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L’ultima dichiarazione di Rafael Nadal riguardo al suo ritorno in campo è uscita oggi tramite un video pubblicato sul suo profilo Instagram:
“Ho avuto paura e ho ancora paura degli annunci che ho fatto negli ultimi giorni. Ho trascorso un anno senza competere e ho subito un’operazione all’anca. Ma non è l’anca a preoccuparmi, è tutto il resto. Credo di essere preparato, ho fiducia e spero che le cose vadano bene. Spero soprattutto di avere l’opportunità di divertirmi ancora sul campo. È stata un’attesa lunga quindi spero di sentire di nuovo i nervi tesi, la speranza, la paura, i dubbi. Ma allo stesso tempo voglio chiedere a me stesso di non aspettarsi nulla. Devo avere la capacità di non chiedere più a me stesso quello che mi sono sempre chiesto. Perché ora le cose sono diverse ed io sono una persona diversa. Non voglio più chiedere a me stesso di spingersi al massimo, ho interiorizzato di dover accettare che le cose potranno andare diversamente da quello che spero. Le cose potrebbero non andare come sono andate in passato per cui voglio cercare di tenere viva la speranza, ma sono pronto a perdonarmi se non sarà possibile”.
Il 19 gennaio del 2023 stavamo parlando della lesione all’ileo-psoas di Nadal dopo il secondo turno degli Australian Open perso contro Mackenzie McDonald in tre set. L’idea, o meglio la speranza, era quella che si sarebbe fermato per un paio di mesi. Oggi, quei mesi sono diventati 11, che sommati ai precedenti 49 fanno 60 mesi di assenza, ovvero 5 anni della sua carriera passati a curare un fisico logorato dalla voglia incessante di spingersi al limite. Nei restanti 17 anni di tempo sul campo però, quel fisico gli ha permesso di vincere 22 Slam di cui 14 Roland Garros.
Finalmente possiamo dire con certezza che l’attesa è finita. Nadal torna a giocare il 31 dicembre a Brisbane da numero 664 del mondo. Davanti a lui ci sono 663 giocatori che, escludendo Djokovic, per il momento possono ancora solo sognare di vincere tutti gli Slam e i tornei vinti da lui. Eppure, questo ritorno, il numero 17 in carriera del maiorchino è molto diverso. Qualcuno ha paura, probabilmente lui più di tutti, qualcuno ha molta fiducia, come Feliciano Lopez. Ma quando Nadal ha comunicato che sarebbe tornato a competere, non l’ha fatto come nelle precedenti 16 volte. Ha scelto di pubblicare un video che inizia con la sofferenza provata sul campo, un gesto di consapevolezza volto a non creare illusioni. Un gesto che ricorda a sé stesso, e a tutti noi, come ci siamo lasciati e come potremmo ritrovarci in un futuro non molto lontano. Ma come ha detto lui durante quel video: “Dopo aver lavorato così duramente per tutta la vita, non credo che la mia carriera possa terminare in conferenza stampa”. Quindi da vero gladiatore qual è, Nadal si fermerà, se costretto, in mezzo all’arena.
Questa lotta contro un fisico stremato è iniziata nel 2003 con l’infortunio alla spalla sinistra che lo vide costretto a fermarsi per un mese. Tra il 2004 e il 2005 Nadal fu costretto a ritirarsi altri 7 mesi (non consecutivi) per un problema di stress al piede sinistro che iniziò a gonfiarsi. Il 2008 e il 2009 furono caratterizzati da una tendinite al ginocchio destro che lo costrinse a fermarsi altri 4 mesi. E proprio quando il problema sembrava ormai superato, arrivò la batosta del 2012: rottura del tendine del ginocchio sinistro, e lo stop più lungo fino a quello del 2023, di 7 mesi consecutivi. Dal 2014 iniziarono ad aggiungersi i problemi al polso destro, seguiti dall’infiammazione all’Ileo-psoas. La tendinite al ginocchio destro tornò a farsi sentire nel 2018 e diverse lesioni ai muscoli degli addominali peggiorarono la situazione. Nel 2021 Nadal sembrava essere arrivato vicino al capolinea. Dopo aver perso quello che sarebbe stato il quinto Roland Garros consecutivo, contro Novak Djokovic, fu costretto a fermarsi altri 6 mesi e mezzo per i problemi dovuti alla malformazione del piede sinistro.
Ma il 2022 fu il vero miracolo di Nadal. Con la vittoria degli Australian Open, il maiorchino riaccese la speranza che niente avrebbe mai potuto fermarlo. Una piccola frattura alle costole a fine marzo, non gli impedì di vincere neanche il suo 14esimo Roland Garros a giugno del 2022. L’impresa fu talmente ardua che, il ritiro in semifinale a Wimbledon, il mese successivo, per uno strappo addominale che gli costò 3 mesi di stop, non preoccupò quasi nessuno.
Ma è stato il ritiro di Roger, pochi mesi dopo, a cambiare davvero le carte in tavola, avvicinandoci alla consapevolezza che anche chi sembra immortale sul campo da tennis, non lo è. Per la prima volta, guardando Nadal, seduto vicino a Federer, abbiamo capito che il prossimo sarebbe stato lui. Gli anni dello spagnolo sono diventati 37 e non gioca da 11 mesi. Ma va ricordato che questo non è il periodo peggiore della sua carriera, tutt’altro. Il 2015 è stato in assoluto il più brutto e per assurdo, il corpo era intatto, come ha scritto la Vanguardia: “Il suo infortunio non era fisico ma mentale, l’anno in cui provò ansia e perdita di fiducia a causa del susseguirsi di disturbi”.
Mentre nel video pubblicato oggi, Nadal è apparso molto diverso da quel 2015. Ha imparato a conoscere i suoi limiti ed è pronto ad accettarli, l’ha detto lui. Nei primi nove tornei avrà la stessa classifica che aveva prima dell’infortunio, il numero 9. Dove potrà arrivare? Nessuno lo sa. Ma è curioso che abbia scelto di ricominciare proprio da Brisbane, la città olimpica del 2032. Nadal quest’anno sogna Parigi, la terra rossa, il Roland Garros e i giochi Olimpici. Forse il doppio con Carlos Alcaraz, chissà. Sarebbe un finale perfetto.