Quest’anno, sconfiggere Simone Bolelli e Andrea Vavassori – oltre che meritato motivo di vanto per avuto la meglio su una delle coppie migliori del circuito – aveva in premio anche un certo buon auspicio: per cinque volte, infatti, coloro che hanno battuto gli azzurri – senza contare semifinali e finali, nelle quali i nostri sono stati ben protagonisti fin qui – hanno finito per alzare la coppa. In attesa di Krawietz e Puetz, i quali, battuta a New York la coppia numero uno della race (quegli Arevalo e Pavic che tante volte si sono frapposti come ostacolo al cammino di Simone e Andrea) giocheranno per vincere il torneo contro Purcell e Thompson. Ce la facessero, sarebbero peraltro la quarta coppia su quattro ad aver dovuto superare Bolelli e Vavassori per vincere un titolo del Grande Slam, contando anche le due finali perse dai due nei primi mesi dell’anno. Ma andiamo con ordine.
Bolelli e Vavassori hanno iniziato l’anno in Australia, raggiungendo subito una storica finale dopo la semifinale vinta per il rotto della cuffia. Fra di loro e lo Slam, tuttavia, si sono messi di mezzo Bopanna e Ebden. Il primo titolo stagionale è arrivato qualche settimana dopo, a Buenos Aires, contro i numeri uno Granollers e Zeballos. A Rio, invece, i loro giustizieri in semifinale sono stati Matos e Barrientos, campioni il giorno successivo. Fino alla semifinale di Indian Wells di qualche settimana dopo, comunque, il ruolino di marcia dei due era stato impressionante: non avevano mai perso prima della semifinale.
Le cose cambiano a Miami. Lì la sconfitta è all’esordio, di nuovo contro Bopanna e Ebden. Tabellone sfortunato, tanto che i due avversari finiscono per vincere il torneo. Ma è solo l’inizio.
Rosso europeo: a Barcellona si trovano di fronte Gonzalez e Molteni, appena battuti a Montecarlo (dove si erano poi arresi ad Arevalo e Pavic). Questa volta gli avversari si prendono la rivincita… e arrivano in fondo al torneo. Accade una cosa simile a Madrid: sconfitti ai quarti dai singolaristi Korda e Thompson, qualche giorno dopo questi alzano la coppa.
Gli ultimi appuntamenti sulla terra, quelli più importanti, coincidono con un altro periodo di grande tennis da parte dei due: a Roma si spingono in semifinale, a Parigi addirittura in finale. L’esito è sempre uno; o meglio, due: Arevalo e Pavic.
Dopo le due finali dei mesi scorsi e la vittoria di Halle (il secondo e per ora ultimo torneo vinto in stagione) qualche giorno prima, la coppia si avvicina fiduciosa anche a Wimbledon: qui, però, si verifica il caso forse più emblematico della storia. Il duo Heliovaara/Patten, certo non in lizza per la vittoria finale, li elimina al primo round. I due finiranno addirittura per vincere i Championships.
Nonostante nella seconda parte della stagione il livello delle loro prestazioni sia leggermente calato, la tendenza non si è esaurita, anzi. Alle Olimpiadi, da testa di serie numero uno, Bolelli e Vavassori hanno ricevuto un’altra sconfitta bruciante, sempre all’esordio, contro Carreno Busta e Granollers. Anche in questo caso, il tabellone non è stato certo benevolo: i due spagnoli non erano propriamente gli ultimi arrivati.
Arriviamo dunque alla stagione sul cemento americano, la fu US Open Series. E che cosa succeda a Montreal è facile da immaginare (in effetti, questo racconto potrebbe essere tacciato di una certa ripetitività): Granollers e Zeballos prima passano su di loro, ai quarti, poi vincono il torneo. Dopo la parentesi Cincinnati (sconfitta agli ottavi contro i semifinalisti Dodig e Murray) giungiamo infine all’attualità, a New York. Bolelli e Vavassori arrivano in ottavi, dove vengono battuti da Krawietz e Puetz (che si prendono la rivincita della finale di Halle). Con una precisione che forse farebbe invidia anche a quella di Rino Tommasi, la coppia tedesca ha raggiunto la finale, dove si giocheranno il titolo con Purcell e Thompson.
Insomma: grazie a questa veloce retrospettiva è facile rendersi conto della grande stagione che i due hanno disputato; nonché, bisogna aggiungere, della sfortuna per colpa della quale hanno dovuto, più volte, scontrarsi con coppie di altissimo livello ben prima delle fasi conclusive. Nella classifica ufficiale, Vavassori e Bolelli occupano rispettivamente il nono e il decimo posto; nella “race” verso Torino, invece, sono terzi, con 4860 punti, sotto Arevalo/Pavic e Granollers/Zeballos, già qualificati ben oltre la soglia minima di 5915 punti. Torino sarebbe un traguardo meritatissimo: lì avrebbero peraltro l’occasione di regolare i conti con più di qualche vecchia conoscenza.