D. Goffin b. [6] B. Shelton 6-2 6-4
Il belga David Goffin si prende la libertà di impartire una gran lezione di tennis all’americano Ben Shelton, sconfitto al secondo turno del 1000 di Shangai con un netto 6-2 6-4 in 1h e 18′. Certo Shelton ha delle attenuanti dalla sua: la sesta forza del seeding rientrava da un mese di stop dopo l’infortunio alla spalla rimediato allo US Open, e in campo si è vista tutta la ruggine, ma grande merito va dato alla prova del 34enne di Rocourt. Centrato al servizio, lucido tatticamente, il tennis matematico del belga ha minato le poche sicurezze di Shelton al rientro – che va detto, nel secondo set ha giocato meglio che nel primo. Al prossimo turno Goffin troverà il canadese Gabriel Diallo.
PRIMO SET – Il primo set di Goffin è pressoché perfetto: con grande anticipo sulla palla il belga prende quasi sempre l’iniziativa, anche grazie a una prima palla che viaggia spedita. L’americano invece è appannato, poco supportato da un servizio che latita e con le idee confuse in campo. Il primo break arriva nel terzo gioco, a cui segue quello nel settimo, che permettono a Goffin di chiudere un primo parziale in cui ha espresso un gran tennis. Il belga chiude con 12 vincenti e soli 3 gratuiti, mentre Ben spara a salve con soli 4 vincenti e il 47% di prime in campo.
SECONDO SET – Sotto gli occhi vigili di Jannik Sinner – in tribuna ad assistere all’incontro – il secondo set giocato dallo statunitense è di ben altra caratura. La prima palla torna ad assisterlo, e con essa il suo gioco di spinta da fondo campo, che Goffin fatica ad arginare. Il belga però tiene duro e continua a giocare il suo tennis quadrato e compatto. Nel nono game la pioggia fa il suo ingresso costringendo gli organizzatori a chiudere il tetto.
Alla ripresa Shelton si guadagna due palle break, le prime del set, ma Goffin si salva giocando in maniera sapiente. Le occasioni mancate costeranno allo statunitense il break nel nono game, quando il belga trova grande profondità di palla per mettere alle corde, e poi strappare il servizio, alla sesta testa di serie. E’ l’epilogo per Shelton che cede l’onore delle armi a un ottima versione del belga, capace di giocare un tennis concreto senza orpelli. Un elogio alla regolarità.
