Tutti con Sinner (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Dodicimila cuori che battono all`unisono. È sempre così quando gioca lui, lo Jannik nazionale. E sarà così anche questa sera, quando alla Inalpi Arena il numero 1 al mondo scenderà in campo alle 20.30 per uno dei grandi classici del circuito, la sfida contro Daniil Medvedev. A Sinner basta un solo set per essere sicuro di approdare alla semifinale, ma potrebbe scendere in campo già con la qualificazione in tasca se De Minaur vincesse anche solo un set con Fritz nella partita del pomeriggio. Rispetto ai rivali, Jannik può contare sulla spinta della marea azzurra, dentro e fuori dal palazzetto, in tutta la città. A Torino tutto parla di Sinner. Ieri, seduti al tavolino di un bar in piazza San Carlo, i famigliari del numero 1 al mondo erano letteralmente circondati da immagini pubblicitarie di Jannik.
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Jannik mancava dal suo pubblico da 12 mesi. Dopo aver saltato gli Internazionali per l`infortunio all`anca destra e la Davis a Bologna per le fatiche della vittoria a New York, si è finalmente presentato davanti alla sua gente, il suo popolo: «Spero di ripagare tutto questo tifo con un buon tennis, di dare spettacolo. A volte sembra che quello che succede non mi
tocchi, non mi emozioni, ma sono fatto così, non esprimo facilmente quello che ho dentro. Apprezzo tanto quello che sta succedendo intorno a me», ha spiegato poi distillando le solite gocce di umiltà: «Ognuno di noi è diverso, non c`è una regola sul come comportarsi. Cerco sempre di rispettare tutti, mi considero abbastanza umile, perché alla fine sono solo un giocatore di tennis. Noi tennisti non siamo persone importanti, semplicemente ce la caviamo bene con la racchetta: è uno sport e deve far divertire sia chi gioca che chi guarda». Divertimento Anche questa sera l`intenzione sarà quella di divertirsi e divertire. Medvedev, che tre anni fa qui gli rifilò un 6-0 sbadigliandogli in faccia, è sempre battaglia. I precedenti “ufficiali” dicono 7-7 ma l`ultimo incrocio, nell`esibizione di Riad, ha visto la vittoria di Jannik. Sarà sfida vera, col russo che cercherà un posto in semifinale e il nostro che proverà a rincorrere il jackpot da 4,6 milioni di euro che spetta a chi si laureerà campione da imbattuto.
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Social – Intanto, per avvicinarsi ancora di più al pubblico, Sinner ha deciso di aprirsi anche ai social, da lui mai particolarmente amati ma male necessario nel 2024 per un atleta globale com`è diventato lui. Anche in questo caso si è affidato a un professionista, Alex Meliss, altoatesino, che lo segue da questo torneo: «Ci troviamo molto bene – ha commentato il numero 1 al mondo -, ha capito lo spirito del team e siamo tutti contenti di averlo». La sfida è arrivare a quanti più tifosi possibili, e veicolare immagini e brand che hanno investito su di lui: l`obiettivo è raggiungere i 6,3 milioni di follower di Alcaraz, oltre il doppio dei suoi 2,9. AI palazzetto, poi, imperversano i cappellini ufficiali di Jannik, che qui a Torino ha lanciato la linea di merchandising Nike a lui dedicata, col simbolo della volpe. C`è un pezzo di Sinner per tutti.
Sinner le due partite (Pietro Guerrini, Tuttosport)
Si potrebbe mettere due eventi sportivi in diretta tv nazionale per vedere l`effetto che fa. Due sport sui primi due canali Rai, in un Paese che va sul podio europeo dei sedentari. Non è curioso e meraviglioso tutto questo? Jannik Sinner si presta stasera all`interessante esperimento sociologico. Mettete il rosso in diretta tv in chiaro e quasi in contemporanea con il calcio. E attendete il risultato. Che nella testa di molti, a cominciare da esperti di marketing per finire ai sociologi, vale più dei risultati delle partite. Ci sarà sicuramente qualcuno che ha fatto exit poli, sondaggi, che si sarà espresso su social e quant’ altro. Noi preferiamo l`analisi dei dati, la valutazione. Che potrà essere spunto anche per chi conta e decide. Certo, Jannik è un fenomeno. Ma il suo effetto traino è innegabile e non soltanto sul movimento.
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E oggi Daniil dice: «Io so cosa fare, ma so pure che giocando il milio miglior tennis e la mia migliore tattica potrò perdere comunque con Jannik. È troppo forte». Il “tutti” per Jannik arrivò poi a Torino, contro Djokovic. Ma dicevamo che Jannik nega l`esistenza di una rivalità montante caldo-tennis sul tema popolarità: «È soltanto un bene che in Italia ci sia questa grande passione per i due sport. Io non ho chiesto di giocare la sera, non ho chiesto nulla. Faccio il tifo per la Nazionale, speriamo che sia una giornata di festa per il calcio e per il tennis». Sarà un motivo d`interesse sicuro nel dopo partita perché nella partita a Jannik basta poco: un set, addirittura nove game in due set persi, per essere qualificato e sicuro del primo posto. E poi tutti e due entreranno in campo conoscendo la situazione, con il risultato tra De Minaur (ancora a zero) e Fritz in ghiacciaia Sinner ama il calcio, è milanista E ha anche amici nel calcio. Martedì sera la scenetta dell`incontro con Max Allegri ha fatto il giro dei social. Con Jannik che dice ad Allegri “ho visto, l`altro giorno, un bel rovescio”. E Panichi che parlava di ispirazione per il passante diventato storico.
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Ma soprattutto a proposito della popolarità e sulla gestione del successo: «Cerco sempre di rispettare le persone, mi considero uno umile, siamo solo giocatori di tennis, non siamo persone importanti, semplicemente giochiamo bene a tennis. Alla fine è uno sport che deve far divertire noi e le persone che guardano. Le conferenze stampe e le interviste fanno parte del mio mestiere, intorno a me ho delle persone oneste che anche quando sbaglio mi dicono la verità. Mi circondo dí persone oneste per questo. Sono una persona che apprezza molto quello che sta succedendo intorno a me». Ecco, Jannik fa certamente divertire e trasmette anche messaggi. Intende chiudere l`anno magico al meglio, dunque volerà anche a Malaga. Anche perché del futuro, soprattutto l`immediato con il ricorso Wada pendente, non c`è certezza assoluta. Anche se lui ha detto nelle settimane scorse che intende giocare per altri 15 anni. Sa che altri campioni, raggiunta la vetta prima o poi hanno smesso, hanno bruciato le energie mentali, si sono sentiti appagati, o magari si sono detti se fosse tutto lì il risultato di un lungo inseguire: «Vedremo in futuro se saprò resistere o meno al vertice del tennis. Sono molto contento di essere in questa posizione e so anche che posso migliorare tante cose. Posso continuare a migliorare e continuo a guardare questo aspetto più che la classifica Stiamo cercando di andare avanti così per rimanere a questi livelli e migliorare ancora». Il futuro per Jannik è oggi. È Medvedev battuto 8 volte in 13 mesi, con l`unica sconfitta a Wimbledon in condizioni difficili per Sinner […]
Sinner partita doppia (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
Gli altri ci rimettono la salute nel tentativo di stargli dietro e lui chiude l`allenamento – palleggio ad alta intensità sulla diagonale del rovescio in previsione del solito gioco a scacchi con Medvedev – con la petanque casereccia che lo diverte tanto in questi giorni: team riunito a rete, partecipa anche il fratello Mark, va a segno chi fa rotolare la palla più vicino alla riga di fondo. Jannik e Mark perdono e, per punizione, vengono presi a paliate spalle al campo. Dura la vita degli anti-Sinner nell`anno domini 2024, bello e terribile, che stasera propone l`inedita sfida tra Nazionale di calcio azzurra e fidanzato d`Italia, Nations League su Raiuno contro Atp Finals su Raidue (e Sky Sport, che detiene i primi diritti del torneo e ha imposto il match di cartello in prime time), l`affezione nazionalpopolare per il pallone come ultimo baluardo al dilagare della passione tennistica.
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Se Zverev è uno degli ultimi ad avere un record positivo con Jannik (4-2 ma l`ultimo incrocio, a Cincinnati, è targato Italia), Medvedev da Pechino 2023 è sprofondato in un buco nero: sette sconfitte con Sinner in un anno, l`unica vittoria arrivata a Wimbledon lo scorso luglio complice il malore di un ragazzo che aveva passato in bianco la notte della vigilia tra i fantasmi del caso Clostebol. Stasera a Torino, vivere o morire, il russo ritrova la sua nemesi: «So perfettamente cosa fare contro Sinner e quali colpi giocare, il problema è che lui è in una forma strepitosa». E poi c`è Alcaraz, che ha smaltito l`intossicazione alimentare (c`è un virus che gira nel palazzetto e che ha colpito anche la moglie di Becker) trovando nel cerottino sul naso e nel balsamo al mentolo sniffato ai cambi di campo un valido alleato contro il raffreddore. Martedì aveva fermato dopo dieci minuti l`allenamento ma contro Rublev, ieri, è apparso rinato: «Bisogna saper dare il meglio anche quando si è malaticci, sto ritrovando il mio tennis».
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La programmazione di Sinner, in funzione dei Major e delle Atp Finals in casa, ha dato i suoi frutti. Medvedev per la sesta volta da gennaio è il passaggio obbligato verso la gloria da profeta in patria. Il feroce kappaò subito da Jannik in rimonta all’Australian Open riemerge come una memoria dal sottosuolo.
“Sinner, un vero numero 1. Scherzi, insulti e follie il mio tennis non c`è più” (Stefano Semeraro, La Stampa)
lie Nastase e il suo doppio, difficile capire chi diverte di più. Se Ilie in persona, il primo numero 1 nella storia del computer – anno di grazia 1973 – che oggi pomeriggio sarà presente all`Inalpi Arena per salutare il suo ultimo discendente, Jannik Sinner. O il Nastase campione e agente provocatore, fuoriclasse e playboy, ammirabile al cinema Nazionale stasera a Torino, e il 18, 19 e 20 novembre in tutta Italia, protagonista di «Nasty», un bellissimo, esilarante, commovente docufilm sulla sua vita. Nastase, si è più commosso o divertito a rivedersi sullo schermo? «Ti vengono alla mente soprattutto i rimpianti. Ma se sei bravo non lo dici». Uno ce lo svela lo stesso? «Non aver potuto mostrare la scena di quando a Monte-Carlo feci buttare un gatto nero in campo per fare arrabbiare Adriano. La sera prima uno ci aveva attraversato la strada mentre andavamo al ristorante, Adriano era diventato matto, infatti si arrabbiò tantissimo e io vinsi facile. Ma nessuno ha il filmato…». Faceva tanti scherzi? «Sì, e se li faceva qualcun altro tutti pensavano comunque che ero stato io».
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Oggi sarebbe impossibile. «Quest`anno a Dubai Rublev ha detto qualcosa in russo alla giudice di linea, e l`hanno buttato fuori. Io non sarei riuscito a giocare tre partite in fila». Era meglio allora? «Le regole non erano così dure. Comunque anche ai miei tempi c`erano le multe. Essere Nastase non era gratis». Chi è il Nastase di oggi? «Non esiste, impossibile. Dopo di me c`è stato McEnroe, un po` Connors. Non puoi neanche guardare storto il giudice di sedia. Ma non fatemi paragonare il tennis di oggi a quello di allora. Sono troppo diversi». Sinner oggi è davvero il più forte o le piace di più Alcaraz? «Sono tutti forti. Jannik oggi è il numero 1, ma non so quanto dura: un anno, due, cinque? Difficile dirlo. Il più forte è quello che vince di più, no?». Che cosa la impressiona di lui? «Che è completo, ha tutti i col- pi. Serve molto bene, ed è fondamentale. E il campione del momento». Ha un consiglio da dargli quando lo incontrerà? «Sa, ai miei tempi c`erano gli australiani che erano i più forti. Mi chiedevano: quanto ti alleni? E io: “Non so, mezz`ora, venti minuti…”. “No, devi giocare doppio e doppio misto”. Così ho vinto due volte il misto a Wimbledon e cinque doppi negli Slam. A Jannik servirebbe per migliorare un po` la volée».
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Sinner ha vinto 6 milioni di dollari in un`esibizione. Invidioso? «No, perché quelli prima di me guadagnavano meno di me e quelli dopo Sinner guadagneranno più di lui». Qual è la vittoria di cui va più orgoglioso? «Vincere, perdere… Per me non era così importante. La più bella partita che ho giocato l`ho persa in finale a Wimbledon contro Stan Smith, 7-5 al quinto. Non c`erano le sedie, non ci riposavamo al cambio campo, al massimo bevevamo un sorso d`aranciata. Se la giocassimo oggi durerebbe sette ore». Resta una sconfitta. «Due mesi dopo agli Us Open ero sotto due set a 1 e 5-2 contro Ashe in finale, e ho vinto io. Forse se avessi vinto a Wimbledon avrei perso lì, chi lo sa». Nel film lei e Tiriac sembrate una coppia di comici. «Sì, ma sono io quello che fa ridere. Ion è più serio». Tiriac sostiene che è colpa sua se la Romania ha perso la finale di Coppa Davis del `72 a Bucarest contro gli Usa. È vero? «Io avevo giocato gli Us Open, poi ero andato a Seattle, a Los Angeles e sono arrivato tardi. Non me lo ha mai perdonato».
La Davis di oggi le piace? «Non è più la Davis. Non per me. Allora bisognava giocare sette incontri per vincerla. Si giocava in tutti i Paesi, era una grande pubblicità per il tennis. Oggi si gioca in una sola nazione: non ha senso». […]
Bolelli e Vavassori all’ultima chiamata (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Andrea Vavassori e Simone Bolelli non hanno ripetuto la prestazione della prima giornata alle Finals. Opposti al tandem germanico, n° 8 nella Race di specialità, formato da Krawietz e Puetz, si sono arresi in due set (7-5 6-4) al termine di un`ora e 28 minuti di gioco. La sfida si è decisa su pochi punti, interpretati meglio dai tedeschi che grazie a questo successo si sono , assicurati un posto in semifinale. I due azzurri sono partiti meglio dai blocchi e nel terzo game si sono procurati due palle break sul servizio di Puetz, senza trasformarle. Ne hanno avuta un`altra sullo score di 3-3 con esito ugualmente negativo. La risposta, che tanto era risultata efficace contro Bopanna/ Ebden, ieri ha funzionato solo a Fasi alterne e in particolare il bolognese ha incontrato molte difficoltà per portarla a segno. Vavassori ha reso un po` meglio con questo fondamentale risultando molto efficace con le chiusure di volo e gli smash.
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Il bilancio tra le due coppie ora è in perfetta parità (2-2). Sarà determinante il match di domani tra Vavassori e Bolelli e Arevalo/Pavic, numeri uno della Race, per decidere il secondo tandem promosso in semifinale. Una sorta di finale anticipata senza possibilità di appello.Così gli azzurri in conferenza stampa post match: «La Formula non ci ha premiati – ha detto Bolelli – nei grandi eventi dovrebbe esserci la stessa degli Slam. Bastano pochi punti a fare la differenza, a volte può andare bene a volte no, come capitato questa sera. La nostra risposta è stata meno decisiva rispetto alla prima giornata, in particolare la mia». Ora Arevalo e Pavic, tandem con il quale i precedenti (O3) non sono favorevoli: «È giunto il momento di interrompere la serie – ha sintetizzato Vavassori – e quella di Torino è l`atmosfera ideale per farlo. Abbiamo lavorato bene e cercheremo di dimostrarlo. Usciamo in ogni caso dal campo a testa alta con all`attivo due match ben giocati».