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22/09/2011 13:55 CEST - Coppa Davis

Il pagellone della Davis

TENNIS- Nell'attesa del sorteggio per il tabellone del 2012 rivisitiamo in chiave semiseria il week end appena trascorso di Coppa Davis. Cerchiamo di individuare gli eroi dei vari match e le grosse delusioni con tanto di voto finale. Da Vasek Pospisil a super Rafa, dal Giappone che torna in A dopo 25 anni alla grinta di Tsonga, per passare alle vergognose prestazioni di Simon e Gasquet, alle disfatte di Malisse ed Ungur, all'umiliazione in doppio di Lopez e Verdasco. Stefano Tarantino

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L'ultimo week end tennistico è stato dedicato interamente alla Coppa Davis, in campo le squadre impegnate nelle due semifinali e quelle che hanno disputato gli otto spareggi per l'accesso al tabellone principale dell'edizione 2012.
Come da tradizione match emozionanti, conferme e sorprese, prestazioni eccellenti o superbe da parte di alcuni giocatori che hanno fatto da contraltare ad altre insufficienti o a dir poco vergognose di altri.
Cercheremo (motivandolo in chiave semiseria) di dare i nostri voti a coloro che si sono messi più in luce, sia in chiave positiva che in chiave negativa, e chiediamo naturalmente ai nostri lettori di esprimere in merito il loro parere.

Partiamo dai migliori.

VOTO 10

Vasek Pospisil

Crediamo sia diventato eroe nazionale in Canada.
I nordamericani vanno in Israele pieni di fiducia grazie soprattutto al rientro di Milos Raonic.
Il quale perde il primo singolare e non è in grado di giocare perché fisicamente non a posto quello della domenica.
Nessun problema, ci pensa il suo compagno e coetaneo Pospisil a disbrigare la matassa.
In un atmosfera infuocata quale è quella del Canada Stadium di Ramat Hasharon prima batte in cinque set l'esperto Sela (rimontando anche un break nell'ultimo parziale), poi insieme allo specialista Nestor trionfa in doppio contro Erlich e Ram (non proprio gli ultimi arrivati) e poi dopo la sconfitta di Polanski che sostituiva Raonic nel primo singolare dell'ultima giornata e quindi sul 2-2, batte in tre set (nonostante le tipiche intemperanze da Davis del pubblico di casa) Weintraub per la vittoria finale e la promozione in A del suo paese dopo 7 anni.
Sarà la giovane età, sarà la sfacciataggine, ma questo ragazzo non ha paura di niente (aveva guidato il team in Ecuador ad un'altra rimonta già nel mese di luglio, da 0-2 a 3-2).
Certo con Raonic in piena forma, questo Pospisil e Nestor in doppio, il Canada rappresenterà una sorta di mina vagante nel sorteggio del World Group.

Rafa Nadal

L'infaticabile spagnolo disputa la finale degli US Open, fa la conferenza stampa, prende dopo poche ore un jet privato messogli a disposizione dalla sua federazione per recarsi quanto prima possibile a Cordoba sede della semifinale di Davis tra Spagna e Francia.
Arriva la sera, si fa quattro palleggi in campo, poi cerca di recuperare. Lancia strali pesanti contro l'organizzazione del calendario e della Davis, sembra esausto e si addormenta durante la conferenza stampa ufficiale che viene fatta il giovedì e che segue il sorteggio dei match.
Poi scende in campo e come se nulla fosse lascia 4 game a Gasquet il venerdì e 6 game a Tsonga la domenica (lasciando in dono ad entrambi un 6-0). D'accordo che si giocava sull'amata terra, ma la prestazione e la forza di volontà sono da incorniciare.

VOTO 8

Mikhail Youzhny

Aveva deciso di non giocare più in Davis per lasciare spazio ai suoi compagni, poi (forse convinto da Tarpischev) ci ripensa e si rende disponibile per il match contro il Brasile.
Meno male, i russi sono 1-2 e con l'acqua al collo, Youzhny disputa un match incredibile contro Bellucci nel primo singolare della terza giornata, annulla due match point sull' 8-9 nel quinto set per poi vincerlo 14-12.
La Russia così impatta e grazie poi alla vittoria di Tursunov supera gli avversari per 3-2, ma se l'anno prossimo può ancora disputare il World Group lo deve soprattutto a “San” Mikhail Youzhny

Stanislas Wawrinka

Per sua sfortuna costretto ad essere un eterno numero 2 nel suo paese, Wawrinka dopo una stagione tutt’altro che eccezionale (condita dalla divisione con la moglie) arriva in Australia in non perfette condizioni fisiche e con il peso di essere stato l’artefice della clamorosa sconfitta dell’anno passato in Kazakhstan che determinò la retrocessione del suo paese in B.
Gioca un primo singolare così così (buoni i primi due set, troppo falloso negli altri due) e viene sconfitto da Tomic, gioca un doppio anonimo insieme a Federer (con equa divisione delle colpe, sia ben chiaro), e quindi è costretto a scendere in campo sul 2 pari per il singolare decisivo.
Siamo onesti, tutto ci saremmo aspettati fuorché una vittoria dello svizzero contro “Gattuso” Hewitt. Invece Stan è bravissimo, tiene botta, non si abbatte più di tanto per aver buttato all’aria il terzo set (quattro set point sprecati), arriva al quinto, va avanti di un break e con il match rinviato al lunedì si dimostra freddissimo alla ripresa e chiude. Una volta tanto la Svizzera può ringraziare il suo nr. 2.
Che questa vittoria convinca Federer a giocare l’anno prossimo sempre la Davis con l’obiettivo di aggiungere il prezioso trofeo alla sua immensa bacheca?

VOTO 7

Jo-Wilfried Tsonga

Escluso nella prima giornata (a posteriori ci viene da chiedere perché) scende in campo in doppio al fianco di Llodra per provare a riaprire il match con la Spagna.
Gioca un incontro a dir poco perfetto, non sbaglia niente mostrando una carica agonistica che i signori Simon e Gasquet ci auguriamo abbiano ammirato, fantastico in tutti i fondamentali, Lopez e Verdasco si stanno ancora chiedendo chi fosse quell’esagitato che era presente in tutte le parti del campo.

Giappone

La squadra giapponese non partiva con i favori del pronostico nel derby asiatico con l’India anche se sicuramente la presenza di Kei Nishikori qualche speranza la dava.
Ma ecco che al fianco del nr. 1 si mette in mostra cotal Yuichi Sugita, nr. 175 ATP, che da l’abbrivio alla tanto sospirata qualificazione battendo in tre esemplari set il nr. 1 indiano Somdev Devvarman (sicuramente in non perfette condizioni fisiche, ma i match comunque bisogna sempre saperli vincere) e poi gioca un doppio (seppur perso) molto coraggioso insieme al compagno Ito contro i più esperti Bopanna e Bhupathi.
Nishikori comunque non tradisce ed il Giappone torna dopo 25 anni in serie A.
Siamo curiosi di vedere la matricola asiatica l’anno prossimo all’opera.

Potito Starace

E’ vero che il compitino agli italiani si presentava alquanto agevole, poi però bisogna scendere in campo, affrontare l’avversario con la giusta concentrazione e provare a batterlo superando tutte le insidie che un match di Davis può comportare.
Beh, noi uno così in Italia lo abbiamo. Potito Starace è il nostro leone da Davis, 15 vittorie su 16 match disputati (sconfitto solo da Federer a Genova), una garanzia.
Nel primo singolare annichilisce Capdeville, ne subisce il ritorno, poi chiude con grande attenzione nonostante i fischi fastidiosi del pubblico locale.
Quell’1-0 iniziale è manna dal cielo e spiana la strada ai nostri (insieme all’infortunio di Gonzalez), dopo 11 anni siamo di nuovo in A.

Ed ecco secondo quelli sotto la sufficienza


VOTO 5

Il doppio svizzero

Non abbiamo capito se Wawrinka e Federer fossero scesi in campo convinti di poter fare un sol boccone della copia Hewitt-Guccione.
L’inizio è da campioni olimpici, il resto è da cancellare.
Gli svizzeri sono lenti, non sempre pronti sotto rete e soprattutto negli scambi ravvicinati, inesistenti alla risposta.
Subiscono la rimonta “aussie” e vanno con le spalle al muro. E’ vero che il giorno dopo giocano due singolari tutto classe e cuore, ma se per il 2012 si vuole provare a vincere la Davis bisogna essere pronti per tutti i match, non solo quando se ne ha voglia.

VOTO 4

Shamil Tarpischev

Ma è mai possibile che dopo quasi 20 anni di capitanato non sappia ancora capire qual è la formazione da schierare in doppio? Oramai è scientifico, ogni match una coppia differente e quando poi ti capita come avversaria una formazione affiatata (vedi Melo/Soares) sono legnate.
E poi vogliamo capire, perché nella prima giornata schiera un anonimo Andreev come secondo singolarista in luogo di Tursunov che aveva dato segni di risveglio nella seconda metà della stagione?
Comunque Youzhny gli risolve i problemi e la Russia è ancora in A, ma con tutti i giocatori prossimi alla trentina sarà difficile confermarsi nella massima serie.

VOTO 3

Richard Gasquet e Gilles Simon

Sulla terra rossa si sa che gli spagnoli dettano legge, ma l’atteggiamento di Gasquet e di Simon nei due singolari iniziali davvero ha dell’inspiegabile.
Richard dopo aver cercato di opporre una leggera resistenza a Nadal nel primo set fa un game nei restanti dodici. Contro Rafa ci sta, però assumere l’aria di un condannato a morte invece di provare quanto meno a dare tutto sé stesso proprio non ci convince (Tsonga con Nadal ha fatto sei game, ma sino all’ultimo si arrabbiava e si innervosiva come potesse sempre recuperare il match).
Idem il buon Simon, diciamo un decente secondo set, ma nel primo e nel terzo buio totale.
I francesi non possono pensare di provare a vincere la Davis giocando così.
Perdere con questa Spagna ci sta, anche in maniera netta, ma qualunque tifoso esige dai propri beniamini sempre il massimo impegno, sia che si vinca sia che si perda.

VOTO 2

Adrian Ungur

I rumeni credevano in assenza di Hanescu di potersi giovare nel match casalingo ostico con la Repubblica Ceca della freschezza atletica e della voglia di fare del giovane Ungur, in verità nr. 129 ATP, ma comunque coriaceo sulla terra.
Ora se Stepanek è in giornata, su qualsiasi superficie, il compito diventa arduo, però un minimo di resistenza in più era lecito attendersela.
Il rumeno invece si scioglie come la neve al sole dinanzi al gioco aggressivo del terribile Radek, arzillo come non mai anche a 33 anni, 5 game in tutto sono davvero poca cosa.

Xavier Malisse

Se il Belgio va incontro negli ultimi due anni all’ennesimo scivolone casalingo buona parte della colpa è di Xavier Malisse.
L’estroso giocatore belga gioca una partita da schiaffi contro Andreas Haider Maurer che lo impallina facilmente in tre set approfittando della gran mole di gratuiti del suo avversario.
Il quale impreca a destra e a sinistra, rompe un paio di racchette e non riesce mai a girare il match. Ed alla fine come logica conseguenza non viene neanche schierato nell’ultima giornata.
Disastro totale, l’Austria ringrazia.

VOTO 0

Il doppio Lopez-Verdasco

Altre volte erano stati davvero brillanti raccogliendo anche delle vittorie insperate (il loro bilancio insieme in Davis recitava un 8 vittorie-5 sconfitte), ma la prova fornita da Feliciano Lopez e Fernando Verdasco è vergognosa e per certi versi inspiegabile.
Ma come, siete avanti 2-0 e potete scendere con tutta la tranquillità del mondo in campo ed invece non ne azzeccate una.
Mai viste tante voleé sbagliate da Feliciano, mai visto Verdasco costretto a remare a fondo campo e commettere tanti gratuiti. Probabilmente i due in campo mentalmente non erano proprio scesi (addirittura si è levato qualche fischio dal pubblico della Plaza de Toros di Cordoba), convinti che comunque Rafa risolvesse l’indomani la contesa nella peggiore delle ipotesi.
Stavolta è andata bene, ma contro l’Argentina la musica potrebbe essere diversa ed il doppio risultare fondamentale….ed in quell’occasione il pubblico di casa non si limiterà a qualche piccola rimostranza.

Permetteteci inoltre di assegnare l’oscar della partita più bella al match tra Youzhny e Bellucci, finito dopo più di 4 ore di gioco 2-6 6-3 5-7 6-4 14-12 con due match point annullati dal russo che se sfruttati avrebbero dato la promozione al Brasile e mandato la Russia in B.
Così come vogliamo assegnare l’oscar della sfortuna al Sudafrica.
Nel match con la Croazia in casa, Anderson dà il punto dell’1-0 ai locali battendo Dodig, poi succede l’incredibile. Van der Merwe scende in campo nel secondo singolare con un polso dolorante e dopo aver subito un doppio 6-0 si ritira, Anderson si infortuna negli allenamenti e così non gioca né il doppio né il singolare dell’ultima giornata.
Diciamo che sarebbe il caso di farsi un pellegrinaggio….Lourdes forse è troppo lontana….chissà se nelle vicinanze c’è qualcosa di simile.

Stefano Tarantino

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