Dalla nostra inviata a Torino, Margherita Sciaulino
Max Benzoni lavora in Redbull da 12 anni ed è il dj delle Nitto ATP Finals di Torino dalla loro prima edizione. Partito dalle Next Gen di Milano, quando ha sentito che c’era bisogno di qualcuno che accompagnasse a suon di musica i giovani atleti in campo. Da Milano è arrivato a Torino dove non ha mai lasciato un giorno la sua postazione. Benzoni ha la vista più invidiabile dell’Inalpi Arena e mentre racconta a Ubitennis come funziona il lavoro di un DJ, affiancato a uno sport silenzioso come tennis, dalla sua postazione osserviamo Jannik Sinner allenarsi con il suo team in vista della semifinale contro Casper Ruud delle ore 20.30.
D: Come funziona la scelta delle canzoni per la playlist delle Finals?
Benzoni: “C’è tanto lavoro fatto da casa perché devo essere sicuro che tutte le canzoni rispettino le regole fondamentali: non ci devono essere parolacce, l’artista non deve essere stato in carcere o avere problemi con la legge. Poi devo cercare di variare un po’ l’epoca delle canzoni, passando dagli anni ’60, fino ai nostri giorni. E poi chiaramente devo creare un bel mood per tutti, che è la cosa più complessa. Devo sempre considerare che dentro l’arena c’è gente di ogni età e con gusti molto diversi, non è facile accontentare tutti quindi cerco di variare”.
D: Se gioca Sinner prediligi le canzoni italiane?
Benzoni: “Si, o meglio, visto che siamo a Torino quando gioca Sinner cerco di mettere le canzoni dei torinesi. Come per esempio: Gabry Ponte, Gigi d’Agostino. Ho messo anche i Subsonica”.
D: Qual è il tuo momento preferito?
Benzoni: “Senza dubbio le intro: quando i giocatori entrano in campo, il volume è fortissimo e c’è un’energia fortissima. In quel momento mi hanno dato libera scelta e posso scegliere io la canzone che preferisco”.
D: Sei un appassionato di tennis?
Benzoni: “No ma per ovvi motivi lo sono diventato. Ho seguito tutta la carriera di Sinner dalle Next Gen e come tanti, mi sono appassionato grazie al suo tennis. Ho visto tutto l’impegno che ci ha messo per arrivare fin qui, è cambiato in un modo impressionante”.
D: Ti è mai capitato che ti partisse la musica mentre i giocatori stavano giocando?
Benzoni: “Mi è capitato il primo anno, quando c’era il Covid. Anche se i giocatori non stavano ancora giocando, erano pronti a riprendere dalla pausa, ma non toccava a me. Qui in campo ci sono due regie, la mia per la musica e quella a bordo campo che si occupa delle pubblicità e dove decidono i contenuti. Sono loro che decidono quando tocca a me. E quell’anno per sbaglio ho fatto partite la musica al massimo ma l’ho staccata subito e ho chiesto scusa. Non c’è stata nessuna conseguenza. (ride)”
D: Le canzoni che metti variano in base ai momenti specifici delle partite? Se è un momento tranquillo magari scegli una canzone diversa da un momento nel quale c’è più tensione?
Benzoni: “Si c’è un percorso al quale penso. Ti prendo l’esempio di Sinner, se sta vincendo cerco di scegliere una canzone che fomenti ancora di più il pubblico. Se invece non sta andando bene, cerco magari una canzone un pochino diversa, ma che sia motivante per incitare il pubblico a restare positivo”.
D: E quando c’è un momento drammatico, per esempio se un giocatore è visibilmente arrabbiato, hai più difficoltà a mettere una canzone allegra?
Benzoni: “C’è stato un anno in cui Medvedev era seduto sulla sedia a un cambio campo, ed era affranto. Aveva persino le lacrime che gli scendevano dagli occhi. Però la regia mi ha chiesto di partite e io ho messo una canzone da ballare, come da programma. La cosa terribile era che mentre io suonavo quella canzone, la telecamera inquadrava Medvedev in lacrime e tutti potevano vederlo. Stonava proprio tanto come scena, mi sentivo molto in difficoltà”.
D: A che ora inizi a lavorare? Resti qui tutto il giorno?
Benzoni: “Arrivo alle 9 la mattina perché i cancelli aprono alle 10 e devo essere già pronto. Poi si resto qui tutto il giorno. Ma la cosa incredibile è che non ho mai visto una partita, nonostante io abbia la vista più bella (ride). Però è vero, mentre giocano devo sempre prepararmi per la canzone successiva e non ho davvero tempo di guardarli”.
D: Che cosa ti porti a casa da questa edizione delle Nitto ATP Finals?
Benzoni: “La musica serve a dare supporto alle persone. Ma non solo al pubblico, anche a tutte le persone che fanno parte dello staff e che ogni giorno lavorano duramente per realizzare questo grande evento. Ieri alcuni membri dello staff mi hanno chiesto di mettere una canzone di Tiziano Ferro e io non sapevo bene quando metterla. Poi ho scelto di metterla poco prima che mettessero il telo bianco sul campo e mi hanno detto che nei corridoi sotto e intorno al campo, tutti i ragazzi cantavano la canzone di Tiziano Ferro felici e che c’era un mood bellissimo. Mi sono davvero emozionato, è per cose come queste che faccio il mio lavoro con passione”.