La tanto attesa “svolta”, a seguito del tremendo febbraio di Sascha Zverev, ha deluso le aspettative, trasformando in un incubo anche la brevissima permanenza nel “Tennis Paradise”, che invece di ridare linfa all’appannato numero due del mondo, ne ha amplificato le incertezze e lo sconforto. “Faccio sempre fatica contro di lui – confessa Zverev, dopo la sconfitta al tie-break del terzo set contro Griekspoor – è sicuramente un giocatore complicato per me. Anche quando vinco, molte partite sono molto combattute. Ha giocato un buon match. Non c’è dubbio. Ma devo guardare un po’ a me stesso, e non sono neanche lontanamente al punto in cui vorrei essere”
L’emblematico finale di match tra il tedesco e l’olandese, mostra le due facce della medaglia dello sport più bello e crudele del mondo, dove il pareggio è inesistente, ed ogni duello ha un vinto ed un vincitore. Al momento della stretta di mano, il volto del campione Olimpico di Tokyo è rabbuiato. Sascha incomincia a somatizzare le occasione mancate per la famigerata “caccia a Sinner”, come se fosse succube di una pressione così forte da risentirne pesantemente nel gioco, e dunque nelle prestazioni. “Posso stare qui a cercare scuse, ma non sto giocando un buon tennis al momento. È evidente – sottolinea il teutonico nella conferenza stampa post-match – non sto giocando al livello che vorrei, sicuramente non sto giocando neanche lontanamente da come ho fatto in Australia. Questo è il risultato finale, non so, magari dell’Australian Open. Sono solo deluso dal mio gioco, questa è questione principale”.
La pesante autocritica di Zverev riporta il tedesco con i piedi per terra dopo un avvio sfavillante di stagione, e la conseguente sospensione di Jannik Sinner, che ha messo parecchi grilli nella testa del numero due del mondo, puntando il mirino sul primato in classifica. “All’inizio sì. Ora lo è meno (l’idea di diventare numero uno, ndr) perché sto giocando malissimo. Devo trovare il mio gioco prima di pensare a ciò, perché per diventare numero 1 del mondo bisogna vincere i tornei. Al momento non ho superato il primo o il secondo turno. Quindi devo prima capire cosa fare“.
Sino a poche settimane fa, lo scenario per il numero uno azzurro – obbligato a rimanere fuori dalle competizioni sino al 4 maggio – non era affatto positivo, poiché avere alle calcagna due tennisti del calibro di Carlitos Alcaraz e Sascha Zverev, rischiava di compromettere seriamente il suo primato in classifica – che resterà intatto almeno sino a metà aprile. Il teutonico ha praticamente commesso solo passi falsi dopo la proficua trasferta australiana, vanificando la possibilità di accorciare le distanze sull’altoatesino a causa di uno swing sudamericano più che insufficiente. I nodi, però, vengono al pettine anche in California, dove Sascha mostra limiti evidenti, lontano dal tennis accattivante che lo ha sempre contraddistinto: “Credo di aver servito piuttosto male nelle ultime settimane. La mia seconda battuta va bene, ma la mia prima è terribile. Da fondo campo non sto giocando bene. Ho giocato la finale dell’Australian Open e ho iniziato ad allenarmi meno – aggiunge – continuo a lavorare, ma al momento non funziona. Devo trovare un modo per migliorare la situazione”
Al termine della conferenza stampa, alla domanda “Quali sono state le più grandi soddisfazioni della tua carriera?”, uno sconsolato Zverev, ha tagliato corto, mostrando tutto lo sconforto per le recenti prestazioni: “Credo sia meglio che mi facciate questa domanda a Miami. In questo momento è difficile rispondere”.
Sascha archivia – e dimentica – Indian Wells, rimandando il tutto alla seconda tappa del Sunshine Double, dove spera di riesumare una versione quantomeno discreta di se stesso.