Sardegna Open, Musetti: "Se dovessi allenare insegnerei il rovescio a due mani" [AUDIO]

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Sardegna Open, Musetti: “Se dovessi allenare insegnerei il rovescio a due mani” [AUDIO]

“Con tutto il bene che voglio al mio rovescio a una mano, è ovvio che quello a due mani è molto più solido” – spiega Lorenzo Musetti dopo la finale raggiunta a Cagliari

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Lorenzo Musetti – Sardegna Open 2024 (foto: Francesco Panunzio)
 

Per la prima volta da ottobre 2022, quando vinse l’ATP 250 di Napoli, Lorenzo Musetti tornerà a giocarsi una finale, seppur a livello Challenger e non nel circuito maggiore. Poco male comunque, perché in un momento in cui ha bisogno come il pane di vittorie e punti, il carrarino avrà l’opportunità domenica di giocare la sua decima finale in carriera a tutti i livelli: due ITF, cinque Challenger, due ATP e una United Cup. Di seguito le risposte più interessanti nella conferenza stampa post partita (di cui è riportato l’audio integrale ad inizio articolo).

(si ringrazia Michele Schirru di Lost in Tennis per la collaborazione)

D: Non è facile giocare da favorito in un Challenger, come ti senti? Come ti sei trovato contro Galan?

Lorenzo Musetti: “Fisicamente mi sento bene, contro Galan è stata una partita diversa rispetto alle prime due, sicuramente la migliore delle tre. Ho sempre comandato lo scambio e col dritto ero molto incisivo, che è una cosa su cui lavoriamo molto. La maggior parte delle partite su terra alla fine sono una gara a chi prende prima il dritto. Io cerco di prendere esempio da un giocatore come Tsitsipas, che per caratteristiche è abbastanza simile al mio tipo di gioco. Dalla parte del rovescio anche lui è molto solido, ma appena può prova a fare male col dritto, anche a costo di lasciar scoperto il lato destro. Mi sto muovendo molto meglio, sono stato solido e concentrato e alla fine ho portato a casa una vittoria davvero importante per me”.

D: Come si prepareranno gli Internazionali d’Italia dopo questa finale?

Lorenzo Musetti: “Al momento voglio solo concentrarmi sulla finale, pensiamo un torneo alla volta che già è complicato giocare qui! Ovviamente mi fa piacere andare a Roma con sensazioni positive e alcune vittorie importanti alle spalle, spero possa arrivare anche il primo titolo della stagione. Gli Internazionali sono un torneo imporante per me come per tutti gli italiani, ma al momento voglio pensare a Cagliari”

D: Come stai da un punto di vista fisico e atletico?

Lorenzo Musetti: “Avevo sofferto i primi giorni per un problemino al gluteo e alla parte lombare della schiena, mi ero preso qualche giorno di pausa anche in vista dei prossimi impegni. Mercoledì però ho deciso di giocare il torneo, fisicamente lavoro sempre tanto. Negli ultimi mesi comunque il problema non era il lavoro fisico, è difficile stabilire che cosa mi abbia portato a non ottenere buoni risultati ultimamente. Sicuramente la parte dell’atteggiamento e del nervosismo ha pesato: vincere partite come quelle di questa settimana sono importantissime per me a livello di fiducia, anche se forse all’esterno non è facile da capire. Chi ha giocato però comprende quanto anche solo una partita, vinta pur giocando male, possa aiutarti incredibilmente. Poi fisicamente mi sento molto bene, ma questo è un plus”.

D: Il rovescio a una mano è via via meno praticato, come mai secondo te?

Lorenzo Musetti: “Da un punto di vista estetico e stilistico il rovescio a una mano è indubbiamente uno dei colpi più belli che ci sia. Onestamente però, in un tennis sempre più potente come quello moderno, dove ad esempio la risposta diventa sempre più importante, non c’è rovescio a una mano che tenga contro un medio-buono rovescio a due mani in termini di risposta e facilità di gioco. È normale che se ne vedano sempre meno, le velocità sono aumentate tantissimo rispetto magari agli anni 80/90, dove c’era più possibilità di scambiare e usare variazioni e serve&volley.

Agassi è stato forse il primo a giocare il rovescio a due mani in risposta in maniera aggressiva, è un po’ il precursore di questo stile. Poi oggi ci sono Djokovic, Sinner, lo stesso Alcaraz che mette sempre peso in risposta. In generale, comunque, è difficile trovare uno che non risponda, mentre col rovescio a una mano devi sempre inventarti qualcosa. Se però giochi a una mano hai la possibilità di variare di più, ma in termini di solidità il rovescio a due mani non ha eguali. È ovvio che ai bambini si insegna di più il rovescio a due mani, anch’io se dovessi insegnare in futuro, con tutto il bene che voglio al mio rovescio a una mano, probabilmente insegnerei il rovescio a due mani”.

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