La classifica WTA aggiornata e commentata, con le prime 50 posizioni, la situazione delle italiane e la Race to WTA Finals, è disponibile sul sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.
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[1] I. Swiatek b. [5] J. Pegula 6-1 6-0
Davvero una disdetta che la partita conclusiva delle WTA Finals (o meglio, GNP Seguros WTA Finals) giocata nella giornata dal clima più adatto al tennis di tutto il torneo si sia dimostrata una non partita. Troppo centrata Iga Swiatek e troppo stanca e lontana dalla sua condizione migliore Jessica Pegula perché ci potesse essere gara.
Non è durata nemmeno un’ora la contesa, anzi forse è durata lo spazio dei primi tre game, che hanno seguito la regola dei servizi. Poi il primo strappo polacca con un parziale di 20 punti a 5 che ha chiuso il set in 27 minuti.
Un po’ più combattuto, almeno a livello di punteggio nei singoli game (due dei quali arrivati ai vantaggi), il secondo set, più che altro per qualche errore non forzato in più di Swiatek alla quale nella maggior parte dei casi è bastato palleggiare da fondocampo per ottenere il punto. La prima palla game per Pegula è arrivata nell’ultimo gioco dell’incontro, con lo score che recitava 6-1 5-0 per l’avversaria – decisamente un po’ troppo tardi per coltivare velleità di rimonta, specialmente contro una belva come Iga.
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La caduta all’indietro, l’urlo liberatorio da sdraiata sul tanto vituperato cemento di Cancun, e poi la corsa celebrativa dopo la stretta di mano hanno siglato il primo titolo alle WTA Finals per Swiatek, che ha così portato a casa il sesto titolo della stagione, e con esso gli oltre 3 milioni di dollari che spettano alla vincitrice imbattuta della manifestazione.
Con questa affermazione Iga si assicura di chiudere la stagione al primo posto della classifica mondiale per il secondo anno consecutivo arrivando a superare di quasi 250 punti la sua diretta avversaria Sabalenka che ha comunque finito l’anno con oltre 9000 punti aggiudicandosi il suo primo Slam in carriera.
Si cala il sipario sul WTA Tour 2023
Con questo incontro a senso unico si chiude anche l’edizione 2023 della stagione WTA, forse una delle stagioni con più problemi dentro e fuori dal campo. Dalla decisione di tornare in Cina rimangiandosi tutti i buoni propositi espressi quando era esploso il caso Peng Shuai, alle polemiche a volte sterili a volte meno sul trattamento da sport di serie B al Mutua Madrid Open (prima le lamentele per la torta di compleanno di Sabalenka più piccola di quella di Alcaraz, e poi il discorso negato alle finaliste di doppio), per continuare con le partite a notte fonda a Roma e a Montreal.
Il balletto della sede delle Finals, per il terzo anno consecutivo scelta con enorme ritardo, è stata la ciliegina sulla torta di quella che forse è stata la peggiore stagione nella storia della WTA. Ora rimane solo l’appendice della Billie Jean King Cup a Siviglia, e poi tutti in vacanza fino alla United Cup di fine dicembre. Sperando di poter aprire un nuovo capitolo un po’ più edificante di quello appena terminato.