Il Challenger 75 di Vicenza (terra battuta) ha senza dubbio una cosa in comune con il Roland Garros: la pioggia che ha imperversato per tutta la settimana, costringendo gli organizzatori ad autentici salti mortali per mantenere in linea di galleggiamento un programma pesantemente condizionato dal maltempo. Così mercoledì erano appena riusciti a recuperare il ritardo in un incessante avvicendamento di giocatori, giudici e raccattapalle, dando vita ad un curioso ‘tetris’ che ha comunque permesso di esaurire il primo turno e giocare qualche match di secondo. Poi nella giornata di giovedì Giove Pluvio è ripassato da queste parti e le partite non sono cominciate prima del calar della sera. E dei dieci italiani in tabellone, proprio come a Parigi, molti avevano già ripreso la strada di casa. Morale della favola, l’unico ad approdare ai quarti di finale è stato Francesco Passaro che ha confermato il suo ottimo stato di forma, dopo la vittoria di Torino, e non ha lasciato scampo a Marco Cecchinato che è stato costretto alla resa col punteggio di 6-3 6-2. Venerdì affronterà il kazako Dmitry Popko (n.244 ATP) che da parte sua ha fatto strage di italiani: prima Federico Iannaccone e poi nel secondo turno Federico Arnaboldi (6-3 6-1). Ancora un minimo spiraglio invece per Stefano Travaglia che è andato a dormire coltivando una piccolissima speranza perché il suo match contro il boliviano Murkel Dellien (n.222) è stato sospeso per l’ennesimo scroscio d’acqua mentre l’ascolano era sotto 6-1 5-1 e 15-15. Ovviamente le speranze sono molto poche, anche perché l’avversario è apparso molto tonico con il suo turbo-diritto ma, come suol dirsi, ‘non è finita finché non è finita’. A proposito di boliviani ha colpito molto il 19enne Juan Carlos Prado Angelo (n.450 e finalista lo scorso anno al Roland Garros juniores) che ha superato un turno contro il lituano Vilius Gaubas (n.278) e adesso dovrà vedersela, in un match di secondo turno rinviato a venerdì, col cinese di Taipei Chun-hsin Tseng (n.253).
Bravo ma non abbastanza Jacopo Berrettini che, dopo aver battuto con un doppio tie-break l’argentino Santiago Rodriguez Taverna (n.245), si è arreso a quel vecchio pirata di Marco Trungelliti, che nel primo turno aveva rispedito a casa Lorenzo Carboni, una delle nostre migliori speranze. Fuori anche l’altro ragazzo su cui puntiamo molto, quel Samuel Vincent Ruggeri che, dopo aver raggiunto l’ennesima qualificazione al tabellone principale, ha ceduto con un doppio 6-2 alla maggiore esperienza di Stefano Travaglia.
Questi risultati di Vicenza ci raccontano di come gli italiani siano un po’ in affanno nel circuito Challenger, dopo aver donato sangue e talento ai tornei ATP. Ora abbiamo qualche giovane promettente che ancora non ha fatto il salto e la generazione dei 30enni che sta cercando di capire cosa gli riservi l’ultima fase della propria carriera. Fatte salve ovviamente impreviste ma sempre gradite sorprese.