Da Berlino, il nostro inviato
Se la Laver Cup fosse nata con un paio d’anni di anticipo, probabilmente Thanasi Kokkinakis ne sarebbe stato sin da subito una delle più grandi promesse e dei massimi esponenti. La grande speranza del tennis australiano, campione Slam in doppio con l’amico Kyrgios (“lo avevo dimenticato” ride in conferenza stampa) il nativo di Adelaide, ormai 28enne, sta provando a regalarsi una seconda giovinezza in una parte della carriera finalmente libera da problemi fisici. Nel secondo singolare della prima giornata affronterà Stefanos Tsitsipas, avversario recentemente battuto allo US Open. Con uno sguardo vigile alle finali di Coppa Davis in quel di Malaga, dove la sua Australia approderà da finalista uscente.
I Canguri inizieranno la loro campagna contro gli USA, e in semifinale troveranno una tra Italia e Argentina. Due sfide complesse, contro le due nazioni probabilmente più forti. “Poteva essere una tra Italia e Stati Uniti, quindi in ogni caso un incontro difficile“, riflette l’australiano, “l’Italia è la nazione campione in carica. Non so se Sinner giocherà, ma se anche non dovesse farlo hanno comunque una squadra molto forte. Per quanto riguarda gli USA ancora non sappiamo chi saranno i convocati, quindi molto dipenderà da chi sarà in salute e chi riuscirà a giocare meglio un determinato giorno. Ma noi abbiamo un doppio davvero forte e speriamo di poter giocare bene almeno uno, se non due, dei singolari. E poi vedremo come andrà“.
Ovviamente la punta di diamante australiana sarà Alex De Minaur, al momento vittima di qualche noia fisica. In teoria Thanasi dovrebbe essere il terzo singolarista dopo Alexei Popyrin, grande protagonista negli ultimi mesi. “Spero di poterci essere a Malaga“, sorride sornione il n.77 al mondo, “l’ultima volta in Coppa Davis ho giocato molto bene, e Lleyton ha mostrato molta fiducia in me. Ma che giochi io o giochino i miei compagni abbiamo in ogni caso un’ottima squadra, molto profonda, e credo in ognuno di noi“.
Aspettative alte, giustificate appunto da un’ottima squadra e da due finali negli ultimi due anni. Entrambe perse, certo, ma costituenti una base di tutto rispetto: “Credo che possiamo vincere la Davis, così come possiamo perdere. Non è mai facile, ci sono tante squadre forti, tanti giocatori incredibili. Negli ultimi due anni abbiamo giocato davvero bene, e ci siamo andati molto vicini raggiungendo la finale. L’atmosfera è incredibile, e noi australiani siamo molto legati e siamo capaci di creare attaccamento. Sarà divertente“.