Juncheng Shang è allo stesso tempo diventato il secondo cinese di sempre a vincere un titolo ATP (dopo Yibing Wu a Dallas 2023) e il primo giocatore nato dal 2005 in poi a vincere un titolo ATP. Il cinese, infatti, ha scritto un’importante pagina della sua carriera, sconfiggendo Lorenzo Musetti nell’ATP 250 di Chengdu e portando a casa il tanto ambito trofeo. Ma chi è il talentuoso ragazzo che ha sconfitto l’azzurro nell’atto conclusivo del torneo cinese?
Shang è nato a Pechino il 2 febbraio 2005 e ha avuto una carriera di grande successo anche a livello Junior: numero 1 del mondo e, tra gli altri risultati di prestigio, finalista allo US Open 2021 (sconfitto per mano di Daniel Rincon). La passione per lo sport gli è stata trasmessa senza dubbio dai suoi genitori: “È questione di genetica”, ha ammesso lui stesso nel corso di un’intervista rilasciata all’ITF nel 2021. Sua madre Na Wu è stata una giocatrice professionista di tennistavolo, mentre suo padre Yi Shang era un calciatore. I suoi genitori gli hanno permesso di allenarsi in maniera intensiva sin da quando era piccolo, precisamente su uno dei pochi campi in terra battuta presenti sul territorio nazionale cinese.
A soli 11 anni Shang ha dovuto abbandonare la Cina per cercare un’accademia che potesse guidarlo nella strada verso il professionismo e che gli desse l’opportunità di mettere a frutto tutto il suo talento. L’attuale numero 55 del mondo si è, così, trasferito all’IMG Academy di Bradenton, in Florida, e lì ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso il tennis dei grandi. Tanta l’esperienza accumulata dal 19enne cinese nel corso degli anni passati negli Stati Uniti: lì si è spesso allenato con giocatori del calibro di Denis Shapovalov (ex numero 10 del mondo) e Sebastian Korda, quest’anno con campione nell’ATP 500 di Washington. “Andare via da casa quando avevo 11 anni è stato un po’ difficile per me, ma penso di essere stato quel tipo di bambino che si abitua ad altri posti – ha dichiarato Shang nel corso di questa intervista –. Mi sono davvero divertito in Florida sin dal primo giorno. Gli allenamenti con giocatori con cui non hai mai giocato in vita tua e avere allenatori di massimo livello intorno a me è stato molto importante”.
Da due anni a questa parte, il nativo di Pechino è allenato da Martin Alund, coach argentino che ha avuto un passato da giocatore all’interno della Top 100. “All’accademia eravamo tutti d’accordo che lui dovesse essere un po’ più aggressivo, ci abbiamo sempre lavorato – ha spiegato Alund a Tennis Channel durante l’Australian Open del 2024 –. È quasi come se anche lo sapesse, dal momento che capisce molto bene il tennis. Gli mancava un po’ questo, come cercare di stare più dentro la linea di fondo, cercare di dettare i punti un po’ più alla sua maniera. È sempre stato molto talentuoso nell’apprendere molto in fretta nuovi dettami tecnico-tattici, e questo sta rendendo il nostro lavoro piuttosto efficace”.
Shang, di nome Juncheng, è soprannominato Jerry: sì, esattamente come il topolino del cartone animato Tom & Jerry, ed è da lì infatti che deriva il suo nickname. Il tennista cinese non ha mai indicato un vero e proprio idolo di gioventù, avendo spesso mostrato indistinta ammirazione nei confronti di ogni membro dei cosiddetti Big Three (Djokovic, Nadal, Federer). Ma se dovessimo chiedergli quale torneo preferirebbe vincere al di sopra di tutti, la sua risposta giungerebbe senza esitazioni: il Roland Garros. Grande appassionato di calcio e tifoso del Real Madrid, Shang sa anche giocare a golf e avrebbe probabilmente intrapreso quella carriera se non avesse scelto, invece, il tennis. E meno male, perché ci troviamo di fronte ad una personalità interessante ma soprattutto ad un talento cristallino, già campione ATP all’età di 19 anni. Sicuramente di lui sentiremo parlare molto, molto a lungo.