18/09/2011 15:14 CEST - Coppa Davis

La Serbia spera, Nole si prepara

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Quando le cose vanno male c’è sempre bisogno di un aiuto dall’alto. In mancanza di Nole Djokovic, presente con il suo volto in ogni angolo di Belgrado, la squadra serba, detentrice della Davis, oggi ha ricevuto il supporto del Presidente della Serbia, Boris Tadic, che ha applaudito, smanicato, come un cittadino qualunque, Troicki e Zimonjic, che hanno vinto in tre set contro Chela e Monaco.

Il primo set è un classico per il doppio. Anche se tra i quattro c’è solo uno specialista. In meno di mezz’ora vengono completati nove giochi. Al servizio si viaggia con medie che Isner e Karlovic si sognano. Si arriva al tie-break con il novanta percento di punti vinti con la prima per i serbi, novantuno per Chela e Monaco. Naturalmente nessuna palla break. Unico momento di preoccupazione per i padroni di casa che, sul quattro pari, si sono trovati prima sotto di un quindici, poi quaranta pari.

Opposto l’andamento del tie-break. Troicki e Zimonjic volano sul 3-0, doppio minibreak; poi due errori di Troicki aiutano il doppio argentino che, con quattro punti di fila, opera il sorpasso. Solo momentaneo. Perché Zimonjic al servizio è una sicurezza e Troicki, dei quattro è il più forte. Così quando il duo serbo si impegna c’è poco da fare per l’Argentina, che cede per sette punti a quattro.

Le jeu decisif, comunque, rompe gli equilibri dell’incontro. Il servizio conta meno. Sull’uno pari Viktor e Nenad mancano una palla break. Nel gioco successivo break argentino. Nel settimo gioco il pubblico, serbo, è in delirio. Compreso Savo Milosevic ex centravanti della Serbia e del Parma. Troicki e Zimonijc vincono un punto favoloso e, soprattutto, ottengono il break, dopo aver sciupato tre pallebreak. Dal punti di vista psicologico il break subito da Chela, vincitore nei due precedenti doppi giocati in Davis, e Monaco è una mazzata tremenda.

I serbi strappano il servizio altre due volte consecutive agli argentini. Si assicurano il secondo set ed ipotecano il terzo, con il break in apertura. Il resto è accademia.

Ora tutti non si chiedono se, per l’ennesima volta, l’Argentina resterà delusa dalla Davis o se, contemporaneamente, l’Arena di Belgrado si confermerà una fortezza inespugnabile; ma tutti vogliono sapere se domani Djokovic sarà in campo. Oggi il numero uno del mondo non si è allenato. E’ pretattica o si preserva?

Il dilemma è stato risolto alla fine del match di doppio. Usciti tutti gli spettatori, il vincitore degli Australian Open, di Wimbledon e degli US Open si è allenato con Tipsarevic. Un allenamento, per la verità, molto blando. Ma basta questo per far sperare la Serbia. Djokovic è parso molto sereno. A fine allenamento si è salutato con un concentratissimo Del Potro ed ha scherzato con Nalbandian.

L’amor di patria prevarrà, anche perché guardando i precedenti del suo eventuale sostituto, Troicki, c’è poco da stare allegri, perché Viktor ha perso tutte le quattro partite giocate con Del Potro. E’ vero che l’ultimo confronto è stato giocato a Roma, nel 2009, Troicki è cresciuto in questi anni. Ma è anche vero che in quattro sfide ha vinto appena un set.

Troicki/Zimonijc b Chela/Monaco 7-6, 6-4, 6-2

Alessio Morra