cecchinato - Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
 

M. Cecchinato b. [5] B. Shelton 7-5 2-6 6-2

Si prospettava sin dal sorteggio del tabellone uno dei primi turni più elettrizzanti del Gonet Genèva Open, e il match di esordio nel torneo ATP 250 svizzero di Marco Cecchinato e Ben Shelton si è rivelato effettivamente accattivante ed interessante sotto tanti aspetti di diversa natura, proprio come ci si immaginava alla vigilia.

Una partita disputata da parte di entrambi con attitudine offensiva, e rimpinguata da numerose giocate di altissima qualità: varianti di ritmo, schemi alternativi e soluzioni di differenti connotati. E’ inutile girarci troppo intorno, il 20enne di Atlanta una volta completato il suo processo d’inserimento nel Tour professionistico ai massimi livelli, inevitabilmente raggiungerà i Big Three della nuova scuola – o generazione, fate vobis Alcaraz, Rune e Sinner, in rigoroso ordine di caratura attualmente ricoperta per completezza tecnica e momentaneo stato fisico, trasformando così l’entità metafisica nel Big Four.

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Due gli incontestabili punti di forza della stella americana, che ci permettono con un certo agio di affermare che il mancino della Georgia farà sicuramente parte della ristretta cerchia sopra menzionata: un servizio dal profumo croato unito ad una prestanza atletica baciata dalla genetica e dagli Dei dell’Olimpo sportivo. Chiaramente, per ora, sta solamente rincorrendo lo spagnolo, il danese e l’azzurro dell’Alto-Adige; ma per una motivazione molto semplice e facilmente constatabile: ci troviamo ancora di fronte ad un’esordiente che prima dell’Open d’Australia – dove comunque ha raggiunto i quarti – non aveva mai preso in mano una racchetta al di fuori dei confini nazionali e che difatti non ha tutt’ora partecipato ad alcuna edizione del Roland Garros – lo farà tra una settimana – e di Wimbledon, poiché di questi tempi nel 2022 bazzicava alla posizione n. 148 del ranking. Non parliamo poi della terra, soltanto nelle ultime settimane ha cominciato a sporcarsi i calzettoni di mattone tritato; eppure pur non vincendo – finora – un singolo incontro nello swing primaverile ha strappato un set a gente come Dimitrov e soprattutto Struff – poi finalista – a Madrid, Bublik a Roma o ancora ha costretto al tie-break Casper Ruud a Barcellona.

E’ in ritardo ma presto arriverà e quando ciò accadrà saran dolori per tutti, indistintamente. Tuttavia oggi celebriamo la vittoria d’esperienza del 30enne palermitano che si è imposto dopo poco più di due ore per 7-5 2-6 6-2, spuntandola con il suo tennis bello e propositivo finalmente ritrovato come un tempo, dimostrandosi inoltre cinico nel cogliere la palese discontinuità del giovane contendente all’interno dello stesso match.

La semifinale all’Estoril gli ha riconsegnato quella tanto agognata fiducia in sé che forse non possedeva più dal quell’ incantato maggio 2018, con scalpi di primissimo piano (a testimoniare l’inversione di tendenza rispetto alla passata stagione) come Fogna – seppur non a posto con la caviglia -, Davidovich-Fokina che avrebbe successivamente battuto Rune a Madrid, e poi ancora Fucsovics in Spagna (dove si è fermato al 2°T) per finire con le meraviglie sfavillanti sul Pietrangeli, dopo la precedente affermazione sul sempre ottimo McDonald, ai danni di Bautista. Peccato il KO al terzo con Hanfmann, avrebbe potuto fare molta più strada del 3°T.

Sta di fatto che quando è in condizione e forma agonistica, Cecchinato offre un tennis tra più completi e appaganti sul piano dello spettacolo che si possano scovare in giro per il circuito per quanto riguarda gli specialisti terraioli.

Avversario da definire in ottavi per il siciliano, tra Wu e Huesler.

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Primo Set: entrambi giocano all’attacco, Shelton non sfrutta il suo dirompente servizio per chiudere il parziale sul 5-4 e Marco ne approfitta d’esperienza

L’inizio del match rispetta appieno le caratteristiche tecniche dei due protagonisti, e soprattutto il diverso approccio tattico con le condizioni di gioco offerte dalla terra battuta svizzera – il torneo si disputa poco sopra i 300 metri sul livello del mare – a differenza di altre superfici. Cecchinato si affida allo schema principale del proprio tennis, ossia quello che gli fornisce maggiori garanzie, e che è rappresentato dall’utilizzare il fondamentale del servizio per mettersi nelle migliori condizioni di poter comandare a piacimento lo scambio attraverso il colpo forte del bagaglio a sua disposizione: il diritto, specie se eseguito a sventaglio.

Varianti importanti nell’arsenale del 30enne palermitano: certamente il super kickkone esterno che in particolar modo sulla seconda di servizio potrebbe rivelarsi una carta vincente in grado di far saltare il banco, senza però dimenticarsi neppure dell’uno due battuta-smorzata che sorprenderebbe e non poco il talento della Georgia – ancora alla prese con il suo processo di adattamento.

Per Shelton, ovviamente, molte delle sue possibilità trovano solide fondamenta nel proprio straordinario servizio, peraltro provvisto delle – tradizionalmente – letali traiettorie mancine. Una battuta che dà sensazioni di fondamentali d’inizio gioco tra i migliori della storia della racchetta, vibrazioni alla Goran Ivanisevic. Difatti pronti via, e Ben ci fa vedere di cosa sia capace con questo siluro a propulsione che si ritrova: primo turno di servizio con tre prime vincenti e un ace come ciliegina a chiusura del game.

Ciò che tuttavia impressiona maggiormente del servizio del 20enne di Atlanta, oltre alla varietà di angoli e direzioni che va a scovare, è l’incredibile schiocco di palla: secco, netto e il Ceck da terraiolo esperto prova a rispondere da una postazione piuttosto arretrata per far partire lo scambio ma quando la bomba entra c’è poco da fare se non accettare gioco forza di osservare la propria ribattuta fermarsi al massimo in rete. Ecco, abbiamo descritto la visione tattica dell’azzurro nei round di risposta. Nell’altra metà campo, al contrario, atteggiamento agli antipodi del classe 2000 statunitense che da adepto della scuola americana è estremamente aggressivo in ribattuta cercando subito una soluzione definitiva o che instradi già irrimediabilmente il punto costringendo l’avversario ad un colpo in uscita dal servizio, inevitabilmente difensivo.

La partita si rivela sin dagli albori veramente accattivante sotto il profilo strategico ed interpretativo della gara, entrambi esprimono un tennis offensivo volto alla presa della rete e al controllo dello scambio: con tutti e due infatti che non disegnano il serve&volley, soprattutto il super atleta a stelle e strisce.

Dopo un’iniziale fase di studio in cui le battute lasciano ben poco alle rispettive risposte, l’equilibrio si rompe nell’ottavo gioco con Ben a strappare per primo il servizio altrui (a 15). Prontamente però d’esperienza Marco trova immediatamente il contro-break inseguendo sul 5-4, sfruttando anche la comprensibile ingenuità che la tds n. 5 mostra ancora in alcuni frangenti delle proprie partite. Shelton dopo aver mancato l’occasione di servire per il set – che per lui è un vantaggio mica da ridere – a questo punto comincia lentamente a disunirsi, ciononostante riesce a procurarsi un set point in ribattuta sul 5-5: Cecchinato però con coraggio, attacca, viene avanti e sventa il pericolo. Da evidenziare tuttavia come si sia costruito tale ghiotta opportunità il n. 35 al mondo, meraviglioso slice – rovescio tagliato con proiezione offensiva, ovvero spinto in direzione palla e con la testa della racchetta che rimane sostenuta assieme ad un finale del movimento orizzontale – e nel punto successivo un palpitante drittone a passare estratto dai teloni.

Ma la sostanza dei fatti è da riscontrare altrove, altro break a marca siciliana nell’undicesimo game e conclusione del parziale per 7-5 dopo 43 minuti.

Una frazione d’apertura ben giocata da entrambi, veramente molto godibile, con una versione del semifinalista Slam al Roland Garros 2018 che “riconosciuto” – nel senso di una rinata sensazione di fiducia e convinzione nei suoi mezzi – nuovamente il suo talento, sul mattone tritato è sempre un gran bel vedere. Ben ha incantato finora, ce ne regalerà di perle questo ragazzo negli anni avvenire, tuttavia ha dimostrato – come fisiologico che sia – di essere ancora lontano dal comprendere pienamente la superficie terrosa: si affida troppo a schemi che non si addicono a certe condizioni, dovrebbe leggermente sforzarsi di modificare qualche aspetto del suo gioco sporcando magari il proprio tennis con soluzioni maggiormente in top-spin senza tuttavia snaturare la sua attitudine propositiva.

Secondo Set: un passaggio a vuoto di Cecchinato in apertura di frazione concede la possibilità a Ben di involarsi, senza voltarsi mai indietro

Alla ripresa della contesa, sul 2-1 a favore dello statunitense, passaggio a vuoto del classe ’90 di Palermo che spiana la strada alla folate sublimi di Ben: break a spezzare le catene della parità anche nel secondo set (3-1 Shelton). Marco però non ci sta, e sciorinando il gran tennis espresso dalla sua versione odierna – ed in generale dell’ultimo periodo – si aggrappa ai vantaggi sul servizio americano nel quinto gioco. Purtroppo alla fine della fiera nulla da fare per il 30enne azzurro, il mancino del 2000 difatti ora sta finalmente imprimendo un grado di incisività – di conseguenza raccogliendo più efficacia – alla sua curva esterna da sinistra decisamente maggiore rispetto al precedente parziale: se poi si considera quanto diavolo schizzi in alto il servizio da Atlanta, e che perdipiù vada ad incocciare da quel lato sul monomane di Cecchinato, è facile comprendere la crescita delle difficoltà per il palermitano nel dare inizio allo scambio in risposta e cercare così di rientrare nelle dinamiche dello scontro.

Ogni tanto, però, come detto Shelton va un in confusione peccando di alcuni tratti tracotanza giovanile: perciò inizia a concedere cadeau ad occhi chiusi, tra smash sparati lunghi, dritti imprecisi e doppi falli a profusione (6 in totale nell’incontro). Il Ceck, tuttavia, non è soltanto lì inerme in attesa dei regali avversari ma alternando con eccezionale maestria cariconi profondi a sbracciate in accelerazione, o ancora a fasi difensive diabolicamente consistenti e che trovano conclusione in passanti dalle più disparate porzioni di campo; va meritatamente a crearsi potenziali e scottanti occasioni di rientro. Ma purtroppo per l’italiano, quando Ben avverte odore di contro-break diventa invalicabile alla battuta: sul 3-1 senza concedere break point, fa suo il game al termine di 12 punti e tre 40-40 resi innocui mediante personalità e consapevolezza; dopodiché anche sul 4-1 rischi clamorosi per il giovane americano, in questo caso addirittura il quartofinalista a Melbourne frantuma tre palle break e vince il game dopo 13 punti complessivi.

Sfumata la tripla chance, anche senza tuttavia poter realmente recriminare qualcosa, Marco molla mentalmente: aumentano le sbavature, sia da fondo che al servizio, e il doppio break di Ben sigilla la frazione: 6-2 in 43 minuti per il 20enne della Georgia. Si va al terzo.

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Terzo Set: Cecchinato argina l’irruenza di Ben e poi dà l’ultima accelerata

Adesso Shelton continua cavalcare l’ondata fulminante del suo servizio, come un torero spagnolo, a cui unisce uncinate di dritto perfidamente ingordigie di quindici. E’ veramente dura per il n. 83 ATP in questo frangente di gara, ma non deve abbandonarsi all’idea che oramai il dado sia tratto: se rimane agganciato nel punteggio, potrebbe riapprofittare degli alti e bassi che la quinta forza del tabellone concede dentro una stessa partita per via della poca esperienza a certi livelli. E puntualmente questo scenario si verifica: l’allievo di Tommaso Castagnola si salva ad oltranza nel suo primo turno di servizio del terzo set, un break subito ora avrebbe severamente rischiato di raffigurare la pietra tombale sull’incontro e dunque successo a stelle e strisce – ciao, ciao speranze italiche -, per poi andarsi a prendere il vantaggio con la complicità del più giovane rivale e inerpicarsi con tanto di strappo consolidato sul 3-1: bravissimo Marco ad aver istillato dubbi amletici nella testa del n. 35 al mondo, che va vicinissimo alla resa trovandosi costretto ad affrontare tre chances di 4-1 e servizio per l’azzurro. Invece a suon di terrificanti e debordanti botte in battuta, di discese in avanti proficue ed infine anche grazie alla variante della smorzata che ne dimostra un tasso di manualità non banale; rimane avvinghiato allo score (3-2 Ceck).

Sulla scia della rincorsa del game appena andato agli archivi, Shelton coadiuvato da improvvidi gratuiti del nostro sale 0-30 nel sesto game: tuttavia alla fine, sospirone di sollievo per l’ex n. 16 ATP che mediante provvidenziale autorevolezza e premendo con un progressivo forcing di dritto, toglie le castagne dal fuoco nel terzo gioco del set decisosi ai vantaggi.

Siamo ormai giunti agli sgoccioli di questa entusiasmante contesa, e come già accaduto svariate volte nel set, Marco dopo essere uscito indenne da un turno di servizio vissuto sotto il pericolo costante dell’enorme talento di Ben, trova un secondo break dipingendo una rispostina di rovescio: la demi-volée d’Oltreoceano finisce in corridoio ed è 5-2 Italia. Al cambio campo, il giovane mancino di Atlanta è decisamente abbacchiato ed abbattuto, ma deve stare tranquillo: farà esperienza e poi saranno dolori per tutti. Il quarto “Next Gen Big Four” è in arrivo, anche se con qualche fermata in più.

Intanto con palle corte millimetriche da ingegnere aerospaziale, Cecchinato si prende il 2°T mantenendo immacolata la propria imbattibilità nei match d’esordio a livello di main-draw ATP nel 2023: 7/7. 6-2 a chiusura di 2h04‘ di gioco che definiscono una partita, seppur contaminata da qualche errore, bellissima anche per ciò che ci ha mostrato in prospettiva futura e per il luccicante passato fatto riemergere nell’attualità.

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