I principi del Foro (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Venerdì 17, il terrore continua. Dura mezz’ora, il tempo che serve a Zverev per capire dov’è capitato e da dove arriva l’alieno imprendibile dall’altra parte della rete. Nel giorno che per tradizione dovrebbe portare sfortuna, la maledizione dei favoriti di questa primavera romana sembra avvolgere tra le sue spire letali anche il principe tedesco, che qui trionfò ventenne nel 2017 e che nei primi 30 minuti della semifinale si ritrova dominato da Tabilo, il diavolo mancino nato a Toronto e diventato tennista in Florida, ma adesso orgoglio del Cile. Sascha tira corto, e perciò viene travolto dal dritto di Jano, rimane troppo indietro, e così presta il fianco alle palle corte del rivale, e non fa la differenza con il servizio perché l’altro risponde a tutto.
Una lezione in piena regola, cui il numero 5 del mondo si sottrae a poco a poco dall’inizio del secondo set, quando rinuncia a cercare le soluzioni di forza verso gli angoli e comincia a tirare in mezzo e profondo, togliendo al prode Alejandro le basi da cui sparare le sue spingardate. Si arriva al tiebreak, dove Zverev è più lucido per la maggior abitudine a maneggiare momenti così delicati, e il terzo set, con il comprensibile
crollo del cileno, è un’agevole discesa. […] Come a casa Perché a Roma Zverev è diventato grande sette anni fa, tenendo finalmente fede ai vaticini di gloria che lo accompagnavano fin da ragazzino e perché senza il tremendo crac alla caviglia al Roland Garros di due anni fa probabilmente avrebbe sfatato il tabù Slam e accarezzato il n.1 del mondo. Magari la Città Eterna gli offrirà il risarcimento: «Lo spero, ne sarei felice. La prima volta in finale qui avevo 20 anni, e se dovesse essere questo il posto della mia prima grande vittoria dopo l’infortunio ne sarei davvero felice. È un luogo che amo per davvero». Ricambiato: «E divertente perché di solito quando gioco in Italia mi trovo in uno dei tre paesi in cui ricevo più sostegno ed energia
dal pubblico, anche stavolta è stato così. Certo, il pubblico si schiera spesso dalla parte della sfavorito, ma mi ha aiutato e l’ho apprezzato tantissimo. È un pubblico folle quello italiano, e se sta dalla tua è molto meglio…». Anche la terra di Roma , peraltro, ha rischiato di riservargli un brutto ricordo dopo la scivolata contro Fritz nei quarti: «Ho un dito bello gonfio, credo di essermi storto una capsula ma nessun osso rotto. Ho fatto una lastra ed è tutto ok. Ho preso qualche antidolorifico e sono riuscito a gestire la situazione e a giocar bene senza alcun in dolore». Il gigante gentile L’11° finale in un Masters 1000 (eguagliato Becker, al Foro Zverev giocò anche quella del 2018 perdendo da Nadal) richiederà d’altronde la piena efficienza, perché il gigante gentile Jarry tira forte e non avrà sulle spalle il peso del pronostico, oltre ad aver vinto l’ultimo precedente sul rosso un anno fa a Ginevra (il bilancio complessivo però è 4-2 per il tedesco). Il
nipote d’arte – nonno Jaime Fillol all’angolo alla fine ha esultato come se il torneo lo avesse vinto lui – viene a capo dell’americano Paul dopo un match dai mille volti, dominato fino a metà del secondo set e poi scivolatogli dalle mani per i troppi errori (49 gratuiti alla fine), peraltro determinati dalla necessità di continuare a spingere per impedire al n.16 di mondo di mettere i piedi dentro il campo e spingersi verso
la rete per sottrarsi alla pesantezza di palla del cileno. Ma il terzo set è di nuovo di Nicolas, che può alzare le braccia al cielo dopo aver fallito i primi tre match point in un nono game palpitante che avrebbe potuto ribaltare un’altra volta l’esito della notte: «È una sensazione incredibile – dirà il vincitore – è stata una
grande battaglia che ho vinto perché nel terzo set ho ritrovato il mio tennis. Zverev? Avversario formidabile, io devo solo rimanere positivo e concentrato». Lui è 2.01, Sascha 1.98: gloria nell’alto dei cieli.
Azzurre da sogno (Alessandra Bocci, La Gazzetta dello Sport)
Il padel può attendere. Perché Sara Errani torna in finale agli Internazionali. Da Roberta Vinci a Jasmine Paolini, con dodici anni in mezzo. Dodici anni anche difficili, durante i quali Sara aveva detto, forse un po’ per scherzo, che si sarebbe data al padel. Invece l’alchimia con la numero uno azzurra continua a funzionare: Sara torna in alto e Jasmine può cercare di prendersi in doppio un successo che cancellerebbe in parte la delusione provocata dall’uscita di scena al primo turno giocato in singolare. Precedenti Non ci sono molti successi italiani nel doppio femminile: vinsero nel 1931, agli albori del torneo, Anna Luzzatti e Rosetta Gagliardi, ma gli Internazionali si giocavano ancora a Milano. Passò più di mezzo secolo per arrivare al bis, con Sandra Cecchini e Raffaella Reggi (1985, si giocava a Taranto). Al Foro Italico, prima del successo di Sara Errani e Roberta Vinci, si ricordano le cinque finali perse da Lea Pericoli e Silvana Lazzarino. Esperienza La tattica della Errani e la maggior qualità da singolarista della Paolini sono state fondamentali per centrare il netto successo delle ragazze azzurre contro la coppia americana Dolehide-Krawczyk, numero otto del tabellone, ma mai in grado di impensierire le azzurre, che hanno chiuso 6-1, 6-2, cedendo solo un turno di servizio a inizio del secondo set e ottenendo subito il controbreak. Domani sarà più impegnativo senza dubbio affrontare Coco Gauff in coppia con la neozelandese Routliffe, numero 6 del ranking in doppio. Le due hanno eliminato nella seconda semifinale la coppia cinese Wang-Zheng: 6-3 il primo set, 7-6 il secondo, un po’ più equilibrato, di fatto deciso dal talento della Gauff. Progetti Errani e Paolini con la vittoria di ieri sono virtualmente alle Finals e in corsa per l’Olimpiade: non sarebbe la prima volta, visto
che hanno partecipato insieme a quelle di Tokyo. «Non so se giocherò il doppio misto con Jannik, sinceramente non ne abbiamo parlato e non ci ho pensato», dice Jasmine rispondendo alla domanda di un cronista. «So che con Sara mi trovo molto bene e credo che giocare il doppio mi aiuti anche in singolare. È un lavoro utile, e poi questa settimana ho giocato solo una partita in singolare, quindi non ho avuto granché da conciliare», scherza.[…]
La corsa per Parigi (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
La rincorsa è iniziata. Jannik Sinner ha lasciato Torino ieri sera per tornare a Montecarlo, dove insieme a Darren Cahill e Simone Vagnozzi inizierà ad allenarsi con maggiore intensità in vista del Roland Garros che inizia domenica 26. Jannik ha trascorso una settimana piena in Piemonte, tra cure e fisioterapia in acqua con Giacomo Naldi, affiancato nella preparazione atletica da Umberto Ferrara. Secondo gli accertamenti svolti a metà settimana, l’edema all’anca destra di Sinner si sarebbe riassorbito e anche i test svolti in un club di tennis torinese avrebbero dato un primo esito positivo.[…] Nonostante il suo desiderio di giocare, sa bene che l’anca è un punto complicato per i tennisti e gli specialisti hanno consigliato di gestirsi con la massima cautela: «Se dovrò saltare anche Parigi, lo farò», diceva a Roma quando è venuto per salutare il pubblico che lo aspettava da mesi. Via libera Ora sembra che i medici abbiano dato il via libera a provarci, a tornare in campo e allenarsi con la racchetta che non ha toccato per due settimane buone, dal ritiro del Masters 1000 di Madrid prima di giocare i quarti contro Felix Auger Aliassime. Al Foro Italico le voci su Sinner si rincorrono, molti giocatori sostengono che affrontare uno Slam senza aver giocato per tutto questo tempo potrebbe essere rischioso, ed effettivamente le riserve non sono ancora state sciolte completamente. Darren Cahill è arrivato dall’Australia a Montecarlo, dove aspetta Jannik in campo già questa mattina. Insieme a lui ci sarà anche Simone Vagnozzi. La conferenza stampa di Sinner a Parigi è prevista per il 24 maggio, venerdì, data in cui il giocatore dovrebbe avere già deciso il da farsi. L’unica certezza è che Sinner non si è risparmiato in questi giorni, lavorando fino all’ultimo momento disponibile. […] Il tempo stringe: al via del Roland Garros manca una settimana, e il giocatore dovrà poi però tornare in condizione a tempo di record, senza tuttavia forzare. Se gli allenamenti avranno dato risposte confortanti allora è probabile che il team si sposterà nella capitale francese tra martedì e mercoledì per continuare la preparazione sui campi del circolo. Il n. 1 Carlos Alcaraz, un altro infortunato illustre, ha iniziato ad allenarsi con una certa intensità all’inizio di questa settimana. Lo spagnolo soffre di un’infiammazione tendinea all’avambraccio destro che non gli ha consentito di giocare Montecarlo, Barcellona e Roma. A Madrid poi, dove difendeva il titolo, Carlos è uscito prematuramente. Al Roland Garros difende la semifinale, mentre Sinner ha pochi punti da salvare, al contrario di Novak Djokovic che arriva a Parigi da campione in carica e con 2000 punti che lo costringono ad andare avanti fino alla finale per salvare il trono dall’assalto di Jannik. Ed è anche per questo che Sinner ci tiene a scendere in campo nello Slam sul rosso: essere incoronato re del tennis senza avere la possibilità di conquistarlo sul campo non avrebbe lo stesso sapore. Djokovic, che ha accettato la wild card per il torneo di Ginevra dopo essere stato eliminato malamente da Tabilo al terzo turno, ha la possibilità di rosicchiare ancora qualche punto nella difesa del numero 1: se dovesse vincere il torneo svizzero gli basterebbe infatti arrivare in semifinale per restare in cima. Ovviamente in assenza di Sinner. Se invece Jannik giocasse e Nole vincesse Ginevra uscendo in semifinale a Parigi, allora l’italiano dovrebbe vincere il Roland Garros per salire in testa al ranking. Calcoli che il clan Sinner non ama: l’obiettivo è tornare. Sano e vincente.
Jazy-Sarita in finale con assist (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)
Paolini con la fiamma dell’entusiasmo, Errani con l’esperienza e tanta voglia di divertirsi ancora. Un amalgama perfetto quella delle azzurre che, nel prendersi il posto in finale agli Internazionali d’Italia 2024, hanno fatto sfigurare le americane Caroline Dolehide e Desirae Krawczyk, cancellate con un rapido 6-1 6-2. A fine match non potrebbe essere più meritato il caloroso applauso del tifo azzurro, che nei giorni clou del torneo potrà sperare grazie ai doppi, seguito dal successivo passaggio delle Frecce Tricolori. «L’ha vista la partita Gauff-Swiatek?», il fervore improvviso di Paolini sul fraintendimento di una domanda su un calo di livello globale del doppio. Pronto l’intervento riparatore di Errani: «Secondo me non è sceso di livello, è diverso. Si gioca un doppio più veloce, soprattutto nel maschile. Prima forse c’erano coppie più stabili, mentre adesso giocare singolo e doppio richiede tanto fisicamente». Potrebbe sembrare un paradosso che proprio nell’anno migliore della sua carriera la numero 12 del mondo Paolini abbia deciso di investire nel vituperato doppio. Una scelta a tinte olimpiche, nata da un’idea di Sara, subito abbracciata da Jasmine, che potrebbe fare tripletta con il misto: «II doppio misto? Ancora non ho deciso, non ne ho parlato con nessuno. L’impegno singolo-doppio nel tour? Per ora mi sto trovando bene e anche quando rimani in corsa solo in doppio riesci ad allenarti perché servizio, risposte e volée tornano poi utili. Credo sia tempo investito bene». DOMANI LE AZZURRE. Nella finale di domani le italiane affronteranno Coco Gauff e Erin Routliffe. […]. Dopo cinque titoli Slam nella categoria, a Sara resta il prima citato sogno cinque cerchi: “Avevo detto del Padel? Dovrà aspettare (ride, ndr)”. “Aspetta, aspetta”, insiste Jazy divertita. D’altronde Sarita in singolare è numero 93 del mondo e per la matematica a Parigi 2024 potrebbe ancora andarci anche da singolarista. Due giorni fa spettatrice del doppio di Bolelli e Vavassori, l’emiliana chiude con un endorsement ai connazionali: «Sono due giocatori pazzeschi a fondo e a rete, molto intelligenti. Sarò di parte ma sono la mia coppia preferita nel maschile». OGGI GLI AZZURRI. Oggi alle ore 12 starà proprio a loro seguire le orme delle ragazze nella semifinale contro Marcelo Arevalo e Mate Pavic. Dopo due vittorie da sogno sul Pietrangeli per i finalisti dell’Australian Open 2024 ci sarà il palcoscenico del Centrale, che sarà chiamato a giocare un ruolo centrale. Le due coppie si sono incrociate a inizio aprile nei quarti di finale di Montecarlo, dove il salvadoregno e il croato sono riusciti a imporsi con il punteggio di 6-3 7-6(4). Nella semifinale a seguire sarà big match tra i numeri uno del mondo Marcel Granollers e Horacio Zeballos, che se la vedranno con gli estrosi Alexander Bublik e Ben Shelton. I singolaristi si sono già conquistati l’amore del tifo romano, ma il team di specialisti ha potenzialmente pochi rivali.
Sinner a Parigi con uno scatto (Alessandro Nizegorodzcew, Il Corriere dello Sport)
Novak Djokovic, Jannik Sinner, Carlos Alcaraz. Il tridente d’oro del circuito ATP si avvicina a Parigi tra problemi (fisici e non) e domande (ancora) senza risposta. Il silenzio che regna attorno a Jannik, in questi giorni, fa parecchio rumore. Le dicerie sulla gravità (e possibile diagnosi) dell’infortunio all’anca, la riabilitazione al JMedical e sulla (probabile) liaison con la collega Anna Kalinskaya, aumentano esponenzialmente di giorno in giorno. Se c’è chi dice di aver avvistato Sinner e la tennista russa, insieme, sia al Foro Italico che a Torino, c’è anche una notizia sicura e verificata: coach Darren Cahill, con due diverse stories su Instagram (una con la valigia e l’altra con le palle del Roland Garros 2024), certifica la propria presenza a Parigi. Non c’è alcuna assicurazione sulla partecipazione dell’azzurro allo Slam francese, ma la sensazione è che questi veri e propri messaggi, certamente approvati dall’entourage di Sinner stiano a
significare: Jannik ci proverà. Se non sarà pronto, se non si sentirà in grado di competere in match da 3 set su 5, rinuncerà, ma ci proverà. DJOKOVIC E ALCARAZ. A sorpresa, il n. 1 del mondo scenderà in campo nell’ATP 250 di Ginevra, torneo in programma la prossima settimana. […] Il serbo è solito infatti preparare i “big tournaments”. senza disputare altri ATP; in particolar modo nella settimana che precede un Major. Questa scelta sorprendente, che servirà a Nole per mettere un po’ di match nelle gambe (e nella testa), rivoluziona però i calcoli per il prossimo n.1 del mondo. In caso di assenza di Sinner: se Djokovic
dovesse raggiungere almeno la semifinale dell’ATP di Ginevra (100 punti) potrebbe rimanere in vetta al ranking solamente con una semifinale (e non finale) al Roland Garros. A Parigi non ci sarà un grande favorito e dal 2005, anno del primo trionfo di Rafael Nadal, si torneranno a vivere due settimane di (possibile) incertezza. Tra i rebus anche Carlos Alcaraz, che è tornato ad allenarsi con la racchetta ma non sembra poter garantire una condizione psico-fisica vicina al 100%.
Djokovic gioca a Ginevra per tenere a bada Sinner (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Ritrovare buone sensazioni sulla terra battuta in vista del Roland Garros, ma anche incamerare punti preziosi per la difesa della sua corona sempre più vacillante. Ecco le motivazioni che hanno spinto Novak Djokovic a cambiare la sua programmazione e a decidere di essere in campo nell’Atp 250 di Ginevra, al via lunedì e che precede il grande appuntamento parigino: il n.1 del mondo, uscito al 3° turno degli Internazionali d’Italia per mano del cileno Alejandro Tabilo, ha accettato infatti la wild card messagli a disposizione dagli organizzatori del torneo elvetico, che tre anni fa riuscì ad attirare in tabellone pure un
certo Roger Federer (piegato in 3 set dallo spagnolo Pablo Andujar). Dopo gli esami effettuati in Serbia che hanno scongiurato problemi alla testa a seguito dell’incidente della borraccia al Foro Italico, il vincitore
di 24 Slam ha bisogno di partite sul rosso avendo disputato in questa stagione appena 6 match su tale superficie, con miglior risultato la semifinale a Monte-Carlo (stoppato da Casper Ruud). […] La scelta di Djokovic può cambiare lo scenario per la corsa al trono. Scartando i risultati ottenuti al Roland Garros 2023, infatti, Jannik Sinner ha un vantaggio virtuale di 865 punti sul serbo. Considerato che il torneo di Ginevra (in gara altri quattro top 20, ovvero Ruud, Fritz, Shelton e Baez, ma anche il romano Flavio Cobolli), assegna 250 punti al vincitore, 165 al finalista e 100 punti ai semifinalisti, Nole può accorciare il gap senza aver bisogno di arrivare in finale nella capitale francese per mantenersi in vetta se l’azzurro non dovesse disputare lo Slam su terra: arrivando almeno in semifinale in Svizzera, sarebbe sicuro di difendere lo status di numero 1 anche solo con la semifinale a Parigi. Calcoli che però i tifosi del 22enne di Sesto Pusteria sperano di non dover fare, rafforzati in questo da un nuovo indizio social lanciato ancora una volta da Darren Cahill. Dopo le valigie dei giorni scorsi, segno del suo ritorno in Europa, il coach australiano ha pubblicato un’altra foto su Instagram: sullo sfondo di un campo di terra rossa una racchetta con sopra tre palline marchiate Roland Garros 2024. Un messaggio letto in maniera positiva dagli appassionati italiani riguardo alle terapie che sta svolgendo al J Medical il trionfatore degli Australian Open, che resterà a Torino fino a domani e poi chiamato a verificare le sue condizioni fisiche sul campo prima di prendere con il suo staff una decisione sulla presenza o meno al Bois du Boulogne. Chi pare pronto per recitare un ruolo da protagonista sulla terra parigina è Alexander Zverev, capace di raggiungere per la terza volta l’ultimo atto al Foro Italico (trofeo alzato nel 2017 e ko con Nadal 12 mesi dopo): perso 6-1 il primo set contro lo scatenato mancino Alejandro Tabilo (da lunedì il cileno sarà n.25 Atp, nuovo best ranking), il tedesco in versione diesel è venuto fuori alla distanza, aggiudicandosi al tie-break il secondo parziale e poi dominando la frazione conclusiva, con il 94% di punti vinti con la prima di servizio (15 su 16). Si tratta dell’11° finale in un Masters 1000 per il 27enne di Amburgo (eguagliato Boris Becker), che diventa così il decimo giocatore nell’Era Open con almeno tre finali a Roma, dove domani partirà da favorito.
Crescendo Darderi, spettacolo Musetti (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Il ricco palinsesto di ieri del Piemonte Open Intesa San Paolo ha permesso di recuperare parte del ritardo accumulato nelle scorse giornate causa maltempo e soprattutto ha offerto spettacolo, con i match di singolare e doppio. Non sono mancati gli attesi acuti azzurri, in particolare sul bellissimo e rinnovato Campo Stadio del Circolo della Stampa Sporting, sede in questi giorni del Challenger 175 e in questi anni degli allenamenti durante le Atp Finals. Il primo è stato quello di Luciano Darderi, che ha battuto in rimonta lo svizzero Huesler, top 50 ATP lo scorso anno. L’ultimo quello del numero 1 del seeding e 29 del ranking mondiale, Lorenzo Musetti. Darderi è partito con il freno a mano tirato e nella prima parte di gara non è ha
trovato ritmo e potenza con i suoi colpi da fondo campo. […]. Huesler ha deliziato la platea con alcuni tocchi a rete che ne hanno evidenziato la “buona mano”. Il secondo e il terzo set hanno però restituito alla scena il miglior Darderi, uno dei giocatori più in crescita del circuito mondiale che in questa stagione ha già vinto a Cordoba il suo primo titolo 250 ATP l’azzurro, fermato a Roma solo da Alexander Zverev al terzo turno, una volta capito il gioco dell’avversario non gli ha più dato il tempo per ragionare, alzando il ritmo del proprio tennis e le percentuali. E’ stato un crescendo vincente che gli ha regalato i quarti di finale che lo vedranno oggi affrontare Matteo Arnaldi. Lorenzo Musetti ha chiuso la serie degli incontri di giornata sul campo principale battendo in due set l’ex numero 7 del mondo David Goffin. Poco più di un’ora e mezza per salire nei quarti (cinque in totale gli azzurri tra i migliori otto del tabellone) al termine di una prestazione nella quale il carrarino è riuscito a superare con stile e colpi di gran fattura, quelli che da sempre possiede, alcuni momenti difficili. Così nel primo parziale, dove si è trovato a rincorrere 1-3 prima di risalire e operare il break decisivo al decimo gioco. E pure nel secondo set, quando nei confronti del belga era avanti 4-2 e servizio ma non ha subito capitalizzato il vantaggio. Ripreso il break ha sigillato la sfida al nono gioco. Oggi troverà il brasiliano Meligeni Alves, battuto lo scorso anno nella United Cup sul veloce outdoor. L’ultima soddisfazione in casa Italia è arrivata dalla racchetta di Francesco Passaro, rinfrancato dalla bella prova offerta agli Internazionali BNL del Foro Italico. Il perugino, destinato a breve ad avvicinare il best ranking di numero 108 ATP (ora è 240), ha fermato la corsa del finlandese Emil Ruusuvuori, peraltro costretto ieri al doppio turno e reduce dalla fatica accumulata nel primo per battere Seyboth Wild. Considerazione a parte, Passaro ha saputo essere preciso e letale, sportivamente parlando, nei momenti più delicati del match, chiuso al tie-break del secondo set in bello stile. Ora avrà la sfida difficile e suggestiva con l’americano Brandon Nakashima, affrontato una sola volta in carriera nelle Next Gen ATP Finals di Milano del 2022. In quell’occasione si impose Nakashima che ha un best ranking di n.43 del mondo.
Sinner verso Parigi, Sara e Jas in finale (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Tre indizi fanno una prova? Di sicuro due post social del super-coach Darren Cahill e la conferenza stampa fissata il 24 maggio dagli organizzatori di Parigi fanno schizzare vertiginosamente in alto le quotazioni di Jannik Sinner al Roland Garros, dopo la delusione per la rinuncia di Roma a causa dell’anca destra sofferente. Non c’è ancora l’ufficialità da parte del numero 2 del mondo ma gli ultimi esami avrebbero dato esito positivo, l’edema si sarebbe riassorbito e il numero 1 italiano ha potuto ricominciare ad allenarsi con la racchetta. […] VOLPE E PALLE Il clan Sinner ha alzato uno spesso velo di mistero sulla diagnosi esatta dell’infortunio all’anca, così come sull’evolversi della prognosi dopo le prime cure, fors’anche per pretattica coi rivali diretti per il numero 1 del mondo. Che in realtà, perdendo già agli ottavi il campione uscente di Roma, Medvedev, si sono ridotti al solo Novak Djokovic. Perché il serbo, dopo le batoste d’inizio stagione, inclusa quella con Tabilo al terzo turno al Foro Italico, s’è iscritto al torneo di Ginevra da lunedì dove potrebbe conquistare punti in classifica preziosi per allontanare la minaccia dell’italiano. Cahill, che allena il Profeta dai capelli rossi insieme a Simone Vagnozzi, non era a Madrid, dove Jannik ha accusato il riacutizzarsi dei problemi fisici, ma dopo aver festeggiato la laurea del figlio Benjamin alla Furman University negli Stati Uniti, ha tagliato la testa al toro con due foto sul suo profilo Instagram. La prima, mercoledì, con valigia, scarpe, racchette e un “emoticon” della Volpe, uno dei simboli proprio del suo assistito, come a segnalare che era in partenza e per chi. La seconda ieri con una racchetta e tre palline ufficiali del Roland Garros, edizione 2024, con la scritta “terre battue” (terra battuta). Che ha ricevuto il “like” del capitano di Davis azzurra, Filippo Volandri, oltre a quello dei tantissimi fans dopo lo choc della conferenza stampa del 5 maggio al Foro Italico di Sinner insieme al Presidente FITP Angelo Binaghi nella quale il 22enne altoatesino aveva raccontato con espressione mogia e preoccupata la rinuncia al torneo dove avrebbe riproposto un italiano favorito per la prima volta dai fasti di Adriano Panatta degli anni 70. CHE COPPIA Senza più italiani in gara in singolare, Roma si infiamma però per i doppi: ieri la veterana Sara Errani, a 37 anni, già campionessa con Roberta Vinci nel 2012 e finalista per i due anni successivi, s’è qualificata insieme a Jasmine Paolini per la finale di domani, sulla strada della qualificazione olimpica. «L’agonismo è sempre lo stesso come la passione enorme per questo sport. Sono felicissima, è stato un match perfetto: Jasmine è troppo forte! Ci abbiamo creduto per tutta la settimana ed anche il pubblico che ci ha sostenuto: ci vediamo domenica», ha detto la Errani. «È bellissimo giocare con Sara, è un onore», ha sottolineato emozionantissima la Paolini. Oggi Simone Bolelli e Andrea Vavassori cercano di imitare le due piccole, tenaci, intelligentissime azzurre, qualificandosi per la sfida decisiva. Anche loro a caccia del visto ufficiale per i Giochi di Parigi. Intanto nelle semifinali maschili Sasha Zverev spegne il sogno dell’ottimo mancino Alejandro Tabilo per 1-6 7-6 6-2 e si qualifica alla terza finale a Roma dov’ha trionfato nel 2017 (battendo Djokovic) e ha perso nel 2018 (perdendo con Nadal). Domani affronterà il cileno Nicolas Jarry, che nella semifinale serale ha battuto l’americano Tommy Paul 6-3 6-7 6-3.