L’America delle prime volte. Dopo Taylor Fritz ed Emma Navarro, anche Jessica Pegula è diventata una semifinalista Slam. Non ha potuto nulla la numero 1 al mondo, Iga Swiatek, campionessa allo US Open nel 2022. Due set molto convincenti e la statunitense ha staccato il pass per il penultimo atto a New York. Saranno quattro, quindi, i tennisti a stelle e strisce nelle semifinali dello US Open. Frances Tiafoe e Taylor Fritz nel maschile; Jessica Pegula ed Emma Navarro nel femminile. Quattro su otto totali per un’edizione che sa di rinascita per il tennis statunitense.
Vedremo se uno di loro sarà in grado di alzare il trofeo. Pegula ci proverà ardentemente. Ma prima, ci sarà un penultimo atto tostissimo contro Karolina Muchova, che come lei deve ancora perdere un set in questo torneo. Prima della sfida, però, andiamo ad ascoltare le parole della numero 1 americana (da lunedì prossimo) in conferenza stampa post-partita.
D: Eri più nervosa nel momento in cui sapevi di dover chiudere l’incontro rispetto ad altri round in questo torneo?
Pegula: “Non è tanto un discorso di che turno si sta giocando. È più il vincere un match di spessore. Ci sono molte variabili: in questo caso stavo giocando contro la numero 1 al mondo, sull’Arthur Ashe, nel serale, cercando di raggiungere la mia prima semifinale Slam, sapendo di essere in vantaggio e di star giocando bene. Mi stavo regalando una grande opportunità. Ho avuto molte buone vittorie nelle ultime settimane giocando un gran tennis. Allo stesso modo, in questo match mi sono sentita piuttosto rilassata e ho percepito di poter chiudere il lavoro che avevo iniziato. In ogni caso, c’è sempre un po’ di nervosismo quando si sta per chiudere la partita”.
D: Quando giochi contro una tennista come Swiatek, o come Muchova in semifinale, quanto sei concentrata su quello che fanno loro e su cosa tu devi fare per contrastarle, rispetto all’attenzione che metti nel tuo gioco e nella tua tattica?
Pegula: “Oggi sono entrata in campo con la voglia di giocare come volevo io. Avevo un’idea in testa riguardo quello che avevo imparato l’ultima volta contro di lei, ovvero nell’ultimo atto delle Finals. Questa volta ho deciso di giocare prima una partita contro me stessa e poi di vedere come lei avrebbe risposto al mio tennis. Posso dirvi che mi è sembrata frustrata durante i suoi turni di servizio. Io volevo aggredirla in risposta, ma chiaramente dovevo vedere che battuta mi arrivava dal mio lato del campo”.
“All’inizio non ha funzionato, ma poi ho deciso di andare più convinta con l’idea di mantenere questo comportamento per tutto l’incontro. In seguito, ho dovuto aggiustare qualcosa. Si stava appoggiando troppo con il suo dritto e ho capito che dovevo modificare qualcosa, cambiare angoli. Penso di aver iniziato molto bene quindi e poi, con il passare dei minuti, ho cambiato qualcosa in base a quello che mi stava proponendo lei”.
D: Hai parlato del periodo che hai avuto a inizio stagione, durante la primavera, in cui hai saltato tornei. Questo poi ti ha aiutata nel prosieguo della stagione. Ma in quel momento, sapendo di non aver giocato un buon inizio di stagione e di non poterlo migliorare nel presente, come stavi mentalmente? Come sei riuscita a rimanere positiva riguardo il tuo rientro?
Pegula: “Dopo l’Australia non mi sono sentita bene. Ero esaurita, stanca e in quel breve periodo mi sono ammalata due tre volte. Ero molto giù e il mio sistema immunitario ne ha risentito soprattutto a causa dello stress, dei viaggi e tutto ciò che ne consegue. Ho cercato quindi di riassestarmi e di prendermi meglio cura del mio corpo per tornare a stare bene. Poi la questione è passata al dover cercare un nuovo coach con cui lavorare su molti aspetti, trovando pure un nuovo equilibrio. Quando sono tornata in campo ho giocato bene a Miami e a Charleston, ho ottenuto buoni risultati”.
“Ma ecco che mi sono infortunata. In quel momento sarei stata in grado di ripartire se non fosse stato per l’infortunio: ero pronta per riprendermi la mia vita normale. Ma niente, non ho potuto e questa cosa mi ha fatta arrabbiare. Poi però quando sono tornata a giocare a Berlino ero super fresca di energie, avevo il fuoco dentro e volevo davvero vincere incontri. In un certo senso, quindi, penso che tutto quello che mi sia successo mi abbia aiutata. Comunque sì, all’inizio dell’anno ero giù sia mentalmente che fisicamente”.
D: Quando a Muchova hanno chiesto di te, lei ha detto che sei ‘on fire’. Quali sono i tuoi pensieri su di lei come tennista?
Pegula: “Sono una sua grande fan. È veramente una gran tennista, molto talentuosa e possiede un gioco completo. Non ha molte debolezze. Abbiamo giocato contro per la prima volta a Cincinnati e ricordo che ridevo sempre perché dicevo che una come lei dovrebbe essere testa di serie ma non lo è mai. Guardo sempre da che parte è del tabellone e dentro di me mi dico che non vorrei mai trovarla ai primi turni dei tornei. Ma a Cincinnati l’ho pescata al primo turno e ho detto ‘dannazione’! Forse però alla fine è stato anche positivo averla già sfidata, così so a cosa vado incontro”.
“Lei gioca molto bene e il fatto che non abbia disputato troppe partite in questa stagione non sembra condizionarla. Ottiene buonissimi risultati comunque. È bello vederla in campo di nuovo perché penso che lei sia una figura molto positiva nel nostro sport e il modo in cui gioca è molto divertente. È una grande atleta, molto tosta e ha già esperienza in queste fasi degli Slam. È sicuramente molto pericolosa ed è per questo che mi andrò a vedere quello che ho fatto bene e che ho fatto male contro di lei a Cincinnati. In questo modo, capirò come dovrò giocare in semifinale. Credo che il nostro livello sarà ancora più alto. Vedremo cosa succederà”.