Non è stata fin qui un’estate indimenticabile per Casper Ruud, che dopo aver saltato l’intera stagione sull’erba per ricaricare le batterie, non è riuscito a trovare la continuità desiderata nemmeno sul cemento nordamericano. L’ultima delusione è arrivata a Cincinnati, dove il norvegese ha salutato il torneo già all’esordio. Una sconfitta che si aggiunge a un’annata complessa, ma che non ha scalfito la fiducia del numero 13 del ranking ATP. Intervistato nel podcast The Sit-Down dell’Australian Open, Ruud ha parlato apertamente del suo momento e dell’evoluzione del tennis ai vertici, dominato da due nomi su tutti: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.
Il norvegese non ha usato mezzi termini nel riconoscere il valore dei due attuali leader del tennis mondiale: “Sinner e Alcaraz stanno portando il tennis a un livello leggermente diverso”, ha dichiarato, aggiungendo però che il suo obiettivo rimane immutato. “Se pensassi di non poter competere con loro, probabilmente non sarei più nel circuito. Ma continuo a credere che si possano battere.” Un’affermazione forte, considerando che contro Sinner ha perso tutti e quattro i precedenti. Meglio il bilancio contro Alcaraz, battuto una sola volta – alle ATP Finals dello scorso anno – in cinque sfide totali.
Ruud ha poi riflettuto sulla rapidità con cui la sua carriera ha cambiato marcia. Dal 2020 al 2022, infatti, ha vissuto un’ascesa quasi folgorante, arrivando a diventare il n. 2 del mondo: “Non ero una stella da junior, non avevo risultati eccezionali alle spalle. Ma in due anni mi sono ritrovato a lottare per il primo posto al mondo, a giocare finali Slam e a sfidare i migliori. È stato un cambiamento enorme, che ha trasformato non solo il mio tennis, ma anche la mia vita”. Una crescita esplosiva che ha consolidato il suo status, ma che ora richiede nuove risposte per tornare competitivo al massimo livello.
Il presente, però, impone un confronto con una realtà sempre più esigente. L’intensità fisica, la profondità tecnica e la continuità mentale di Sinner e Alcaraz rappresentano una sfida per tutti gli inseguitori. Ruud lo sa bene, ma non intende abbandonare il suo sogno più grande: “Voglio ancora vincere uno Slam. So che non sarà facile, ci sono tantissimi giocatori con lo stesso obiettivo, e il livello si è alzato moltissimo. Ma è quello che mi motiva ogni giorno”.
Con lo US Open ormai alle porte, l’occasione per voltare pagina è imminente. Il cemento di New York è già stato teatro della sua seconda finale Slam, persa nel 2022 proprio contro Alcaraz, e rappresenta il contesto ideale per testare ambizioni e condizione. La fiducia non manca, la fame neppure: Ruud è pronto a riprovarci, anche se il treno per restare agganciato ai primissimi comincia a fischiare forte.
