Roland Garros, Errani: “Voglio giocare ancora qui e punto alla mia quinta Olimpiade”

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Roland Garros, Errani: “Voglio giocare ancora qui e punto alla mia quinta Olimpiade”

“Oggi è stata difficile, il pensiero era a casa da mia nonna. In futuro potrei seguire i giovani e trasmettere loro l’amore per questo sport” dice Sara

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Sara Errani - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Sara Errani, intervistata da Vanni Gibertini e da alcuni giornalisti italiani dopo la sconfitta per 6-3 6-0 con Irina-Camelia Begu, parla su più fronti: dal momento triste a casa cui ha fatto riferimento nei giorni scorsi, al Roland Garros 2023 che non sarà forse l’ultimo e a come vede il futuro prossimo, in campo e dopo la carriera. Con un sogno ancora da accarezzare: la quinta Olimpiade.

D. È stato difficile per te oggi?

Errani: “Sì, è stato arduo per me caricarmi. Mi sentivo svuotata ho proprio sbagliato partita; non ero lucida. Peccato”.

D. Possiamo dire che è stato il tuo Roland Garros più complicato?

Errani: “S,ì senz’altro sono situazioni che succedono a più persone di quanto non si creda. Se l’altro giorno non vi avessi accennato oggi nessuno lo saprebbe. Senz’altro sono situazioni spiacevoli e non si può essere al massimo tutti i giorni. Siamo sportivi professionisti ma nemmeno per noi è facile”.

D. (Gibertini): potevi decidere di non dire nulla. Come mai invece hai voluto parlarne?

Errani: “Non lo so, ognuno è fatto a modo proprio; me la sono sentita. Penso sia stato un omaggio a lei, a mia nonna”.

D. (Gibertini): per come il torneo è organizzato, hai passato due giorni ad allenarti a pensare al match che in teoria dovrebbe essere la cosa più importante nella tua testa in questi frangenti, ma che invece non lo era. Come hai vissuto questi due giorni?

Errani: “Bene e male allo stesso tempo. Oggi c’era il funerale, io non ho potuto essere presente e questo mi fa sentire in colpa (si commuove). In campo non riuscivo proprio a caricarmi, a volte uno ne ha di più, a volte di meno. Però pazienza, in fondo era solo una partita di tennis”.

D. (Gibertini): guardiamo avanti: cosa vedi nell’immediato?

Errani: “Innanzitutto il doppio domani, con Mattek, che è una tennista pazzesca. È difficile, vedremo come andrà. Poi probabilmente giocherò a Valencia

D. È stato questo il tuo ultimo Roland Garros?

Errani: “Non lo so, dipende da diversi fattori. Vedremo come finirò l’anno, se il ranking sarà quello di adesso probabilmente continuerò; se sarà un po’ più basso, non lo so. Vedremo quanta voglia avrò, se ne avrò andrò avanti altrimenti smetterò. Io spero di esserci, il prossimo anno ci saranno anche i Giochi Olimpici e sarebbe la mia quinta Olimpiade.

Sarebbe una grande motivazione perché non sono tanti gli atleti che hanno disputato 5 Olimpiadi, però bisogna anche qualificarsi e sarà dura. Di nuovo non lo so, ma spero di esserci”.

D. Hai parlato di aver visto i figli del tuo coach giocare: hai pensato ad un futuro come maestra? E in tal caso quali consigli vuoi dare, quale sarebbe il tuo primo consiglio?

Errani: “Più che un consiglio vorrei accompagnare i giovani per gestire la carriera. La vita del tennista è troppo complicata per parlare di un semplice consiglio. Certo direi di amare il tennis e li vorrei aiutare a gestire la giornata. La giornata non è solo la partita. C’è da gestire l’allenamento, la voglia di giocare la capacità di soffrire. La voglia di migliorarsi.

Penso che se le hai vissute queste cose forse le puoi trasmettere. Penso alla voglia di lottare anche. Ma adesso sto fantasticando, non so nemmeno se ne sarei capace. Mi piacerebbe però molto trasmettere professionalità: gestire il campo ma anche il fuori campo. Ho avuto la fortuna di avere un allenatore che ha speso tantissime ore per capire il gioco e studiare il gioco e questo sarebbe un aspetto bellissimo da trasmettere”.

D: un’ultima cosa: cosa fai in queste sere?

Errani: “Niente di particolare, nessun giro (ride). Adesso trattamenti mangiare e dormire. In una parola, routine”.

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