ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Fognini saluta Pablo Martin.

19/10/2011 16:32 CEST - STORIE ITALIANE

Fognini saluta Pablo Martin

TENNIS – Termina dopo poco più di un anno il sodalizio tra il coach argentino e il numero 1 azzurro. A parte lo splendido quarto di finale a Parigi, i risultati sono stati al di sotto delle aspettative (un solo top 30 battuto). L’inattesa vocazione per il doppio, dove è piazzato meglio che in singolare. Chiuderà il 2011 senza coach. Il prossimo allenatore avrà un obiettivo principale: fargli trovare continuità. Riccardo Bisti

| | condividi
Fabio Fognini in azione a Shanghai
Fabio Fognini in azione a Shanghai

Pablo Martin non è più l’allenatore di Fabio Fognini. A darne notizia è una nota sul sito ufficiale del numero 1 d'Italia in cui, oltre ai ringraziamenti di rito, si informa che la decisione è avvenuta di comune accordo. Per gli ultimi tornei del 2011 Fognini viaggerà senza coach. Ne mancano tre: Vienna, Valencia e Parigi Bercy. E’ dunque durata 13 mesi la partnership tra Fabio e l’esperto coach argentino, già allenatore di Canas, Puerta e Chela. Va detto: non ci fosse stato il quarto di finale al Roland Garros e il conseguente best ranking (n. 32, ottenuto lo scorso 20 giugno), i risultati del sodalizio sarebbero al di sotto delle aspettative. I migliori risultati sono le semifinali nei tornei ATP di Santiago e Umago, ma per ottenerli ha dovuto battere un solo giocatore compreso tra i primi 50 del mondo (Thomaz Bellucci nei quarti a Santiago). Sotto la guida di Martin, Fognini ha ottenuto una sola vittoria contro un top 30 (Troicki a Cincinnati, quando il serbo era numero 16), mentre le vittorie contro i top 50 si contano sulle dita di una mano. Oltre al già citato successo su Bellucci, ha battuto Kevin Anderson a Monte Carlo e gli spagnoli Garcia Lopez e Montanes al Roland Garros. Proprio i 360 punti ottenuti a Parigi rappresentano un terzo del suo “breakdown”. E’ un’asserzione basata sul nulla, ma senza quei punti sarebbe fuori dai primi 80.

L’impresa di Parigi e la vocazione doppistica
Insomma, l’impressione è che il 2011 di Fabio sia stato meno scintillante di quanto dica un ranking comunque destinato a calare già da lunedì, quando gli scadranno i 110 punti della vittoria al challenger di Santiago 2010, rimpiazzati dai 45 di Acapulco 2011. Scenderà intorno al numero 45 ATP. Negli occhi degli appassionati resta nella memoria la cavalcata del Roland Garros, sublimata dall’incredibile vittoria contro Montanes negli ottavi di finale. Un risultato storico, che ha riportato l’Italia nei quarti di un “Major” dopo 16 anni (l’ultimi a riuscirci fu Renzo Furlan nel 1995, proprio al Roland Garros) ed è stato ottenuto nel migliore dei modi, vincendo 9-7 al quinto…”su una gamba sola”. L’infortunio patito a Parigi lo ha poi tenuto fuori per un mese: si spiega anche così la carenza di risultati, da cui è inevitabilmente scaturita la decisione di terminare il rapporto professionale con Pablo Martin. Nel 2011, Fognini ha scoperto l’inattesa vocazione per il doppio, tanto che oggi è addirittura più avanti nel ranking di specialità (n. 33) che in quello di singolare. La sua pagina personale sul sito ATP, addirittura, mette in primo piano ranking e risultati in doppio. La partnership con Simone Bolelli è scattata agli Internazionali d’Italia, dove una sorprendente semifinale ha convinto che la coppia avrebbe potuto funzionare. E’ poi arrivato il successo a Umago, la clamorosa semifinale allo Us Open e la vittoria contro Massu-Aguilar, punto decisivo per riportare l’Italia nella Serie A della Coppa Davis. Risultati che fanno bene al morale e al portafoglio, ma l’obiettivo numero 1 di Fognini deve rimanere il singolare.

Obiettivo continuità
Il lavoro del nuovo coach (il quarto dopo Leonardo Caperchi, Oscar Serrano e – appunto – Pablo Martin) dovrà avere un’unica parola chiave: “continuità”. I picchi di rendimento di Fognini sono noti a tutti. Se la può giocare con chiunque, lo ha dimostrato anche di recente (a Montreal contro Tsonga, e per un set contro Berdych allo Us Open), ma deve iniziare a svolgere con più diligenza il “compitino”. Per uno come lui, “compitino” significa battere con regolarità i giocatori compresi tra le 30esima e la 50esima posizione e intensificare gli exploit contro i top players. Solo migliorando i risultati “medi” potrà effettuare l’ultimo – atteso – salto di qualità e aspirare a un posto tra i primi 20, magari migliorando la 18esima posizione raggiunta da Omar Camporese e Andrea Gaudenzi, i nostri migliori giocatori degli ultimi 30 anni (classifiche alla mano). I limiti di Fognini sono noti: pause agonistiche, cali di concentrazione e una rabbia non sempre incanalata nel modo giusto. Atteggiamenti che gli hanno attirato anche qualche antipatia di troppo. Il salto di qualità deve necessariamente passare da qui. Il resto arriverà di conseguenza.

Riccardo Bisti

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"Ha perso la sua cena, ma non il suo titolo"

Bud Collins dopo la vittoria di Pete Sampras su Alex Corretja allo Us Open 1996, in cui l'americano vomitò in campo.

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

Le cinque cose che non sappiamo d Andrea "Petkorazzi" Petkovic