Cobolli-Berrettini, l’Italtennis che vince parla romano (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Sempre di più, sempre meglio. L’Italia numero 1 di coppa Davis, da campione in carica, vince tutti i confronti di Bologna e si qualifica da numero 1 alle finali di Malaga del 19 novembre. Col numero 1 del mondo, Jannik Sinner, super-tifoso in panchina, dopo il secondo trionfo Slam, ne
ritrova un altro, Matteo Berrettini, che aveva aperto il Rinascimento azzurro e che, dopo il solito calvario di infortuni e stop, a marzo è tornato ancora protagonista sul Tour e ora anche in nazionale. Vincendo tre singolari di fila, contro i due talenti giovani Fonseca e Blockx e anche Van de Zandschulp (22 ATP due anni fa, che agli US Open ha eliminato
Alcaraz), migliorando di match in match, lottando, soffrendo, ribadendo le qualità che l’hanno portato alla prima storica finale azzurra a Wimbledon grazie al fantastico mix di classico e moderno: servizio-dritto di potenza e insieme slice di rovescio, difensivo ed offensivo, per presentarsi a rete alla volée. Con quel sorriso rubato a mamma Claudia che duetta con lui in tandem dalla tribuna, il romano di Roma che ricorda tanto l’idolo del ’76 Adriano Panatta, non è solo l’idolo delle donne. Diretto, semplice ed empatico si fa amare da tutti. Matteo comincia lento, senza energia e senza servizio, perde il primo set 6-3. […]Il popolo di Casalecchio di Reno l’aiuta, spingendolo allo sprint decisivo del secondo set sul 5-4 e alla rimonta. […] Dopo il terzo set punto a punto che, sul 5-2, sembra finito dopo le ritrovate sbracciate di dritto, che si riapre col 5-4 quando Matteo è costretto a giocare di fretta, che si chiude col break del 6-4. […] Venerdì, passando il testimone all’amico di sempre Flavio Cobolli, cresciuto a Roma con lui, “The Hammer” non era riuscito nella doppietta perché il “fratellino” più giovane di 6 anni era crollato nel terzo set contro Bergs: […] Stavolta invece funziona: dopo il primo set vinto per 7-6, il 22enne cede il secondo 6-4, ma stavolta tiene, strappa il primo break dopo due ore e doma col 6-3 finale l’ottimo Griekspoor, ex 21 ATP a novembre, più forte ed esperto di lui. Così fa un altro salto qualità nella sua crescita impressionante, da numero 31 del mondo.
Cobolli diventa grande in scia a Sinner (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
Anche con Jannik Sinner seduto a bordo campo, l’Italia è una squadra fortissima. Già certa di partecipare alle finali di Davis di Malaga (19-24 novembre) grazie al successo di sabato del Brasile sul Belgio, la Nazionale dimostra di meritarsi il primo posto nel girone di Bologna grazie ai suoi gladiatori romani, il veterano Matteo Berrettini e la matricola Flavio Cobolli. Battere l’Olanda sotto gli occhi del n.1, ripartito a metà pomeriggio verso Montecarlo al volante della sua Audi Rs6 grigia non prima di aver consegnato agli annali la battuta migliore del weekend […], è il valore aggiunto di un gruppo affiatato, illuminato di riflesso dalla luce abbacinante di Sinner. Cobolli, terzino mancato della Roma, non aveva affatto gradito il forfeit di Jannik all’Olimpiade di Parigi, arrivato fuori tempo massimo per permettergli di partecipare; ieri però, battuto Griekspoor. […] Flavio ha vinto una battaglia aspra con l’orange, Berrettini
ha recuperato un set a Van de Zandschulp: il leader carismatico della settimana di Davis è stato Matteo […], tre match vinti, una presenza in squadra che spera di aver riconquistato in pianta stabile, perché di questo campione ritrovato l’Italia non può fare a meno. Al di là degli Slam di Sinner, che è un talento generazionale, questo è forse il miglior
momento del tennis azzurro: la Davis, con la sua dimensione collettiva, restituisce bene la forza di un movimento che oggi ha sette tennisti tra i top 50 (età media 24 anni) e nove nei top 100; e il lusso di rinunciare a Musetti (rientrato esanime dall’Open Usa dopo una tirata erculea, bronzo olimpico incluso) possono permetterselo pochi Paesi. A Malaga, quando da testa di serie l’Italia affronterà Australia o Argentina nei quarti
(a deciderlo sarà giovedì il sorteggio), sulla rotta di una semifinale con gli Usa e, magari, di una finale con la Spagna di Alcaraz, che torna in gioco, capitan Volandri avrà problemi di abbondanza. Tutto ruoterà intorno a Sinner e alla sua disponibilità (o meno) di giocare anche il doppio, come nella trionfale edizione dell’anno scorso.
Jannik Sinner a 23 anni è una leggenda del tennis (Fabio Sicari, Il Giornale)
Quando un risultato sportivo è squillante, tutti ne parlano con orgoglio e il carro dei vincitori non ha più un posto libero. Ricordo le critiche dopo
che Jannik Sinner rinunciò alla convocazione all’ultimo turno di Coppa Davis, giocata a Bologna. Alcuni hanno picchiato duro quando non si è
presentato come ospite al Festival di Sanremo. A New York l’impresa c’è stata: Sinner è un campione, si allena curando ogni minimo dettaglio. Eppure, alcuni gli danno addosso. Sarà per invidia o per la cupa smania italiana di biasimare chi ha talento? La pressione dei mezzi d’informazione può nuocere ai risultati sportivi. Anche se lo staff che
lavora per Jannik sa dove mettere le mani per fortificare non solo i muscoli, ma anche la mente.