Sinner perde 800 punti. «Al top per gli US Open» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Dodici mesi fa il Canada gli aveva regalato il primo titolo Masters 1000 (a Toronto), stavolta invece a Jannik Sinner porta qualche dubbio e un po’ di preoccupazione sulle sue condizioni fisiche a tre settimane dagli US Open. Più che la battuta d’arresto in tre set nei quarti a Montreal contro Andrey Rublev affrontato a poche ore dall’affermazione sul cileno Tabilo per via della pioggia che sta condizionando l’evento del Quebec, a destare perplessità sono le immagini del n.1 del mondo sofferente e quasi piegato sulle ginocchia (i labiali dello stesso Darren Cahill colti dalle telecamere paiono suggerirgli di chiamare il fisioterapista…) dopo certi scambi con il 26enne di Mosca, che spera con questo risultato di rilanciarsi ad alto livello dopo un periodo assai delicato. «Ho mostrato di tener testa ai big e poterli battere — ha sottolineato in conferenza stampa Andrey -. Mentalmente stavo faticando. Fuori dal campo non era sempre così, ma sono stati anni duri in cui ho anche lottato con la depressione e che poco a poco non sono più riuscito a gestire. A un certo punto sono esploso e non ho gestito più nulla. Ho cominciato a sentirmi un po’ meglio nelle ultime settimane e questo si nota adesso nel mio tennis». Dal canto suo l’azzurro […] ha evidenziato che si tratta della quinta sconfitta stagionale a fronte di 44 vittorie. Uno stop che gli costa la perdita di 800 punti in classifica […]. «È stata una partita difficile – ha riconosciuto il 22enne di Sesto Pusteria -. Non ho iniziato molto bene, poi dopo il secondo set mi sono trovato in una situazione migliore. Nel terzo è andata com’è andata ma può capitare. Lui ha giocato meglio nei momenti importanti e ha meritato di vincere. Il problema fisico? La spiegazione è molto semplice: sono stato a letto diversi giorni, giocare due match non è stato facile per nessuno, non è una cosa a cui siamo abituati di solito. Ho avuto cinque palle break nel primo game del set decisivo: non le ho sfruttate, c’era un po’ di tensione, può succedere. E subito dopo ho giocato un pessimo turno di battuta. In quel momento il livello di fiducia è cambiato di sicuro». E se qualcuno pensi sia di nuovo l’anca a tormentarlo […] «E’ tutto a posto. Credo che questo tipo di cose siano un po’ più mentali che fisiche. Anche se so che il mio corpo non è così pronto come vorrei a causa delle scorse settimane… Speriamo di tornare in forma. Ovviamente ora fare miracoli nei prossimi cinque giorni non è possibile, quindi essere pronto per Cincinnati al 100% non è ipotizzabile, però penso di essere in grado di farlo per gli US Open, l’evento principale dello swing nordamericano e ultimo Slam dell’anno […]». Un’altra faccia della medaglia in chiave tricolore è il sorriso di Matteo Arnaldi, che […] ha centrato la prima semifinale in un 1000 e nella notte italiana ha sfidato proprio Rublev. In ogni caso con la certezza di ritoccare il proprio record personale: il sanremese è almeno n.29 Atp (+17), con buonissime probabilità di essere testa di serie a Flushing Meadows.
Sinner è un cantiere. «Voglio essere in forma per gli US Open» (Paolo Rossi, la Repubblica)
Nella ricerca di sé stesso, Jannik Sinner ha aggiunto un altro tassello che gli mancava: la doppia partita nel medesimo giorno. A Montreal, complice il meteo piovoso, ha dovuto fare gli straordinari. Così, ha vinto di giorno contro il cileno Tabilo e poi, in notturna, ha ceduto al suo cosiddetto sosia (lo dice Medvedev, ma semplicemente perché ha i capelli rossi anche lui) Andrey Rublev. Un rivale che di solito Jannik batte, ma non ieri. «Le cose non vanno sempre per il verso giusto. Lascio Montreal con degli spunti positivi». […] Sinner vede il bicchiere mezzo pieno perché […] la sua formazione non è ancora completata, soprattutto dal punto di vista tennistico. E dunque ogni nuova situazione, inedita, è per lui e il suo staff […] fonte di informazioni e suggerimenti per i piani e le strategie future. Lo conferma il diretto interessato: «Giocare due partite in un giorno è stata sicuramente dura perché non è quello cui siamo abituati». Dalla tv mezza Italia s’è preoccupata per la sua anca, nel vederlo toccarsi, massaggiarsi e piegarsi sulla racchetta (senza comunque chiedere l’intervento del fisioterapista, come avrebbe voluto Cahill), ma il numero uno del mondo ha rassicurato tutti. «No, è tutto a posto. Credo che questo tipo di cose siano più mentali che fisiche. Anche se so che il mio corpo non è così pronto come vorrei, a causa delle scorse settimane, è stata una situazione mentale». In conclusione, avendo raggiunto comunque i quarti del torneo vinto l’anno scorso, i danni sono stati in qualche modo contenuti, dal punto di vista della classifica. Su questo l’azzurro tiene a togliersi un sassolino dalle scarpe: «Spesso ci dimentichiamo della stagione che sto facendo. Ho vinto tante partite e ne ho perse veramente poche, oggi siamo a cinque. Non vedo il problema: so anch’io che non devo guardare a queste statistiche, però finora la mia annata è molto continua. Ho raggiunto almeno i quarti, o fatto meglio, in tutti i tornei a cui ho partecipato. Sono in una posizione dove voglio giocare per vincere titoli, certo, ma ad oggi è ancora più importante tornare al massimo livello fisico e mentale». Oggi arriverà a Cincinnati, ma Sinner mette le mani avanti per i troppo ottimisti. «Fare miracoli nei prossimi cinque giorni non è possibile, essere al 100% non penso sia ipotizzabile. Dopo Cincinnati vedremo che cosa riuscirò a fare». Lo abbiamo visto contro Rublev: «Lui ha giocato molto bene, io ho alzato il livello nel secondo set ma non sono stato in grado di tenerlo. Dopo aver giocato uno o due punti lunghi ho avuto un calo di 3/4 minuti. Non voglio darmi una percentuale perché non mi piace, però la forma generale è lontana dal 100%. Speriamo di ritrovarla presto». Quando? «Penso di poter essere al massimo per lo Us Open, l’ultimo Slam dell’anno. L’evento cui sto puntando».