Mi sbilancio, e voi toccate pure ferro se siete colpevolmente supertiziosi: il secondo Slam sembra davvero a portata di mano di Sinner. Anche se Jannik non ha giocato benissimo contro Jack Draper, che invece a mio avviso ha forse giocato i due migliori set della sua giovane carriera -sono sicuro che diventerà presto un top-ten: ha grandissimo talento, perde ancora più partite del dovuto per inesperienza, alterna giocate da campione a errori da junior – Jannik ha comunque vinto in tre soli set, finendo da dominatore nel terzo e quando, nel secondo set, ha dovuto affrontare un tiebreak lo ha vinto passeggiando, subito 4-0, poi 6-1.
In tutto il torneo Jannik ha perso soltanto 11 volte il servizio. Una di queste con Draper dopo che era stato lui a fare il break sul 3 pari. Controbreak dunque. Ma credo sia un dato interessante il seguente: su 11 break subiti 8 volte sono stati nel primo set. Insomma Jannik è un po’ un Diesel, ci mette del tempo a carburare. Però una volta che ci riesce per gli avversari suona a morte.
Contro Taylor Fritz, n.12 del mondo con un best ranking di n.5 ma che non era mai andato oltre i quarti di finale in uno Slam pur avendo 26 anni, Jannik parte certamente favorito anche se il focoso pubblico americano farà di tutto per sostenere al massimo Fritz (come ha ricordato lo stesso Sinner in conferenza stampa).
Jannik continua a ricordare che i tiebreak sono un po’ una roulette, ma lui quella roulette la sta sbancando dai quarti di finale di Halle, il torneo che poi lui ha vinto: vincere 15 tiebreak su 16 non può essere solo fortuna, come è invece quella di chi vince alla roulette. Quello di ieri con Draper lo ha vinto 7-3, al terzo setpoint utile. Se ne era conquistati 5 di fila.
Anche il primo dei due tiebreak contro Paul in ottavi lo aveva vinto 7-3. Significa fare il doppio dei punti che…contano doppio. Jannik può minimizzare come gli pare, ma se lui è n.1 del mondo è perché nei momenti importanti è più forte, più solido di chiunque abbia di fronte.
Ha vinto 54 incontri su 59 quest’anno e già 5 tornei (Melbourne, Rotterdam, Miami, Halle e Cincinnati) e primo italiano di sempre ad aver raggiunto le semifinali in tutti i quattro Slam, è anche il primo a dover disputare una finale all’US Open. Se batterà Taylor Fritz ecco che l’unico n.1 del mondo con passaporto italiano sarà anche il primo azzurro a vincere 2 Slam nello stesso anno e ne avrà vinti 2 in totale come Nicola Pietrangeli, ma a differenza di Nicola che li ha vinti entrambi al Roland Garros, quelli di Jannik saranno made in Australia e in USA.
Così come per il discorso sui tiebreak Jannik, gioca in difesa, mette con prudenza le mani avanti anche sul discorso n.1 del mondo a fine anno. Ma in tutta franchezza io non vedo come Zverev e Alcaraz, i due più immediati inseguitori, possano pensare di sorpassarlo. Il gap di punti nei loro confronti è già notevole, oltre 2.000 punti che se dovesse vincere domenica diventerebbero quasi 3.000. E sebbene sia vero che da qui a fine anno Jannik debba difendere 2.180 punti e gli altri molti meno, Alcaraz 680, Medvedev 1.055, Djokovic (che è un piede fuori dalle finals torinesi …cui forse non tiene nemmen tanto) 2.300, e sia anche vero che si devono giocare ancora due Masters 1000 (Shanghai e Parigi Bercy), 4 ATP 500 concentrati in due settimane (o si gioca Tokyo oppure Pechino, o Vienna oppure Basilea) e le ATP Finals che assegnano 1500 punti al vincitore…a me sembra proprio, vedendo il diverso livello di forma di Sinner a confronto con i tennisti appena nominati, che non sia proprio possibile che qualcuno di loro possa recuperargli 3.000 punti. Dovrebbe accadere che Jannik perdesse nei primissimi turni a Pechino, Shanghai, Bercy e Torino. Voi lo credete possibile? Io no. E secondo me non lo crede neppure Jannik anche se, intelligentemente, non lo dice.
Date retta, a fine anno sarà ancora n.1 del mondo, il diciottesimo su 29 n.1 della storia del ranking ATP a potersi ma due Quando Alcaraz ha vinto sia Parigi sia Wimbledon sembrava a molti che il n.1 in pectore fosse lo spagnolo: ma Carlitos è stato molto incostante, a differenza di Jannik che domenica potrà aver vinto anche lui 2 Slam come Carlitos, ma due Masters 1000 (Miami e Cincinnati) invece di uno (Indian Wells).
Io pensavo che per Sinner – che contro Fritz nei soli due head to head ha vinto a Indian Wells nel 2023, dopo averci perso due anni sempre a Indian Wells – sarebbe stato meglio giocare contro Fritz piuttosto che contro Tiafoe.
Non mi dispiace quindi che Fritz abbia rimontato Tiafoe – vittorioso nel primo e nel terzo set – perché la penso esattamente come Simone Vagnozzi che a una domanda di Luca Baldissera su come avrebbe preparato diversamente il match di Jannik contro i due americani che dovevano ancora scendere in campo ha lì per lì svicolato con la risposta, ma poi si è fatto scappare un “Fritz lo conosciamo bene, sappiamo come affrontarlo, Tiafoe è più imprevedibile”.
Io aggiungo che Tiafoe è più capace di Fritz nell’aizzare la folla e di riflesso nel caricarsi ed esaltarsi. Lo fece perfino fuori dai confini USA, a Vienna, quando imbastì un circo che fece perdere la trebisonda perfino a un ragazzo tranquillo e posato come Jannik.
Poiché non ho la necessità di essere diplomatico come Vagnozzi – per strappare qualche dichiarazione interessante (cioè capace di far titolo giornalistico) a tutto il team di Sinner, Jannik incluso ci vogliono le cannonate! – dico qui che Fritz è decisamente inferiore a Sinner nel palleggio sostenuto da fondocampo. Sinner ha un’altra profondità, un’altra solidità. Su 10 scambi ne vincerà 6 o 7. Anche venendo avanti, perché Jannik a rete gioca certamente meglio del bell’americano con il volto d’un attore.
Su tutti i colpi Fritz è meno bravo di Sinner, tranne che nel servizio, davvero eccellente dall’alto del suo metro e 96 per 86 kg (10 kg meno di Berrettini che è alto come lui ma certamente più pesante e meno agile). Tant’è che questa notte Tiafoe non è riuscito a rispondere il 39% delle volte che Fritz ha servito. Vero però che Tiafoe non ha la risposta di Sinner. Jannik ne ha giocate alcune contro il suo amico Draper davvero straordinarie, anche quando l’inglese di Sutton si è buttato a rete per sorprendere Jannik.
Insomma nel complesso Jannik fa quasi tutto meglio di Fritz che però stanotte subito dopo aver battuto l’amico Tiafoe si è commosso fino alle lacrime quando gli hanno ricordato…che erano trascorsi 18 anni dall’ultimo americano, Andy Roddick nel 2006, in finale a New York. Si vede che ci teneva da morire a fare il suo ingresso nella storia del tennis USA. Come Tiafoe del resto. Infatti è uscito dal campo furibondo. Insomma Taylor darà tutto se stesso pur di battere Jannik. Ma non credo che ci riuscirà. Anche se in conferenza stampa ha detto: “Ho sempre giocato bene contro Jannik. Mi ha battuto a Indian Wells un anno fa in 3 set. Tira forte, la sua palla pesa, pesa davvero tanto ma mi sono trovato bene a fronteggiare i suoi colpi”.
Io credo che il Sinner di un anno fa a Indian Wells non fosse neppure lontano parente del Sinner del 2024 (e anche di fine 2023). Credo che Fritz se ne accorgerà domenica sull’Arthur Ashe Stadium. Penso anche che Sinner giocherà meglio che non contro Draper che con i suoi colpi mancini, le sue discese a rete lo ha messo spesso in difficoltà. Fritz, invece, con il suo gioco piatto potrebbe rimetterlo in forma.