ATP Montecarlo, Djokovic: "Punto a essere al mio massimo a Parigi"

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ATP Montecarlo, Djokovic: “Punto a essere al mio massimo a Parigi”

Su Musetti: “Ha molto talento sia nel dritto che nella diagonale di rovescio”. Su Zimonjic: “Porta uno sguardo nuovo al mio gioco e un differente punto di vista”

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Novak Djokovic - Indian Wells 2024 (foto X @BNPPARIBASOPEN)
 

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L’ultimo torneo vinto su terra da Novak Djokovic è stato il Roland Garros 2023. Adesso si riparte sul mattone tritato cercando  di  riscattare  un inizio di stagione che non è andato come preventivato. Al Rolex Montecarlo Masters arriva una signora prestazione contro Lorenzo Musetti che vendica la dolorosa sconfitta patita nel 2023.

Djokovic torna quindi nei quarti a Montecarlo diventando il secondo giocatore a raggiungere 10 quarti di finale nel principato dopo Nadal per quello che è  il suo primo quarto di finale monegasco dal 2019.

Vediamo, quindi, i passaggi principali della conferenza stampa del numero 1 al mondo.

D. Ottima prestazione. Sei andato 30 volte a rete. È un’indicazione di cosa puoi aggiungere su questa superficie?

NOVAK DJOKOVIC: “30 volte. Ammetto di non aver avuto la sensazione di essere andato a rete così tante volte, ma immagino fosse necessario cercare di essere il più aggressivo possibile. Prendere ogni palla che arrivava nel mio campo in maniera più corta come un’opportunità per entrare contro un giocatore come Musetti, che è molto bravo a difendere.

Lui è un giocatore molto veloce. Ha molto talento sia nel dritto che nella diagonale di rovescio. Può farti del male quando mette i piedi dentro il campo ma, come abbiamo visto, ha realizzato alcuni punti e passanti incredibili anche da lontano. Immagino facesse parte del piano: cercare di togliere tempo, essere più aggressivi, essere più solidi. Penso che lui abbia iniziato meglio. È stato il giocatore migliore per otto game. Poi sul 4-3 e palle nuove, la partita si è ribaltata. Io ho avuto questa bella interazione con il pubblico, e da quel momento in poi, lui  forse ha perso un po’ la concentrazione. Ha commesso alcuni errori non forzati, e la situazione è cambiata.

Sento che, da quel momento in poi, ho giocato meglio e sono riuscito a implementare il tipo di gioco che volevo davvero tatticamente. Ma è stato una sfida molto fisica e anche io ho avuto qualche difficoltà in campo oggi. Ma mi piace il modo in cui gioco rispetto all’anno scorso. Penso di giocare un tennis migliore. È tutto parte di un processo. Spero di poter continuare a vincere giorno dopo giorno, ma so qual è il grande obiettivo e dove voglio giocare il mio miglior tennis sulla terra. Quindi, mancano ancora settimane. Finora mi sto divertendo per il modo in cui gioco.”

D. Sei sempre stato un buon giocatore nelle fasi difensive, ma ad un certo punto sei sembrato veramente molto forte nel modo in cui ti muovevi in campo. Sei d’accordo con questo? Ne sei felice? Puoi dire qualcosa sul tuo prossimo avversario, sulla tua prossima partita?

NOVAK DJOKOVIC:Come ho detto, sto colpendo la palla molto bene. Ho anche lavorato molto nelle ultime due, tre settimane con la mia squadra, lavorando sul posizionamento in campo. Devo essere altrettanto bravo sia nel difendere sia nell’attaccare su questa superficie. È la superficie più impegnativa, fisicamente, mentalmente e anche dal punto di vista del gioco. Devi aspettarti una palla in più che arriva sempre dall’altra parte della rete rispetto ad altre superfici. Ho già attraversato questo processo per più di 25 anni, quindi so cosa fare. Ovviamente Nenad (Zimonjic, ndr), una nuova aggiunta alla squadra, porta un nuovo sguardo al mio gioco. Una freschezza e in qualche modo un differente punto di vista su quali sono le cose che dovrei fare in campo. Penso che abbiamo implementato alcune di queste cose in modo davvero efficiente finora. Spero di poter continuare nella giusta direzione.”

D. Hai detto che stavi faticando un po’ fisicamente. Ti vedevamo tremare in panchina. Niente di troppo importante?

NOVAK DJOKOVIC: “Devo dire che in alcuni momenti della partita di oggi non mi sentivo proprio bene fisicamente. Ma questo fa parte anche delle prime partite sulla terra battuta. Sai, quando giochi contro qualcuno forte come Musetti, devi guadagnarti la vittoria, devi lavorare fisicamente molto duramente, è molto probabile che accada il momento nel quale, in qualche modo, andrai a sbattere contro un muro a livello fisico e dovrai trovare una via d’uscita. Io sono riuscito a farlo ed è questo è ciò che conta di più. Devo, credere che il processo di allenamento e tutto ciò che sto facendo con la mia squadra mi darà dei frutti. Sto già sentendo grandi cose in campo in questi giorni, e questo è ciò che conta di più per me. Vuol dire, che sono sulla strada giusta. Parigi è il torneo nel quale voglio raggiungere il massimo in termini di modo in cui gioco e di sensazioni, quindi mi sento bene in questo momento.

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