[Q] D. Saville b. [4] J. Paolini 6-0 7-6(3)
Gli allibratori del mondo, che avranno tanti difetti ma non amano perdere denari, da sempre sconsigliano di puntare su una giocatrice o un giocatore reduce da una finale nel torneo precedente. Troppo scarso il livello di benzina nel serbatoio dell’adrenalina; troppo lungo e dispendioso il trasferimento verso la tappa successiva, chissà. Fatto è che il finalista vincente, ma anche quello perdente, si ripresentino a lavoro scarichi, è successo mille volte e mille altre succederà. Per esempio, a Jasmine Paolini è successo oggi, a due giorni di distanza dalla finale giocata e persa a Palermo contro Qinwen Zheng. La tennista da Castelnuovo Garfagnana è stata battuta all’esordio nel torneo di Amburgo da Daria Saville al termine di un match giocato piuttosto male, ma il rammarico per la brutta prestazione offerta da Jasmine è temperato dalla gioia per il ritorno al successo dell’ex signorina Gavrilova. Costretta ai box per nove mesi dalla rottura del legamento crociato del ginocchio destro patita a Tokyo in settembre, Daria aveva vinto l’ultimo incontro in un main draw lo scorso 28 agosto a Granby, semifinale soffiata a Marta Kostyuk prima di cedere la finalissima a Daria Kasatkina.
Diciamo subito che l’australiana, ovviamente raggiante davanti alle telecamere in coda alla partita, ha meritato ampiamente il successo, al netto di qualche comprensibile tremore giunto a destabilizzarla al momento di chiudere. Incoraggiata da una condizione fisica finalmente accettabile e particolarmente in palla con il dritto, Saville ha approfittato di una Paolini scarica e incline all’errore per divorare in appena ventisette minuti il primo set, chiuso addirittura 6-0 con tre break conquistati nel primo, terzo e quinto game.
Nel secondo set la qualità del suo tennis non si è certamente alzata, ma Paolini ha avuto il merito di ribellarsi a una sconfitta netta buttandola sulla lotta: annullate due pericolosissime palle break nel primo gioco della frazione, l’azzurra ha comunque perso il servizio nel terzo game, ma quando la fine sembrava approssimarsi precipitosamente Jasmine è riuscita a rientrare, grazie a un nastro vincente e fortunato che le ha regalato il tre pari. Purtroppo la numero 47 WTA non è mai riuscita a capovolgere davvero l’inerzia, e con un paio di errori di dritto ha subito restituito il favore in battuta, poco prima di ritrovarsi sul precipizio del 5-3 Australia. Presa dalla smania di chiudere un periodo tanto problematico, Saville ha mancato il colpo del KO giocando un tremebondo decimo game al servizio, prima che Paolini le concedesse una nuova chance cedendo la battuta per la sesta volta nell’incontro, regalando un’esiziale palla break, poi convertita da da un dritto vincente di Daria, con il primo doppio fallo della partita.
Chiamata per la seconda volta consecutiva a servire per chiudere la sfida, Saville si è stavolta procurata due match point, annullati però in modo pirotecnico dall’italiana, tignosissima nel riparare al tie break. Ma i giorni nati male sono difficili da raddrizzare, ed è giusto che alla fine a esultare fosse Daria, migliore anche in un tie break condotto fino al 6-3 e chiuso con un gran lob. Nella speranza che il tunnel sia finito: il prossimo ostacolo, avente le sembianze di Tamara Korpatsch, verrà affrontato con leggerezza infinitamente maggiore.