Errani-Paolini, fuori tra i rimpianti (Ronald Giammò)
Si chiude a un passo dalle semifinali il percorso di Paolini ed Errani alle WTA Finals di Riyadh. Anzi, a due. Tanti sono stati infatti i match point falliti dalle azzurre nel corso del loro ultimo match della fase a gironi, opposte alle n°7 del seeding Chan-Kudermetova, vincitrici in tre set col punteggio finale di 3-6, 7-6(3), 11-9. Peccato. […] Non è bastato alle teste di serie n° 4 chiudere il loro girone con la percentuale più alta di game vinti, né è stato sufficiente per incrinare le certezza delle loro rivali incamerare un primo set il cui svolgimento aveva ricordato l`andamento del match da loro vinto un mese fa nella finale del WTA1000 di Pechino proprio contro le avversarie di giornata. Alla fine, come spesso accade, la differenza l`hanno fatta i dettagli. Tutti concentrati in un 2° set scandito da ben quattro break equamente distribuiti tra i due team in campo. Ma le occasioni sciupate dalle azzurre sono state quelle che ai fini del risultato hanno pesato di più; perché occorse entrambe quando erano proprio loro alla battuta per chiudere il match, e perché nonostante il controbreak subito, Errani e Paolini hanno avuto ancora un`altra occasione per presentarsi alla battuta e chiudere i conti incappando invece in un game da incubo ceduto a zero alle loro rivali, involatesi poi in tie-break senza storia che ha portato il match all`epilogo del super tie-break. «C`è tanta rabbia – ha dichiarato Errani a SuperTennis a fine match – Con più lucidità vedremo cosa ci portiamo di buono, certo che a un Master due match point sprecati bruciano». […] Per Errani e Paolini l`appuntamento è tra una settimana con le Finais di Billie Jean King a Malaga. C`è una finale da confermare. Domani è già un altro giorno.
Jas e Sara a un punto dalla gloria (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
La spia del carburante è diventata rossa proprio quando la meta era assai vicina e il volo dell`aeroplanino tricolore si è interrotto proprio sul più bello. Sara Errani e Jasmine Paolini sono attivate ad appena un punto da una storica semifinale in doppio alle Wta Finals di Riad, ma nel testa a testa-spareggio che concludeva il Gruppo Bianco non sono riuscite a piazzare la stoccata vincente, finendo per subire la rimonta di Hao-Ching Chan e Veronika Kudermetova, capaci di prendersi la rivincita per la recente finale a Pechino. Saranno dunque la cinese di Taipei e la russa a sfidare nel penultimo atto oggi Katerina Siniakova e Taylor Townsend, in grado di compiere percorso netto nel Gruppo Verde. Si chiude con tanto amaro in bocca, dunque, l`avventura in Arabia delle campionesse olimpiche, visto che dopo l`affermazione sulle americane Dolehide/Krawczyk hanno ceduto nel decisivo tie-break alla canadese Gabriela Dabrovski e alla neozelandese Erin Routliffe vedendosi annullare un match-point, per poi mancarne addirittura due nella sfida da dentro o fuori che poteva aggiungere un altro exploit a una stagione da favola. Chan e Kudermetova escono meglio dai blocchi, strappando la battuta ad Errani nel terzo game dopo aver cancellato una palla-break nel gioco precedente. Le azzurre hanno però reagito incamerando il primo set (6-3). E sullo slancio si sono portate avanti di un break anche all`inizio del secondo, prima di un passaggio a vuoto costato il contro-break nel 5° game. Poi la tensione l`ha fatta da padrona, tanto che il servizio è diventato un fattore in negativo (sei i break consecutivi). La 37enne di Massa Lombarda e la 28enne di Bagni di Lucca tuttavia sono andate a servire sul 5-4, non sfruttando due opportunità con alla battuta Paolini (in riserva di energie, alla sesta partita di fila), e pure sul 6-5. Uscite da una buca non da poco, Chan e Kudermetova hanno dominato il tie-break (7 a 3). Sulle montagne russe l`andamento del super tie-break, dove le azzurre hanno recuperato da 1-5 con un parziale analogo (6-6), prima di uno sciagurato doppio fallo (la seconda dal basso) della romagnola, per poi salvare tre match-point ma inchinarsi sul filo di lana per 1 1 a 9. «C`è tanta rabbia in questo momento – ammette Sara -, uscire così da un Masters, con due match-point sprecati, brucia. Magari nei prossimi giorni, con più lucidità, vedremo che cosa di buono ci portiamo via da questa esperienza». […]
Sinner contro tutti (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Su quel palco, Niccolò Paganini era solito deliziare la platea con i suoi immortali virtuosismi. Le racchette come violini, domenica comincia il gran ballo delle Finals e gli otto pretendenti al trofeo dei Maestri fanno passerella al Teatro Carignano, eleganti come attori d`altri tempi e osannati da una folla in delirio che li ha attesi fin dal primo pomeriggio. Torino è pazza d`amore come non si era mai visto nelle tre edizioni precedenti, e la contagiosa isteria collettiva porta cuciti addosso ovviamente un nome e un cognome: Jannik Sinner. Il Masters in Italia con un italiano al numero uno della classifica e largo favorito della contesa: non è un sogno, ma una solida realtà. Non a caso, quest`anno sono stati venduti 30.000 biglietti in più nel nostro Paese rispetto al 2023, perché il ragazzo con i capelli rossi che viene dalla montagna ha smosso i cuori anche di quelli che il tennis lo avevano sempre osservato da lontano, senza troppa passione. Jannik mostra sempre la solita anima senza macchia e senza paura: «Viviamo per gestire la pressione, ci alleniamo per affrontare partite che possano portarci al massimo dell`adrenalina, per me la pressione è un privilegio. Ed è bello che il nostro sport stia crescendo così tanto. C`è tanto interesse, tanta gente che vuole giocare a tennis. E poi Torino è sempre speciale, quest`anno molte più persone sono coinvolte ed è bello che sia così. Noi cerchiamo di fare il possibile per far crescere questo meraviglioso sport». Le migliaia di appassionati che da domenica ne seguono ogni passo, ogni spostamento, ogni attività collaterale, non gli perdonerebbero niente di meno che una vittoria, e il sorteggio dei gironi intanto gli ha messo la strada in discesa, per quanto le Finals, con la loro formula e la loro collocazione alla fine di una stagione intensissima, nascondano sempre insidie e sorprese. Non ci sarà fin dal round robin il temuto duello rusticano contro Alcaraz, finito dalla parte di Zverev: la Volpe Rossa incrocerà Medvevev, Fritz e De Minaur, con il dolce ricordo legato al russo e all`americano delle due finali Slam vinte quest`anno, mentre con l`australiano, con il quale esordirà domenica sera, è avanti 7-0 nei confronti diretti. Insomma, urna benevola ma guardia sempre alta: «Il sorteggio non lo possiamo mai controllare, l`anno scorso feci un ottimo torneo e vediamo cosa succede stavolta. Qua ci sono campioni incredibili, siamo i migliori otto della stagione quindi ogni partita sarà una battaglia. Certamente, cominciare con una vittoria mi aiuterebbe a gestire più facilmente il resto del torneo». De Minaur, il primo rivale, unico debuttante di questa edizione, ha riportato l`Australia al Masters dopo 20 anni (Hewitt 2004), ma in carriera, quando si è ritrovato davanti Jannik, ha sempre sbattuto contro un muro insormontabile […]. Ma Demon la prende con filosofia, più divertito che impaurito: «Jannik ha avuto una stagione formidabile, è molto divertente essere qui con lui in Italia, con tutta questa attenzione nei suoi confronti. Non vedo l`ora di giocare, sarà entusiasmante scendere in campo contro il numero 1 del mondo a casa sua». […]
Lezione ai bambini: «Accetto gli errori» (Piero Guerrini, Tuttosport)
E venne il giorno dei giovanissimi, dei ragazzini. Tutti sognanti. I bambini che vennero a Sinner. Si alzano in piedi i fortunati che hanno avuto accesso alla platea del teatro Carignano. Alla fine uno gli chiede chi fosse il suo idolo, in campo o tra i fumetti: E Jannik risponde: «Amo la velocità, dunque mi piaceva speed». Si guardano incuriositi e attoniti Zverev, Ruud, Fritz. Poi Jannik ricorda che il personaggio era Flash. Per il ragazzino invece era Dybala, magari oggi si è dato al tennis. Venne il giorno dei ragazzini e ragazzine, questo caldo giovedì torinese, perché nel primo pomeriggio Sinner passa anche dal negozio Níke. L’anno scorso era con Alcaraz, quest`anno basta e avanza lui. Del resto avrà una linea sua. E in queste Finals avrà abbigliamento esclusivo. Come si deve ai fuoriclasse. Jannik concede impressioni e consigli con una naturalezza che i giovani ricorderanno. Sul come gestire le pressioni: «Sei un ragazzo ma parli come un trentacinquenne. Tutti hanno pressione, la mia è divertente, mi piace, so di averci lavorato tanto. E una bella sensazione, mi sento onorato. Quando entri nel centrale agli Us Open trovi scritto: “la pressione è un privilegio”. Quando diventa più pesante la uso in modo favorevole». Jannik poi rivela il suo punto di forza: «Ho fatto una scelta quando avevo 14 anni, provare a diventare un giocatore forte. Ma non sempre hai voglia di allenarti così tanto. A volte sei stanco, un giorno il dritto funziona benissimo, un altro non funziona. Ognuno di noi deve trovare il suo modo e prima di riuscirci devi sbagliare. Ecco, sono sempre stato bravo ad accettare i miei errori e a lavorarci sopra». E bisognerebbe aggiungere la capacità di sacrificarsi. Lo spiega ai ragazzi: «Quando sono a Montecarlo, gioco un po` alla PlayStation. Vorrei toglierla ma non ci riesco proprio. Mi piace perché mi sento solo in quel momento, io ho sempre persone intorno. Vorrei leggere di più. Ma compro un libro, arrivo a metà e ne compro un altro. Ma la miglior cosa da togliere sarebbe la sveglia, così presto». E venne il giorno dei ragazzini, che tornano nei discorsi di Jannik durante la conferenza: «Da quando abbiamo vinto la Davis lo scorso anno, il tennis in Italia è cresciuto tantissimo. Poi io ho fatto ottimi risultati, ma non dobbiamo dimenticare quello che hanno fatto prima Fognini e Berrettini, delle ottime stagioni di Musetti, Cobolli, Arnaldi. L`obiettivo è sempre di far crescere questo sport che è molto bello. Se riusciamo a portare un bambino in più sui campi siamo contenti. Io lo sono. Il calcio è lo sport nazionale, ma ora tanti giocano a tennis». […]
Sinner ad alta velocità (Stefano Semeraro, La Stampa)
Il più elegante, nell`incanto del Teatro Carignano per la presentazione degli otto maestri delle Atp Finals, è Sascha Zverev, un modello in abito di velluto blu notte. Ma il più applaudito ovviamente è Jannik Sinner, in doppiopetto azzurro avio e mocassini con la fibbia, il tutto rigorosamente griffato Gucci. Fuori, su piazza Carignano e piazza Carlo Alberto, il doppio red carpet è assediato dai fan. Dentro, è la domanda di un ragazzo del pubblico che per un attimo semina il panico: «Jannik, tu sei il supereroe del tennis. Ma da piccolo, chi era il tuo supereroe?». La Volpe ci pensa, si arrovella, poi se ne esce con un nome: «Speed» che lascia perplessi anche i colleghi. Fra una risata e l`altra, si raggiunge un`intesa: «Ok, volevo dire Flash… Insomma, Speed, Flash: il senso è che io amo la velocità». Cambia lo scenario, fra i busti austeri del Museo del Risorgimento tocca agli interrogativi più seri. «Che cosa è cambiato dallo scorso anno? Tante cose, ma io sono sempre lo stesso», la butta lì Jannik, mentre al tavolo qualcuno suggerisce: manca Djokovic, il Maestro dei Maestri, che lo sconfisse in finale dodici mesi fa. «Alla fine siamo gli otto migliori tennisti della stagione, e non importa chi c`è nel mio gruppo. Il sorteggio non è una cosa che puoi controllare e ogni partita alle Finals è una battaglia. La gente come al solito si aspetta di vedere grandi match. Noi cercheremo di accontentarla». Jannik ha pescato Alex De Minaur, primo avversario domenica sera, l`arcirivale Daniil Medvedev (14 precedenti) e Taylor Fritz, sconfitto nella finale degli Us Open. La Sinnermania è un fenomeno ormai mondiale, legittima il sospetto che in Italia il suo profeta sia diventato persino più importante della religione che predica, quella del tennis. E che il culto della racchetta punti a superare quello del pallone. «No, superare il calcio è impossibile, e poi non deve esserci confronto, ciascuno sceglie di seguire lo sport che preferisce, anche se ovviamente vedere qualche giovane in più che inizia a impugnare una racchetta per noi dell`ambiente è una cosa bella. Da quando abbiamo vinto la Coppa Davis sicuramente il
tennis è in crescita, prima di me però c`erano Fognini e Berrettini, ora stanno facendo bene Musetti, Arnaldi e Cobolli, a me fa piacere far parte del gruppo». […]