Eccoci giunti al secondo appuntamento di ‘Tennis di Periferia’ (qui trovate gli altri pezzi), nuova rubrica di ‘Ubitennis’ ideata e curata dal sottoscritto che si occupa di dare spazio e raccontare le storie dei professionisti di questo sport che sono stati gli unici rappresentati del loro Paese, o almeno si sono rivelati i migliori per ampio distacco sui propri connazionali. La puntata odierna è dedicata ad Andorra, e in modo particolare alla giovanissima Victoria Jimenez Kasintseva. In realtà questo piccolissimo Paese, facente parte dei Piccoli Stati d’Europa, ha avuto un altro rappresentante, Laurent Recouderc, ma come nel caso di Elina Avanesyan per l’Armenia, ha cambiato nazionalità nel corso della propria carriera, dal momento in cui prima rappresentava la Francia, e non ha mai ottenuto risultati sotto la nuova bandiera.
Dicevamo, quindi, di Victoria Jimenez Kasintseva. Nasce il 9 agosto 2005 ad Andorra ed è una figlia d’arte, dal momento in cui il padre, Joan Jimenez-Guerra, è stato n. 505 del ranking nel 1999. E tra l’altro è il suo allenatore. Sin da giovanissima si fa notare per il fatto di essere mancina così come i suoi idoli, Rafael Nadal al maschile e Petra Kvitova al femminile. Dotata di un talento di base davvero invidiabile, diventa a suo modo famosa quando all’Australian Open 2020, nella categoria juniores, si presenta ai nastri di partenza come la più giovane del lotto e, nonostante ciò, arriva a conquistare il titolo in finale contro la polacca Weronika Baszak in tre set. Non solo, perché un mese e mezzo più tardi, il 9 marzo, diventa la n. 1 del mondo a livello junior, battendo diversi record di precocità.
La difficoltà di imporsi nel mondo dei grandi
Il salto nel mondo dei grandi, però, come spesso accade è più complicato del previsto e lei rimane schiacciata anche dalle aspettative che in tanti riponevano su di lei. Fino a questo momento, nonostante sia ancora giovanissima e sicuramente il tempo sia dalla sua, non è mai riuscita a trovare l’accesso al main draw di uno Slam. Spesso presente nelle qualificazioni, ha sempre riscontrato difficoltà contro avversarie che magari hanno un talento minore, dal punto di vista del potenziale, ma la cui esperienza e il cui adattamento al tennis ‘senior’ è risultato alla fine decisivo. Al di là di ciò ci troviamo di fronte ad una ragazza che ha ancora tanti anni per mettersi in mostra e che ha la possibilità di scrivere una pagina di storia indelebile per il proprio Paese.