ATP Madrid, Nadal: "Se non posso sognare, non gioco"

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ATP Madrid, Nadal: “Se non posso sognare, non gioco”

“I problemi diminuiscono, ma ogni giorno è un nuovo test” – Nadal racconta del suo stato fisico e dell’importanza dei sogni

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Rafael Nadal - Madrid 2024 (foto Florin Baltatoiu)
 

Rafael Nadal torna a vincere due partite consecutive, non accadeva dal primo torneo stagionale, non accadeva da gennaio. Rafa, a Brisbane, aveva lottato mostrando lampi del vecchio campione, battendo Thiem e Kubler prima di arrendersi a testa altissima a un ispiratissimo Thompson. Oggi, dopo 4 mesi, torna a trionfare in un secondo turno: a Madrid, nel master 1000 di casa, davanti ai propri tifosi, sconfiggendo chi lo aveva estromesso da Barcellona solo una settimana prima. Due set rifilati ad un Alex de Minaur non al meglio delle condizioni, mai in grado di esprimere il proprio miglior tennis.

Il campione spagnolo, non autore di una prestazione perfetta o paradisiaca, è meritevole di lode per la capacità di lottare su ogni palla, come da sempre fa. Le palle dell’australiano erano fin troppe leggere, le difficoltà di de Minaur sul dritto in topspin di Nadal hanno contribuito a unificare il comando degli scambi.

Rafa, adesso, ha un terzo turno con il ritrovato Pedro Cachin da affrontare, in vista degli impegni più importanti: Roland Garros ed Olimpiadi.

Ecco le sue parole in conferenza stampa.

D: Quanto è stato importante per te giocare così e stare sul campo per più di due ore? Come ti senti rispetto alla scorsa settimana contro di lui?

Rafael Nadal: “E’ stato molto importante per me poter competere per tutta la partita ad un buon livello di tennis. Il fisico ha retto bene, questo è importante“.

D: A inizio settimana hai detto che se ti fossi sentito cosi, probabilmente non avresti giocato il Roland Garros. Manca ancora tanto tempo, ma la prestazione di oggi ti incoraggia a pensare di poter essere pronto?

Rafael Nadal: “Non ne ho idea. Penso che negli ultimi due giorni il mio corpo sia migliorato, ma non ne sono ancora sicuro. Capisco che per voi, per chi non fa parte del mio team, sia complicato capire alcune cose, ma per me il Roland Garros è il torneo più importante della mia carriera, e tutte le cose che ho vissuto li resteranno nel mio cuore per sempre. Quindi non è questione di vincere o perdere, ma di poter scendere in campo sentendo di poter lottare e competere, di poter sognare. Quindi se non sono in grado di andare in campo e sognare, anche se bassissima percentuale di poter realizzare quei sogni, per me non ha senso scendere in campo, no? Preferisco tenere i miei bei ricordi. Voglio esserci, anche perdendo, ma potendo scendere in campo e sognare qualcosa di importante. Se questo accadrà, sarò in campo. Se non ci sarà neanche la più piccola, minuscola speranza, probabilmente non giocherò. Queste sono le sensazioni. Ed è al meglio dei cinque, tutt’altra cosa“.

D: In questo momento senti molto dolore in campo per i tuoi precedenti infortuni?

Rafael Nadal: “No, oggi no. Le ultime settimane non sono state facili, ma negli ultimi giorni solo piccoli problemi. Ma questo non significa che le cose andranno bene fra due giorni. Devo vedere come mi sveglierò domani mattina, analizzeremo. Ogni giorno è un test. Sto vivendo cose che non ho quasi vissuto negli ultimi due anni. In qualche modo, questo è uno dei motivi per cui non posso essere sempre super positivo. Se oggi il mio fisico starà bene, sarò felicissimo, perchè sarà stato un grande passo in avanti, e i passi avanti sono sempre importantissimi. Ma per me è più importante capire se domani sarò in grado di lottare e stare bene allo stesso modo. Non posso esserne sicuro, oggi è stato il test più importante da quando sono tornato“.

D: E’ una delle partite più emozionanti giocate a Madrid?

Rafael Nadal: “Ovviamente è emozionante, ma devo dire che ho avuto la fortuna di vivere momenti migliori qui a Madrid: dalla finale con Ljubicic nel 2005 fino ad oggi. E’ la fine. Le finali sono sempre emozionanti“.

D: Hai problemi al servizio?

Rafael Nadal: “Il servizio è stato il miglioramento più significativo della settimana. Non ho limitazioni. Certo, non riesco ad allenare 100 servizi al giorno, ma sto riabituando i muscoli ai carichi di lavoro, progressivamente. Oggi ho servito bene, come nella scorsa partita. Almeno ho un peso in meno a cui pensare“.

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