Roland Garros, ha vinto il migliore. E ora Alcaraz parte favorito anche a Wimbledon (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Una grande atmosfera, degna di una finale di Slam, ha fatto da sfondo ai cinque set della sfida tra lo spagnolo Carlos Alcaraz ed il tedesco Alexander Zverev. Una partita che per lunghi tratti ha entusiasmato gli spettatori ma che sinceramente non è sembrata mai sfuggire dalle mani del campione spagnolo. D’altronde è sempre stato il ventunenne tricampione di Slam a comandare le danze della finale del Roland Garros, a produrre nuove soluzioni, a creare e a volte anche a sprecare in continuazione. Carlos quando ha margini nel punteggio a volte stacca la spina e fatica a mantenere la concentrazione alta e l’atteggiamento giusto. Inizia a cercare gli effetti speciali, ed è come se volesse ricevere gli applausi del pubblico, com’è successo nel terzo set di questa lunga finale parigina. In quelle circostanze Alcaraz finisce per ricorrere a soluzioni senza senso, […] perdendo di vista il punteggio. Però poi, quando serve, lo spagnolo come si è visto sa tornare a essere pronto e vigile ed è capace prontamente anche di modificare dal punto di vista tattico l’andamento del match. È bravo a rallentare le traiettorie e a variare i tagli alla pallina, è eccezionale nelle accelerazioni di dritto, e mortifero con il drop-shot. Alla fine ha trionfato sulla terra rossa del Roland Garros il giocatore più forte; Alcaraz ha vinto meritatamente, dopo aver attraversato un torneo irto di difficoltà, battendo il greco Tsitsipas, Jannik Sinner in semifinale, e appunto Zverev. […] Il tedesco si è dimostrato solido ma al tempo stesso troppo monotematico per poter arginare l’estro del grande avversario. Avversario che, a questo punto, torna meritatamente al secondo gradino del ranking mondiale portando a casa ottimamente il terzo Slam su tre superfici diverse: prima il cemento dell’Us Open, poi l’erba di Wimbledon e ora la terra di Francia. […] Noi italiani usciamo dal prestigioso torneo parigino orgogliosi di quanto accaduto e vissuto in queste due settimane. Sono arrivati risultati obiettivamente insperati sia tra gli uomini che tra le donne, e anche la semifinale con la sconfitta di Jannik Sinner va accettata come un risultato positivo visto quello che l’azzurro aveva passato in precedenza e considerato che il nuovo numero uno del mondo italiano è stato l’unico giocatore che è riuscito a mettere davvero in seria difficoltà il vincitore del Roland Garros.
Fenomeno Alcaraz è triSlam (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Poteva essere un Roland Garros aperto a ogni risultato dopo le incertezze dell’ultimo mese, manifestatesi nelle difficoltà dei migliori tre al mondo. Eppure, anche nella generazione successiva ai Fab4, quando conta sono sempre i campioni a fare la differenza. Carlos Alcaraz fa parte della categoria, sempre di più adesso che al suo palmares si è aggiunto il Roland Garros. […] Il terzo Slam della carriera lo rende anche il più giovane di sempre ad aver vinto un Major per superficie; all’appello manca l’Australian Open dove non è andato oltre il quarto di finale di quest’anno. Dopo aver rimontato Sinner in semifinale, lo spagnolo ribalta lo svantaggio di 2 set a 1 anche contro Alexander Zverev, sconfitto per 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2 in una maratona da 4 ore e 19 minuti. Per il tedesco è ancora rimandata la rivincita con il destino, quello che due anni fa lo ha mandato ko per un brutto infortunio alla caviglia nella semifinale di Parigi con Nadal; ma anche quello che nel 2020, misto a qualche demerito, gli ha fatto perdere la finale degli US Open vanificando due set di vantaggio contro Dominic Thiem. […] La prima metà di finale è stata caratterizzata da alti e bassi su entrambi i fronti. Lo spagnolo ha il miglior spunto iniziale, ma dopo essersi preso la prima frazione accusa dei passaggi a vuoto. Si sbaglia tanto, tensione e vento incidono in alcuni momenti, tra secondo e terzo set lo fa un po’ meno Zverev e il murciano accusa gravemente il colpo. Sascha imbocca il quarto set sulla cresta dell’onda ma non la cavalca, anzi, finisce per subire la partenza a razzo dell’allievo di Juan Carlos Ferrero che vola sul 4-0. […] Il massaggio alla coscia ricevuto durante un cambio campo sembrerebbe essere puramente precauzionale per il classe 2003, che […] arriva alla volata più fresco e non lascia scampo a un avversario quasi arrendevole nel momento più importante. Eloquente il 6-1 6-2 delle due frazioni conclusive, quelle che permettono a Carlitos di tuffarsi nella terra dove per ben quattordici volte è stato il connazionale Nadal a celebrare. […] «Vi chiamo squadra, ma siete una famiglia per me. Grazie a voi sto crescendo come persona e come giocatore – le parole di Alcaraz per Ferrero e il suo team dopo lo splendido abbraccio in tribuna -. Non è stato un periodo facile, con l’infortunio, però mi siete stati vicini e mi avete sempre aiutato. È bello dividere questo successo con voi. In più c’è la mia famiglia ed è bellissimo vedervi nel box, festeggiare con voi. Quando ero bambino tornavo da scuola e accendevo la tv per vedere questo torneo: è sempre stato il mio sogno». Il trionfo parigino vale la seconda posizione mondiale per Carlos Alcaraz, che supera Novak Djokovic e si porta a 945 punti dal nuovo numero 1 del mondo Jannik Sinner (9525 vs 8580) al quale darà già battaglia a Wimbledon, dove difenderà il titolo dello scorso anno. […] Dopo il successo agli Internazionali d’Italia, Zverev a quattro anni di distanza dalla prima volta è tornato in finale Slam ma ha mancato l’appuntamento più importante: «Ho fatto tutto ciò che ho potuto, esco dal campo con questa sensazione. Allo Us Open nel 2020 l’avevo un po’ regalata, è diverso. Dal quarto set ho perso un po’ di concentrazione, non ho più trovato forza dalle gambe e Carlos ha un ritmo molto alto. Tutto questo sarà spunto di riflessioni sul lavoro che faccio a livello atletico, nei primi tre set ho giocato un ottimo tennis, poi sono calato molto».
Alcaraz 3, anche a Parigi! E Sinner 1: È nato il ‘SinAl’ (Daniele Azzolini, Tuttosport)
L’ingresso nell’era dei SinAl avviene in una curiosa liaison con il passato recente del nostro sport, quello dei Fedal, il più fulgido che si possa ricordare. Sulla palla di Sascha che cabra verso la rete, quella del match point, Carlitos Alcaraz sembra Federer nell’anno della sua (unica) vittoria a Parigi. Si getta sulla terra rossa, quasi piomba su di essa, e s’imbratta di rosso, come i bambini dopo il girotondo. Casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra… E poco importa se lo spagnolo che riporta il trofeo nel Paese che ne ha vinti più di tutti, non somigli per nulla a Nadal, non lo imiti, anzi abbia una visione tennistica più simile a quella di Roger, il Più Grande, e sia convinto che si possa vincere senza mai tirare un colpo uguale all’altro. La Storia ama sparigliare le carte, creare ossimori, salvo dare ragione a chi lo merita. Alcaraz l’ha meritato, questo suo terzo Slam. Lo Us Open 2022, i Championships 2023, il Mondiale su terra quest’anno. Ne manca uno, gli Open d’Australia, per il primo Career Grand Slam. […] I due che prenderanno il tennis nelle mani hanno prodotto lo stacco decisivo. […] La vittoria di Alcaraz spinge Djokovic in terza posizione. La classifica di oggi, lunedì 10 giugno, nasce da un presupposto che la raffigurazione plastica dei fatti di questo Roland Garros ha ben rappresentato. C’è un numero uno che fin qui ha dominato la stagione e ha conquistato un mare di punti. Jannik Sinner. […] E c’è un numero due che ha vinto come nessuno alla sua età, e viene da indicarlo assai più propriamente come il numero uno e mezzo. Forse perché lassù, sul gradino più alto del podio, Carlos Alcaraz c’è già stato per 36 settimane. E anche perché ha dimostrato di poter vincere su cemento, erba e terra. Insieme i due sono i SinAl, e promettono di ripetere con i loro mezzi e le molte doti che possono vantare, la storia dei Fedal. Sinner da oggi si sistemerà a quota 9.525 punti, Alcaraz è salito con la vittoria a 8.580. Djokovic è fermo a 8.360, non era il numero tre dal 29 maggio dello scorso anno, appena due settimane prima di riprendere il suo posto. Il quarto è Zverev, 6.885 punti, il tennista al quale continuano a mancare due centesimi per fare un euro. Povero Sascha, un’altra occasione sprecata e un altro torneo che serviranno mesi per toglierselo dalla mente. Ha 27 anni, ha vinto molto, sei Masters 1000 (due a Roma), due Atp Finals, anche un titolo olimpico (nel 2021 a Tokyo), ma non riesce a mettere le mani su uno Slam. Li perde lottando però, sfiorandoli, accarezzandoli fino a credere davvero che possano diventare suoi. […] Ieri Zverev ha preso il sopravvento, e Alcaraz è sembrato addirittura intimorito, al punto che più volte coach Ferrero si è fatto sentire, urlandogli di avere più coraggio e di liberare il braccio. Vinto comodo il primo set, Carlitos era entrato nel vortice delle pallate di Sascha, mostrando proprio come contro Sinner in semifinale, che su certi ritmi il suo tennis in grado di produrre schemi più ricercati e attenti a mischiare variazioni continue, non trova il tempo di eseguire le giuste manovre. Ottenuta la parità sull’1-1, Sascha era riuscito anche a disinnescare una fuga di Alcaraz, nella terza frazione che poteva preludere a una rapida sconfitta. Sotto 5-2 il tedesco è andato con coraggio a riprendere Alcaraz, senza mai farlo giungere al set point. Ripreso e superato di slancio con cinque game intensi, e una palla break salvata con un servizio a 213 orari. […] La pressione in campo si fa sentire, il conto degli errori non forzati alla fine segna uno sproposito, 86, di cui 51 per lo spagnolo. Ed è stata forse la pressione l’elemento chiave dell’improvvisa frana di Zverev, che dall’inizio del quarto set, di fronte a un Alcaraz di nuovo scalpitante, ha ottenuto solo tre game, quasi sparendo dalla scena. Ma non è la prima volta. Sascha è così, bello, alto, grosso, ma troppe volte preda di insicurezze e di isterismi. «Credo di aver fatto il possibile», dice Zverev […]. «Credo anche che Alcaraz abbia giocato meglio di me nei due set finali». Alcaraz è l’ottavo tennista spagnolo a vincere a Parigi, dopo Santana, Gimeno, Bruguera, Albert Costa, Moya, Ferrero e Nadal. È il settimo che vince le prime tre finali Slam cui prende parte. «Ho lavorato davvero duramente, con il mio team», ha chiosato Alcaraz, «Non ho praticamente giocato sulla terra rossa, ho dovuto curare il braccio e non ero così certo che sarei riuscito a disputare questo torneo. Ma la preparazione fisica che abbiamo svolto mi ha permesso di giocare dieci set, fra semifinale e finale, senza sentirmi mai stanco. Zverev è un grande giocatore, uno degli avversari più difficili». Non il primo, però. Il primo è Sinner, il suo alter ego. La metà della nuova ditta che si pone al centro del tennis, i SinAl.
Alcaraz conquista Parigi e lancia la sfida a Sinner (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
Un uomo per tutte le superfici, Carlos Alcaraz da Murcia, 21 anni, si annette la terra battuta dopo il veloce (Us Open 2022) e l’erba (Wimbledon 2023), scavalca Djokovic al secondo posto in classifica dietro Jannik Sinner […] e proietta il suo cono di luce abbagliante sul regno del barone rosso, che a Parigi ha avuto la conferma del nome, e cognome, della sua nemesi per il prossimo decennio. Non è stato il Roland Garros di Sinner, complice il tempo perso per l’infortunio all’anca; lo è stato di Carlito, nonostante l’infortunio all’avambraccio, uscito vivo dalla lotta nel fango con Jannik e Sasha Zverev, avanzato a corrente intermittente nel torneo, pennellate michelangiolesche alternate a spaventose pause di riflessione. Deve essere disperante allenare Alcaraz: povero Juan Carlos Ferrero, il coach re di Parigi nel 2003 che l’allievo eguaglia nella scia dei grandi spagnoli dilagati sulla rive droite, l’avo Nadal in testa, che però in quattordici trionfi — pare incredibile — non era mai stato trascinato al quinto set. Ad Ercolino, invece, in cima alle sue fatiche servono 4 ore e 19 minuti, ha tanto di quel tennis nel braccio destro da potersi permettere di buttarne un po’ nella Senna. […] È un ragazzo felice quello che si sdraia sul campo, abbraccia i parenti, riceve la coppa dal vecchio Bjorn Borg, avverte Sinner, vicino appena 945 punti. Comincia l’epoca di Jannik e Carlos intercambiabili sul trono baby, la Next Gen di Zverev è respinta di nuovo e appare, francamente, vetusta; e il re spodestato, Djokovic a casa davanti alla tv con il menisco ricucito, in questa domenica sembra obsoleto. Parigi incorona il giocatore più giovane e completo, con la sua fantasia l’antitesi perfetta della violenta razionalità di Sinner. Carlito ha lottato, sofferto, si è lamentato […] della poca terra sul centrale, è indietreggiato sui teloni per fare l’arrotino di topponi spiritati, seguiti da accelerazioni letali. Ha trionfato di lotta, di governo e di gran classe, lasciando sul rosso marchi indelebili. E non ha mai dato l’impressione di essere in una forma scintillante (56 gratuiti, ieri). Jannik è avvertito; quanto a noi: ci sarà da divertirsi.
Zero titoli ma con un sogno: tornare e vincere ai giochi (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
«Ci rivediamo tra qualche settimana, perché noi abbiamo un sogno». Neppure il tempo di digerire il magone per la sconfitta nel match che assegna il trofeo che Sara Errani e Jasmine Paolini rilanciano la sfida, in prospettiva olimpica. Del resto, il progetto della loro partnership era nato proprio a Parigi dodici mesi fa in vista dei Giochi in programma a fine luglio su questo stesso prestigioso palcoscenico. È mancata solo la ciliegina sulla torta nella splendida cavalcata delle due azzurre: nella finale di doppio del Roland Garros hanno ceduto 7-6(5) 6-3 a Coco Gauff e Katerina Siniakova in un’ora e 47′ […]. A fare la differenza è stata la qualità e la conoscenza della specialità della 28enne ceca, che ha conquistato l’8° titolo Slam (il 3° al Bois du Boulogne), guidando al primo trionfo in doppio in un Major la 20enne di Manta, che si è presa una personalissima rivincita per la sconfitta a Roma. Non a caso, […] le avversarie hanno ottenuto più punti sia sulla prima che sulla seconda e convertito più palle break […]. Le cifre dicono 38 vincenti a fronte di 26 gratuiti per Gauff-Siniakova e 28 contro 23 per la romagnola e la toscana. «Eravamo un po’ stanche e poco lucide – l’analisi della 37enne di Massa Lombarda, che a distanza di 10 anni dal Career Grand Slam completato a Wimbledon non è riuscita a centrare il 6° titolo su 9 finali Major disputate -. Ci sono stati scambi duri avremmo dovuto essere più brillanti ed essere piazzate bene. Ora è difficile da accettare, ma in un paio di giorni saremo fiere. Ormai siamo vicine alle migliori». «Sono state tre settimane lunghe e intense, dobbiamo essere soddisfatte di quel che siamo riuscite a fare – le fa eco la 28enne di Bagni di Lucca, bi-fìnalista in questa edizione -. Certo, in questo momento c’è amarezza per il risultato, ma continueremo a provarci anche perché stiamo crescendo e facendo esperienze che torneranno utili nella seconda parte di annata». Non a caso, oltre alla vittoria al Foro Italico e alla piazza d’onore parigina, sono arrivate la qualificazione ai Giochi, la Top 10 nella Race con vista Finals. «Quel che siamo riuscite a fare mi fa emozionare, mi viene la pelle d’oca — sottolinea la veterana Errani, prossima alla quinta storica partecipazione a cinque cerchi – A volte bisognerebbe ricordarsi di queste cose ma quando sei nel torneo e devi giocare non ti fermi mai a guardare quanto fatto. Ne siamo orgogliose, ovviamente, l’obiettivo Olimpiadi è un sogno enorme che abbiamo realizzato. È tutto pazzesco e indescrivibile. Bisogna anche continuare a rimanere concentrate sul presente perché ci sono altri sogni da realizzare». Pur senza titoli, per l’Italia va in archivio un Roland Garros con un bilancio senza precedenti. Quattro finali […]: Jasmine Paolini in singolare e doppio femminile con Sara Errani, Simone Bolelli e Andrea Vavassori nel doppio maschile e Federico Cinà in doppio maschile junior; ma anche le semifinali di Lorenzo Carboni nel singolo junior e di Jannik Sinner; diventato il primo azzurro nella storia n.1 del mondo. […]