Da Berlino, il nostro inviato
Un weekend ben avaro di soddisfazioni quello della Laver Cup finora per Alexander Zverev, sconfitto sia in doppio che in singolare senza perdere set. Il tedesco, n.2 al mondo, è il giocatore con più partite vinte nel 2024, dunque uno dei più sensibili alla tematica di un calendario troppo fitto, che ha animato la conferenza stampa post sconfitta contro Fritz, quale argomento principale e chiaramente dal maggior interesse.
“Per ora non sento problemi con il mio corpo a questo punto dell’anno“, commenta Zverev, “tra sette, otto anni potrei rispondere in maniera diversa. Abbiamo la stagione più lunga negli sport, ed è eccessivamente lunga. Abbiamo alcuni tornei non necessari, non credo che abbiamo bisogno di giocare già dal 27 dicembre quando inizia la United Cup fino al 19 o 20 novembre quando finiscono le ATP Finals. E se hai la Davis è ancora più lunga. Non c’è tempo per riposarsi e, ancora più importante, non c’è tempo per preparare il proprio corpo in maniera adeguata, per costruire muscoli. Non c’è tempo per non toccare la racchetta per un mese e prepararsi fisicamente per una stagione molto lunga e difficile. Torniamo dalle vacanze, iniziamo subito ad allenarci e dopo due o tre settimane dobbiamo giocare in Australia.
Non esiste in nessuno altro sport, dove credo la longevità e la prevenzione degli infortuni siano leggermente migliori. A meno che non giochi come Roger negli ultimi due anni di carriera o come sta facendo ora Novak, prendendosi ampi periodi di pausa. Ma se sei una persona ambiziosa che sente di non aver ancora raggiunto i traguardi a cui ambisce, non è un’opzione. Il tour va avanti senza di te. Sento che c’è bisogno di fare qualcosa. Io sono nel consiglio dei giocatori, potrei spingere l’ATP a lavorarci. Non è una soluzione facile, ma è una soluzione che c’è bisogno sia trovata“.
Successivamente uno dei giornalisti, cogliendo la palla al balzo, ha posto la questione a Zverev facendo notare come il suo ruolo, degli altri top player, sia fondamentale, essendo i protagonisti del circuito, gli unici a poter realizzare qualcosa in concreto. “All’ATP non interessa della nostra opinione”, chiarisce il tedesco, “è una questione di business. Una volta alzata la voce cosa dovremmo fare poi? Boicottare? Non ci è permesso di boicottare, siamo multati se non giochiamo i tornei. Cosa pensi che dovremmo fare (rivolto al giornalista)?“. A quel punto il diretto interessato, preso di sprovvista, ha suggerito di boicottare, così da diminuire i tornei obbligatori. La soluzione per quanto drastica, di certo metterebbe l’ATP con le spalle al muro, costringendo a un provvedimento obbligatorio. Riportiamo di seguito integralmente la parte finale della conferenza.
D: “A un certo punto senza i migliori giocatori il tour si fermerà, credimi. Anche i giornalisti chiederanno perché non stiano giocando“
Zverev: “Ma se vuoi diventare n.1, vincere Slam ed essere il migliore al mondo, devi giocare“
D: “Sì, ma se tutti i top player agiscono insieme possono fare qualcosa di migliore. La stagione si adatta probabilmente a tutti”
Zverev: “No, perché sono coinvolti i soldi. Un torneo costa, un 250 costa una certa cifra, un 500 un’altra, la licenza di un Masters 1000 costa. Non puoi solo rimuoverli e dire ‘da ora in avanti non hai più un torneo’. L’ATP dovrebbe trovare i soldi per rimborsare quei tornei che hanno già comprato la licenza, spendendo milioni e milioni di dollari. Non è così semplice decidere che dall’anno prossimo Torino si giocherà dopo lo US Open e Parigi Bercy, Anversa, Chengdu e i vari altri tornei semplicemente non ci saranno. Non funziona così, loro hanno le licenze, hanno comprato i tornei, i diritti per giocare quei tornei. Non si tratta solo di cancellare un evento, devi rimborsarli. E devi trovare i soldi per farlo“.
D: “Ma almeno diminuisci i tornei obbligatori“
Zverev: “Si tratta sempre di una questione di licenza. Hanno una licenza per l’evento obbligatorio, Bercy ha una licenza per esserlo, così come Shanghai. Sono tutti soldi in più, non puoi semplicemente dire ‘abbiamo deciso che da oggi non vogliamo più eventi obbligatori“
Dopo questo scambio la conferenza, andata per le lunghe, è stata dichiarata terminata dal moderatore. Un argomento di annose dispute, a cui probabilmente sarà difficile trovare una risposta in tempi brevi. Ma di cui è fondamentale parlare, tenendo bene a mente la questione. Perché altrimenti tornei 1000 come Madrid e Roma 2024, pieni di infortuni, e forfeit dell’ultimo minuto, rischieranno di diventare una triste abitudine.