Uno sfogo destinato a sollevare più di un dibattito. Peccato per la diretta interessata che la protesta sia andata in scena nel bel mezzo del secondo turno del WTA di Indian Wells e abbia chiaramente pregiudicato l’esito della partita contro Qinwen Zheng. Paga dazio l’ex finalista del 2021 Viktoria Azarenka, che va su tutte le furie quando, già sotto di un parziale, va al servizio sul 4-4 e 30-30. L’episodio si verifica quando la bielorussa, nel tentativo di recuperare un lob dopo una discesa a rete, ha la netta sensazione che la palla sia fuori. La sua segnalazione, con tanto di mano sinistra alzata, non trova però il riscontro nella tecnologia. Per il sistema di chiamata elettronica la palla ha pizzicato la riga.
La due volte vincitrice Slam non si tiene più e dà vita a un rabbioso siparietto con il giudice di sedia, che replica di avere le mani legate. La nativa di Minsk non ci sta e continua a inveire sostenendo che è il sistema ad essere sbagliato, con turpiloquio annesso. La contestazione non porta altro che ad un warning, con un Azarenka visibilmente scossa che perde il delicatissimo turno di battuta che spianerà la strada alla vittoria di Zheng. Un episodio che accende i riflettori, ancora, su quanto l’uso della tecnologia nel tennis inglobi anche degli aspetti controversi.