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La storia più interessante che mai leggerete sulla noia
“Sua Maestà è una ragazza piuttosto simpatica. Ma non parla molto” I Beatles

Di Bill Simons, pubblicato da Inside Tennis il 19/03/2023
Ci piace conoscere i nostri campioni. Vogliamo conoscere i retroscena – le battute d’arresto, le stranezze e i trionfi – cosa li rende interessanti. In gergo, potremmo dire che vogliamo far sfrigolare la nostra bistecca, sfruttare fino in fondo le nostre storie. Ci sembra di conoscere ogni dettaglio di Serena la giocatrice, la madre e la feroce guerriera. Sharapova ci ha regalato le caramelle Sugarpova. E la granitica Ash Barty si è data al cricket.
Elena Rybakina invece ci fa venire i brividi. Sappiamo che è brava a giocare a tennis. Ma dopo aver vinto Wimbledon lo scorso luglio, a malapena ha concesso un sorriso. Siamo rimasti, interdetti, a chiederci quale sarebbe stata la sua reazione se avesse vinto alla lotteria. Sappiamo che ha un ottimo servizio e che i suoi potenti colpi vincenti privi di spin sono piatti. Sfortunatamente, osiamo dire, anche la sua personalità potrebbe dirsi un po’ piatta. I giornalisti hanno cercato di scoprire la storia e alcune curiosità su una delle atlete più impassibili che abbiano mai incontrato. E’ stata reclutata da una manciata di college statunitensi. Quali? “Oh, non lo so. Ha gestito tutto mio padre…”
Non paghi, abbiamo provato: “Qual è la cosa più divertente o diversa che hai fatto mentre eri qui in California?”
“Non saprei – concede – perché onestamente, qui, c’è molto da fare… ma tutto quello che potrebbe interessarmi è così lontano… forse avrò un po’ di tempo dopo il torneo”.
“Va bene, parliamo di tennis – ci siamo detti – Qual è la parte migliore di quello che fai? Cosa ti piace di più?”
“Vincere gli scambi … Se ben giocati, ovviamente questi sono i momenti più divertenti”.
Ok, pausa. Un attimo. Proviamo a riavvolgere il nastro: “Quando si tratta di essere una professionista che viaggia per il mondo, qual è la parte migliore: il cibo, le persone, i luoghi, i panorami o semplicemente la vita che conduci nel suo complesso?”
Finalmente una reazione: “È una vita dura, ma… incontri molte persone. Se hai tempo, vedi culture diverse” dice Elena, con qualche esitazione. Bene, questo è un progresso. Concede anche un dettaglio, rivelando di aver fatto cose “pazze” come andare sulle montagne russe.
Cercando di cogliere il dettaglio, le è stato chiesto: “Urli sulle montagne russe?” Ottenendo per tutta risposta: “Rido tutto il tempo. Non sono davvero spaventata”. Conclude, finalmente sorridendo, la russa naturalizzata kazaka.
Non è strano pensare che Rybakina possa rimanere in prima linea nel tennis femminile per decenni. Ha solo 23 anni. Impareremo a conoscerla.
Niente da dire, i suoi colpi sono fantastici, ficcanti, profondi: il suo talento è sublime. E’ la racchetta a parlare per lei. Va detto, c’è una lunga lista di campioni poco carismatici nel tennis. Margaret Court, Steffi Graf, Rod Laver, Bjorn Borg e Pete Sampras (che insieme hanno 82 titoli di singolare nei Major) non erano proprio l’anima della festa.
Per una personalità che spacca, forse è più opportuno puntare su Nick Krygios: la sua classifica, n. 26 del ranking, non lo pone al top del suo sport, ma quando si tratta di riempire una prima pagina, è una sicurezza.
La noia fa parte della tradizione del tennis. Allenamenti da quattro ore al giorno possono essere noiosi. Essere costantemente in viaggio è molto più che faticoso. E alla domanda sul perché gli svedesi stessero andando così male a Wimbledon, Stefan Edberg una volta ha risposto: “Perché il tennis sull’erba è un gioco emozionante, e noi siamo persone noiose”.
Sebbene Sampras non avesse una personalità scoppiettante, il suo splendido gioco ci ha affascinato. Lo scrittore Simon Barnes, dalle pagine del London Times, ha riassunto così: “Ora arriva il momento di definire Pete Sampras. Mi viene in mente la frase “piuttosto bravo a tennis”, ma è imprecisa. “Decisamente superbo nel tennis” è molto meglio. Ma che dire del Sampras privato? E’ un mistero. Il tennis è un dramma, ma Sampras non ha un linguaggio del corpo interpretabile come per tutti gli altri. È piuttosto una cosa rara: un atleta di alto livello il cui corpo è quasi muto”. Quando è stato inserito nella Hall of Fame, Pete ha pronunciato le seguenti parole immortali: “Sono solo un giocatore di tennis, niente di più, niente di meno“.
Una volta ha osservato: “Le persone parlano sempre di personalità, ma che cos’è esattamente la personalità? E’ andare là fuori e fare del tuo meglio? O lasciare qualcosa sul piatto e perdere? Ovviamente lo sport è intrattenimento, ma siamo tutti lì per vincere. La prima volta che ho vinto Wimbledon, hanno detto che ero noioso; la seconda volta hanno detto che lo era il mio gioco; e la terza volta, sono diventato improvvisamente il più grande giocatore del mondo.”
Lindsay Davenport non protestava molto contro gli arbitri, e non l’abbiamo mai vista rompere una racchetta. Tuttavia, una volta ha ammesso che, fosse stata una giornalista, non avrebbe scritto di una giocatrice come lei. Il celebre scrittore britannico Martin Amis ha affermato che ai vecchi tempi, quando Jimmy Connors, John McEnroe e Ilie Nastase davano il tono, la parola “personalità” nel tennis “era un sinonimo esatto di ‘stronzo‘”.
Decenni fa McEnroe una volta suggerì: “I giocatori maschi di oggi sono un noioso gruppo di cloni. Non si rendono conto di quanto siano noiosi… Dobbiamo sciogliere un po’ questi ragazzi… Ci sono un sacco di personalità cupe là fuori”. La star britannica Tim Henman non raccolse: “Non vivo pericolosamente. Non sono folle, ma mi piacerebbe pensare di non essere un robot e un noioso idiota”.
Molto tempo fa il New Yorker ha notato che Amis ha preso in giro l’idea diffusa che “il tennis moderno manca di giocatori con personalità – grandi e sfacciate caricature, spesso gesticolanti, che soddisfino i professionisti del marketing… Amis coglie un aspetto cruciale, l’idea che, al suo peggio, il tennis sia poco più di una sfilata di moda sudata, sia sugli spalti che in campo, un mondo che ama la ricchezza, la celebrità e un certo livello di comportamento scorretto, soprattutto da parte maschile. A metà partita, Kyrgios una volta borbottò: “Non avrei potuto scegliere uno sport più noioso”.
E a volte, il tennis soffre di battute a vuoto che portano a punteggi come 6-0, 6-1, di scambi noiosi da fondo campo o di gare di servizi vincenti. In questo senso, alla fine, forse più di qualsiasi altro sport, il tennis dipende dalla “personalità”.
Naturalmente, molti altri sport possono essere noiosi. Si diceva che l’attacco della squadra di Football dell’Ohio State University non fosse niente più che “tre iarde e una nuvola di polvere“. I primi sei Super Bowl furono un disastro. Mark Twain ha definito il golf “una bella passeggiata rovinata”. Le maratone di baseball, in particolare nei giorni canini dell’estate, possono essere soporifere. E, nel 1986, non è stato così emozionante vedere Mike Tyson mettere fuori combattimento Marvis Frazier in 30 secondi.
Ovviamente, come a comando, la finale Rybakina contro Aryna Sabalenka a Indian Wells è stata un piccolo dramma dandy con un pizzico di tragedia. Sabalenka sperava di vincere la sua quinta partita consecutiva contro Rybakina, che aveva battuto nella finale dell’Australian Open. Ma nel primo set, il peggior incubo di Sabalenka è riemerso dal nulla. I suoi problemi al servizio hanno ricominciato a farsi vedere, sintomo di una patologia invalidante dello sport nota come “Yips”.
Il suo lancio della palla vagava liberamente, fuori controllo. Il risultato sono stati dieci doppi falli (ovvero due game e mezzo) nel primo set. Comprensibilmente, sono apparsi sul suo viso accenni di terrore. Ha cominciato a mancare i colpi. Nel vento impetuoso, ha finito con il ridurre la velocità della seconda di servizio a un sospiro. E nonostante tutto, è riuscita a guadagnare dei set point. Ma la sua fiducia era già in frantumi.
Rybakina sarebbe presto diventata la prima vincitrice di Indian Wells ad arrivare dal Kazakistan. Elena ha prevalso in una drammatica maratona nel tie-break del primo set, e ha poi usato i suoi devastanti colpi da fondo per guadagnare due break nel secondo set, lanciata verso un trionfo per 7-6(11), 6-4. Sorprendentemente, con le sue vittorie consecutive su Iga Swiatek e Sabalenka, Rybakina ha eliminato le giocatrici numero 1 e numero 2 al mondo.
Dopo la sua vittoria ha offerto un sorriso delizioso, forse anche modesto, e che, rispetto alla sua espressione quasi muta a Wimbledon, sembrava estatico. Che meraviglia! La talentuosa giovane kazaka, che ha vinto due degli ultimi cinque grandi tornei femminili, salirà al numero 7 del mondo. Tuttavia, rimane un po’ un mistero. A Inside Tennis Sabalenka ha rivelato: “Non la conosco così bene, ma sembra una ragazza molto simpatica. Una brava persona dentro e fuori dal campo”. A dire il vero, dubitiamo che la campionessa di Indian Wells porterà presto a casa il premio “Miss Simpatia” da parte della WTA. Nel frattempo, è sicuramente brava a tennis. La sua racchetta urla forte, e questo non è affatto noioso.
Traduzione di Michele Brusadelli

evidenza
Roland Garros: Errani torna a ruggire in uno Slam. Rimontata una confusionaria Teichmann
Sara torna a vincere una partita Major più di due anni dopo. Grande forza nello sfruttare il crollo della svizzera dopo un ottimo primo set

S. Errani b. J. Teichmann 3-6 6-4 6-2

Continua sotto un segno positivo per i colori azzurri la prima giornata del Roland Garros 2023. Dopo le belle vittorie di Musetti e Arnaldi, infatti, arrivano buone notizie anche dal tabellone femminile. Sara Errani, scivolata al n.70 al mondo e assente in un main draw Slam dallo US Open 2021, ha saputo gestire e rimontare la n.75 al mondo Jil Teichmann. La svizzera, che tra l’altro l’anno scorso qui si spinse fino al quarto turno, dopo una partenza di altissimo livello, in cui appariva pronta a chiuderla in breve, ha accusato un pesante calo psicofisico, prontamente sfruttato da una giocatrice esperta come Saretta. L’azzurra torna dunque a vincere e sorridere nel torneo che la vide semifinalista nel 2012 quasi tre anni dopo l’affermazione su Monica Puig nell’edizione d’ottobre 2020.
Il match – inizio brillante di Teichmann, che si mostra propositiva, aprendo il campo da fondo per poi prendere la rete con buona padronanza da ambo i lati. Errani regge bene lo scambio ma appare sempre un po’ in debito d’ossigeno rispetto alla svizzera. Non tarda infatti ad arrivare il break a favore del n.75 al mondo, che prima con una risposta di dritto vincente e poi con una palla corta perfetta (arma su cui può girare tanto in questa partita) strappa il servizio all’azzurra. Errani ha il merito di reagire e quantomeno rimanere in scia, riuscendo a trovare dei buoni colpi da fondo, ma la svizzera ha ben capito qual è la chiave della partita. Oltre a servire alla grande e prendere dall’inizio il controllo dello scambio, Teichmann non offre mai una palla uguale a Sara, variando in lungolinea, con palle alte e senza peso, e venendo avanti appena possibile: ben 8 volte nei primi 7 game, con soli due punti persi a ridosso della rete. E infatti, poco dopo, l’ex n.21 al mondo chiude con un ace un primo parziale giocato in scioltezza, dove nonostante i tanti errori (14, ma a fronte di 20 vincenti) ha domato l’italiana anche nello scambio lungo, tenendola a soli due colpi vincenti e 8 punti su 30 in risposta.
Nel secondo set Errani sembra aver preso le misure a Teichmann, che non trova le stesse risposte e gli stessi vantaggi dal variare il gioco, inizialmente subendo l’iniziativa della n.70 al mondo. E proprio la grinta, la voglia di non mollare, riescono far pendere parte della bilancia dell’inerzia verso Saretta, che riesce a strappare il servizio all’avversaria trovando un ottimo quarto game in risposta, anticipando e spingendo. La gioia è però abbastanza effimera: nel quinto game, anche sfruttando due non forzati dell’ex n.5 al mondo, la svizzera ritrova il suo gioco spumeggiante ed efficace, e chiude con una risposta di dritto vincente per riprendersi subito il maltolto. In un confusionario successivo game Teichmann sembra improvvisamente sentire una sorta di mancanza del (finora brillante) servizio, e di nuovo si trova sotto di un break, senza neanche sforzi immani della giocatrice italiana, che soffre però tantissimo nei suoi turni di battuta. Prime che sembrano seconde, quasi mai incisive, danno tutto lo spazio alla svizzera di girarsi sempre sul dritto e martellare, trovando spesso vincenti, in risposta, così da strappare per la seconda di fila (come capitato a lei) il servizio all’avversaria. Ha dell’incredibile, come tutto il set, anche il suo esito: Teichmann ha una chance di break nel nono game, che la manderebbe a servire per chiudere. Errani non ci sta, la annulla con un gran punto e scarica la pressione sulla svizzera, che non la regge per nulla. Un decimo gioco pessimo, confusionario, concluso con il sesto doppio fallo, manda un match che sembrava destinato a chiudersi al terzo set.
Il parziale decisivo ha molto più le sembianze di uno psicodramma, in cui Teichmann è la paziente, che di una partita di tennis. La prima a passare in vantaggio è Errani, che gioca un tennis solido, pesante quando deve, senza perdersi in lezzi e trovando il break. La vera forza però, una volta che la svizzera ritrova un minimo di ispirazione per rimettersi in partita, l’azzurra la mostra nel quarto gioco: la sua manovra e gli errori a valanga dell’avversaria le concedono 3 palle break. L’ultima si rivela quella buona, con Saretta che la trasforma e si porta sul 4-1, contro una Jil sempre più in balia di sé stessa e lontanissima dalla giocatrice quasi perfetta del primo parziale. Appaiono chiari però dei problemi fisici per la svizzera, che chiama due volte il medical time out nel tentativo di giocarsela fino alla fine. E in effetti gli ultimi due giochi sono un po’ meno disastrosi, ma fanno solo da contorno al ruggito e alle lacrime di Errani, che con uno scambio duro dopo l’ennesimo game ai vantaggi chiude il terzo per 6-2. L’ultima vittoria in uno Slam, per Sara, risaliva all’Australian Open 2021, contro Venus Williams. Un trionfo che va ben oltre il, seppur ottimo, secondo turno dove troverà la tds n.27 Irina-Camelia Begu, che ha vinto senza particolari problemi per 6-4 6-2 su Anna Bondar.
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La grinta di Sonego prevale sul talento di Shelton: en plein azzurro a Parigi
Con solidità e lucidità, Lorenzo Sonego si regala un successo importante contro una testa di serie: il talentuoso Ben Shelton deve imparare ancora molto su questa superficie

L. Sonego b. [30] B. Shelton 6-4 3-6 6-3 6-3

Ben Shelton e Lorenzo Sonego sono due giocatori opposti: uno estemporaneo e imprevedibile, l’altro grintoso e costante. Questa netta opposizione si manifesta compiutamente nella battaglia che mettono in scena sul Campo tredici di Parigi. Dopo un primo set condotto alla perfezione, e nonostante faccia sempre, all’inizio di ogni parziale, un passo avanti, Lorenzo Sonego deve subire nel secondo parziale la rimonta del suo giovane avversario e poi, nel corso del terzo set, stemperarne le accelerazioni e le ambizioni: allo scambio di break e controbreak dei primi giochi Sonego oppone lucidità e precisione, e domina i giochi successivi per concludere poi, dopo un ultimo brivido, in quattro parziali. Affronterà il vincente fra Mannarino e Humbert.
IL MATCH
Parigi, prima giornata degli Open di Francia. Sul campo tredici, nel marasma della folla parigina, si affrontano due anime opposte: il torinese Lorenzo Sonego, tutto fatica, lotta e abnegazione, affronta Ben Shelton, la spensieratezza statunitense, tutta giovinezza, talento e velocità. La terra però, con la sua proverbiale lentezza, non è certo la sua zona di comfort. Ed ecco che dunque quel precedente allo scorso Cincinnati, vinto dalla promessa dei college al terzo set, potrebbe rivelarsi poco indicativo.
L’obiettivo di Lorenzo dev’essere far sì che la partita non si giochi sul servizio di Shelton ma nello scambio, insomma sul suo territorio. Ed il primo set va addirittura oltre le aspettative: è Sonego a tenere in mano lo scambio, a gestire il match col servizio (si mantiene sull’ottanta per cento di punti vinti con la prima, senza concedere neppure una palla break), dopo averlo strappato al suo avversario con un break a zero nel terzo game.
Lorenzo comanda lo scambio con efficaci uno-due, mentre la trentesima testa di serie è in difficoltà, falloso soprattutto alla battuta (cinque i doppi falli nel primo set). Dopo trentotto minuti, un primo parziale a senso unico si chiude 6-4 in favore dell’italiano.
Il secondo set prosegue sulla falsariga del primo: sullo 0-0 Sonego, dopo il sesto doppio fallo dell’americano, ottiene tre palle break e poi un break che sembra indirizzare la partita.
Tutto tace, dalle parti di Shelton, fino al sesto gioco: sul 3-2 e servizio, i servizi di Sonego si fanno meno vari e incisivi, le risposte di Shelton più profonde e aggressive: il gioco dell’americano finalmente lo ripaga: il numero trentacinque del mondo si procura tre pallebreak e, alla prima occasione, riapre il match agganciando il suo avversario sul 3-3.
Ora è l’americano a mettere pressione sul torinese: sul 4-3 in suo favore, aiutato da un paio di diritti fuori misura di Sonego, il ventenne si procura una, due, tre, infine quattro palle break. Lorenzo si salva più volte scendendo a rete, ma sarà proprio una volè sbagliata a consegnare infine, al termine del game più lungo della partita, il break all’americano, che si trova così 5-3 e servizio. Shelton è ora in fiducia, il braccio è libero, i colpi scorrono fluenti, pure il servizio ha trovato una certa continuità: non a caso, il punto che gli procura due set point è un ace, e giusto qualche istante dopo il secondo set termina per sei giochi a tre. Sonego, che è apparso un po’ disorientato e in stato di confusione in quest’ultimo gioco, si prende una lunga pausa in attesa di quella che si preannuncia una battaglia.
Parte bene Lorenzo, dopo la pausa: prima arriva il turno di battuta tenuto a zero, poi, sfruttando alcuni errori gratuiti del suo avversario, il break alla seconda occasione. Come l’italiano in precedenza, ora anche l’americano si rifugia a rete, con alterne fortune. Ancora una volta, come nel primo e nel secondo set, Sonego avanti di un break (addirittura, sul 3-0, Lorenzo ha l’opportunità di procurarsene un secondo) ma ancora una volta l’americano cresce, gli mette pressione e finisce per riprenderlo: sul 3-1, Lorenzo si perde in qualche lamentela sul campo di gioco (che, effettivamente, offre taluni rimbalzi irregolari) e riguardo ad un segno dubbio. Immerso nel nervosismo, il torinese concede tre palle break, e con un dritto largo concede un’altra volta il controbreak al suo avversario.
Ora i capovolgimenti di fronte si susseguono: Shelton spinge col dritto e non solo, ha più soluzioni, ma commette anche qualche errore di troppo, e quindi ecco che Sonego si procura due pallebreak che lo portano nuovamente avanti di un break: sarà quello definitivo. Dopo qualche minuto, sfruttando la poca pazienza del suo avversario, che finisce per commettere qualche, gratuito, errore di gioventù, ottiene il parziale per sei giochi a tre: è 2-1 dopo un’ora e undici minuti.
In apertura di quarto parziale, Shelton sembra finalmente partire con il piede giusto: un 40-15 che tuttavia si rivela un’illusione, perché velocemente Lorenzo risale e, approfittando di un rendimento al servizio tutt’altro che ineccepibile del suo avversario, trova il break in apertura, per la quarta volta in quattro parziali. Sembra che adesso Shelton accusi un calo fisico, ed i suoi turni di battuta diventano sempre più complicati: Sonego non solo consolida il break, ma, grazie all’ennesimo doppio fallo di Shelton se ne procura un altro.
Niente imprevisti, questa volta, per l’allievo di Gipo Arbino: un Ben Shelton sfiancato, al cambio di campo osserva il vuoto e riflette sui suoi errori. Sembra la fine, eppure Shelton spegne la mente e accende il tennis: l’americano gioca libero, mette pressione a Lorenzo e ottiene un primo controbreak sul 2-5. Si alza il livello di Shelton, che in breve sale 40-0 nel game successivo; ma si alza anche il vento, ed il tennis di Sonego, che sfruttando le ennesime imprecisioni al servizio dell’americano si procura un primo match point. Gli basta: un rimbalzo irregolare e sfortunato tradisce Shelton al momento di impattare col suo dritto mancino. Finisce dunque 6-3, dopo quattro set e due ore e cinquantatré minuti. Sono cinque i successi degli italiani su cinque match disputati in questa giornata inaugurale del Roland Garros. Una domenica che più azzurra non si può.
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Roland Garros: Musetti soffre un set poi domina Ymer
Lorenzo soffre per un’ora, ma vince in tre set contro lo svedese. Al prossimo turno troverà Shevchenko

Da Parigi, il nostro inviato
[17] L. Musetti b. M. Ymer 7-5 6-2 6-4
Buona la prima per Lorenzo Musetti. L’azzurro, testa di serie numero 17 del torneo, “fa il suo dovere” eliminando in tre set lo svedese Mikael Ymer e raggiungendo così il secondo turno in poco più di due ore e mezza di partita.
Non è stato un match agevole, soprattutto nel primo set, nel quale Lorenzo non ha sfruttato il break in avvio ed è scivolato sotto 4-2 con lo svedese che in spinta riusciva a tenere l’azzurro lontano dalla riga di fondo. Piano piano però il diritto del carrarino ha cominciato a carburare e nell’undicesimo gioco il break decisivo gli ha di fatto consegnato il primo parziale, mettendo in discesa il match. ” Mikael è un avversario molto ostico, soprattutto con queste condizioni molto lente, sono stato bravo nei momenti importanti e poi ho capito meglio come giocare e tatticamente è stato più semplice. E’ stato un match molto fisico, abbiamo giocato molti scambi lunghi e sono felice di averla vinta in tre set, anche perché ieri non mi sono allenato a causa di un problema allo stomaco che mi ha infastidito per tutto il giono”
Sul campo numero 7, che si trova tra lo Chatrier e il Lenglen, e sotto un sole cocente, Lorenzo ha preso in mano le redini del gioco sin dall’inizio del secondo set. Alcuni passanti meravigliosi di rovescio ed un paio di deliziosi tocchi nei pressi della rete hanno mandato in visibilio il pubblico francese, trai quali faceva capolino qualche italiano – “ Dai Loreeee” – abbiamo sentito più di una volta. Ymer, reduce dalla follia di Lione dove è riuscito nell’impresa di farsi squalificare per aver sfasciato una racchetta contro la sedia dell’arbitro, ha lottato per tenere i due primi game di servizio ma poi l’azzurro, ottenuto il break nel quinto gioco, ha dominato in lungo e in largo. Anche nel terzo set, solo la tenacia di Ymer ha evitato un punteggio più severo. Lorenzo non ha tremato al momento di chiudere, forte di un ottimo 79% di punti con la prima di servizio, cinque ace e un saldo positivo tra vincenti ed errori ( 35-24).
Musetti è apparso molto concentrato e determinato durante tutta la durata della partita, lo sguardo a cercare sovente il box nel quale di fianco a coach Tartarini sedevano il passato ed il presente della panchina azzurra di Davis, Corrado Barazzutti e Filippo Volandri. È un torneo importante, questo Roland Garros 2023 per Lorenzo Musetti: ci arriva per la prima volta da testa di serie, non ha punti da difendere – l’anno scorso perse all’esordio al quinto contro Tsitsipas dopo aver giocato alla grande i primi due set – ed ha un tabellone non proprio impossibile sino agli ottavi, dove potrebbe trovare Carlos Alcaraz, in quello che potrebbe essere uno dei match del torneo.
Due anni fa Lorenzo si affacciò al Roland Garros da giovane di belle speranze e raggiunse gli ottavi, mettendo in grande difficoltà Djokovic per due set, lo scorso anno, appena rientrato da un infortunio, si arrese subito a Tsitsipas. Dopo il match gli abbiamo chiesto come si approccia quest’anno e con quali aspettative: ” E’ un torneo molto importante per me, il primo slam dell’annonon è andato come speravo, poi c’è stato un periodo difficile. Adesso vengo da un buon periodo sulla terra, mi sento pronto per riprendere i passi di due anni fa. Il tabellone non è facile ma se si vuole arrivare in fondo, si deve battere chiunque.”
Al prossimo turno troverà Alexander Shevchenko, che ha battuto in quattro set Oscar Otte. Il russo, dopo aver sorpreso Berrettini a Phoenix, ha ben impressionato nei due 1000 sulla terra che hanno preceduto il Roland Garros, cedendo di misura a Medvedev a Madrid e a Sinner al Foro Italico. Sarà un match tosto, ma Lorenzo ha tutto per andare avanti.