L’epilogo del WTA di Indian Wells propone due magnifiche interpreti a giocarsi la finale. Un titolo in palio e un esito incerto. Chi non avrà fronzoli per la testa sarà Mirra Andreeva che si ritrova davanti una Aryna Sabalenka, invece, sulle cui spalle c’è più di un pizzico di pressione in più.
Aryna Sabalenka è diventata numero uno al mondo l’11 settembre 2023, a 25 anni compiuti, dopo una trafila giovanile che l’ha sempre tenuta in considerazione come un possibile crack della nuova era. Il trono del ranking mondiale conquistato con grande fatica, dopo alcuni intoppi che ne avrebbero potuto minare l’ascesa. Solo chi suda questo genere di traguardi ha, di rimando, la fobia che tutto possa essere rimesso in discussione e conseguentemente rivolge un’attenzione in più a possibili nuovi rivali. L’impressione è che il duello con Iga Swiatek caratterizzerà ancora la scena del tennis femminile ma ora, dopo Coco Gauff, ecco arrivare come un treno ad alta velocità lei, Mirra Andreeva, di anni 17.
La parabola della ragazzina terribile è ancora in fase di gittata ma rischia, per le altre, di fare più danni della grandine. Fa impressione rivolgersi al passato per una diciassettenne ma Andreeva ha convissuto, come Sabalenka, con la pesante investitura di campionessa, con gli ingombranti paragoni con il passato a mo’ di stancante ritornello. Un’incombenza, per lo meno al momento, che la classe 2007 sembra gestire una meraviglia, rispedendo al mittente l’affiancamento a mostri sacri come Monica Seles e Martina Hingis.
Aryna Sabalenka alla fine dell’anno in cui ha spento 17 candeline stazionava alla posizione numero 548, Mirra Andreeva ha chiuso il 2024 alla numero 16. Qui non si tratta di bruciare le tappe, ma di incendiarle. Un curriculum troppo sbalorditivo per non far sì che nella mente della tigre bielorussa questo confronto possa essere visto come uno scontro generazionale, un ardore da spegnere il prima possibile. Missione compiuta nei primi due incontri alla Caja Magica di Madrid dove Aryna aveva ridimensionato Mirra con un 6-3 6-1 nel 2023 e 6-4 6-1 lo scorso anno.
Giusto un mese dopo le due si riaffrontano sul rosso parigino, il Roland Garros alla stregua di una tavola imbandita su cui Sabalenka è convinta di banchettare nuovamente su Andreeva. Invece va in scena un clamoroso upset che vede la russa spuntarla al terzo set tra lo stupore di tutto il Philippe Chatrier. Poco male se la corsa di Mirra si fermerà in semifinale contro la nostra Jasmine Paolini, il mondo, e Aryna, sanno di dover avere paura del nuovo che avanza. L’inizio 2025 delle due prossime avversarie nella finale di Indian Wells è pressoché identico nei numeri, ma cambia il peso delle partite vinte e di quelle perse. 17-3 per Mirra, 16-3 per Sabalenka. Sembra paradossale ma in questa ventina di partita il sunto è l’esplosione della russa, con il primo 1000 conquistato a Dubai, che fa da contraltare ai campanelli d’allarme che lancia Aryna dopo due partite steccate nei tornei arabi. Nel mezzo per la nativa di Minsk la grande delusione per il terzo Australian Open mancato in finale, che sarebbe stata la degna conclusione di una campagna australiana giocata alla grande.
Proprio in Oceania sono andati in scena in questo 2025 due confronti diretti tra Aryna e Mirra. Nella semifinale di Brisbane (6-1 6-2) e negli ottavi di Melbourne (6-3 6-2) la chiave di lettura è stata lo strapotere della classe 1998, unito a un timore reverenziale ben sfruttato, che ha ridimensionato la sfrontatezza della più giovane rivale, fino a mandarla in totale confusione e arrendersi con pochi game a referto. Come recentemente dichiarato dalla diretta interessata, il gioco di Andreeva è istinto puro, senza un piano tattico sapientemente ordito. Uno schema non schema che in giornate di grazia può anche bastare facendo leva esclusivamente sul talento, ma la sensazione, e i precedenti, suggeriscono che l’enfant prodige abbia bisogno di un piano B contro la numero uno del ranking. Mirra o Aryna, il torneo di Indian Wells è pronto ad accogliere una nuova portentosa iscritta al suo albo d’oro.