Il nostro viaggio per i circoli che ogni domenica si danno battaglia nel campionato di Serie A1 ci porta ad esplorare la storia del Tennis Club Pistoia. Il circolo toscano ha compiuto 65 anni e dal primo campo situato su Viale Adua è cresciuto sino a diventare uno dei 16 circoli migliori d’Italia. Un circolo che è cresciuto anno dopo anno e grazie al lavoro di chi ha creduto nel progetto sta diventando un polo attrattivo per i giovani che in Toscana puntano a fare un determinato percorso.
La squadra di serie A1 è la punta di diamante ma il circolo ha anche una squadra al femminile, che gioca in B2, e diverse squadre che competono a livello giovanile. I weekend dedicati alla competizione a squadre si trasformano per il circolo pistoiese in un momento di adunata generale con soci, ragazzini e famiglie pronti a tifare per i propri giocatori. Il lavoro del circolo si basa sull’impegno a 360 gradi di maestri e staff per supportare i propri ragazzi. Maestri che accompagnano i ragazzi per i tornei dei vari circuiti, da quelli giovanili sino a quelli internazionali.
Per parlare della stagione di Serie A1, del lavoro del circolo, della filosofia del TC Pistoia abbiamo intervistato, prima della disputa dei play-out, il direttore sportivo Paolo Bonari e il direttore tecnico, nonché capitano della squadra di A1, Tommaso Brunetti.
D: Al momento del sorteggio sapevate che sarebbe stato un girone complicato. Nel vostro gruppo c’erano squadre solide come TC Rungg e Sassuolo che sulla carta avevano qualcosa in più. Il vostro obiettivo è la terza salvezza consecutiva dopo quella raggiunta lo scorso anno ai play out e gli ottimi risultati dei due anni precedenti. Come valutate la stagione finora?
TOMMASO BRUNETTI: “Per quanto riguarda il girone, occorre sottolineare che, anche se dai punteggi potrebbe non sembrare, noi ci siamo giocati tutti gli incontri. In ogni match ci sono stati tanti incontri chiusi punto a punto. Questo vale anche per i match di doppio che, devo dire, non sono mai girati a nostro favore. Da questo punto di vista abbiamo un credito verso questo campionato. La cosa su cui avevamo fatto fede era che, magari, le squadre non si presentassero sempre al loro completo. Questo non è avvenuto perché sostanzialmente ci siamo ritrovati a giocare con tutte le squadre che, bene o male, a grandi linee schieravano la loro migliore formazione. Si sapeva che poteva essere un girone difficile. Potevamo magari sperare che Parioli avesse ogni tanto qualche assenza in più, ma così non è stato.
Il rimpianto più grande, secondo me, rimane la partita in casa contro il TC Rungg. Grazie a due imprese di Trevisan e Rossi conducevamo per tre a uno dopo singolari. Purtroppo non siamo riusciti a concretizzare nemmeno uno dei due doppi, perdendone uno al super tiebreak. Quella è stata la chiave di volta del girone che ci ha fatto arrivare quarti. Detto questo, abbiamo ancora due partite da giocare, quindi fino all’ultimo proveremo a salvarci anche per quest’anno.”
D: Il discorso salvezza ovviamente non è chiuso. La sorte vi ha assegnato un derby, quello con il TC Sinalunga. Come valutate questa sfida?
TOMMASO BRUNETTI: “Il sorteggio non è stato dei migliori. Stiamo parlando di una squadra che ha vinto il titolo due anni fa e l’anno scorso ha perso un finale che aveva quasi praticamente vinto. Quest’anno ha pagato un girone molto tosto e ha pagato l’assenza di Matteo Gigante che ha giocato solo due partite su sei del girone. Questo, in un girone molto competitivo, li ha penalizzati e li ha fatti arrivare terzi. È chiaro che con la formazione al completo, Sinalunga rimane una delle squadre più forti del campionato, ma se dovesse avere qualche defezione, diventa una squadra che anche per noi è giocabile e si può provare a batterli.”
D: Parlando della vostra rosa voi fate affidamento su 3 giocatori del vostro vivaio: Rossi, Vatteroni e Landini. A loro tre si affianca la figura di Matteo Trevisan, che è anche maestro al circolo. Quanto è importante avere dei giocatori che sono cresciuti nel circolo e quindi che hanno un legame personale, e qual è il contributo di una figura come Matteo Trevisan?
PAOLO BONARI: “Matteo Trevisan è con noi da qualche anno e ha portato quell’autorevolezza che adesso stiamo acquisendo anche con gli altri maestri. Lui è stato la persona che da questo punto di vista ci ha fatto un po’ svoltare. Il suo arrivo ci ha permesso di coinvolgere sempre di più giocatori che provengono da altre parti. È chiaro che Leonardo Rossi, Vatteroni, Jacopo Landini, chi più chi meno, sono ragazzi cresciuti con noi ed è chiaro che l’attaccamento al club certe volte può a fare la differenza, perché ti dà quello spunto in più in campo e quella motivazione in più per portare a casa la partita. Poi però è sempre anche una questione caratteriale. Quest’anno abbiamo uno degli stranieri, Clement Chidekh, che, nonostante che fosse la prima volta che ci incontravamo, è stato un ragazzo molto presente e molto attaccato alla squadra. Questo vuol dire che siamo un gruppo ben coeso, ben compatto, che va oltre le difficoltà. Quest’anno il girone ce ne ha proposte svariate e non siamo stati nemmeno aiutati dalla fortuna.
Non dimentichiamo nemmeno che abbiamo perso un giocatore subito prima dell’inizio del campionato. Baroni, che è un ragazzo giovane, che lo scorso anno ha fatto molto bene ed era anche in una fase importante di crescita, è andato all’estero a frequentare un college negli Stati Uniti. Questo è positivo per lui, ma è chiaro che per noi è stato un momento di difficile perché abbiamo dovuto promuovere nuovamente Matteo Trevisan come numero 4. Se ci fosse stato Baroni in squadra, Trevisan sarebbe rimasto fresco per il doppio. Matteo è un giocatore molto forte, ma sappiamo tutti che non è più un ragazzino. Fa il maestro, quindi l’agonismo non è più tanto nelle sue corde, ma quest’anno devo dire ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e siamo stati molto contenti di questa sua dedizione alla squadra che non era del tutto scontata.
Aggiungo che come circolo stiamo lavorando in modo importante e ci stiamo impegnando per costruire i Rossi, i Landini e i Vatteroni del futuro, perché crediamo molto in questa impostazione. Siamo convinti che, se un domani dal nostro lavoro emergesse un giocatore come Gigante, magari ci presenteremo al via delle competizioni con altre ambizioni, anche più sostenute.”
D: Lo scorso anno in rosa avevate Horansky. Quest’anno avete fatto una variazione e sono arrivati tre ragazzi stranieri: i due francesi Chidekh e Marie e il bulgaro Kuzmanov, che si sono alternati nelle varie giornate (giocando due giornate a testa). Quali sono state le motivazioni che vi hanno portato a selezionarli e come valutate il loro contributo, anche in termini di impatto in una realtà come Pistoia?
TOMMASO BRUNETTI: “Con Horansky avevamo un bellissimo rapporto e l’anno scorso ci siamo lasciati benissimo perché lui ha giocato tutto il campionato con grande impegno, tra l’altro, chiudendo imbattuto in singolare. Però c’era una considerazione importante da fare: lui ha interrotto l’attività ATP e ogni anno, non giocando in Italia, scendeva in classifica. Questo implicava che, in una squadra come la nostra che non ha italiani di livello eccelso, lui sarebbe andato a giocare sempre in posizione numero 3 o 4. Questo avrebbe messo molto in difficoltà tutto il resto della squadra e i ragazzi che si sarebbero trovati a giocare nelle posizioni più alte.
Essendo vincolati ad avere solo uno straniero e dovendo scegliere dove posizionarlo, abbiamo fatto la scelta di salutare Horansky e puntare su tre ragazzi che avessero una classifica per giocare da numero 1. Tutto ciò avrebbe assunto ancora più significato se, come da nostra programmazione, ci fosse stato anche Baroni. Questo ci avrebbe dato un parco di scelte ancora più importante. In ogni caso, abbiamo messo lo straniero al numero 1, che è riuscito a vincere, chiunque sia stato, quattro partite su sei del girone. In questo modo gli altri ragazzi si sono giocati le partite nei singolari in posizioni un pochino più basse.
Per quanto riguarda il merito delle loro prestazioni, la sorpresa è stata Chidekh. Non per il valore di gioco, che comunque su superfici veloci è veramente alto e lo testimonia anche il ranking, perché ora è 195. È un ragazzo che ha fatto il college in America e quindi è nato per fare competizioni a squadre. Gli piace, sta bene nel gruppo e tifa per gli altri. La prima partita è arrivato due giorni prima che dovessimo giocare e questo ci ha portato a legare molto a livello caratteriale, ancora più che con gli altri. Tutti loro, comunque, hanno fornito un contributo importante: hanno tutti giocato ogni palla e hanno venduto cara la pelle in tutte le partite che hanno fatto. Peccato per la partita di Kuzmanov a Roma. Fisicamente non era al 100% e quindi, pur avendo perso contro un avversario molto forte, forse in quella partita avrebbe potuto fare qualcosina in più. In generale, a livello di impegno, di affiatamento e di inserimento nella squadra siamo rimasti contenti di tutti e tre i ragazzi, che sono tre professionisti importanti.”
D: Il circolo sta vivendo un periodo positivo in termini di crescita dei tesserati. L’agonismo è sicuramente un’attività rilevante per il circolo, ma state vedendo anche una crescita sia lato giovanissimi sia lato adulti. Come valutate la risposta delle persone e la crescita in termini di popolarità del tennis?
PAOLO BONARI: “Devo dire che quest’anno abbiamo avuto una risposta importante dalle famiglie, prima di tutto. Siamo passati da 150 bambini, che erano le iscrizioni iniziali dello scorso anno, a 190, quindi una crescita importante. Abbiamo assistito anche a un ritorno di fiamma per le persone non più giovanissime. Abbiamo circa 130 iscritti al corso adulti. Devo dire che grazie a Trevisan e al lavoro di Tommaso siamo diventati un polo attrattivo anche per qualche talento che proviene da circoli vicini, e anche non così vicini. Siamo veramente soddisfatti e la nostra preoccupazione è quella di ampliare l’offerta di servizi. Dobbiamo tenere conto non solo di tutto quello che abbiamo detto, ma anche del socio o del semplice cittadino che vuole giocare a tennis, dato che siamo un circolo comunale.”
TOMMASO BRUNETTI: “La crescita del circolo è stata costante sotto tutti i fronti. C’è stato un incremento nel numero di allievi della scuola. Lo stesso per quanto riguarda gli adulti, ma anche per quello che concerne l’agonistica, ed era quello che il circolo si augurava. È chiaro che in una realtà di circolo sostenere un’attività agonistica, dare una mano ai suoi atleti di punta e finanziare i campionati a squadre non è semplice. C’è bisogno di un bacino d’utenza che sia grande e che sostenga alla base tutto il movimento. Per quanto riguarda i ragazzi di perfezionamento, specializzazione e poi qualcuno di alto livello, sicuramente iniziamo ad avere dei numeri importanti.
Partendo dall’under 10 fino ad arrivare a Leonardo Rossi, noi abbiamo 48 atleti in questo momento che fanno agonismo e si allenano nel nostro circolo. Si tratta di un numero importante e che, anche per la struttura che abbiamo, ci porta a essere abbastanza al limite e ad avere carichi di lavoro. D’altro canto, ci fa molto piacere perché, alle spalle di Leonardo, sta crescendo un gruppo di ragazzini juniores, alcuni dei quali convocati nei raduni nazionali che partecipano stabilmente a competizioni internazionali. Questo ci rende sicuramente un circolo che a livello toscano è molto attrattivo per tutti quei ragazzi che scelgono di voler fare un certo tipo di percorso nel mondo del tennis.”
D: Le competizioni a squadre sono qualcosa di non ordinario per questi ragazzi nella loro vita nel circuito. In questi tornei pesa sempre di più l’importanza del doppio. Vi volevo chiedere come vi approcciate nel vostro lavoro quotidiano, non tanto per quanto riguarda la prima squadra, ma con i ragazzi, nel loro percorso di crescita. Quanto tempo dedicano all’allenamento del doppio considerando l’impatto che ha nel modo di giocare in singolare, alla luce del fatto che puoi migliorare aspetti come servizio e il gioco a rete che hanno una certa rilevanza nel tennis moderno?
TOMMASO BRUNETTI: “Sono completamente d’accordo però non è facile. Per quanto riguarda la prima squadra, avendo sempre uno/due giocatori che sono fuori, non è semplice trovare l’alchimia e poter provare i meccanismi. Devi avere la fortuna che alcune delle coppie siano affiatate dagli anni precedenti. Altrimenti bisogna testare tutto domenica quando i ragazzi vengono a giocare. Questa è stata la difficoltà che noi abbiamo affrontato quando abbiamo inserito lo straniero. Le altre coppie che noi schieriamo sono più collaudate e sono giocatori che si conoscono molto bene. Con lo straniero questo non è non è semplice, soprattutto quando non avevamo Chidekh. Da questo punto di vista abbiamo fatto un po’ fatica ad assemblare un doppio forte perché sia Kuzmanov sia Marie sono due ottimi singolaristi, ma in doppio non hanno il valore che hanno un singolare. Quindi abbiamo fatto fatica a chiudere le partite che potevamo vincere.
Per quanto riguarda il lavoro con i ragazzi, da questo punto di vista è molto importante anche il lavoro che sta facendo la Federazione con i raduni sia quelli provinciali, regionali e nazionali, dove io e gli altri maestri andiamo spesso ad accompagnare i nostri ragazzi. In questi raduni si dà un importanza prioritaria sia al doppio sia a tutte le caratteristiche che sono importanti per giocarlo, ossia i colpi di inizio gioco: servizio, risposta e gioco a rete. Si cerca di enfatizzare sempre di più un aspetto che per tanti anni è stato trascurato e che nella realtà di circolo non è semplice allenare. Da questo punto di vista, giocare le competizioni a squadre, giocare tornei in cui ci sia anche il doppio, partecipare a questo tipo di attività che la Federazione propone è importante per i ragazzi. Soltanto col lavoro della scuola tennis il doppio non è un aspetto semplice da allenare.”
D: La Serie A1 per un circolo ha sicuramente dei costi. Voi avete come sponsor principale Vannucci Piante, che dà anche il nome alla squadra. Mi chiedo quindi quanto è importante il supporto degli sponsor per affrontare la stagione?
PAOLO BONARI: “Direi che è fondamentale, non solo il main sponsor che è Vannucci. Noi siamo tranquilli di ritrovarlo al nostro fianco qualsiasi sia il nostro destino. Quest’anno abbiamo incrementato in modo abbastanza importante il contributo degli sponsor vari. Non mi sto riferendo solo alla squadra di A1 perché noi puntiamo molto a costruire sotto tutti gli aspetti. Abbiamo trovato persone che hanno piacere a sostenere anche la nostra squadra di B2 femminile, che è sponsorizzata dallo studio Del Pinto & associati, nella quale gioca una ragazza che sta crescendo molto bene, Sveva Pieroni, e quindi sicuramente ha bisogno di supporto. Poi scendendo ancora, penso ai nostri ragazzini più piccoli. Ne abbiamo avuti un paio che si sono qualificati per il master nazionale, quindi è chiaro che noi cerchiamo sempre un supporto economico.
Noi abbiamo avuto negli anni diverse squadre di punta, non sempre in A1, ma anche quando siamo stati in B o in C. Questo grazie alla bravura di chi c’è stato alla guida della squadra e dei giocatori che abbiamo ingaggiato e scelto con lungimiranza. Come non sottolineare la scelta di Vavassori portato qua a 16-17 anni e poi fatto crescere nell’ambito della nostra struttura. Gli sponsor sono importanti. Stiamo cercando sempre di più di portarne dentro, di appassionarli al tennis perché ci sono ragazzi che sono in giro per i tornei future ed è chiaro che per le famiglie l’impatto economico è importante. Quindi se noi riuscissimo come circolo a renderci disponibili per sostenere in qualche modo questa attività e quindi alleviare un po’ il peso economico che grava sulle famiglie, avremmo raggiunto uno degli obiettivi che ci stiamo ponendo.”
D: In chiusura vi chiedo una considerazione generale sul lavoro svolto e sugli obiettivi futuri
TOMMASO BRUNETTI: “Noi abbiamo iniziato l’anno e facendo delle scelte molto chiare e coerenti. Il nostro è un circolo che ha potenziato tantissimo la sua struttura. Sono stati rifatti i campi, sono state aggiunte delle coperture ed è stata rinnovata la palestra. Inoltre, lo staff tecnico negli ultimi 5 anni ha avuto un incremento a livello di professionalità e di numeri veramente molto importante. Tutto questo è stato fatto nell’ottica di avere un bacino di utenza sempre più grande e di essere attrattivo per quei ragazzi che scelgono di fare un certo tipo di percorso. Quest’anno abbiamo lo straniero che affianchiamo ai nostri ragazzi e al nostro maestro. In prospettiva futura la nostra idea di competizione a squadre, così come stiamo già facendo anche nel femminile, è che il nostro bacino sia la fonte primaria di sostentamento della squadra.
Abbiamo l’obiettivo di disputare la competizione con l’80-90% di atleti che fanno base presso il nostro circolo, che si allenano qua e sono seguiti a livello tecnico a 360 ° dai maestri del nostro circolo. Il risultato della prima squadra è un momento bellissimo, che ci fa piacere, però qualsiasi sarà la categoria, il nostro obiettivo principale è quello che cresca il circolo, che cresca la struttura, che cresca lo staff e che la squadra sia il giusto sfogo di tutto questo movimento creiamo. Coerentemente portiamo avanti questa idea pur mettendo in campo ogni domenica la squadra migliore che riusciamo a mettere. Questa è un po’ la nostra idea e la nostra filosofia.”