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10/10/2011 18:50 CEST - ATP PECHINO

Berdych pone fine al digiuno

TENNIS - Dopo due anni e mezzo (Monaco 2009) il ceco torna ad alzare un trofeo ATP, il sesto in carriera, grazie alla vittoria su Marin Cilic nel 500 di Pechino. 3-6 6-4 6-1 il punteggio finale, con Berdych ad un passo dalla sconfitta sul 3-6 4-4, quando ha dovuto annullare due palle che avrebbero mandato Cilic a servire per il match. Il ceco non giocava una finale da Wimbledon 2010. Riccardo Nuziale

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Tomas Berdych non giocava una finale dalla partita più importante e pesante della sua vita, il settimo match dell’edizione 2010 di Wimbledon, dove non riuscì a opporre grande resistenza a Nadal, dopo aver regolato Federer e Djokovic. Più di un anno, dunque; quest’anno aveva collezionato finora sei semifinali (Chennai, Dubai, Nizza, Halle, Bastad, Cincinnati), perdendole però tutte. Addirittura l’ultimo titolo vinto finora risaliva al maggio 2009, quando sconfisse sulla terra di Monaco di Baviera Mikhail Youzhny.

Oggi finalmente, a Pechino, il talento ceco ha saputo tornare a vincere un torneo ATP. Lo ha fatto partendo male, soffrendo, arrivando a un passo dalla sconfitta, ma alla fine stroncando il suo avversario con la superiorità tecnica e con una maggiore lucidità e freddezza nei momenti cruciali.

Il contendente, Marin Cilic, che nella capitale cinese aveva già giocato una finale (nel 2009, sconfitto da Djokovic, dopo però una grande prestazione in semifinale contro Nadal) e che contro il ceco era sotto 2-1 nei precedenti ma aveva vinto l’ultimo scontro diretto, quest’anno a Marsiglia, ha pagato come suo solito una scarsa cattiveria agonistica, anche in una partita dove di fronte non aveva di certo il giocatore più cinico del circuito.

La partita, conclusasi dopo 121 minuti con il punteggio di 3-6 6-4 6-1, è stata discontinua, dove punti entusiasmanti si sono alternati a sciocchezze e dove Berdych ha fatto valere alla fine la superiorità tecnica nei fondamentali da fondo campo. Statistiche alla mano, anche il servizio ha come prevedibile inciso il match: entrambi hanno chiuso con 7 aces e un doppio fallo (entrambi i doppi errori sono stati però pesantissimi), ma Berdych è stato più continuo con la prima (62% contro il 52 di Cilic) e ha ottenuto di più (71% contro 57), e se è vero che Cilic ha fatto meglio con la seconda (68% di punti ottenuti contro il 56% del ceco), nelle palle break non ha saputo fare la differenza, convertendo solo due palle su cinque a disposizione e, sul proprio servizio, salvandone solo una su cinque.

E pensare che la partita era iniziata tutt’altro che bene per Berdych, che ha ceduto al secondo gioco il servizio, regalando punti con due gratuiti e un doppio fallo. Sarebbe stato il break che avrebbe deciso il primo parziale, sebbene il ceco abbia avuto la possibilità di rientrare in gioco nel settimo gioco dopo aver annullato con il servizio la palla del doppio break nel game precedente.

A partire con un break di vantaggio nel secondo set è stato invece proprio il finalista di Wimbledon 2010, ma a differenza di Cilic non ha mantenuto il servizio fino in fondo, cedendo in un settimo gioco molto simile al secondo del primo set, ovvero giocato molto male.

La partita sembrava definitivamente assumere i colori croati nel nono game, con un Berdych sempre più altalenante chiamato ad annullare due palle break (non consecutive) che avrebbero portato Cilic a servire per il match e il torneo.

Qui però proprio il servizio ha assunto importanza capitale: prima infatti ad esso si è affidato Berdych per annullare entrambi i mini match point, poi il croato da “San Servizio”, come spesso viene scherzosamente chiamato durante i match dei croati, ha ricevuto ben altro trattamento, visto il suicida doppio fallo sul 4-5 30-30, che ha portato l’avversario ad un set point che Berdych ha trasformato meravigliosamente con un rovescio lungolinea fulminante.

Match finito. Il terzo set è stato infatti una formalità, con il ceco che ha strappato nel quarto gioco il servizio decisivo con una risposta vincente di dritto incrociato. Le uniche reazioni di Cilic al momento di difficoltà sono stati un paio di urlacci che non hanno fatto altro che aumentare la tranquillità e la fiducia di Berdych.

Questa vittoria per il ceco è importantissima anche per la classifica e la corsa a Londra: i punti ottenuti gli permetteranno di scavalcare Tsonga (peraltro battuto in semifinale) e raggiungere la settima postazione race. La qualificazione per il secondo Master consecutivo si avvicina.

Riccardo Nuziale

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