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25/11/2011 13:09 CEST - ATP Finals

Rafa Nadal - 25.11.2011

Traduzione di Alessandro Mastroluca

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Come giudichi la partita, quanto bene ha giocato Jo, quanto è stato difficile per te stasera.
Prima cosa, devo parlare di me. Penso di non aver giocato bene. Nei primi due set non ho giocato male, ma nemmeno bene, e per vincere questo tipo di partite devi giocare bene. Oggi non ho fatto niente di speciale in campo, no? Jo sa dove tiro ogni palla, non sono riuscito a sorprenderlo in tutt il match. Così, a questo livello, diventa difficile, no? Ero solido, ma lento di gambe. Il dritto non gli faceva male. Il rovescio era normale, okay? Dopo il secondo set, la fine del secondo set, ero in una posizione appena migliore di lui. Lo stesso all’inizio del terzo. Ma non ho giocato abbastanza bene. Quando ho sentito che la partita stava girando un po’ più dalla mia parte, ho con un po’ troppa ansia di vincere. Ed ecco quello che è successo. Se i primi due set erano stati così così, il terzo è stato un disastro. Lui è un giocatore pericoloso, di certo non è facile affrontarlo: ha un gran servizio, un tennis aggressivo. Contro un avversario così, devi fare qualcosa di più e io non l’ho fatto. Complimenti a Jo. Gli auguro buona fortuna. Oggi ha meritato di vincere più di me.

Credi di non essere stato nella forma migliore dopo gli Us Open? Se sì, perché?
No, in Davis dopo gli Us Open ho giocato alla grande. A Tokyo, contro Murray, ho giocato uno dei set migliori della stagione, il primo. Dopo, non sono più stato al massimo, vero.

Perché?
Davvero, potrei parlare un’ora di questo. È per un sacco di cose insieme. Perché probabilmente sentivo un po’ meno passione per il gioco, perché ero un po’ più stanco del solito. Sono felice di come mi sono allenato nelle ultime tre settimane, dell’approccio al tennis. È la strada giusta, ma non ero nella condizione giusta per competere. Possiamo trovare scuse, possiamo trovare problemi per più tempo, ma non è il momento di farlo. È il momento di continuare a lottare. È il momento di dire che la stagione è finita. Sono soddisfatto della stagione, a parte qualche piccola cosa. Ora è il momento di analizzare un po’ di più cosa ho fatto bene, cosa ho fatto male, e di sicuro su cosa ho bisogno di allenarmi per la prossima stagione.
In previsione degli Australian Open, devo allenarmi nel modo giusto, continuare come ho fatto nelle ultime tre settimane. È l’unico modo per provare ad arrivare al 2012 nelle giuste condizioni. Ed è quello che spero, arrivare al meglio alla prossima stagione, e farò tutto quello che posso per riuscirci. Questa fine di stagione non è stata facile per me. È dura da accettare. Ma questo mi dà un po’ più di ambizione e un maggiore obiettivo per l’inizio del 2012.

Quanto sei fiducioso di poter recuperare la forma in tempo per la Davis?
Vedremo. Non lo so. Non lo so. Le condizioni sono molto diverse. Mi allenerò una settimana sulla terra. Anche se non sto giocando bene, la superficie mi aiuta. Perché a volte riguarda un po’ più la fiducia, a volte è un po’ più una questione di movimento. Ero un po’ più lento del solito, ma penso che sia successo perché non ero a posto mentalmente, lento di riflessi. Sulla terra ho più tempo per pensare. I movimenti sono un po’ più facili per me. Avrò il team giusto lì per aiutarmi nell’allenamento. Darò il meglio giorno dopo giorno per provare a vincere la Davis per il mio Paese. Sono comunque fortunato, e non solo io, perché se non sarò nelle migliori condizioni, il capitano può scegliere un altro giocatore.

Quanta voglia hai ancora di uscire là fuori e giocare? Non è stato un anno particolarmente facile per te. Il tuo livello di motivazione e di fiducia è forte come è sempre stato?
Questo è stato un anno duro per me, no? È stato positivo per alcuni momenti, duro per altri. Accetto quello che succede durante tutta la stagione, serve tempo per pensare. La sola cosa, la sola cosa importante da dire oggi è che non avevo grandi aspettative per questo torneo. So come ci ero arrivato. Naturalmente sogni sempre che le cose possano cambiare, chissà che sarebbe successo se avessi vinto oggi.
Ma è successo quello che era normale succedesse: la sola cosa da fare è accettarlo. E so che la cosa da fare per cambiare la situazione è lavorare di più, pensare di più al tennis, fare tutti in modo giusto, dentro e fuori dal campo. Ed è questo che ho in mente di fare il mese prossimo e per tutto il 2012. Questo posso dire. Questo posso fare.
Se un giocatore fa meglio di me, se è migliore di me, non posso che accettarlo e fargli i complimenti. Quello che devo fare è provare ad arrivare al mio massimo, restare calmo con me stesso. Oggi sento che non l’ho fatto, ho bisogno di farlo per l’anno prossimo.

È come il 2009?
No, no.

In che modo è diverso?
È una situazione completamente diversa. Prima di tutto, non mi piace mai fare confronti. Poi, nel 2009 avevo problemi di natura diversa. Quest’anno è stato completamente differente. Specialmente perché ho due anni di più (sorride).

Prima dicevi che la tua passione è un po’ calata. Era già successo in passato con questa stessa intensità in passato? Quanto è stato frustrante per te questa fase?
Oh, frustrazione per me non è la parola giusta. Sono felice. Sono qui. Mi sono qualificato come numero 2 del mondo per il Masters. Ho giocato in uno stadio fantastico. Non avrei mai nemmeno sognato una cosa del genere 15 anni fa. Perciò, la frustrazione è un’altra cosa. In carriera hai momenti così, alti e bassi. Oggi sono al meglio perché ho bisogno di molte cose. Perché l’esperienza mi dice che devo cambiare solo pochi dettagli, ma metti tante piccole cose insieme e alla fine hai tanto da cambiare.
Devo lavorare duro, ogni giorno, pomeriggio. Voglio avere l’occasione di tornare competitivo nei grandi tornei nel 2012. Ecco il mio obiettivo. La motivazione spero sia la stessa. Io lo farò. Se non è abbastanza, non sarà abbastanza per vincere ma almeno sarò soddisfatto di me stesso.
Ci vediamo l’anno prossimo.

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