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31/10/2011 11:37 CEST - Rassegna nazionale

Kvitova si scopre maestra: la semplicità del talento (Martucci). Kvitova in cattedra (Corriere dello Sport)

31-10-2011

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Kvitova si scopre maestra: la semplicità del talento (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport 31-10-2011)

«Pojd'»! Riecco quel grido: acuto, gutturale, vibrante, dopo il punto, liberatorio, sferzante, importante. Riecco il «com'on» ceco. Quello di Navratilova, Mandlikova e Novotna, fenomeni di un altro tennis che si rinnovano nell'ultima mancina di talento, Petra Kvitova, potente, offensiva, eppure ancora grezza, a 21 anni, in difesa, a rete e nei movimenti. Bravissima, a luglio, a Wimbledon, a sgambettare in finale la veterana Sharapova, bravissima ieri, a Istanbul, a strappare il Masters a Victoria Azarenka, scalzando ancora la «divina Masha» dal numero 2 del mondo di fine anno (da numero 34 di 12 mesi fa), con il sesto titolo in 7 finali stagionali e l'imbattibilità indoor di 19 partite. Che può ancora migliorare da venerdì a Mosca nella finale di Fed Cup.

Fuori dal campo, Petra non è un personaggio, a parte forse Adam (Pavlasek), il fidanzato di appena 17 anni, collega junior che s'allena nello stesso circolo di Prostejov come i più famosi Berdych e Safarova. Colpa dell'inglese, ancora zoppicante e di una crescita personale, graduale, ma evidente. Colpa di un'anima gentile, senza eccentricità e colori forti. Intanto, fa una bellissima pubblicità al tennis donne e anche a Istanbul, lanciatissima nella candidatura all'Olimpiade 2020 e applaudita anche da Francesco Ricci Bitti, presidente della Federtennis mondiale e membro Cio, che è impressionato, come tutti, dal primo Masters sbocciato in Turchia, con una media di 11mila spettatori (ieri 13.676) e un'organizzazione giovane, ma volitiva. Petra è il nuovo che avanza, l'immagine di un tennis «che sarà sempre diverso da quello maschile, ma non per questo è meno bello, anzi, perché imprevedibile, e legato alle forti emozioni delle donne». Come sottolinea Mats Wilander, ammirato dai thrilling di Istanbul.

Forse perché stanca di testa e di gambe, forse perché semplicemente ancora immatura, forse perché fortemente impegnata dalla Azarenka — migliorata nella gestione del match — Petra si blocca di colpo ancora sul 5-0, come contro Stosur. Stavolta, le accade dopo 20 minuti di volo sul tappeto di Aladino, imprendibile, con la batteria servizio-dritto-rovescio assolutamente impeccabile e anche 13 discese a rete: regala il 5-2, s'impaurisce per due set point sfumati, s'affloscia sotto il parziale di 10-0 e si ritrova 5-5, per la felicità di pubblico ed avversaria. «Non ho giocato male io, è stata brava lei, tirava tutto».

In realtà, come al solito, Petra fa e disfa tutto lei. Al quinto set point, si prende il 7-5, ma s'inabissa ancora, nervosissima, cedendo il 6-4, epperò poi emerge dall'inferno di 4 delicatissime palle-break nel primo game del terzo set e, d'incanto, soffoca con i suoi «Pojd» i famosi gemiti dell'Azarenka in un crescendo sonoro, fisico, tecnico e quindi mentale assolutamente inarrestabile: «Non ho la sensazione di essere speciale». Proprio come le famose ave, con il cocktail dei fenomeni: invenzioni balistiche, lob e smorzate al curaro, discese a rete, lungolinea e angoli stretti che stroncano la povera avversaria come uppercut su un ring. Fino all'ultimo dritto, il vincente numero 42 (contro 43 errori). «Non potrò mai dimenticare questo mio primo Masters, ma non posso paragonarlo al trionfo di Wimbledon (…)

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Kvitova in cattedra (Corriere dello Sport 31-10-2011)

Come Maria Sharapova nel 2004: Wimbledon e Masters nello stesso anno. Certo, Petra Kvitova è in ritardo rispetto alla russa, che centrò la doppietta molto più rapidamente (aveva 17 anni, contro i 21 della ceca). Però ci sono tutti i presupposti perché la ragazzona nata a Bilovec e residente a Fulnek non si fermi qui e allunghi la serie di successi importanti, soprattutto parlando di Slam. Nel frattempo oggi, nella nuova classifica Wta, migliorerà ulteriormente il suo best ranking: salirà numero 3 a 2 del mondo, scavalcando proprio la Sharapova, e appena 115 punti la separeranno da Caroline Wozniacki, che così salverà appena appena la leadership femminile, a quanto pare destinata inevitabilmente a finire nelle mani della Kvitova con l’anno nuovo. Per la gioia di molti, va detto, ricordando come la danese sia ormai numero 1 dall’11 ottobre 2010 ma senza essere riuscita neppure nel frattempo a conquistare uno dei quattro tornei che contano. E neppure un Masters di fine stagione, battuta in finale da Kim Cljisters l’anno scorso a Doha ed eliminata dopo il “round robin” stavolta a Istanbul.

LA FINALE - A sorpresa per la Kvitova sembrava una finale tutta in discesa, contro Victoria Azarenka, ma lo era anche troppo per essere vero: 5-0 in 20’, nel primo set. Poi la bielorussa è entrata finalmente in partita ed è risalita fino al 5 pari, ma Petra è uscita in tempo dal passaggio a vuoto (anche un parziale di 12 punti a 0 per “Vika”) spuntandola infine per 7-5. Da allora in poi grande equilibrio, con il secondo set andato per 6-4 alla Azarenka e Kvitova subito protagonista di un break decisivo nel terzo e ultimo, chiuso per 6-3 dopo 2h28’ di gioco. Per il percorso netto nel Masters (settimo torneo vinto in carriera, sesto nel 2011), davanti a 13.600 spettatori entusiasti, la ceca passava così all’incasso di 1.750.000 dollari. I suoi guadagni in carriera salgono a 6.312.873 dollari: proprio una bella dote, anche se con un baby fidanzato appena 16enne è davvero troppo presto per certi discorsi...

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