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22/03/2011 08:29 CEST - dibatitti III

GOAT? Proviamo a rispondere

TENNIS - Grazie a due appassionati nuovi collaboratori di Ubitennis, chiudiamo la nostra trilogia di pezzi dedicati alle possibilità di risolvere "matematicamente" la questione del più grande giocatore di tutti i tempi. Quale sarà il risultato? Stefano Rosato e Guido Tirone UPDATE: Le risposte degli autori ai lettori di Ubitennis

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Nell’aprile del 1968 a Bournemouth, in Inghilterra, si giocò il primo torneo di tennis che ammettesse, nel medesimo draw, giocatori professionisti e giocatori dilettanti. Come si sarebbe potuto facilmente prevedere, la finale fu giocata da Ken Rosewall e Rod Laver (vinse il primo, con il punteggio di 3-6 6-2 6-0 6-3). Era iniziata la cosiddetta era open – termine che, all’inizio, designava l’esistenza di tornei “aperti” sia ai professionisti, sia ai dilettanti – la cui evoluzione storica sarebbe stata, di lì a pochi anni, la completa professionalizzazione del tennis, che ancora oggi prosegue.

 

Un’analisi dell’era open, tesa a raccontarla in maniera statistica, si scontra con una serie di complessità che devono essere preliminarmente risolte, allo scopo di definire la base dati a partire dalla quale sia possibile effettuare la lettura storico-statistica del fenomeno tennis.

Per risolvere questa criticità nella maniera meno soggettiva possibile (e in attesa, comunque, di poter effettuare uno studio storico più approfondito) abbiamo deciso di considerare solo i tornei presenti in almeno una delle tre principali fonti ufficiali del tennis: ITF, ATP e ATP Media Guide, apportando a queste fonti alcuni correttivi, il più importante dei quali è consistito nello scarto dalla banca dati dei tornei non open del biennio 1968-69 (i tornei furono 12 per il 1968 e 30 per il 1969, ma le fonti ne riportano di più). Per il resto i correttivi sono stati di minore importanza.

Non sono stati considerati i tornei collettivi, in alcuni casi presenti nelle fonti (per esempio World Team Cup). Quindi anche le partite di Davis Cup non sono presenti nella banca dati.
Ne è risultata una banca dati con 3.352 tornei censiti (da Bournemouth 1968 a Delray Beach 2011), per ciascuno dei quali, attraverso un lungo lavoro di emeroteca, è stato possibile ricostruire il draw nella sua completezza (con l’eccezione dei tornei Berlin 1969, Perth 1974, Hobart 1974, dei quali mancano alcuni risultati dei primi turni). Le partite censite sono 136.688. Di queste, 324 hanno un risultato incerto o ignoto, oppure un giocatore ignoto. Il livello di affidabilità della banca dati è calcolato in 99,7%.

Le fonti ITF e ATP non hanno lo stesso elenco di tornei per il periodo considerato; ne consegue che utilizzando il criterio di includere tutti i tornei presenti in almeno una fonte, questa banca dati è più ampia di quelle ufficiali, in quanto le mette insieme. Inoltre le banche dati ufficiali presentano molti casi di dati incompleti o inesatti, che abbiamo cercato di colmare per quanto possibile, attraverso il lavoro di ricerca.

Il modello di scoring
Se si è in possesso di una banca dati di queste dimensioni, sostanzialmente esaustiva del fenomeno oggetto d’indagine, non è possibile non porsi la domanda fatidica: chi è stato il miglior tennista dell’era open? Dopo aver raccolto i dati, averli analizzati, aver creato il modello di scoring di seguito descritto, siamo giunti alla conclusione che la domanda sia solo in parte corretta; forse sarebbe meglio chiedersi quale sia la carriera più prestigiosa considerando un solo anno, tre anni consecutivi, cinque anni consecutivi, dieci anni consecutivi oppure tutto il periodo di attività di un giocatore. Per prendere i soliti Borg e Connors, nel triennio 1978-1980 Borg è stato più forte di quanto sia mai stato Connors in un qualunque triennio della sua lunghissima carriera; d’altro canto il mitico Jimbo ha iniziato la sua carriera battendo Jean-Baptiste Chanfreau al primo turno del torneo di Merion nell’agosto del 1970, terminandola con la sconfitta da Richey Reneberg al torneo di Atlanta nell’aprile del 1996, giocando 1.547 partite (1.253 delle quali vinte), aggiudicandosi 109 tornei e giocando 161 finali e 238 semifinali in 397 tornei totali. Numeri spaventosi, ma l’intensità del dominio in un periodo medio-breve resta a favore di Borg.

Al di là di questa doverosa considerazione cercheremo comunque, alla fine di questo articolo, di fornire una risposta alla domanda sul miglior tennista dell’era open, risposta che però verrà data cum grano salis.

Vediamo, quindi, in quale modo è stato costruito il modello di scoring che ci ha consentito di poter effettuare tutte le misurazioni di cui sopra.

Il modello funziona sulla base di una serie di coefficienti, che, a loro volta, consentono di identificare un valore per ciascun torneo, valore che viene poi moltiplicato per un ulteriore coefficiente relativo ai risultati raggiunti in quel torneo dai giocatori che sono arrivati almeno al quarto di finale.

Il primo coefficiente: livello di prestigio del torneo
I tornei sono stati divisi in categorie di prestigio, a ciascuna delle quali è stato associato un coefficiente. Le categorie sono:
1.Slam: coefficiente 1,000.
2.Masters / Wct Finals: coefficiente 0,600.
3.Olympics: coefficiente 0,400.
4.Grand Classic dal 1990 in poi (cioè i tornei ATP 1000): coefficiente 0,400.
5.Grand Classic prima del 1990 (cioè i tornei che possono essere assimilati agli attuali ATP 1000, giocati in epoca precedente): coefficiente 0,300 (la motivazione di questo coefficiente più basso del precedente risiede nel fatto che gli attuali ATP 1000 sono tornei mandatory, cioè a partecipazione sostanzialmente obbligatoria, mentre un tempo non lo erano. Ciò comporta che un top player si concentri quasi esclusivamente su ATP 1000, Masters e Slam, a scapito di altri tornei, pertanto gli ATP 1000 valgono di più dei Grand Classic di epoca precedente).
6.Classic (cioè i tornei ATP 500 o i loro equivalenti per l’epoca prima del 1990): coefficiente 0,200.
7.Basic (cioè i tornei ATP 250 o i loro equivalenti per l’epoca prima del 1990): coefficiente 0,100.

Rispetto al punteggio ufficiale ATP, questo modello tende ad apprezzare di più il torneo slam, a scapito dei tornei di categoria inferiore.

Il secondo coefficiente: l’ampiezza del draw di torneo
I tornei vengono suddivisi in fasce, sulla base del numero minimo di set che devono essere vinti dal giocatore meno avvantaggiato (cioè senza bye) presente nel main draw per aggiudicarsi il torneo.
1.Da 4 a 10 set, coefficiente 0,950.
2.Da 11 a 13 set, coefficiente 1,000.
3.Da 14 a 17 set, coefficiente 1,050.
4.18 o più set, coefficiente 1,100.

Il terzo coefficiente: la qualità del torneo
Viene calcolato come segue:
1.Per ciascun giocatore partecipante al torneo viene calcolato un indice di potenziale, denominato rating, nel seguente modo:
(Tasso di vittoria ottenuto negli ultimi 4 tornei slam giocati + Tasso di vittoria ottenuto negli ultimi 16 tornei non slam giocati) / 2.
Prendiamo, per esempio, Rafael Nadal, il giocatore che, al momento, ha il rating più elevato di tutto il circuito, pari a 0,875, dato da un tasso di vittoria negli ultimi 4 tornei slam giocati pari a 0,962 (25 vittorie su 26 partite giocate) e da un tasso di vittoria negli ultimi 16 tornei non slam giocati pari a 0,788 (52 vittorie su 66 partite giocate). Sommando 0,962 e 0,788 otteniamo 1,750, che diviso per 2 restituisce appunto 0,875, il rating attuale di Nadal.
Ovviamente il rating è mobile, e cambia da torneo a torneo, sulla base dei risultati ottenuti. Il rating più alto, cioè il valore più alto mai posseduto da un giocatore, sempre escludendo gli anni 1968 e 1969, è lo 0,964 con il quale Roger Federer si presentò al torneo di Monte Carlo del 2006 (nei 4 slam precedenti il torneo Federer aveva un record di 26-1, nei 16 tornei non slam precedenti il torneo di Monte Carlo 2006 presentava un record di 82-3). Si tratta di un rating elevatissimo, in quanto il rating più alto possibile è 1,000, che si otterrebbe vincendo tutti i 4 slam giocati e tutti i 16 tornei non slam giocati precedenti il torneo al quale ci si presenta.
2.Ai fini della valorizzazione qualitativa del torneo, però, partecipano solo i migliori 4 rating dei quartisti (ciò perché si considera che un top che si presenta fuori forma al torneo, uscendo nei primi turni, equivale a un top assente dal torneo, che non lo “nobilita” in alcun modo).
3.Alla media non ponderata del rating dei 4 migliori quartisti di finale di ciascun torneo, troncata alla terza cifra decimale, viene quindi associato un coefficiente, sulla base della seguente curva:

4.Il coefficiente minimo è 0,125, associato a un rating di 0,500 (in realtà bassissimo).
5.La curva è iperbolica, in quanto il rating è un indice molto raffinato. Per esempio fra un player con un rating di 0,700 (che rappresenta la soglia dell’eccellenza) e un player con un rating di 0,800 esiste in realtà uno scarto qualitativo molto ampio.
    a.Nei 1.373 tornei ai quali ha partecipato almeno un player con un rating >=0,800, un appartenente a questa specifica categoria ha vinto il torneo nel 50,9% dei casi (nei tornei slam questa percentuale sale al 60,6%).
    b.Nei 2.373 tornei ai quali ha partecipato almeno un player con un rating fra 0,700 e 0,800, un appartenente a questa specifica categoria ha vinto il torneo nel 34,3% dei casi (nei tornei slam questa percentuale scende al 27,1%).
6.Pertanto un player con un rating >=0,800 ha ca. il 50% di probabilità in più di quelle che ha un player con un rating fra 0,700 e 0,800 di vincere un torneo, cioè vale il 50% in più del player della fascia immediatamente inferiore (in caso di tornei slam ha invece più del doppio delle possibilità di vincere il torneo, cioè vale il doppio di un player della fascia immediatamente inferiore).
7.Ne consegue l’iperbole.

Il quarto coefficiente: la competitività del torneo
Questo coefficiente è stato introdotto per differenziare, per esempio, un torneo con quartisti 4 players con rating 0,800 da un torneo con quartisti 2 players con rating 0,900 e 2 players con rating 0,700, altrimenti uguali.
1.Viene anzitutto stabilito un punteggio base, assegnando 1 punto a ciascun player con rating >=0,800, ½ punto a ogni player con rating fra 0,750 e 0,800 e ¼ di punto a ciascun player con rating fra 0,700 e 0,750, considerando tutti gli 8 quartisti di finale
2.Al punteggio così ottenuto viene associato un coefficiente compreso fra 0,800 (per 0 punti) e 1,500 (per 8 punti), basato sulla seguente curva:

Il valore del torneo
Moltiplicando fra loro i quattro coefficienti fin qui descritti e moltiplicando il valore così ottenuto x 1.000 si ottiene il valore di ciascun torneo (al massimo un torneo può raddoppiare il suo valore base, ottenibile moltiplicando per 1.000 i coefficienti del livello di prestigio del torneo). Il range di punti ottenuti va da 9 (Hobart 1974, Copenhagen 1976, Sacramento 1976 e Cairo 1977) a 2.000 punti (US Open 1968. Poiché però il modello di scoring incominicia a lavorare da Bournemouth 1968, con tutti i rating=0, il torneo col massimo valore dev’essere considerato il French Open 1984, che vale 1.926 punti)

Il punteggio ottenuto da un singolo giocatore
Tutti i giocatori che partecipano ai quarti di finale di un torneo, ottengono un punteggio, che viene calcolato moltiplicando il valore del torneo per i seguenti coefficienti:
1.Vincitore: coefficiente 1,000
2.Runner-up: coefficiente 0,500
3.Semifinalista perdente: coefficiente 0,250
4.Quartista perdente: coefficiente 0,125
Usando come esempio il torneo French Open 1984, che, come abbiamo visto, aveva un valore di 1.926, i punteggi per giocatore si distribuiscono come segue:
1.Vincitore (Lendl): 1.926 x 1,000 = 1.926,00 punti
2.Runner-up (Mcenroe): 1.926 x 0,500 = 963,00 punti
3.Semifinalisti perdenti (Connors e Wilander): 1.926 x 0,250 = 481,50 punti
4.Quartisti perdenti (Arias, Sundstrom, Noah e Gomez): 1.926 x 0,125 = 240,75 punti
La somma dei punti ottenuti serve a misurare la performance di ciascun giocatore in un periodo storico determinato (per esempio in un singolo anno, in un triennio oppure per l’intera carriera).
Si noti che questo meccanismo di calcolo si differenzia in maniera nettissima da quello ufficiale dell’ATP. Se prendiamo, per esempio, il miglior torneo slam dell’era open (French Open 1984) e il peggiore (French Open 1997), notiamo che il punteggio ottenuto da un quartista perdente del primo torneo (240,75) è maggiore del punteggio ottenuto dal vincitore del secondo torneo (Kuerten, 215,00). Il punteggio ufficiale dell’ATP premierebbe i due tornei nel medesimo modo, mentre in realtà la differenza qualitativa fra i due tornei è immensa. Possiamo provare a spiegarla commentando il rating che i due vincitori presentavano in occasione dei due tornei: il rating di Lendl era 0,832, quello di Kuerten 0,409; nei precedenti 4 tornei slam Lendl aveva un record di 20-4 (con una finale, due semi e un quarto), Kuerten aveva un record di 1-2 (con un primo e un secondo turno); nei precedenti 16 tornei non slam Lendl aveva un record di 54-11 (con 4 vittorie e 7 finali perse), mentre Kuerten presentava un modesto 15-16 (con 2 soli quarti di finale, ambedue persi). Lo stesso ragionamento si potrebbe fare per tutti gli altri quartisti di finale dei due tornei. I rating degli 8 quartisti French Open 1984 erano: 0,893 (Mcenroe), 0,881 (Connors), 0,855 (Wilander), 0,832 (Lendl), 0,799 (Noah), 0,745 (Arias), 0,732 (Gomez) e 0,619 (Sundstrom); quelli degli 8 quartisti French Open 1997 erano invece: 0,720 (Kafelnikov), 0,614 (Bruguera), 0,532 (Rafter), 0,435 (Norman), 0,409 (Kuerten), 0,392 (Arazi), 0,319 (De Wulf) e 0,192 (Blanco). In altre parole un abisso di profondità inaudita separa il valore dei due tornei!

Alcuni risultati
Le applicazioni del modello sopra descritto sono innumerevoli. Qui è possibile presentarne solo alcune, anche se, su richiesta dei gentili lettori, e nello sviluppo del dibattito, potranno sempre essere fatti approfondimenti di varia natura.

Tornei vinti
Si tratta di un indice, evidentemente, importantissimo. Riportiamo di seguito la classifica dei primi 21 giocatori per tornei vinti (1.113 tornei sui 3.340 totali con vincitore, pari al 33,4%), suddivisi per categoria di torneo. Sono da segnalare le seguenti differenze con l’edizione 2011 della Media Guide:
1.Borg è a quota 64 tornei, contro i 63 della Media Guide, che non considera il torneo di Auckland del 1974 (il torneo non è riportato dal sito ATP, ma è presente in quello ITF).
2.Rosewall è a quota 33 tornei, contro i 32 della Media Guide, che non considera il torneo WCT Miami 1970 (assente anche nel sito ATP, ma presente in quello ITF).
I dati sono aggiornati al torneo di Delray Beach 2011.

Legenda: BAS (Basic), CLA (Classic), GCO (Grand Classic e Olympics), MAS (Masters e WCT Finals), SLA (Slam)

Evidenziamo di seguito il peso di ciascuna categoria di torneo vinto sul totale dei tornei vinti:

Già da questa tabella possono emergere alcune considerazioni che avranno un peso nello sviluppo successivo dell’analisi. Vi sono giocatori di grande quantità, che vincono molti tornei di livello basso (BAS) e medio-basso (CLA): l’82% dei tornei vinti da Vilas appartiene alle prime due categorie di tornei; per Nadal questa percentuale è solo del 35% e, nello scoring complessivo, vedremo che Nadal, pur avendo giocato meno partite e vinto meno tornei di Vilas, ha un punteggio più elevato dell’argentino. All’opposto, per giocatori come Federer, Sampras, Nadal e Wilander, il peso dei tornei slam vinti sul totale è maggiore del 20% (la media del campione dei 21 giocatori con più tornei all’attivo è dell’11%); anche questo avrà un effetto assai significativo sullo scoring finale.

Ma oltre alla numerosità e alla categoria dei tornei vinti, ha un peso rilevante anche la loro qualità. Osserviamo il valore medio dei tornei vinti dai 21 giocatori con più tornei all’attivo:

Si notino Federer, Nadal e Borg, che vincono tornei con valore medio superiore a 400 punti, contro Muster, che vince tornei con valore medio di 88 punti. Sampras vince 14 slam, ma il valore medio di questi tornei è 993, cioè inferiore al valore base di uno slam (1.000 punti), mentre Connors, Lendl e Mcenroe, che ne vincono 8, 8 e 7, vincono slam medi con valore oltre i 1.400 punti, cioè ben più pesanti di quelli di Sampras. Se paragoniamo gli slam vinti da Connors, Lendl e Mcenroe a quelli vinti da Agassi, la sproporzione è ancora più evidente: Agassi vince 8 slam, ma il loro valore medio è 765. Come dire che gli 8 slam di Connors valgono come 14-15 slam della qualità di quelli vinti da Agassi!

Abbiamo inserito queste statistiche preliminari al fine di consentire ai lettori una familiarizzazione con i concetti che siamo venuti fin qui esponendo, e che dovranno essere tenuti ben presenti quando, nelle pagine successive, illustreremo i risultati delle classifiche generate dal modello di scoring adottato.

Queste classifiche sono sei: migliore annata, miglior triennio consecutivo, miglior quinquennio consecutivo, miglior decennio consecutivo, totale carriera, miglior rating in carriera.

La prima classifica: migliore annata. John McEnroe
Questa classifica illustra le migliori 20 annate per performer (sarebbe diverso se venisse fatta per performance, in quanto i top players possono avere più di un’annata straordinaria; per esempio, fra la migliore annata di Federer, il 2006, e la migliore annata di Sampras, il 1994, vi sono 4 annate di Federer comunque migliori di quella di Sampras: 2007, 2004, 2009 e 2005; qui si è considerata solo la migliore annata di ciascun giocatore). Come sempre i dati del 1968 e del 1969 non sono attendibili in quanto il modello parte da rating iniziale = 0: ne risente, ovviamente, il 1969 di Laver, che, qualora si correggessero i rating dei pro all’inizio dell’era open, potrebbe risultare la migliore annata della storia del tennis moderno.

L’annata di Mcenroe è stratosferica: 15 tornei giocati, 13 vinti, 1 con finale persa, e un solo incidente, il primo turno perso a Cincinnati contro Vijay Amritraj. Record: incontri 71-2 (97,3%), set 170-17 (!), giochi 1.110-576.
Scontri diretti più frequenti: vs Connors (incontri 6-0, set 16-3, giochi 108-58), vs Lendl (incontri 5-1, set 15-4, giochi 109-70), vs Gerulaitis (incontri 3-0, set 7-1, giochi 48-21), vs Fibak (incontri 3-0, set 6-0, giochi 38-20). Giocatori incontrati 47, sconfitti 46.

Due slam vinti e uno perso in una rocambolesca finale (negli slam open solo altre 3 volte il vincitore dei primi 2 set di una finale ha poi perso l’incontro: Orantes contro Borg, French Open 1974; Medvedev contro Agassi, French Open 1999; Coria contro Gaudio, French Open 2004), all’attivo anche il Masters, le WCT Finals, 4 Grand Classic (Philadelphia, TOC Forest Hills, Canadian Open e Stockholm), più 4 Classic e 1 Basic.

La seconda classifica: miglior triennio consecutivo. Roger Federer
Anche qui riportiamo i 20 migliori performers (e non le 20 migliori performances. Valgono le considerazioni fatte in precedenza). Sono stati esclusi eventuali performers che abbiano giocato per un periodo inferiore a 3 anni.

Questi i dati salienti del miglior triennio di Federer: 48 tornei giocati, 31 vinti, 9 con finale persa. Record: incontri 237-18 (92,9%), set 570-106, giochi 4.010-2.593.

Scontri diretti più frequenti: vs Nadal (incontri 6-7, set 22-25, giochi 235-230), vs Nalbandian (incontri 6-3, set 15-11, giochi 134-116), vs Fernando Gonzalez (incontri 8-1, set 22-4, giochi 161-104).
8 slam vinti e 2 persi in finale, 2 Masters vinti e 1 perso in finale. Altri tornei vinti: 10 Grand Classic, 4 Classic e 7 Basic. Altre finali perse: 5 Grand Classic e 1 Classic.

La terza classifica: miglior quinquennio consecutivo. Roger Federer
Anche qui riportiamo i 20 migliori performers (e non le 20 migliori performances. Valgono le considerazioni fatte in precedenza). Sono stati esclusi eventuali performers che abbiano giocato per un periodo inferiore a 5 anni.

Nota: come si vede nel miglior quinquennio di Novak Djokovic compare l’annata 2011, che è appena cominciata. Ciò significa che il 2011 di Djokovic vale già più del 2006 (1.381 punti vs 260). A fine 2011, pertanto, il valore dei punti del miglior quinquennio di Djokovic ragionevolmente salirà rispetto al valore attuale.
Questi i dati salienti del miglior quinquennio di Federer: 84 tornei giocati, 46 vinti, 13 con finale persa. Record: incontri 374-40 (90,3%), set 898-186, giochi 6.396-4.179.

Scontri diretti più frequenti: vs Nadal (incontri 6-12, set 25-37, giochi 299-326), vs Lleyton Hewitt (incontri 12-0, set 31-4, giochi 211-123), vs Nalbandian (incontri 9-3, set 22-13, giochi 187-153), vs Fernando Gonzalez (incontri 11-1, set 29-5, giochi 206-130).
12 slam vinti e 4 persi in finale, 3 Masters vinti e 1 perso in finale. Altri tornei vinti: 13 Grand Classic, 5 Classic e 13 Basic. Altre finali perse: 7 Grand Classic e 1 Classic.

La quarta classifica: miglior decennio consecutivo. Ivan Lendl, ma...
Anche qui riportiamo i 20 migliori performers (e non le 20 migliori performances. Valgono le considerazioni fatte in precedenza). Sono stati esclusi eventuali performers che abbiano giocato per un periodo inferiore a 10 anni.

Nota: con quest’anno Federer sostituisce il modesto 2001 con il 2011, ancora parziale. Qualora la performance del 2011 in termini di punti dovesse eguagliare quella del 2010, il giocatore svizzero supererebbe Lendl nella in questa speciale classifica di decennio già con il 2011. Se ciò non accadesse e Federer continuasse a giocare, come si dice, anche per tutto il 2012, quest’ultimo anno sostituirebbe il 2002, migliore del 2001, ma pur sempre da considerarsi modesto per un giocatore come Federer, con il 2012. Per superare Lendl, ipotizzando che Federer giochi anche nel 2012, sarebbe sufficiente una performance nel prossimo biennio leggermente superiore a quella ottenuta da Federer nel solo 2010.

Questi i dati salienti del miglior decennio di Lendl: 174 tornei giocati, 81 vinti, 37 con finale persa. Record: incontri 733-93 (88,7%), set 1.755-421, giochi 12.363-7.721.
Scontri diretti più frequenti: vs Mcenroe (incontri 17-12, set 48-37, giochi 433-416), vs Connors (incontri 21-6, set 47-21, giochi 363-277), vs Edberg (incontri 11-9, set 29-26, giochi 286-279).
8 slam vinti e 10 persi in finale, 5 Masters e 2 WCT Finals vinti e 3 e 1 persi in finale. Altri tornei vinti: 25 Grand Classic, 31 Classic e 10 Basic. Altre finali perse: 11 Grand Classic, 8 Classic e 4 Basic.

La quinta classifica: totale carriera. Jimmy Connors
Ovviamente una classifica di tipo career premia in maniera notevole la longevità dei giocatori di fascia alta, rispetto a carriere più concentrate nel tempo, sempre di giocatori di prima fascia. Cioè premia di più un Connors di un Borg. Riuscire a mantenersi al top della forma per molti anni non è facile, e, in tutti gli sport, accade, solitamente, solo a grandissimi campioni. Ci sono stati giocatori longevi di non eccelso valore (per esempio Santoro, che detiene il record di partecipazione a tornei con 441, ma che ha vinto solo 6 tornei in carriera, disputando 12 finali); giocatori longevi di ottimo valore, la cui carriera dipende dalla longevità, come Agassi; giocatori longevi di immenso valore che, combinando classe e longevità, ottengono, nella classifica career, risultati straordinari, come Connors e Lendl. Per spiegare meglio questo concetto, consideriamo che, in questo sistema di scoring, arrivare a 20.000 punti significa essere fra i primi 12 della storia dell’era open (nella quale hanno partecipato a un main draw di uno qualunque dei 3.352 tornei considerati ben 4.256 diversi giocatori). Ebbene, Connors raggiunge quota 20.000 punti in 8 anni di carriera (Lendl in 8, Federer in 8, Nadal in 8, Borg in 9, Mcenroe in 7), mentre Agassi ci riesce in 15 anni di carriera. Si aggiunga a ciò che, per 27 anni consecutivi, dal 1970 al 1996, gioca almeno una partita all’anno, per 13 anni di fila, dal 1973 al 1984 vince almeno un torneo e per 19 anni consecutivi, dal 1971 al 1989, gioca almeno una finale all’anno.

Riportiamo di seguito tutti i giocatori che hanno, al momento, superato quota 10.000 punti:

Nota: anche in questo caso Roger Federer potrebbe arrivare in prima posizione se, nel prossimo biennio, riuscisse a mantenere una performance paragonabile a quella ottenuta nel biennio precedente, oppure, con punteggi più bassi, qualora decidesse di proseguire la carriera oltre il 2012.

Questi i dati salienti della carriera di Connors: 397 tornei giocati, 109 vinti, 55 con finale persa. Record: incontri 1.253-294 (81,0%), set 2.903-934, giochi 21.396-14.416.
Scontri diretti più frequenti: vs Mcenroe (incontri 14-21, set 41-60, giochi 441-510), vs Lendl (incontri 12-22, set 35-50, giochi 369-424), vs Nastase (incontri 11-15, set 34-36, giochi 337-344), vs Gerulaitis (incontri 18-6, set 43-16, giochi 329-239), vs Borg (incontri 8-15, set 30-39, giochi 305-348), vs Tanner (incontri 17-4, set 42-18, giochi 333-262).
8 slam vinti e 7 persi in finale, 1 Masters e 2 WCT Finals vinti e 1 WCT Finals perse in finale. Altri tornei vinti: 32 Grand Classic, 24 Classic e 42 Basic. Altre finali perse: 17 Grand Classic, 18 Classic e 9 Basic.

La sesta classifica: il miglior rating in carriera. Roger Federer
Abbiamo visto che il rating rappresenta la forza che un giocatore possiede in un determinato momento, cioè ad ogni torneo. Ora vediamo la classifica dei primi 20 rating della storia open (anche qui per performer e non per performance). Per i motivi più volte esposti nel corso di questo studio, sono stati esclusi i dati relativi al biennio 1968-69. Il torneo è quello al quale il giocatore “porta” il proprio rating, il quale è generato nel corso dei 4 slam e dei 16 tornei non slam giocati prima di quel torneo.

Tavola sinottica delle classifiche
Di seguito riportiamo, per tutti i giocatori presenti almeno in una delle sei classifiche sopra descritte fra i primi dieci, il posizionamento in tutte le altre classifiche. Il sorting è quello della classifica career:

Legenda: A singola annata, T triennio, Q quinquiennio, D decennio, C carriera, R rating

Conclusioni
Proviamo, adesso, a rispondere alla domanda originaria: “Chi è il più forte tennista dell’era open?”
Le sei classifiche ci indicano 4 nominativi: Federer (triennio, quinquennio e rating), Mcenroe (singola annata), Lendl (decennio) e Connors (carriera). A questi dev’essere, a nostro giudizio, aggiunto quello di Borg (non primeggia in nessuna classifica, ma ha avuto una carriera relativamente breve, vincendo moltissimo e dominando contro grandissimi campioni). Abbiamo i primi 5 della classifica career, guarda caso. Sampras non entra in questo novero: insufficiente sulla terra rossa, ha vinto molti slam, ma con un basso livello di competitività (da qui deriva il loro valore medio non elevatissimo). Nadal vi potrebbe entrare, se continuasse per due o tre anni sui livelli dell’ultimo biennio (per inciso notiamo che è già presente fra i primi 10 in tutte le classifiche, tranne in quella di decennio perché non ha ancora giocato per 10 stagioni).

Certo, una prevalenza Federer si vede: è primo in tre classifiche e potrebbe diventarlo anche in altre due; inoltre è l’unico a essere fra i primi 3 in tutte le classifiche. Molto difficilmente otterrà un’annata come quella di Mcenroe 1984. Se riuscisse a primeggiare anche nelle classifiche decennio e career, vi sarebbero pochi dubbi rispetto alla risposta da dare alla domanda.

La possibile evoluzione delle carriere di Federer e Nadal rende dunque ancor più interessante l’osservazione dei prossimi anni di questo sport. Ci dedicheremo a quest’attività con tutta la passione che essa merita.

Milano, marzo 2011

Stefano Rosato e Guido Tirone

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