ATP Cincinnati, Djokovic: "Giocare contro Alcaraz mi ricorda i miei match contro Nadal"

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ATP Cincinnati, Djokovic: “Giocare contro Alcaraz mi ricorda i miei match contro Nadal”

Al termine di un match durato quasi quattro ore il campione serbo omaggia il suo avversario: “Bisogna togliersi il cappello davanti a un ragazzo del genere, ha solo venti anni”

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Novak Djokovic – ATP Cincinnati 2023 (foto via Twitter @CincyTennis)
 

Un match infinito durato quasi quattro ore che ha regalato a Novak Djokovic il titolo numero 39 in un torneo del Masters1000. Una partita dai mille volte, che sembrava non finire mai. Un successo che ha permesso a Djokovic di rimettere in parità il bilancio dei match contro Alcaraz, ora sul 2 pari e di conquistare il terzo posto in solitaria per quanto riguarda il numero di vittorie nell’Era Open raggiungendo quaota 1.069, staccando Nadal e Lendl, andando in solitaria a caccia di Connors e Federer. Un match tra due lottatori, come detto da Djokovic: “Ragazzo non molli mai, a volte vorrei giocare punti più brevi”. Ma come detto da Alcaraz gli spagnoli non muoiono mai, con Novak che ha già sperimentato nella sua carriera cosa voglia dire giocare contro uno spagnolo che non si arrende mai.  Vi riportiamo di seguito la conferenza stampa del neo campione del Western & Southern Open 2023.

IL MODERATORE: Novak, c’era un’atmosfera incredibile lì fuori. Hai una idea di cosa avete fatto in campo per quattro ore?

NOVAK DJOKOVIC: No, non ancora. È una partita pazzesca quella che abbiamo giocato oggi. Un match che si può paragonare alle montagne russe, e non credo di aver giocato tante partite come questa contro Alcaraz nella mia vita. Forse posso paragonarla alla finale dell’Australian Open 2012 contro Nadal, un match durato molto tempo. Ovviamente il match odierno era al meglio dei tre set, ma abbiamo speso in campo quasi quattro ore. Alcuni fasi della partita sono state favorevoli ad uno dei due giocatori, altri momenti a favore dell’altro.

È stata una grande battaglia. Io ho iniziato meglio, ma poi ho faticato molto a livello fisico. Lui aveva un set e un break di vantaggio. Quando lui ha giocato un game poco solido tanto da permettermi di ottenere il break, io ho giocato molto bene. Ho pensato forse ho una possibilità. Poi ho lottato e ho creduto di potercela fare.

Nel terzo set ho avuto molte occasioni, forse anche per avere un doppio break di vantaggio. Il match point sul 5-3 è stato incredibile (sorride). Il match point salvato da Alcaraz è stato una specie di manifesto di tutto ciò che potesse offrire la partita l’intera partita. È stata semplicemente una delle partite più emozionanti e più dure a livello mentale, emotivo e fisico che abbia mai giocato nella mia carriera.”

D. La sua forza emotiva e mentale, ti ha sorpreso nelle tue ultime due sfide giocate con lui?

NOVAK DJOKOVIC:Lui ormai non mi sorprende più. Forse mi ha sorpreso alla fine dell’anno scorso o all’inizio di quest’anno per quello che stava facendo, per il modo in cui ha vinto partite e tornei importanti. Lo definirei impressionante. Emergere nei momenti importanti, provarci sempre, essere coraggioso. Bisogna solo togliersi il cappello davanti a un ragazzo del genere, che gioca in modo così maturo, gestisce la pressione così bene per avere solo venti anni. Non possiamo dimenticare quanto sia giovane. È qualcosa di così impressionante.

La sensazione che provo in campo quando gioco contro di lui mi ricorda un po’ quando affrontavo Nadal quando eravamo entrambi al culmine della nostra carriera. Ogni punto era qualcosa di frenetico. Ogni punto è una battaglia. Ti senti come se non otterrai più di cinque punti gratuiti nell’intera partita. Devi guadagnarti ogni singolo punto, ogni singolo colpo, indipendentemente dalle condizioni del campo. Ovviamente se giochi in condizioni più lente, campi più lenti, la situazione si accentua ancora di più.

Qui la pallina rimbalza abbastanza alta e piuttosto veloce. Tuttavia, entrambi abbiamo trovato il modo di giocare una partita di quattro ore per tre set, anche se la cosa non mi sorprende. Forse in alcuni momenti avrei potuto e dovuto giocare leggermente in maniera più aggressiva. Ma una cosa è analizzare la partita dopo averla giocata, magari pensare alle cose che avresti potuto fare meglio. L’altro è essere davvero lì in campo e sperimentare ciò che stai vivendo. Provare a giocare tatticamente il punto giusto, specialmente contro di lui, sapendo che correrà per recuperare ogni tuo singolo colpo.

In quel match point salvato da Alcaraz, l’ho fatto correre da un angolo all’altro per più volte. Ho giocato credo un solido dropshot di dritto. È arrivato su quella palla in pochissimo tempo e ha giocato un passato dritto nell’angolo. È semplicemente fantastico. Tutte le partite che abbiamo giocato sono andate per le lunghe. Prima partita a Madrid lo scorso anno, 7-6 al terzo set. 7-6 nel terzo di oggi. Entrambe le partite del Grande Slam, quattro o cinque set. Una situazione che migliora di volta in volta per i fan, per quanto riguarda noi, non so se ci stiamo divertendo così tanto. È sicuramente una sfida che entrambi dobbiamo accettare perché è ciò che è dobbiamo fare per vincere grandi titoli.”

D. Ovunque tu sia andato questa settimana, c’era un folto gruppo di fan. Puoi descrivere la tua esperienza di questa settimana a Cincinnati?

NOVAK DJOKOVIC:” I tifosi sono stati incredibili per tutta la settimana. Sono stati super gentili e di supporto. Mi hanno accolto a braccia aperte. La prima sessione di allenamento che ho fatto lo stadio era pieno. È stato stupefacente. Non venivo negli Stati Uniti da un paio d’anni e non sapevo come sarei stato accolto dai fan. È stata una settimana perfetta in tutti i sensi.”

D. Cosa nei pensi del tuo servizio in questa finale, pensi di aver giocato bene?

NOVAK DJOKOVIC: “Ad essere onesto così e così. Non stavo servendo così bene come avevo fatto durante l’intera settimana. Ma ancora una volta, ho giocato in condizioni completamente diverse. Ho giocato quattro partite notturne. Poi ho giocato la finale nel bel mezzo della giornata con un sole forte e il riflesso del sole. Faceva così caldo in campo, a volte era insopportabile. È così difficile in quei momenti eseguire davvero i colpi nel modo in cui hai intenzione di farlo perché ti senti così lento e così pesante sulle gambe.

Non è stata la mia migliore prestazione al servizio. Questo mi ha reso la vita difficile perché significa dover entrare ogni volta nello scambio. Ho provato a variare. A volte giocavo una seconda di servizio, andando poi a cercare la rete quando lui arretrava verso fondo al campo. Ma poi ha iniziato a mettere i piedi in campo, mettendo più pressione su di me. Poi ho giocato un pessimo turno di servizio sul 5-4 quando stavo servendo per la partita. Match point ed ecco la seconda di servizio più lenta che abbia mai giocato in vita mia (sorride).

Ero teso, non c’è dubbio. Quando affronti uno dei migliori giocatori del mondo in uno dei più grandi tornei del mondo, a livello mentale non puoi sempre sentirti completamente di fare quello che vuoi. Sperimenterai dei momenti in cui calerà la concentrazione o l’energia e devi solo cercare di trovare una via d’uscita da quella situazione. Quando ho perso il gioco di servizio, siamo tornati sul 5 pari, poi 15-40, due palle break e invece siamo andati ai vantaggi. Mentalmente questo ti colpisce alla grande. Ma sono molto orgoglioso di come, dopo non aver sfruttato tutti questi match point, tutte queste palle break sul 5 pari, sono riuscito a servire bene nel game successivo per arrivare al tiebreak. Ha giocato un tiebreak davvero, davvero solido. Nel complesso una partita incredibile con alcuni alti e bassi.

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