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M. Andreeva b. [2] A. Sabalenka 6-7(5) 6-4 6-4
Chi pensava a una semifinale Rybakina–Sabalenka beh, si è sbagliato di grosso. Se la prima è stata gestita con grinta, testa e cuore da Jasmine Paolini, la seconda si è fatta sfuggire la settima semifinale consecutiva a livello Slam. A Mirra Andreeva, 17enne (!) russa, le colpe di questo ‘delitto’. La giovanissima tennista, al primo quarto di finale Major, ha superato la più quotata avversaria con il punteggio di (5)6-7 6-4 6-4 in due ore e mezzo di tennis in cui si è visto di tutto.
Da una Sabalenka a momenti condizionata enormemente da dolori fitti allo stomaco, e quindi poco lucida e fallosa, a frangenti in cui la grinta che la contraddistingue faceva il lavoro che il suo tennis non riusciva a eseguire. Mirra, dall’altro lato del campo, ha cercato di tenerle testa e di salire in cattedra appena ne aveva l’occasione. Ma senza esagerare. Giocando il suo pericoloso (anche se non si direbbe) tennis pensato. La bielorussa ha tenuto finché ha potuto. Nel finale, alcuni suoi errori e scelte più lucide dell’avversaria hanno fatto la differenza. Quello scarto decisivo che catapulta quindi Andreeva alla prima semifinale Slam in carriera. La vendetta delle ultime tre partite perse con Sabalenka è servita nel momento più opportuno.
Quattordici break totali (sei per la numero 2 al mondo, otto per Mirra), andamenti al servizio ondivaghi e una quarantina di vincenti a testa sono il menù del giorno. Quattordici, come gli errori in più per la bielorussa, consapevole che quelli sono stati per lei la sua condanna, che la obbliga a scivolare al terzo posto in classifica a favore di Cori Gauff. Andreeva, invece, sale alla 23esima piazza e diventa la più giovane tennista a essersi qualificata per la semifinale di un Major da Martina Hingis nel Roland Garros del 1997. Ora, sia per Andreeva che per Paolini, che si sono già affrontate poco più di un mese fa a Madrid quando Mirra si è imposta 7-6(2) 6-2, l’occasione d’oro. Non è finita qua.
Primo set: Sabalenka sul punto di cedere, ma alla fine la spunta ancora lei
In avvio di partita è Aryna Sabalenka a uscire sicuramente meglio dai blocchi. La bielorussa tiene a 30 il suo primo turno di battuta e strappa due volte il servizio alla sua avversaria, eppure in nessuno dei sue casi riesce a concretizzare il vantaggio. Al terzo tentativo Mirra Andreeva riesce finalmente a tenere la battuta, portandosi non solo sul 3-3, ma addirittura passando a condurre e salendo fino al 5-3. La russa gioca bene, pulita, ordinata, e segue fedelmente i consigli di coach Conchita Martinez, che le raccomanda di far muovere la sua avversaria.
Dall’altra parte della rete, tuttavia, c’è una Sabalenka strana, insolitamente nervosa e quasi triste per via di un problema non ben specificato che la tormenta dai primi game dell’incontro. Al cambio campo del 4-3 Aryna prende un paio di pastiglie, forse degli antinfiammatori, per tentare di alleviare i problemi nella zona addominale che ne hanno limitato la battuta. Non si capisce però se il fastidio sia di natura muscolare o intestinale: fatto sta che un problema c’è, ma Andreeva non ne approfitta. Mirra non sfrutta la chance di servire per il set, contro un’avversaria evidentemente non al top, e viene trascinata al tie-break. Sabalenka parte meglio e mantiene sempre il vantaggio, arrivando a chiudere 7-6(5) dopo un’ora di battaglia.
Secondo set: Sabalenka continua a lottare con i dolori, ma Andreeva questa volta ne approfitta
L’espressione di Andreeva è comprensibilmente quella di una giocatrice che sa di aver mancato una grande occasione. Anche perché, fino a quel momento, Sabalenka non aveva ancora perso neanche un set in stagione a livello Slam. Anche il linguaggio del corpo della n°2 del mondo continua a non essere dei migliori, con smorfie di insoddisfazione (mista, forse, anche ad un po’ di dolore) anche dopo aver vinto il punto. La bielorussa, in ogni caso, parte meglio anche nel secondo set, sfruttando l’inerzia favorevole e strappando la battuta a 15 alla sua giovane avversaria. La reazione di Andreeva tuttavia non si fa attendere: la russa ricuce lo strappo e non sfrutta una chance di break nel quarto gioco, ma resta avanti nel punteggio, 3-2.
Fatica a muoversi bene la bielorussa. Ancora, a causa dei dolori allo stomaco. Nel sesto gioco accorcia e la sua avversaria sfrutta l’occasione per sfondare. Break immediato, a 0, e pallina lanciata negli spalti da Sabalenka con rabbia. Da vera tigre quale è si riprende subito il servizio e nel cambio di campo si fa visitare dalla dottoressa, non prima di essersi fatta dare una Coca Cola dal proprio team. Al rientro in campo la numero 2 al mondo continua a dover combattere con il suo barcollante stato di salute. Ma, da campionessa, trova sia delle soluzioni di potenza che di fino che la portano al 4-4. Andreeva però non si deconcentra. Sposta la sfidante più che può, manovra bene gli scambi e prevale in quarantacinque minuti su una frettolosa Sabalenka. È 6-4 per la giovanissima siberiana. Si va al terzo.
Terzo set: Instabilità, lotta, errori e soluzioni eccellenti. Nel finale Andreeva accelera e si va a prendere la vittoria di carattere
Si torna nel rettangolo da gioco dopo il primo parziale perso da Sabalenka in uno Slam nel 2024. La bielorussa insiste con un tennis strappato e aggressivo, ma la palla non cammina come fa solitamente quando esce dalla sua racchetta. Errori, scelte discutibili e Mirra ne approfitta disegnando il campo con pazienza come è abituata. Lo sguardo di Sabalenka è ancora sofferente. La sua grinta, però, è intatta e continua a trascinarla tra una scivolata e l’altra. Tra un colpo, una smorfia e un altro colpo. La teenager russa, forse influenzata da quello che vede al di là della rete, incappa in svariati errori e concede il break. La numero 2 al mondo non sfrutta la chance per allungare e, con un gioco speculare colmo di gratuiti, restituisce subito il servizio. Parità, 3-3.
Cadono gli schemi. A tratti una Sabalenka dirompente prende il sopravvento per qualche punto, in altri momenti è Andreeva a imprigionarla nella sua ragnatela di colpi ragionati. Qualche errore bielorusso di metri, vincenti improbabili sempre della seconda forza del seeding da un lato; contropiedi pensati della 38esima tennista mondiale e, talvolta, qualche suo gratuito banale dall’altro lato. Si procede così, nell’instabilità, ma paradossalmente tenendo i turni di battuta.
Avanti 5-4 Andreeva si fa coraggio, accelera quando può e fa tesoro di alcuni gratuiti dell’avversaria. Arriva a match point, ma Sabalenka glielo cancella. Se ne procura un altro e questa volta, con un lob vincente di rovescio, raccoglie la vittoria. È gioia pura dopo due ore e mezzo di tennis. Lo sguardo verso Conchita Martinez, sua coach, dice tutto. Sabalenka rimontata con uno straordinario (5)6-7 6-4 6-4 e prima semifinale Slam a soli 17 anni. Chapeau.
Con la collaborazione di Giovanni Pelazzo