Guarda il video del direttore Ubaldo Scanagatta ⤵
Scrivere, scrivere e ancora scrivere. È un ritmo impressionante, quasi insostenibile quello che dovrebbe reggere l’autore della storia del tennis italiano in questi ultimi anni, mesi, settimane e ancor di più giorni. Per fortuna è una storia collettiva con tanti protagonisti e a cui stiamo assistendo con i nostri occhi, sebbene ogni tanto si faccia comunque fatica a crederci. Ieri è stato il Giorno con la G maiuscola: quello in cui Jannik Sinner ha acquisito la certezza di diventare numero 1 del mondo.
Sostenere il confronto con tale traguardo potrebbe sembrare impossibile e invece ecco un’altra giornata memorabile, da record. Nel giro di meno di sette ore abbiamo esultato per tre successi straordinari: prima Bolelli e Vavassori, poi Paolini e poi la stessa Jasmine con Sara Errani. Tutti loro, oltre a Sinner ovviamente, hanno conquistato la semifinale al Roland Garros e così l’Italia è l’unica nazione ad avere ancora propri rappresentanti in tutti i quattro tabelloni principali a questo punto del torneo. Ma c’è (molto) di più.
Siamo infatti di fronte a una vera e propria rarità perché sono passati ben 15 anni dall’ultima volta in cui, a livello Slam, una nazione era riuscita a piazzare i suoi giocatori nelle semifinali di singolare maschile e femminile e dei due doppi (considerando solo coppie di connazionali). Lo aveva fatto la corazzata statunitense nel 2009 a Wimbledon con nomi del calibro di Serena e Venus Williams, Andy Roddick e dei fratelli Bryan. In quel caso gli USA avevano davvero esagerato: Serena e Venus, oltre a trionfare in doppio, si sfidarono infatti per il titolo in singolare (vinse la più piccola delle due) e, nel doppio maschile, tra le ultime quattro coppie in gara c’erano anche Blake e Fish. Il fatto che dopo gli Stati Uniti – primatisti in tutte le classifiche aggregate per vittorie Slam, Davis e Fed Cup – ci sia riuscita l’Italia dice davvero tanto sullo splendore del movimento azzurro in questa fase storica. Più che di un Rinascimento, si può infatti iniziare a parlare di forte influenza mondiale, senza essere troppo lontani dall’egemonia.
Per quanto riguarda il Roland Garros, il traguardo dell’Italia non ha precedenti nella storia recente dello Slam parigino. Al massimo, per trovare una nazione in grado di arrivare in semifinale in tre dei quattro tabelloni bisogna tornare al 2007, quando la Serbia riuscì a essere presente al penultimo atto del torneo con Jelena Jankovic e Ana Ivanovic nel singolare femminile, Novak Djokovic (alla prima semifinale slam della carriera) nel maschile e Nenad Zimonjic nel doppio maschile.
Se Sinner è già abbastanza vicino alla qualificazione matematica alle Finals di Torino, i risultati che stanno ottenendo Paolini e le due principali coppie di doppio italiane iniziano a rendere realistica (se non addirittura probabile) la possibilità che l’Italia sia rappresentata in tutte e quattro le competizioni dei Master di fine anno. Jasmine e Sara sono infatti attualmente seconde nella Race di doppio con più di 1000 punti di vantaggio sul nono posto. Jas è sesta in quella di singolare (+725 sulla nona) e infine Bolelli e Vavassori sono terzi con un margine di oltre 1500 punti rispetto all’ultimo posto disponibile.