Coppa Davis, Ruusuvuori: "Avrei voluto essere a Malaga con una forma fisica diversa". Nieminen: "Un viaggio fantastico"

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Coppa Davis, Ruusuvuori: “Avrei voluto essere a Malaga con una forma fisica diversa”. Nieminen: “Un viaggio fantastico”

Finisce la favola della Finlandia, ma il numero uno scandinavo guarda al 2024 con grande fiducia: “La Davis è per me un booster di adrenalina, proverò a trattenere le energie positive per riproporle all’inizio della prossima stagione”

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Emil Ruusuvuori – Coppa Davis 2023 (Photo by Srdjan Stevanovic/Getty Images for ITF)
 

Si è conclusa la meravigliosa “Favola” della Finlandia, troppo irta da scalare l’Australia di Hewitt. Gli Under Dog di questa Coppa Davis 2023, però, hanno regalato agli appassionati dell’Insalatiera un splendida storia. Un incredibile cammino che ha sorpreso tutti: nella conferenza stampa del Capitano finnico Jarkko Nieminen e del n. 1 del team scandinavo Emil Ruusuvuori, traspare un po’ di inevitabile amarezza per la fine di un viaggio pazzesco.

Nonostante ciò, vanno via da Malaga avendo scritto la Storia del loro Paese – la Finlandia non aveva mai raggiunto la Fase Finale della competizione e neppure mai il Word Group nel vecchio formato rimasto in vigore sino al 2018 – e soprattutto avendo regalato splendide pagine di umanità anche fuori dal campo. Il connubio eccezionale con i loro connazionali, arrivati in gran numero al Martin Carpena grazie alla felice coincidenza – la cui matrice originaria affonda le proprie radici a livello olimpico, poiché un noto campione olimpionico finlandese preparò l’Olimpiade di Montreal di 1976 proprio nei dintorni della città andalusa che ospita le Finals di Davis – di un’ingente comunità di finlandesi che vivono in una cittadina nei pressi di Malaga (Sud della Spagna che nel freddissimo inverno finnico viene poi preso d’assalto anche da altri gruppi di finlandesi), ha ridato lustro alla tradizionale atmosfera della Coppa più antica del tennis.

Ma forse più di tutto vanno sottolineati i messaggi contro la Guerra esposti sia prima del match con il Canada sia prima delle semifinale, a riprova della grande sensibilità della squadra scandinava.

D. Jarkko [Nieminen, ndr], ovviamente non è facile parlare dopo una sconfitta, ma volevo concentrarmi sul momento di condivisione ed empatia che avete avuto con i tifosi sugli spalti alla fine della sfida. Quali sono stati i tuoi sentimenti, le emozioni che hai provato, quando ti sei inchinato dinanzi a loro per ringraziarli del supporto che vi hanno dato in questa settimana e della standing ovation che vi hanno regalato per la vostra splendida cavalcata?

Capitano Jarkko Nieminen: “Per prima cosa ho avvertito un senso di vuoto, non appena ho realizzato e mi sono reso conto che questo incredibile viaggio che abbiamo vissuto fosse terminato. Tuttavia da quando è iniziato e lungo tutta la settimana, non posso che essere grato per lo sforzo profuso da tutto il team dai giocatori e naturalmente dai nostri connazionali. E’ chiaro che però adesso, a caldo, non è un momento semplice. Non è mai piacevole perdere, ma devo riconoscere che oggi [ierim ndr] l’Australia ha meritato più di noi il passaggio in finale. Grandi compimenti a loro, perché sono una squadra veramente forte e coesa. Ma noi siamo stati protagonisti di un viaggio fantastico. Ora il cammino è finito. Perciò come è normale che sia c’è dispiacere e tristezza, però nel complesso siamo felice. E’ stato percorso sorprendente, alla vigilia dell’evento nessuno pensava che potessimo fare quello che abbiamo fatto. Per cui anche se oggi [ieri, ndr] siamo usciti sconfitti dal campo, dobbiamo guardare alla grandi note positive di quello che siamo stati in grado di fare. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, dei successi ottenuto. Credo che ora in questo momento è ancora troppo fresca la delusione per poter comprendere quanto abbiamo fatto, ma sono sicuro che non appena la situazione sarà metabolizzata sarà più facile per noi renderci conto del magnifico percorso di cui siamo stati protagonisti. Ed è stato possibile solo grazie al fantastico supporto dei nostri tifosi“.

D. Emil [Ruusuvuori, ndr], sei dovuto scendere in campo nonostante di fatto fossi stato costretto a chiudere la stagione anzitempo a causa dell’infortunio che hai subito. Pensi che se avessi potuto contare sua una condizione fisica migliore, saresti stato in grado quantomeno di dare vita ad un match più lungo, di rendere ben più complesso il compito di De Minaur. Insomma, credi che se non ti fossi infortunato le cose sarebbero potute andare diversamente? Inoltre, la spalla come va? Hai recuperato al 100%?

Emil Ruusuvuori: “Nello sport non si sa mai quello che può accadere. Ma è facile parlare con i “se”, sinceramente in questo momento non ha alcun senso. E’ ovvio che avrei voluto essere qui con una forma fisica diversa e vedere come sarebbe andata. Tuttavia non va dimenticato che l’avversario che ho affrontato è un giocatore estremamente duro da battere, che peraltro si esalta in questa competizione. Ha un baricentro basso oltre che questa incredibile capacità di andare a riprendere anche colpi con traiettorie bassissime e all’apparenza imprendibili. E’ in grado di sfruttare in maniera esemplare la sua velocità motoria, e se non ciò non bastasse possiede anche una grande abilità in risposta. Quindi grandissimi meriti a lui. Diciamo che nella partita a me è mancata continuità di rendimento. Alcune parti dell’incontro le ho giocate molto bene, in altre invece ho commesso troppi errori. Ho pagato gli alti e bassi. La spalla è a posto, ma non sono ancora in grado di esprimere quella potenza da fondo e non solo di cui avrei avuto bisogno. Ad esempio, guardando le velocità del servizio, raramente ho superato i 200 kilometri orari e contro di lui se giochi ogni punto dalla linea di fondo, diventa veramente complicato batterlo“.

D. Emil [Ruusuvuori, ndr], gli ultimi 12 mesi sono stati per te fantastici. Hai compiuto eccezionali passi avanti nel tuo tennis. Quindi volevo chiederti, questo tipo di esperienza che hai vissuto e ciò che hai ottenuto con la squadra arrivando alle semifinali, quale impatto avrà sulla tua autostima e sulla tua fiducia guardando al 2024?

Emil Ruusuvuori: “Penso che sarà molto importante per la prossima stagione. Avrà sicuramente un impatto positivo. Dopo ogni tie che gioco la Finlandia in Coppa Davis, nel torneo successivo del circuito ho sempre giocato molto bene, mi sono sempre espresso ad un alto livello. Questo perché questa manifestazione ti dà motivazioni extra, grazie all’energia e alla passione che si respira nell’inconfondibile atmosfera che la caratterizza e nel legame speciale con i tifosi. Perciò, quando gioco per la mia nazionale riesco poi a trasferire queste sensazioni anche nell’evento successivo. La Davis è per me una specie di booster di adrenalina. È così che mi sento quando ho l’opportunità di giocarla. Quindi anche in questo caso, proverò a trattenere tutte le energie positive acquisite in questa settimana per riproporle sul campo anche all’inizio della prossima stagione“.

D. Ci sono stati uno o due doppi falli nel secondo set e un altro paio di situazioni in cui hai rischiato di commetterne un altro paio. Hai deciso quindi di esasperare molto la seconda palla di servizio, era un rischio necessario considerando quello che ha detto prima sulla spalla e i conseguenti problemi in battuta?

Emil Ruusuvuori: “Credo che contro Alex [De Minaur, ndr] sia d’obbligo prestare grande attenzione alla seconda di servizio. Perché lui, specialmente sulla seconda, spesso e volentieri risponde stando molto vicino al campo per sfruttare la sua reattività nell’impatto. Perciò se non fai attenzione, rischia che con quel colpo faccia quello che vuole. Non puoi concedergli assolutamente quel vantaggio, altrimenti può colpire sempre in anticipo prendendo il controllo dello scambio e a quel punto sei nei guai. Quindi per rispondere, sì faceva parte del piano di gioco rischiare più del solito la seconda“.

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