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US Open: verso Alcaraz-Medvedev, ci sarà più equilibrio rispetto a Wimbledon?
Terzo confronto stagionale tra i campioni delle ultime due edizioni: la storia della rivalità, l’analisi tecnica, il talento di Carlos


Nel tennis i precedenti non dicono tutto: questione di superficie, di momenti di forma, di episodi. Ma in questo caso i precedenti sono una parte della storia. Wimbledon 2021:Carlos Alcaraz ha appena compiuto 18 anni, è da poco entrato nei Top100 per la prima volta e gioca il terzo torneo dello slam della sua giovane carriera, sono i suoi primi match sull’erba. Medvedev invece è già diventato Medvedev, è il numero due del mondo. E infatti il russo domina, tre set a zero, 6-4 6-1 6-2, un’ora e mezza.
Arriviamo al 2023, e nel giro di pochi mesi si incontrano altre due volte, prima a Indian Wells (in finale) e poi ancora ai Championships (in semifinale). Una mattanza, moltiplicata per due. Il problema non è il punteggio, il problema è il tennis. Alcaraz non si limita a vincere i punti, Alcaraz si annoia. E allora quasi per dare un senso alle due esibizioni decide di inventarsi ogni volta un colpo nuovo, un’idea, la sfida con Medvedev è troppo semplice, e allora decide di sfidare sé stesso. Sulla superficie lentissima di Indian Wells, dove per chiunque diventa un’impresa mettere a segno un vincente contro Medvedev, la partita nemmeno cominciò. Un repertorio spaventoso, un repertorio totale. Il russo l’ha dichiarato anche l’altro giorno in conferenza stampa dopo la vittoria con Rublev : “Tira troppo forte, sa fare tutto, in qualsiasi zona del campo”. E stiamo parlando di un 20enne.
A Wimbledon fu un match più teso ma in ogni caso a senso unico. Medvedev era reduce da un buon torneo, ma in quella semifinale sembrò quasi inadeguato al palscoscenico e alla superficie. In risposta aveva deciso di partire, come sempre, tra i quattro e i cinque metri fuori dal campo, ma una strategia del genere sull’erba rischia di diventare quasi ridicola. E Alcaraz nel momento in cui gli concedi l’iniziativa diventa ancora più micidiale, figuriamoci se gli regali anche metri e metri di campo. Sa utilizzare tutti i colori del tennis, rischia di farti impazzire: 6-3 6-3 6-3, nemmeno un paio d’ore di match, molto più di una rivincita. Ma perché Medvedev lo soffre così tanto? Sì, Alcaraz tira forte, ma non è quello il punto. Il punto è il tempo.
Carlitos ha una capacità unica di togliere il tempo all’avversario: anticipa, colpisce in controbalzo perfino in uscita dal servizio, attacca di nascosto, ovvero, appunto, in controtempo. E’ la caratteristica dei grandi campioni. Anche il suo schema cult , smorzata e lob, si basa sul tempo: prima lo ferma, con la finta, e poi invece improvvisamente accelera, col lob, anticipando l’esecuzione, con quel braccio meraviglioso. E poi c’è il talento. La sensibilità, che gli permette di gestire con semplicità delle palle che semplici non sono, ovvero i classici traccianti lenti e corti del russo, sempre piatti, che sembrano quasi accarezzare la rete per poi rimbalzare nel rettangolo del servizio. Colpi solo apparentemente innocui, ma in realtà velenosi. Medvedev c’ha costruito sopra una carriera, ma Alcaraz finge di non saperlo, e li sfrutta come assist per il prossimo capolavoro. Entrambi hanno disputato un buon torneo, entrambi dopo un’estate complicata.
Il russo ha rifiatato nei 1000 estivi dopo lo sforzo di inizio stagione (da Rotterdam a Roma 38 match giocati, 35 vittorie, 5 titoli). Alcaraz è stato protagonista del match dell’anno ma anche lui tra Toronto e Cincinnati non ha mai (comprensibilmente) incantato. Lo spagnolo nel corso dello US Open ha perso un solo set (con Evans), Medvedev un paio, in sintesi due passeggiate parallele. Il numero tre del mondo ha sofferto solo con Rublev, ma solo a cause delle condizioni climatiche. Il caldo soffocante, l’umidità. I colpi del connazionale non hanno rappresentato un problema. Giocheranno in sessione serale, ore 19 locali (una del mattino italiana).
Daniil adora sia i campi (veloci, ma non troppo) che le palle di New York. Ma tutto lascia pensare ad un altro dominio di Alcaraz che in questo momento sembra quasi intoccabile. Questione di tempo.
Jacopo Gadarco
ATP
ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere
La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.
Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.
Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.
Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.
Flash
ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF
L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.
Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…
Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.

ATP
ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo
Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.
Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).
Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.
Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003, che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.
Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.
Posizione | Giocatore | Nazione | Punti | Nato nel | Classifica ATP |
1 | Alcaraz | Spagna | 8175 | 2003 | 2 |
2 | Rune | Danimarca | 3055 | 2003 | 4 |
3 | Shelton | USA | 1455 | 2002 | 20 |
4 | Musetti | Italia | 1345 | 2002 | 18 |
5 | Fils | Francia | 953 | 2004 | 44 |
6 | Van Assche | Francia | 597 | 2004 | 69 |
7 | Stricker | Svizzera | 576 | 2002 | 90 |
8 | Michelsen | USA | 518 | 2004 | 110 |
9 | Medjedovic | Serbia | 485 | 2003 | 120 |
10 | Cazaux | Francia | 474 | 2002 | 125 |
11 | Cobolli | Italia | 453 | 2002 | 122 |
12 | Atmane | Francia | 376 | 2002 | 147 |