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20/10/2011 20:34 CEST - Storie di tennis

"Volevo che tutto fosse come a NY"

TENNIS - TENNIS – Vincitrice degli ultimi US Open, Samantha Stosur si è concessa durante il torneo di Pechino a Sports Illustrated. "Il momento più incredibile? Le foto di rito a Times Square" dice. "A Tokyo ho perso perché volevo che ogni cosa, ogni sensazione, fosse uguale a quelle provate a New York". C'è spazio anche per le polemiche sul calendario dell'ATP. "Assurdo che finiscano quattro settimane dopo di noi".  Stefano Tarantino

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La fantastica vittoria contro Serena Williams nella finale degli ultimi US Open ha spalancato le porte dell’olimpo del tennis all’australiana Sammy Stosur.

Dotata di un grandissimo diritto (non si può dire proprio la stessa cosa del rovescio) e di un ottimo servizio, l’attuale nr. 6 delle classifiche WTA (best ranking il nr. 4 a febbraio di quest'anno) ha finalmente centrato la conquista di uno slam dopo la sconfitta dell'anno scorso in finale al Roland Garros contro la nostra Francesca Schiavone.

Vista da molti addetti a i lavori come una giocatrice tecnicamente valida ma psicologicamente molto fragile, l’australiana ha finalmente lasciato una traccia nel tennis di un certo livello.

Strano che la Stosur abbia fatto registrare i suoi migliori piazzamenti negli Slam sulla terra rossa francese (semifinali nel 2009 e la finale del 2010) e sul cemento americano (la vittoria di quest'anno ed i quarti del 2010), mentre non sia mai andata oltre il quarto turno nello slam “Down Under” di casa e sull'erba (superficie di solito congeniale ai tennisti australiani) di Wimbledon.

Ma dopo una vittoria del genere come cambia la vita di tutti i giorni e perché no anche quella agonistica di uno sportivo? Quali pensieri si addensano nella testa di una tennista quando scende in campo da campionessa di uno Slam nei tornei immediatamente successivi? Sammy Stosur si è simpaticamente concessa durante il torneo di Pechino al sito di Sports Illustrated (SI.com) rilasciando un’intervista nella quale ha parlato di tutto ciò che le è capitato nell’immediato post-trionfo americano e soprattutto di come si è sentita al suo ritorno in campo, dei suoi obiettivi di fine stagione e nel suo coinvolgimento con la USANA Health Sciencies, società (della quale l'australiana è testimonial) fornitrice ufficiale di integratori nel circuito della WTA.

La prima domanda ha riguardato il viaggio di ritorno a casa e l'accoglienza riservatale dai suoi connazionali. “E' stato tutto molto eccitante. Stancante e stressante ma al tempo stesso divertente. Del resto fa tutto parte di ciò che è successo credo. Cerchi di festeggiare e rilassarti con le persone a te più vicine. E poi ho avuto la fortuna che la città di Gold Coast (dove la Stosur ha la residenza) mi ha consegnato le chiavi della città e c'è stata una grande manifestazione in mio onore. Non sono cose che accadono spesso e per questo sono stata felice di essere tornata a casa ed essermi divertita in quei pochi giorni”.

Poi naturalmente è subito ricominciata la vita di sempre e sono così salita sul primo volo per Tokyo per tornare a giocare (sconfitta dalla Kirilenko, n.d.r.)”.

Le è stato poi chiesto cosa le fosse passato nella testa nel lungo viaggio da New York all’Australia e cosa si aspettava al momento del suo arrivo a casa.

Ad onor del vero la cosa più incredibile è stata quando il giorno dopo la finale sono andata a Times Square con il trofeo a fare le foto di rito. È stato veramente eccitante”. “Ma poi”, continua la Stosur, “ho preso l’aereo ed una volta atterrata sono andata dritta ad una conferenza stampa e poi ho concesso un bel po’ di interviste ed è come se avessi capito quali sensazioni potessero passare per la testa dei colleghi che prima di me avessero raggiunto un simile traguardo. È stato fantastico vedere tutti così entusiasti, così interessati e vogliosi di capire tutte le emozioni legate alla mia vittoria. È stata una grande esperienza, non so dire se era quello che mi aspettavo perché non l’avevo mai realmente immaginato, ma ora che è passato devo dire che è stato tutto fantastico”.

La giornalista, Courtney Nguyen, chiede poi se avesse sentito dopo la vittoria altri tennisti e la Stosur risponde così: “ Sì, molti mi hanno mandato mail o sms. Una delle cose più belle è ricevere i complimenti da coloro con le quali giochi ogni settimana nel circuito. Anche a Tokyo e a Pechino tutti quelli che ho incontrato si sono complimentati ed erano molto felici per me”.

Si arriva poi ad un argomento cruciale e cioè, quali i nuovi obiettivi della Stosur dopo la vittoria agli US Open? La tennista australiana risponde in maniera molto precisa e soprattutto dà un’ottima chiave di lettura delle sensazioni che prova chi scende in campo dopo una vittoria così importante.

Ho fissato i nuovi obiettivi per la fine della stagione, ma la prima cosa che ho fatto è stata voler subito giocare a Tokyo e cercare di fare un buon torneo. Purtroppo non è andata così (Sammy ride mentre risponde), ora sono a Pechino e cercherò di fare meglio qua”.

Purtroppo anche in Cina alla Stosur non è andata bene, sconfitta ancora una volta dalla Kirilenko che ha così vendicato con una doppia vittoria l’incredibile match perso proprio agli US Open con l’australiana in tre set (con lo storico tie break vinto dalla russa 17-15 nel secondo parziale).

Cercherò di dare il massimo in campo e proverò a fare del mio meglio”, continua la Stosur, “credo che a Tokyo ho perso perché volevo che ogni cosa, ogni sensazione, fosse uguale a quelle provate agli US Open. Non sono riuscita ad ottenerlo e probabilmente ho reagito molto male perdendo. Così questa settimana (quella di Pechino, n.d.r.) sto cercando semplicemente di divertirmi sul campo, di essere tranquilla e di godermi questo momento. Sicuramente il più bello della mia carriera. Credo sia quello di cui ho bisogno se sul campo non ho delle buone sensazioni. Devo semplicemente provare a andare in campo e lottare duramente cercando di ottenere dei buoni risultati”.

Il giornalista centra allora il succo del discorso affermando che probabilmente dopo aver giocato per due settimane a livelli altissimi la Stosur si senta in dovere di ripetere quelle prestazioni mettendosi incoscientemente molta pressione addosso.

E’ esattamente così, non saprei spiegarlo meglio. Questo è uno dei motivi per cui altri vincitori di uno Slam come me perdano poi quasi sempre nei tornei giocati subito dopo il grande exploit. Anche questo fa parte di quel momento. Come ho già detto, ho cercato di provare le stesse sensazioni avvertite agli US Open e più le cercavo più mi arrabbiavo con me stessa per quanto stessi giocando male. Ma bisogna capire che si è in un altro momento, in un altro torneo, in altre condizioni ambientali e di conseguenza è impossibile avvertire o provare le cose di quella particolare situazione. E’ chiaramente un problema mentale il saper affrontare il successo, bisogna soprattutto capire che non puoi giocare sempre così bene ogni volta che sei in campo e quindi di conseguenza trovare le dovute contromisure”.

La giornalista allora fa gli esempi della Na Li e della Kvitova che dopo le loro vittorie di Parigi e Wimbledon hanno avuto una crisi di risultati e chiede alla Stosur se a volte chi gioca non avverta la sensazione che il tempo per resettare se stessi ed andare avanti sia troppo poco visto che il circuito non si ferma mai.

A volte capita. Può sembrare facile adeguarsi alle nuove condizioni qui in Asia, ma sono sicuro che molti di noi siano un po’ stanchi a questo punto della stagione, sia fisicamente che psicologicamente e capita a volte di vedere strani risultati. Io vengo da un gran successo, ho pochi tornei da giocare da qui a fine anno e l’unica cosa che posso provare a fare e darci dentro e fare del mio meglio. Non si possono vincere tutti i tornei che si giocano, ma essere sempre mentalmente presente e dare il massimo in campo e sicuramente uno dei miei obiettivi per il finale di stagione. La cinese Na Li ha vinto a Parigi e poi però ha sofferto per il resto della stagione. A me rimangono pochi tornei da disputare e cercherò di finire bene”.

Parlando degli appuntamenti in Asia le domande vertono sul fatto che la gran parte della stagione agonistica si passa a preparare l’avvicinamento agli Slam. Una volta finiti questi, quanto può essere difficile per un giocatore trovare le motivazioni giuste per affrontare gli ultimi tornei dell’anno?

Sicuramente si sente che l’annata ormai è sostanzialmente conclusa, rimangono pochi tornei. C’è il Master se ti qualifichi ed è fantastico potervi partecipare ed essere presente, ma sappiamo che non è un torneo normale. Gli anni scorsi non ho avuto un buon finale di stagione, ho giocato male soprattutto in Asia. Quest’anno sono arrivata qui con l’obiettivo di fare meglio (e diciamo che con la finale di Osaka persa con la Bartoli dopo le sconfitte di Tokyo e Pechino parte dell’obiettivo è stata raggiunto, n.d.r.) e il venire dalla vittoria gli US Open mi dà la giusta carica.”

Si passa poi all’argomento sollevato qualche settimana soprattutto dagli uomini e cioè la lunghezza del calendario, si chiede un’opinione alla Stosur che risponde in maniera molto schietta. Non c’è dubbio che il calendario sia lungo. E’ probabilmente uno dei più lunghi tra tutti gli sport. Detto ciò, se giochi anche il Master comunque ad inizio novembre hai finito e quindi ci sono due o tre settimane per staccare totalmente la spina, fare delle vacanze o quello che vuoi e poi dopo ci sono quattro o cinque settimane per iniziare la preparazione fisica per la nuova stagione. Insomma credo che quattro o cinque settimane siano un tempo abbastanza sufficiente per stare lontano dai campi. Non mi sembra un grosso problema. Se fai una buona programmazione puoi stabilire preventivamente durante l’anno quando fare un break tra un torneo e l’altro e perfezionare la preparazione fisica (evviva la sincerità…..) e quindi essere in grado di essere brillante nei tornei che decidi di disputare. Sappiamo che la stagione è lunga e se ti prepari nel modo migliore sai anche come affrontarla. Detto questo devo però anche dire che la stagione degli uomini è davvero lunga, dura quattro settimane più della nostra e questo mi sembra un po’ assurdo”.

Siamo così giunti alla fine dell'intervista e l'ultimo quesito fatto alla Stosur riguarda il modo nel quale i giocatori e le giocatrici riescono a mantenersi in forma e in salute durante l'anno nonostante siano sempre in viaggio, sempre su di un aereo in giro per il mondo.

Sono una delle testimonial per la WTA dell'USANA (società che si occupa di fornire integratori vitaminici nel circuito femminile) e da quando è nata la partnership con questa società io posso dire che prendo i loro prodotti sapendo che fanno bene al mio corpo ed è una cosa che non avevo mai fatto prima di conoscere loro perché ero terrorizzata dal fatto che qualcosa potesse danneggiare la mia salute o il mio corpo senza sapere se fosse sicura. Ma da quando li prendo non ho contratto più così tanti raffreddori e capita di rado che cada malata. Essere sempre su un aereo in giro per il mondo rende il tuo corpo più debole e soggetto a contrarre virus o raffreddori. I loro prodotti consentono al mio sistema immunitario di essere nelle migliori condizioni possibili. In passato ho sofferto di problemi di salute e adesso per me è veramente importante stare bene.”

Viene poi fatto notare alla Stosur che per celebrare la sua vittoria saranno emessi dei francobolli con la sua foto. “E' una cosa molto carina, credo che andrò subito a comprarne qualcuno (si mette di nuovo a ridere). So che l'Australia ha fatto ciò in passato per coloro che hanno vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi e questa è una cosa che mi rende orgogliosa. Potrò spedire un po' di lettere....”.

Un'intervista molto carina che ci ha mostrato il lato umano della campionessa australiana che attendiamo alla riprova nel Master di fine anno.
 

Stefano Tarantino

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