WTA Indian Wells, Sakkari: “Coach Witt? Non male per essere il primo torneo insieme...”

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WTA Indian Wells, Sakkari: “Coach Witt? Non male per essere il primo torneo insieme…”

La greca parla anche della finale con Swiatek: “Sono in vantaggio ma non ci incontriamo da due anni. Giocherò per aumentarlo ma sarà dura”. E durante la pausa pioggia: “Ho guardato zio Roger”

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Maria Sakkari - Indian Wells 2023 (foto Twitter @bnpparibasopen)
 

A un soffio dalla vittoria si era fatta rimontare perdendo il secondo set. Poi però, nervi saldi, qualche aggiustamento e via: nel terzo doma Coco Gauff chiudendo 6-4 6-7(5) 6-2 e volando in finale dove ad aspettarla c’è la numero uno al mondo Iga Swiatek, affrontata l’ultima volta due anni fa. La greca Maria Sakkari, n° 9 del ranking, in conferenza stampa post match fa trapelare tutta la sua soddisfazione. Solo qualche settimana fa la conquista dell’ultimo atto di un Wta 1000 del tenore di Indian Wells sarebbe stata utopia. Ma nel tennis tutto cambia in fretta e le difficoltà forgiano. Come dice il suo nuovo allenatore David Witt che l’ha presa per mano a inizio marzo:  la sta facendo crescere anche a colpi di positività.

D. Puoi dire qualcosa sulla partita e su come sei riuscita a tenere testa a Coco?

MARIA SAKKARI: Sapevo fin dall’inizio che sarebbe stata molto dura. Oggi sono successe molte cose. Anche ritardi per la pioggia. Il secondo set avrebbe potuto essere diverso ma  pensavo troppo al traguardo e a come chiudere la partita. Questo non mi ha aiutato molto. Mi ha spaventato un po’. Ero troppo nervosa. Ma sono molto orgogliosa di me stessa per aver mantenuto i nervi saldi e per aver lottato duramente nel terzo set.

D. L’aver superato il momento di difficoltà ti dà molta forza per il futuro?

MARIA SAKKARI: Sì, beh, David (Witt, il nuovo allenatore ndr) mi ha detto che era felice fosse andata così, perché questo mi avrebbe resa più forte (sorride). Ovviamente mi ha detto anche che sapeva avrei preferito vincere 6-4, 6-2, ma che bisogna prendere gli aspetti positivi. Ed è vero, sono d’accordo con lui.

D. Una bella partita. Qual è lo strumento nella tua cassetta dI attrezzi mentali che hai usato quando hai perso quei game, il match point e sei finita sotto di un break nel terzo set?

MARIA SAKKARI: Mi sono detta che la via d’uscita più facile era quella di arrendersi nel terzo set e allora ho voluto sfidare me stessa un’altra volta e vedere cosa potevo fare dopo aver perso il secondo set. Ho anche continuato a ripetermi che non ero né la prima né l’ultima persona a perdere un set o un match da match point, e, sai, questo mi ha dato forza. Ho accettato uno stile di gioco in cui dovevo essere più aggressiva  e mescolare un po’ le carte. Credo di essere stata troppo prevedibile alla fine del secondo set. Sono felice di essere riuscita a chiudere la partita.

D. Ha parlato di David. Cambiando allenatore a stagione già iniziata è più difficile fare aggiustamenti nel gioco, anche mentalmente perché non si ha lo stesso  tempo per digerire tutto come nella offseason?

MARIA SAKKARI: Certo. È sempre impegnativo cambiare allenatore. Non siamo a metà stagione ma siamo a tre mesi di distanza. E naturalmente questo è il nostro primo torneo insieme. Penso che stiamo facendo abbastanza bene (sorride). Come ho detto nelle mie precedenti conferenze stampa David non avrebbe stravolto le cose. Sapevo che avremmo lavorato su certe cose e che sarebbero migliorate.  Continuerò a essere molto onesta con lui su ciò che mi serve per lavorare e lui sarà onesto con me. Penso che insieme possiamo costruire qualcosa di molto buono.

D. Immagino che la pioggia abbia reso la partita un po’ complicata. Cosa hai fatto durante i ritardi e come sei riuscita a rimanere lucida quando sei tornata in campo?

MARIA SAKKARI: Sì, a nessuno piacciono i ritardi dovuti alla pioggia. Non è proprio l’ideale, ma ho mangiato qualcosa, ho fatto una doccia veloce e sono rimasta con la mia squadra. Guardavamo i video di YouTube di Uncle Roger (sorride).

D. Davvero?

MARIA SAKKARI: Sì. Poi, sai, siamo andati a riscaldarci di nuovo, e sì. Uncle Roger è la chiave della partita di oggi.

D. In vista della finale con Swiatek, il bilancio è di 3-2 in tuo favore. Che importanza ha per te questo dato, considerando che l’ultima volta che hai giocato contro Iga è stato qui nel ’22?

MARIA SAKKARI: Sì, è davvero assurdo che l’ultima volta che abbiamo giocato sia stato due anni fa. Direi che siamo molto diverse da due anni fa. È stato allora che è iniziata la sua striscia o qualche settimana prima. Avere quel vantaggio non significa nulla perché lei è la migliore giocatrice al mondo in questo momento. Io cercherò di mantenere il vantaggio e di avere due vittorie di vantaggio su di lei, ma sarà molto, molto difficile.

D. Parlando dell’incontro con Iga riesci a vedere una differenza tra la giocatrice che avevi battuto in modo abbastanza costante e quella che tra 48 ore affronterai?

MARIA SAKKARI: Sicuramente non posso dire molto perché non ci affrontiamo da due anni. Quindi è diverso vedere una giocatrice che gioca contro altre giocatrici e non contro di te. Ma una cosa che so per certa è che lei è molto brava e io sono molto brava: lotteremo per cercare di vincere il torneo. Ci voglio iniziare a pensare da domani. Ma come ho già detto, sarà sicuramente molto dura e impegnativa.

D. Pensi che avresti vinto il match sei mesi fa?

MARIA SAKKARI: Contro Coco? No. No, senza mezzi termini (sorride).

 D. Sei riuscita a raggiungere questa finale WTA 1000. Considerando la situazione in cui ti trovavi fino a due settimane fa in termini di incertezza, il tuo gioco e tutti i tre set che hai dovuto affrontare per arrivare qui, qual è la soddisfazione di ottenere un risultato come questo e quanto è sorprendente per te?

 MARIA SAKKARI: Nel tennis diciamo sempre che un giorno può cambiare tutto, ma un mese fa ero ad Abu Dhabi, non riuscivo a colpire una palla oltre la rete, e ora sono qui in uno dei tornei più importanti a giocare un’altra finale. Si tratta di lezioni e di cose che si devono accettare; più si è nel tour e più si avranno momenti difficili, e poi le cose possono davvero cambiare in una settimana.

Sì, sono molto felice che questa sia stata la settimana in cui le cose sono cominciate a cambiare perché sapete quanto amo questo posto e mi sono detta che voglio rimanere qui il più a lungo possibile. Ed eccoci qui, fino a domenica, lunedì. Sì. (sorride).

Martina Tomat

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