G. Mpetshi Perricard b. [6] B. Shelton 6-4 7-6(4)
Il numero 50 ATP Giovanni Mpetshi Perricard diventa il giocatore con ranking più basso a vincere il torneo di Basilea. Ci riesce in forza della vittoria in finale sul n. 23 e sesta testa di serie Ben Shelton per 6-4 7-6(4) in poco meno di un’ora e mezzo, confermando l’esito della loro prima sfida al Queen’s lo scorso giugno e alzando così il suo secondo titolo ATP dell’anno dopo quello sulla terra (battuta e natia) di Lione – dell’anno e in carriera, dal momento che gioca nel Tour da cinque mesi. Un successo che gli vale un balzo di 19 posizioni, portandolo al numero 31, suo nuovo best ranking con una finestra aperta sulla possibilità di essere testa di serie a Melbourne.
Le zero palle break concesse a Shelton concludono una settimana senza mai perdere il servizio per questo atleta di 203 cm, il settimo miglior realizzatore con la prima battuta ma che, quando non entra, scende al 54° posto. Colpa di quel 50,5% di media che tuttavia in questa domenica è salito al 72%. Considerando anche i 6 punti persi con la prima, non è che abbia bisogno di brekkare chissà quante volte, senza contare la pressione che mette all’avversario, consapevole di non poter sbagliare. Un match, dunque, che come nelle previsioni si è deciso sul saper sfruttare le rare chance. Rarissime, invero, ed è riuscito a crearsele solo il vincitore, non solo per i 22 ace messi a referto, ma per quei 39 servizi non tornati indietro su 62, a fronte del 27/72 di Shelton.
Nel primo parziale Ben ha pagato un game con troppi errori, però, di nuovo, merito anche dell’avversario che riusciva a far partire lo scambio e nel secondo è bastata una sua brutta volée per chiudere la contesa, ma notevole il sangue freddo di Mpetshi Perricard sia quando si è trovato 0-30 e seconda di servizio sul 4-5, sia al momento di chiudere il match.
Primo set – Il dritto di Shelton regala all’inizio, Mpetshi ne approfitta e scappa imprendibile
Ben sceglie di partire in battuta, ma va in difficoltà già al terzo game, non chiuso per due dritti in entrata fuori bersaglio. Arriva così una prima palla break, poi annullata, su un comprensibilmente timido attacco e successiva volée alta di rovescio volata via; Mpetshi pensa a tenere la risposta in campo scodellandola con il dritto, una buona idea visto che l’altro non è centratissimo e infatti arriva il break su un’altra brutta cosa statunitense a rete.
Il mancino di Atlanta non arriverà a palla break, ma almeno si prende la soddisfazione di rispondere con un bimane vincente a un servizio a 241 km/h. Forse coincidenza, ma al punto successivo Mpetshi gli serve al corpo centrandogli la mano destra. Non succede molto altro fino al turno decisivo tenuto a “30” e 6-4.
Secondo set – Servizio francese infrangibile, Shelton dovrebbe essere perfetto e invece
Servizi sempre protagonisti, ma spunta un’opportunità ancora per Mpetshi al quinto gioco, grazie a un passante intelligente con chiusura al colpo successivo e a una (poco) smorzata di Ben, il quale però si salva con una seconda che vorremmo rivedere e una successiva volée di rovescio che almeno stavolta non gli costa il punto.
Il classe 2003 di Lione finalmente in ambasce al servizio sul 4-5, con un gran dritto made in Usa e un doppio fallo che lo mettono davanti allo 0-30 da risalire cominciando da una seconda battuta che lui trasforma in ace e, già che c’è, ne pianta altri tre e passa la paura – non che ne abbia dimostrata, a ben (e a Ben) vedere.
Giovanni ha giocato almeno un tie-break in ogni match di questa settimana e la finale non fa eccezione. Tutto regolare fino al 4 pari, quando Shelton ci mette il cuore, non in senso figurato bensì quello della racchetta sulla volée alta di dritto e la palla se ne va altrove. Mpetshi Perricard può chiudere con il servizio a disposizione e, glaciale come una famosa era, tira giù due ace per un finale indolore e anche un po’ incolore. Bello l’abbraccio con Shelton che stavolta a rete non sbaglia e può iniziare la cerimonia di premiazione. Poi il gigante che sognava le montagne russe andrà a Parigi, dove martedì lo aspetta un probabilmente preoccupato Frances Tiafoe.