Pronti per ripartire. Nonostante la stagione 2025 stia per andare in archivio, la mente di Lorenzo Sonego non si ferma. Il tennista torinese è stato convocato all’ultimo da Filippo Volandri per le Davis Cup Finals di Bologna, dove attualmente la Nazionale italiana è in semifinale. Ma non solo. Di recente Sonny ha abbandonato la guida di coach Fabio Colangelo, con cui aveva iniziato a collaborare ad aprile 2024 dopo che si era separato dallo storico allenatore Gipo Arbino. Nel novembre sempre del 2024 Vincenzo Santopadre era poi entrato a far parte del team in qualità di consulente. Da pochi giorni è stato però ‘promosso’ da Lorenzo, che ora avrà l’ex numero 100 al mondo come allenatore ufficiale.
La stagione di Sonego ha avuto un andamento sinusoidale. I quarti di finale all’Australian Open lasciavano ben sperare per il prosieguo dell’annata. Gli ottavi a Wimbledon sono stati il sussulto di metà stagione, terminata in grande spolvero con gli ottavi al 1000 di Parigi e la semifinale a Metz. Per il resto, poco nulla. Nonostante ciò, Lorenzo è riuscito a chiudere in top 40 il 2025 (che ha valutato con un bell’8) e spera di ripartire dal prossimo anno sull’onda di quanto mostrato negli ultimi appuntamenti.
Santopadre: “Ora la nostra collaborazione diventerà più stretta”
“Con Lorenzo ci conosciamo da tanti anni”, ha raccontato l’ex tennista romano in un’intervista concessa a SuperTennis. “C’è stima reciproca e da sempre una grande sintonia umana. Ci siamo sempre incastrati bene. Con lui, Gipo Arbino e Matteo Berrettini (che ha allenato per tredici anni, fino a ottobre 2023, ndr) ho trascorso tanto tempo assieme. Dall’anno scorso abbiamo iniziato un nuovo percorso, prima come forma di consulenza, mentre ora diventerà una collaborazione più stretta. Il fatto che sia venuto a chiedermi di collaborare per me significa che vuole migliorare e pensa che io possa aggiungere qualcosa”.
Ma nello specifico, che approccio vuole attuare Santopadre per cercare di perfezionare il gioco di Sonego? “Lui cerca da un lato il vecchio e dall’altro il nuovo. Le prestazioni nei derby vinti contro Cobolli e Musetti sono frutto di grande dedizione e di quell’equilibrio che Lorenzo sta cercando di trovare”. Non dimentichiamo che il torinese è stato numero 21 al mondo ed è stato capace in passato di vincere in totale quattro tornei ATP (su ogni superficie).
Santopadre: “Lorenzo vuole essere propositivo e istintivo, ma serve equilibrio”
“Lorenzo nasce sulla terra battuta poi si è evoluto”, ha aggiunto Santopadre. “Ha però bisogno di trovare quell’equilibrio per non essere né un giocatore che si prende solo rischi, né uno che sta sempre solo dietro e non ne prende mai. Sonego vuole essere propositivo sempre, per cui ha iniziato a lavorare più seriamente e assiduamente dal punto di vista mentale. Credo che oggi stiamo vedendo una versione evoluta di Lorenzo. Un atleta sano, integro, che ha 30 anni e mezzo e si sta ancora mettendo in gioco. Lorenzo non è uno che si fa calcoli, è un istintivo. Credo che, per come gioca e come vive le cose, può giocare ancora per tanti anni e molto bene”.
Proverà quindi a farlo, come già è accaduto più volte nel corso di questa stagione, a fianco dell’ex tennista romano, che avrà così un ruolo più stabile nel team. “Sarò uno dei due allenatori. L’idea è sua, ma condivido in pieno lo schema con i due allenatori. Penso che sia la cosa migliore. Ovviamente ci deve essere una buona comunicazione. Credo che sia una cosa molto buona per il giocatore, che così non sente sempre la stessa voce. E anche per gli allenatori, perché hanno modo di rifiatare e condividere delle responsabilità. Allo stesso tempo, ovvio che i due allenatori devono condividere tanto e avere molti punti in comune, perché altrimenti sarebbe un’arma a doppio taglio”.
Santopadre: “È bello che la ‘malattia’ del tennis abbia contagiato tutta Italia”
“Ho sempre apprezzato le componenti di squadra”, ha affermato Santopadre. “Poi questa nazionale mi è particolarmente cara perché ho un ottimo rapporto con tutti. Ho giocato con Bolelli in Serie A all’Aniene, ho avuto Lorenzo come giocatore quando sono stato capitano di ATP Cup e poi c’è ovviamente Matteo. Non ho avuto modo di lavorare con Flavio Cobolli, ma lo conosco da quando è nato. In questo gruppo mi sento proprio di stare a casa”.
Un po’ come quando allenava Berrettini, cercando di trarre il meglio dal suo enorme potenziale. E, come ormai tutti sanno, le soddisfazioni che entrambi si sono tolti uno a fianco all’altro sono state molteplici. “Quando Matteo arrivava in finale a Wimbledon nel 2021, abbiamo fatto fatica a renderci conto della portata di quello che stava accadendo. Quello che auguro anche un po’ a tutti gli appassionati è di accorgersi di quello che sta succedendo, di viversi il momento. È bello che la ‘malattia’ del tennis abbia contagiato tutta Italia. Di tennis si parla nei bar, negli uffici… Dobbiamo esserne felici. Vedere il tennis italiano a questo livello è un sogno che si avvera”.
