Roland Garros, Djokovic: "Un privilegio poter fare la storia di questo sport" [VIDEO-COMMENTO]

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Roland Garros, Djokovic: “Un privilegio poter fare la storia di questo sport” [VIDEO-COMMENTO]

In vista della finale contro Casper Ruud, Nole Djokovic afferma: “L’esperienza sarà dalla mia parte, ma essa non vince le partite”

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Novak Djokovic – Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Novak Djokovic è ad un passo dall’ennesimo record della sua epopea tennistica, il 23° Slam dista solo una partita. Un trionfo, che sarebbe il terzo personale sigillo al Roland Garros, che lo lancerebbe ancora una volta alla scalata dell’Everest: quel Grande Slam che è riuscito solamente a Rod Laver e Don Budge.

Nell’ultimo atto di domenica a contendere la corona al serbo ci sarà, per il secondo anno di fila in finale a Porte d’Auteuil, il norvegese Casper Ruud. L’esperienza sarà tutta dalla parte di Nole, che tra i tanti clamorosi primati che farebbe suoi in caso di conquista della Coppa dei Moschettieri, potrebbe realizzare qualcosa di straordinario: diventare il primo tennista a vincere almeno tre volte tutti e quattro gli Slam.

 

D. Carlos poco fa ci ha detto che le sue problematiche fisiche siano dipese dall’essersi completamente fatto sopraffare dallo stress e dalla tensione emotiva scaturite dal doverti affrontare in questo grande palcoscenico. Ero curioso di sapere se avessi mai provato qualcosa del genere, uno stato d’animo simile, subendo come conseguenze le medesime reazioni fisiche quando eri più giovane e ti trovavi ad inizio carriera a fronteggiare momenti estremamente stressanti dinanzi ai grandi giocatori dell’epoca e come eventualmente sei riuscito a superarli.

Novak Djokovic: “Sì, mi è capitato di vivere situazioni del genere. Le ho sperimentate diverse volte. All’inizio della mia carriera ho dovuto lottare tanto con il mio fisico. Quindi posso capire perfettamente le emozioni e le circostanze che hanno influenzano sia mentalmente sia emotivamente Carlos. Poi ovviamente non ha aiutato il fatto che il tutto avvenisse in uno dei più grandi tornei del mondo, e dove forse per la prima volta nella sua carriera ci si aspettava che vincesse il titolo. In questo caso non era più colui che inseguiva il titolo provando a battere il favorito, ma probabilmente l’esatto contrario. Perciò è presumibilmente che questo scenario lo ha abbia influenzato. Ma lui è ancora molto giovane, fa tutto parte della sua curva di apprendimento nel Tour. E’ un percorso fisiologico verso l’accumulazione di esperienza. Ha solo 20 anni, ha un sacco di tempo dinanzi a sé da compiere. Ciononostante ha già mostrato tanta maturità negli ultimi due anni. Poiché non è semplice gestire la realtà quando appari sulla scena mondiale, e in un periodo relativamente breve riesci a vincere il primo titolo per poi a distanza di un solo anno vincere anche il primo Slam e diventare il numero 1 del mondo. Proprio per questo io provo nei suoi confronti [per Alcaraz, ndr] un enorme senso di rispetto. Inoltre è stato in grado di realizzare già tutto quello di cui è stato capace, anche perché ha al suo fianco un grande allenatore e un’intera squadra di persone preparatissime che lo seguono. La sua carriera è nelle sue mani, e molto del suo successo dipenderà da suo grado fisico e da quando sarà abile nel mantenersi in salute, perché il gioco sta tutto lì“.

DSei stato fischiato dal pubblico diverse volte, anche quando hai vinto il secondo game contro Carlos nel terzo set. Come reagisci a tutto questo?

Novak Djokovic: “Non mi dispiace affatto. (sorridendo). Non è il primo che ho ricevuto in carriera e probabilmente non sarà l’ultimo. Tuttavia continuerò a vincere“.

DSono sicuro che non vorrai entrare nei dettagli, ma sembrava che anche tu stessi lottando con qualche parte del tuo corpo. Sei certo di poterti presentare al 100% per la finale, o durante questa partita hai avvertito qualcosa di nuovo a livello fisico e che ti preoccupa in vista di domenica?

Novak Djokovic: “L’intensità del match è stata estremamente alta per l’intera durata dei primi due set, quindi entrambi inevitabilmente l’abbiamo accusata nelle gambe. Tutti e due abbiamo avvertito chiaramente in campo come i nostri livelli di energia non fossero più così alti. Ovviamente poi, l’inizio del terzo set credo sia stato la chiave di volta dove prima io ho saputo resistere e poi è successo qualcosa di inaspettato, d’imprevisto. Penso che nessuno si sarebbe mai davvero aspettato che qualcuno di noi due fosse colpito dai crampi, da quel momento naturalmente è stata una partita totalmente diversa. Per quanto mi riguarda, da lì in poi, ho soltanto cercato di rimanere lì con la testa, sul pezzo, concentrato e attento in campo per provare a farlo giocare il più possibile. Lui infatti non riusciva più a muoversi così come aveva fatto brillantemente per i primi due set, ovvio che però non sia stato un bello spettacolo per il pubblico vivere un match del genere. Anche perché l’incontro a quel punto si è sviluppato in maniera opposta a quella che avevano ammirato nei primi due set, ma così è stato e non si può fare nulla per cambiarlo“.

DQuindi nei primi due set è stata una battaglia molto fisica. Dopodiché, è accaduto l’infortunio e il pubblico inevitabilmente è stato travolto dalla situazione. Tu però potevi contare sull’esperienza. In che modo ciò ha rivestito un ruolo nella tua mente, e se è stato decisivo in tal senso? Inoltre puoi descrivere cosa hai provato tu personalmente quando nell’altra metà campo è accaduto quello sappiamo, essendo consapevole del fatto che ci fosse la storia in gioco.

Novak Djokovic: “Sinceramente non credo che l’esperienza possa essere un fattore decisivo in partite che si sviluppano come questa. Può sicuramente aiutarti a gestire le emozioni o il dispendio energetico, ma non ti permetterà mai effettivamente di vincere una partita. Quello che invece devi realmente fare, è scendere in campo con un piano di gioco chiaro ed eseguirlo alla perfezione. Ed è quello che ho cercato di fare e penso che infatti la qualità del mio tennis oggi ne abbia beneficiato dimostrandosi davvero alta, probabilmente la mia migliore partita nel torneo è arrivata al momento giusto. Inoltre questo mi anche concesso nuovamente la possibilità di mettermi in condizione di lottare per un altro trofeo del Grande Slam. Sono stato molto fortunato negli ultimi anni visto che nella maggior parte delle partite e dei tornei che ho affrontato, ho avuto la possibilità di fare la storia in campo. Mi piace questa sensazione. È un enorme privilegio, un privilegio incredibile quello di poter fare la storia di uno sport che ami veramente molto e che ti ha dato così tanto. Ti fa anche crescere sensibilmente la motivazione, che già di per sé è estremamente alta come puoi immaginare. Ora c’è ancora un ultimo passo da compiere, e spero vivamente di mettere le mani sul trofeo“.

DHai molta esperienza a questo livello. Senti la battaglia agonistica, la riconosci. Puoi avvertire come il tuo avversario adatti il suo gioco alle tue caratteristiche. A questo proposito dunque ti chiedo se hai percepito prima che effettivamente si concretizzasse, l’arrivo di problemi fisici per Carlos alla fine del secondo set? Lui ci ha detto che proprio in quel frangente ha iniziato ad accusare i crampi al braccio. Te ne sei accorto, o eri solamente concentrato al 100% nella tua bolla?

Novak Djokovic: “Non ho avvertito nulla in merito, onestamente. Normalmente guardi dall’altra parte della rete, e osservi cosa accade. Io ero un po a corto sul piano fisico verso la fine del secondo set e difatti poi ho giocato un brutto game al servizio sul 6-5 in suo favore. Tuttavia, in precedenza, avevo avuto anche le mie possibilità sul 5-5. Ma nel complesso ritengo comunque di aver disputato una buona gara. Lui però si è fatto bastare la prima volta in cui è riuscito a strapparmi il servizio per vincere il secondo set. Dopodiché, ho esclusivamente pensato a cambiarmi i vestiti, fare una piccola pausa in bagno per poi ritornare provando a ricominciare da dove lasciato. Nei primi due game del terzo set mi sembrava tutto identico, poi invece ho notato negli ultimi due punti del secondo game che ha iniziato a fare movimenti strani e non consueti con la mano. In seguito ancora, quando ho vinto l’ultimo punto del secondo game l’ho visto piegarsi in due e ho capito che si trattasse di crampi. È stato allora che l’ho notato davvero. Prima non me n’ero accorto perché ero totalmente concentrato nel colpire bene la palla, e vedevo che lui si muoveva alla grande, quindi non ho percepito in campo negli scambi che stesse già accadendo qualcosa alla fine del secondo set“.

DSappiamo che ami i record. Domenica giocherai la tua 34esima finale del Grande Slam, tante quante ne ha disputate Chris Evert. Ovviamente giocherai per conquistare il tuo 23° Grande Slam. Ma, inoltre, potresti anche diventare il primo uomo con tre vittorie in ogni prova Slam. Mi chiedo quale tra tutti questi traguardi, e ne ho dimenticati molti altri, sia il più stimolante per te da provare ad ottenere?

Novak Djokovic: “Naturalmente sono molto orgoglioso di tutti i miei successi passati, ma cerco sempre di rimanere sul presente e vivere appieno il momento. So che il mio lavoro qui a Parigi quest’anno non è ancora finito, ho un’altra partita. Ovviamente quella odierna è stata certamente una grande vittoria, considerate anche le circostanze decisamente strane, specialmente nel terzo e nel quarto set. Ma una vittoria è sempre una vittoria. L’ho già dichiarato molte volte quest’anno che durante la stagione della terra battuta, il Roland Garros fosse il torneo dove volessi raggiungere il mio picco di rendimento e dove avrei voluto giocare il mio miglior tennis. E questo processo di avvicinamento mi ha messo in una posizione davvero ideale per vincere un altro torneo del Grande Slam. Questo è fondamentalmente ciò che mi spinge ancora quando mi sveglio la mattina e penso alla stagione o ai prossimi obiettivi. I Grandi Slam sono ciò che mi motiva e stimola di più in assoluto. Ho vinto il primo Slam dell’anno e ora sono in finale nel secondo, quindi non potrei chiedere di più. Per quanto riguarda tutti i record che sono in gioco, ribadisco, è indubbiamente lusinghiero, fantastico, ma come sai ho bisogno di vincere ancora una partita per assicurarmi quei primati. Quindi so perfettamente cosa devo fare e su che cosa debbo concentrarmi. Con il mio team siamo solamente focalizzati sulla finale. Stiamo già pensando ai prossimi avversari nella speranza di ottenere il titolo“.

DQuesta potrebbe essere una domanda per domenica, ma dato tutto ciò che hai appena detto e su quali aspetti in questo momento la tua mente è focalizzata, te lo domando ora. Ti viene sempre chiesto dell’eventuale 23° Slam e quanto sia motivante quel numero per te, ma mi chiedo se pure l’impresa di poter provare a completare ol Grande Slam ti baleni in qualche meandro della tua testa.

Novak Djokovic: “Il Grande Slam è davvero lontano da poter raggiungere. Ma forse non sarà così lontano se dovessi vincere domenica, vediamo. Comunque, in questo momento, non ci sto minimamente pensando. Il mio unico cruccio è cercare di vincere un altro titolo Slam e oramai ci sono così vicino perché conosco la sensazione che si vive quando si arriva a questa fase così avanzata del torneo. Ho avuto questa sensazione parecchie volte nella mia carriera. Quindi so come devo gestire me stesso, le mie emozioni, la mia giornata domani e dopo domani con le routine del caso per affrontare la finale nel miglior modo possibile. Giocherò contro qualcuno che è già stato in una finale Major, Ruud o Zverev (quando Nole si è presentato ai microfoni della stampa la seconda semifinale era ancora in corso, alla fine a spuntarla è stato il norvegese, ndr) ma nessuno dei due ha mai vinto un titolo. Perciò ancora una volta l’esperienza sarà dalla mia parte, ma essa non vince le partite. Adesso devo soltanto pensare a recuperare bene e prepararmi per un’altra lunga battaglia. Se dovessi vincere la finale, allora parleremo di storia (sorridendo)”.

D23 Slam, sarebbe un sogno per te detenere questo record in solitaria. In passato sei andato vicinissimo a completare il Grande Slam, in quella circostanza avvertisti molta pressione. Questa volta potresti vincere il 23° titolo, avvertirai più pressione su di te domenica.

Novak Djokovic: “La pressione è sempre stata sulle mie spalle, quindi non sarà una situazione diversa da quella che affronto normalmente. Fa parte del mio sport, della mia vita, di tutto ciò che faccio. Penso che avere pressione sia un privilegio, ma è anche un’inesauribile fonte di motivazione. Un grandissimo stimolo per giocare bene e arrivare al meglio domenica. Prima del torneo, come ho affermato a più riprese, ho dichiarato che il Roland Garros essendo uno Slam fosse il torneo più importante per me su questa superficie. Quindi mi sono preparato a puntino in modo tale da essere in questa posizione, pronto per questa battaglia, pronto per vincere un altro titolo del Grande Slam. Spero di giocare al mio miglior livello di tennis domenica. L’unica cosa che posso dire ora è che sono molto concentrato. La storia è sempre stata qualcosa che ha aleggiato su di me, ma sono molto felice di essere di nuovo in questa posizione per poterla scrivere nel mio sport. Ora però sto solo pensando a vincere la prossima partita“.

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ATP Astana: derby austriaco ai quarti tra Thiem e Ofner. Avanzano anche Korda e Griekspoor

Thiem rischia, ma batte Giron. Spento Bublik, bene Griekspoor e Korda

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Completato il quadro del tabellone dei quarti dell’ATP 250 di Astana. Sarà derby austriaco tra Dominic Thiem e Sebastian Ofner e lotta tra battitori come Tallon Griekspoor e Sebastian Korda, reduci rispettivamente da 17 e 12 aces nei loro match validi per gli ottavi di finale.

Qualche preoccupazione di troppo per l’olandese che ha impiegato tre set per avere la meglio su Sho Shimabuku chiudendo 7-6(5) 6-7(3) 6-1. Qualche rammarico il giapponese lo ha per il primo parziale quando non ha sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Per il resto solido l’olandese che ha fatto registrare un solo passaggio a vuoto nel tie-break del secondo set. Il giapponese ha commesso 9 doppi falli in totale, 7 nel primo set, mentre il suo avversario ha piazzato ben 17 servizi vincenti.

Sebastian Korda, invece, di aces ne ha piazzati 12 e ha sconfitto Nuno Borges 6-4 7-6(4) in 1ora e 26′. L’americano ha avuto un solo passaggio a vuoto, quando si è fatto breakkare nel sesto gioco facendo salire 4-2 il suo avversario. Provvidenziale il controbreak, con i due giocatori che si sono presentati al tie-break senza concedere punti agli avversari nell’ultimo turno di battuta del set. Korda recupera un minibreak di svantaggio e chiude al primo matchpoint.

 

Grazie a un tie-break spettacolare, Dominic Thiem ha la meglio su Marcos Giron battuto 6-3 4-6 7-6(2)

Solito copione con lo svizzero che non sfrutta tre palle break nel quinto gioco del secondo set per chiudere il match e subisce un parziale di 11-0 che gli costa il secondo set. Nel terzo, invece, è Giron a non chiudere i conti sprecando due palle break consecutive: il tie-break è scontato ed è vinto da Thiem 7-2.

Non pervenuto Alexander Bublik nel match contro Sebastian Ofner. Dinanzi al pubblico di casa, in 68′ il n. 35 del ranking si butta via 6-4 6-2.

Austriaco bravo a non far “accendere” il kazako, apparso davvero molto spento.

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ATP Pechino, ai quarti niente derby russo: Medvedev c’è, Rublev eliminato da Humbert. Zverev vince di notte

Rublev va a servire per il match ma si smarrisce per meriti di Humbert che ora affronterà Medvedev. Zverev piega Davidovich Fokina alle 2.30 del mattino

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[8] A. Zverev b. A. Davidovich-Fokina 6-7(4) 6-2 6-1 (Danilo Gori)

Intorno alla mezzanotte a Pechino va in scena l’ultimo degli ottavi di finale, che Alexander Zverev fa suo in circa due ore e quaranta minuti con il punteggio di 6-7(4) 6-2 6-1 ai danni di Alejandro Davidovich-Fokina. Un match diviso in due parti, dove nella prima assistiamo a una sfida altalenante e assolutamente non legata alla regola dei servizi. Fokina fa qualcosa in più, è al meglio della sua condizione fisica e strappa il vantaggio iniziale.
Dall’inizio della seconda frazione in poi però Zverev alza decisamente il livello del suo gioco: decide, quando l’orologio segnala la una e mezzo, che è bene fare in fretta e toglie il respiro all’avversario imponendo un ritmo e una velocità di palla non controllabili. Il secondo e il terzo set durano complessivamente come il primo, ma lo spagnolo si aggiudica soltanto tre game. Il tennista amburghese sale così 4-1 nei confronti diretti (ultimo episodio a Toronto favorevole all’iberico per 6-1 6-2) e raggiunge nell’appuntamento dei quarti di finale il cileno Nicolas Jarry, che ha superato il nostro Arnaldi nel turno precedente.

Primo set: molti break, Davidovich è più vivace e si impone allo shootout

Nessuno dei due è particolarmente efficace con il servizio. In particolar modo il tedesco tiene nel parziale una percentuale di prime palle in campo vicino al 90% ma lo spagnolo riesce a contenere piuttosto bene i colpi di inizio gioco del rivale. Questo particolare fa sì che il set cambi spesso direzione con break e controbreak che rendono lo svolgimento della frazione piuttosto imprevedibile.
Entrambi prediligono il gioco in diagonale e Davidovich è dei due quello che più spesso cerca la variazione con l’affondo in lungolinea o con la palla corta, altro espediente molto utile vista la posizione arretrata sul campo tenuta dalla testa di serie numero 8. Il primo break arriva nel terzo gioco e se lo aggiudica il tennista iberico, traendo vantaggio da quattro errori consecutivi del tedesco, in imbarazzo quando si tratta di affondare soprattutto con il dritto lungolinea.A nche Davidovich però non è impeccabile e non trovando continuità cede immediatamente il vantaggio appena acquisito. Il break con controbreak subito di seguito si verifica per altre due volte, in un set che non trova padrone. La soluzione non può che arrivare dal tie-break e sorride al tennista andaluso, che se non altro conferma la sua maggiore predisposizione ai cambi di ritmo.

 

Nella situazione di punteggio di 4-4 il numero 25 del mondo ottiene un minibreak importantissimo attirando a rete l’avversario con una palla corta di dritto a uscire sul rovescio. Successivamente incamera anche il sesto punto con l’aiuto dello stesso colpo morbido e mette i sigilli alla frazione con un robusto dritto lungolinea. Un’ora e mezza di gioco e ben undici palle-break, sei delle quali trasformate.

Secondo e terzo set: Zverev reagisce da campione, ritorna in parità e vince alla distanza

Questa volta è Zverev a ottenere il primo break: il tedesco gioca con molta umiltà nel terzo game rassegnandosi a coprire ogni punto del campo in recupero ma in questo modo conquista tre occasioni per andare in vantaggio, riuscendoci grazie a un dritto dell’avversario che oltrepassa la riga di fondo. Il numero 10 del mondo dimostra di aver incassato bene la sconfitta nel primo parziale e sceglie di forzare i colpi aumentando così la pressione nello scambio.
Il ventiquattrenne iberico si trova così a giocare i suoi colpi con pochissimi margini di sicurezza e cede terreno. Anche la palla corta, che gli ha praticamente regalato il set d’apertura, ora non è più precisa e più di una volta affonda in rete. Il campione amburghese prosegue facilmente nel set e arriva fino al 5-1, quando cede a zero il turno in risposta. Nel game successivo Zverev pareggia il conto dei set chiudendo la questione con un dritto incrociato in un recupero su palla corta del rivale. Quaranta minuti circa di tennis e nessuna palla break per lo spagnolo, che si aggiudica solo otto punti nei game di risposta.
Il set decisivo è un tutt’uno con lo svolgimento del secondo e Alejandro subisce subito un break a zero. L’atleta iberico potrebbe rendere subito la pariglia al rivale ma fallisce una palla-break nel secondo game e una volta alla battuta si deve nuovamente inchinare alla determinazione e alla pesantezza di palla del due volte vincitore delle ATP Finals.
Sullo 0-4 Davidovich effettua alcuni movimenti per testare l’efficienza fisica e mostra alcuni segni di sofferenza: ciononostante annulla una palla del 5-0 al rivale e ottiene il suo primo game nel set. Zverev però non si ferma più e fa sua la frazione decisiva in 35 minuti, lasciando quindi nei due set vinti solo una palla-break al suo contendente.

[2] D. Medvedev b. A. De Minaur 7-6(3) 6-3 (Andrea Binotto)

Non ha lasciato scoccare le due ore di gioco Danil Medvedev contro Alex De Minaur. Il tennista russo ha superato con il punteggio di 7-6(3) 6-3 il giocatore australiano in un’ora e cinquantanove minuti, confermando quanto di buono fatto allo US Open proprio contro ‘Demon’. I due si erano scontrati sette volte prima di questo ottavo di finale, con un bilancio totale di cinque vittorie russe e due australiane. È arrivata, quindi, la sesta da parte di Medvedev, che conquista così il pass per i quarti di finale dove incrocerà la racchetta o con il suo amico Andrey Rublev o con Ugo Humbert. Tornando a questo match di ottavi di finale a fare la differenza non è stata tanto la resa al servizio o uno strapotere con i fondamentali, quanto più una gestione intelligente dei punti importanti del n.3 al mondo – che nel primo set si è fatto recuperare quando era avanti 5-2 con due break -, chiara abilità che possiede di natura e che non ha certamente da invidiare a nessuno.

IL MATCH: Non un esordio brillante in questo incontro per De Minaur, che subito arranca nei suoi turni di battuta concedendo svariate palle break all’avversario. Quest’ultimo nel terzo gioco gli strappa la battuta, annulla lui una chance del contro break nel sesto game, e con un ulteriore break si porta sul 5-2. Qui Medvedev spegne completamente la luce nei suoi turni al servizio, tanto da regalarlo ben due volte consecutive a 0. Evento più unico che raro. I due arrivano al tie-break dopo aver entrambi tenuto la battuta ai vantaggi e qui la stabilità persiste fino al cambio di campo sul 3-3. Successivamente è il n.3 al mondo a cambiare ritmo, tanto da vincere quattro punti di fila e portarsi a casa il primo parziale dopo settantaquattro minuti sofferti. Non concedendo più alcuna palla break, la seconda forza del seeding gestisce alla perfezione sia i game al servizio che quelli in risposta. Tra questi ultimi il quarto gioco è quello chiave, ossia dove il russo strappa il servizio all’avversario e mette il punto finale alla partita con la sua solidità in battuta, che lo porta al successo in un’ora e cinquantanove minuti.

U. Humbert b. [5] A. Rublev 5-7 6-3 7-6(3)

Andrey Rublev va a servire per il match, smarrisce la prima di servizio e si ritrova fuori dai quarti di finale di Pechino. Avanza con merito e di rimonta Ugo Humbert che vince 5-7 6-3 7-6(3) in 2ore e 50′. Il russo è molto discontinuo, ma quando pare aver ritrovato la via maestra smarrisce la prima di servizio e si fa trafiggere dal suo avversario che con coraggio si riprende il break di svantaggio e poi va a dominare il tie-break. Bene il francese al servizio, trova più continuità con la prima e reagisce alla classe del suo avversario che si fa sempre più falloso col finire del match. Ai quarti, evitato il derby russo, Humbert se la vedrà con Daniil Medvedev.

Giocatori contratti, ma bene Rublev con pazienza

Entrambi i giocatori sono un po’ contratti in avvio di partita, tanto da concedere il primo turno di battuta all’avversario. Nel quinto game è Rublev il primo a tornare a palla break e al primo tentativo non si fa sfuggire l’occasione: strappa il servizio all’avversario e avanza sul 4-2. Il russo si procura l’ennesima chance di break, ma il tennista francese gliela annulla rimanendo aggrappato al set. Al momento – per Rublev – di chiudere il parziale, il transalpino lascia andare il braccio e con un dritto uncinato vincente rimette i giochi in parità. 5-5 e tutto da rifare per il n.6 al mondo. Fatica, però, il 25enne di Metz nel gioco seguente, dove tra un errore e l’altro finisce per regalare nuovamente la battuta all’avversario, che va così a servire per il set per la seconda volta. Nonostante un iniziale svantaggio di 0-30, la quinta forza del seeding gestisce bene la pressione costringendo spesso il francese all’errore, e in questo modo riesce ad accaparrarsi il primo parziale per 7 giochi a 5 dopo cinquantotto minuti di gioco. (Andrea Binotto)

Comincia la rimonta francese

Rublev potrebbe subito chiudere i conti ma non riesce a sfruttare due palle break nel primo game. Humbert ringrazia e si esibisce in un passante vincente di dritto, dopo aver mostrato un’ottima tenuta difensiva. Quanto basta per tenere il servizio e cominciare a vincere gli scambi lunghi. Nel gioco successivo, a sorpresa per l’andamento del set fino a quel momento, il n. 36 del ranking ricama a rete e, soprattutto, trova aggressività in risposta sul servizio dell’avversario, traendone grande guadagno. Humbert si ritrova avanti di un break con il russo che comincia a spazientirsi, vanificando due palle del contro break: nel terzo e nel quinto game. Bravo il francese a prendersi qualche rischio con il servizio e tutto ciò gli viene riconosciuto con gli interessi (6-3).

Rublev si butta via, ma applausi al coraggio di Humbert

Rispetto al secondo parziale, i ruoli si invertono. Rublev va subito in difficoltà nel primo turno di battuta. Riesce a cancellare tre palle break, ma la quarta è decisiva in negativo per lui. Il francese tiene alla grande in fase difensiva e poi un nastro porta fuori un dritto sparacchiato dal n. 6 del ranking. Non si fa attendere la reazione di Rublev che, nel game successivo, ottiene il controbreak alla seconda opportunità. La prima viene annullata da Humbert con un bellissimo dritto lungolinea. Poi con un rovescio all’incrocio delle righe Rublev ottiene il controbreak. Sale il livello del russo che sa di poter mettere in difficoltà il suo avversario quando quest’ultimo si inceppa con la prima di servizio. Nel settimo gioco è grande l’occasione per Rublev: annulla due game point al suo avversario poi lo induce a sbagliare un dritto e un rovescio. E’ il break che gli consente di andare a servire per il match. A far nuovamente cambiare inerzia alla gara è una risposta vincente incredibile di Humbert che spazientisce il russo. Rublev smarrisce la prima di servizio e subisce quattro risposte aggressive del suo avversario che torna in partita. Agevolmente c’è l’aggancio sul 5-5 e il tie-break è la giusta conclusione. C’è subito il minibreak per Humbert che continua a impensierire il russo con la sua risposta solidissima. Sfrutta un errore a rete di Rublev per salire 5-1. Gli ultimi due punti sono un capolavoro di Humbert che disegna il campo e induce all’errore il suo avversario. Quarti di finale meritati per il francese.

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ATP

ATP/WTA Pechino, il programma di domenica 1° ottobre: Alcaraz vs Musetti a metà mattinata, Sinner per colazione

Il super match tra il campione spagnolo e l’azzurro terzo match sul Centrale dalle 6:30. Paolini e Sinner sul secondo campo contro Haddad Maia e Nishioka

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Programma ricchissimo per il ricco torneo combined di Pechino nella domenica che segna l’inizio di ottobre: i 4 ottavi di finale della parte alta del tabellone maschile (ATP 500 e il completamento del primo turno del torneo femminile (WTA 1000).

Per quanto ci riguarda da vicino, saranno 3 gli azzurri in campo: la prima è Jasmine Paolini che alle 5 italiane apre il programma sul Campo Lotus (secondo per importanza). Per lei sfida complicata contro la brasiliana Beatriz Haddad Maia, N.15 del tabellone.

Sullo stesso campo dopo Ethcheverry vs Ruud (non prima delle 6:30) toccherà poi a Jannik Sinner contro il giapponese Yoshito Nishioka, in tabellone grazie a una Special Exempt. L’inizio dovrebbe essere intorno alle 9 italiane.

 

Sul campo Centrale, denominato Diamond, si comincia più tardi, alle 6:30, con due match femminili in sequenza: Vondrousova vs Kalinina e la N.1 del mondo Aryna Sabalenka contro Sofia Kenin in un primo turno da sogno per gli organizzatori

Il terzo match, si spera intorno alle 10:30 del mattino, è quello per noi più atteso: Carlos Alcaraz sfida il nostro Lorenzo Musetti. I precedenti dicono 1-1 ma entrambi sulla terra battuta. La finale di Amburgo 2022 vinta da Lorenzo e il match dominato dallo spagnolo al Roland Garros di quest’anno negli ottavi di finale.

Diretta TV di entrambi i tornei su SuperTennis (Canale 64 DTT e 212 di SKY)

Questo il programma completo del China Open per domenica 1° ottobre (orari cinesi, +6 ore rispetto all’Italia)

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