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04/11/2011 15:17 CEST - FED CUP

Fed Cup, verso la finale: Russia

TENNIS – La stagione in gonnella si chiude con la finale di Fed Cup tra Russia e Repubblica Ceca. Partendo dalle padrone di casa (alla loro decima finale, sin qui 4 titoli conquistati) analizziamo il cammino di Kuznetsova e compagne e il loro attuale stato di forma. Dopo il miracolo nel primo turno contro la Francia (rimonta dallo 0-2) e la facile vittoria contro l'Italia orfana di Pennetta e Schiavone, le russe proveranno a sfruttare il fattore campo ma sembrano in partenza sfavorite. Ancor di più dopo il forfait della Zvonareva, sostituita da Maria Kirilenko. Stefano Tarantino

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Ormai ci siamo. La stagione del tennis femminile volge al termine e dopo la stupenda finale del Masters tra Kvitova e Azarenka nel prossimo week-end vi sarà l'atto conclusivo di Fed Cup tra Russia e Repubblica Ceca, in programma all'Olympic Stadium di Mosca. Mai come quest'anno possiamo a ragion veduta affermare che sono arrivate in fondo alla manifestazione le nazioni i cui movimenti (almeno quantitativamente) hanno fatto un po' la storia del tennis negli ultimi anni e che probabilmente lasceranno il proprio segno anche in quelli a venire. Insomma, finale sacrosanta e che in partenza si presenta anche spettacolare ed equilibrata.
Ma qual'è stato il cammino nel tabellone 2011 delle due rappresentative? In che stato di forma arrivano i due team all'appuntamento con la finale? Qual'è sulla carta la favorita per la conquista del titolo?
Proviamo ad analizzare i vari fattori che potranno influenzare da una parte e dall'altra lo svolgimento della finale partendo dalle padrone di casa della Russia, giunte alla decima finale della loro storia (la quinta negli ultimi sette anni) e che andranno alla ricerca del quinto successo nella manifestazione.

IL CAMMINO DELLA RUSSIA

Quarti di finale

Russia-Francia 3-2

Cornet-Kuznetsova 3-6 6-3 6-4
Razzano-Sharapova 6-3 6-4
Pavlyuchenkova-Cornet 3-6 6-3 6-2
Kuznetsova-Razzano 6-4 6-4
Kuznetsova/Pavlyuchenkova-Coin/Cornet 7-6(4) 6-0

Primo turno sulla carta agevole per le russe alle quali tocca ospitare la Francia che schiera Alize Cornet, ventenne che dopo un approccio di carriera brillante nel circuito stenta a ritrovare la forma migliore, al cui fianco come seconda singolarista il capitano non giocatore Escudé schiera Virginie Razzano, giocatrice dal buon gioco di volo ma che non dovrebbe rappresentare un grosso ostacolo. Tanto più che le russe tornano finalmente a giocare in casa dopo più di due anni e soprattutto tornano a schierare Maria Sharapova (assente nella manifestazione dal 2007), sempre poco propensa a scendere in campo in Fed e anche per questo poco amata dalle sue compagne di squadra.  Al fianco della bella Maria l'ormai onnipresente Tarpischev convoca Svetlana Kuznetsova, Anastasia Pavlyuchenkova e Dinara Safina (che praticamente sarà ad una delle sue ultime apparizioni ufficiali su di un campo da tennis). Invece la classica passeggiata di salute rischia dopo la prima giornata di trasformarsi in una memorabile “Caporetto”.
La Kuznetsova nel primo singolare va avanti un set ed un break contro la Cornet (6-3 2-0), poi inizia uno dei suoi soliti (nell'ultimo periodo) show al contrario. La francesina capisce che la rimonta può arrivare, vince il secondo set e dà l'anima nel parziale decisivo. Terzo set nel quale se ne vedono di tutti i colori, con 6 break nei primi 6 game, la Cornet che mette male la caviglia ed è costretta a chiamare il medico, salvo poi dopo una lunga pausa tornare in campo per riprendere il match (con tanto di vistosa fasciatura).
“Ero un set ed un break sotto, ho provato a mantenere la calma ed a cercare di giocare come avevo ipotizzato di fare prima del match. Così - ricorda la francese - ho iniziato a giocare sempre meglio”.
“Dopo l'infortunio alla caviglia non sapevo al ritorno in campo come sarebbe andata, ma ero decisa a vincere quel match e l'avrei portato a conclusione anche con una gamba sola, di sicuro non mi sarei mai e poi mai ritirata”. Alla fine va proprio così, la Cornet lotta alla morte, Svetlana si imballa e la francese chiude il terzo set 6-4 per il clamoroso 1-0 transalpino. Ma le sorprese non sarebbero finite qui, visto che nel secondo singolare scende in campo la brutta copia della Sharapova che siamo solitamente abituati a vedere.
Sarà un po' la pressione che grava sulle spalle della fuoriclasse russa, sarà che un mese prima agli Australian Open la Sharapova aveva facilmente avuto ragione della francese, sta di fatto che il match assume un andamento sui quali ben poco avrebbero scommesso ad inizio partita. La Razzano tiene agevolmente testa alla più quotata avversaria, opera il break all'ottavo gioco del primo set e poi chiude 6-3.
“Credo”, confessa la Sharapova, ”che allora le concessi molti punti facili, non fui capace di essere aggressiva come avrei voluto e soprattutto non riuscì a servire molto bene”. La Razzano vola sul 4-1 nel secondo set, poi subisce il ritorno della russa che finalmente si desta dal torpore e risale sul 4 pari. Ma la Sharapova non riesce a dare continuità al suo gioco e di conseguenza alla sua rimonta, la Razzano si aggiudica anche il secondo set con il punteggio di 6-4 e porta la Francia su un insperato 2-0. La situazione sembra irrimediabilmente compromessa, Tarpischev prova l'ultima carta che gli rimane da giocare e nella seconda giornata manda in campo al posto della Sharapova la Pavlyuchenkova. La mossa del santone russo dà gli effetti sperati e per la quarta volta nella storia della Fed Cup la nazione sotto 0-2 dopo la prima giornata riesce a rimontare.
La Pavlyuchenkova parte lenta e probabilmente frenata dalla tensione contro la Cornet, cede il primo set e va sotto di un break nel secondo (la nemesi per la francese del match contro la Kuznetsova), la Russia è sull'orlo del baratro. Poi d'improvviso la giovane tennista russa si scioglie, recupera il break, vince il secondo set 6-3 e di volata anche il terzo 6-2, si va sull'1-2, il match si riapre. Tanto più che la Kuznetsova scende in campo ben decisa, non sbaglia quasi nulla ed in due set disbriga la pratica Razzano (6-4 6-4), 2-2 e la parola passa al doppio decisivo. Tarpischev insiste sulla Pavlyuchenkova che affianca la Kuznetsova, Escudé punta sulla coppia Coin/Cornet. Primo set durissimo, le francesi vanno avanti di un break ma se lo fanno rimontare, si va al tie break, lo vincono le russe. L'incontro si decide qui, la Cornet si innervosisce (ci saranno molte polemiche nel post-partita con Escudé) e si trascina dietro la Coin, le russe dilagano, 6-0 il secondo e qualificazione alla semifinale che sa di miracolo. La Francia spreca un'occasione d'oro (e ci disperiamo anche noi in Italia visto che in semifinale ci toccherà andare in Russia mentre in caso di vittoria francese avremmo giocato in casa), stavolta Tarpischev ha fatto la mossa vincente.

SEMIFINALE

Russia-Italia 5-0

Zvonareva-Errani 6-0 6-2
Kuznetsova-Vinci 6-2 6-7(4) 6-1
Zvonareva-Vinci 6-4 6-2
Pavlyuchenkova-Errani 7-6(5) 7-6(4)
Makarova/Pavlyuchenkova-Brianti/Camerin 7-6(3) 6-1

La semifinale vede di fronte le nazioni che dal 2004 si aggiudicano la Fed Cup. Difatti la Russia ha vinto nel 2004, 2005, 2007 e 2008, l'Italia nel 2006, 2009 e 2010. Il match che in partenza promette scintille nella sostanza si trasforma in una formalità per le russe. Nell'immediata vigilia dell'incontro prima Francesca Schiavone (per preparare al meglio il Roland Garros) poi Flavia Pennetta (in non perfette condizioni fisiche) danno forfait, lasciando la nostra rappresentativa orfana delle sue punte di diamante. A Roberta Vinci e Sara Errani vengono affiancate Alberta Brianti e Maria Elena Camerin.
Viceversa stavolta Tarpischev non rischia; la Sharapova resta a casa, mentre sono convocate la Zvonareva, la Pavlyuchenkova, la Kuznetsova e la Makarova. Barazzutti ostenta (per quel che può) sicurezza: “Andiamo in Russia per vincere”, ma la realtà è molto più dura da affrontare.
Scendono per prime in campo la Zvonareva (al ritorno in Fed dopo due anni) e la Errani.
La russa è nel pieno della sua forma, Sara fa quel che può (molto poco) e raccoglie appena due games (6-0 6-2). “Quando mi sono svegliata stamattina ero molto nervosa perché ci tenevo molto a giocare per la mia nazione. Ho fatto di tutto per mantenere alta la concentrazione durante tutto il match (ed i risultati si sono visti, n.d.r.)”, la dichiarazione rilasciata dalla Zvonareva a fine match. Ci affidiamo alla Vinci e speriamo che possa fare il miracolo approfittando perché no delle amnesie della Kuznetsova, frequenti nell'ultimo periodo. Ma Roberta gioca a sprazzi, male il primo set perso 6-2, molto bene il secondo che si aggiudica al tie break dopo aver sprecato un vantaggio di 4-1, di nuovo (purtroppo) male il terzo che la sua avversaria domina 6-1.
Svetlana dichiara nel post-match: ”Il primo set è andato via facile ed ho giocato abbastanza bene, ma nel secondo lei è entrata in partita. Così ho pensato che nel terzo set dovevo metterle più pressione e mi è andata bene, penso di aver giocato un buon match”. Avanti 2-0 le russe hanno un piede in finale, tocca alla Zvonareva formalizzare il tutto. Altra prova autoritaria contro la Vinci che da quel che può ma non basta, Vera vince 6-4 6-2 e chiude lo scontro. Dopo il match la Zvonareva si dichiara subito disponibile per la finale: ”Sarò sempre contenta, quando mi sarà data la possibilità, di giocare per il mio paese. Ora c'è un po' di tempo prima della finale, credo che ci rivedremo con il nostro capitano e discuteremo nello specifico di quel match, di chi lo giocherà ed io sarò ben contenta nel caso di esserci”.

Nella sostanza è andata proprio così, a fine settembre Tarpischev ha ufficializzato la formazione confermando lo stesso quartetto della semifinale con l'Italia e specificando: ”Le ragazze hanno creato un buon gruppo e dichiarato di voler fortemente giocare tutte insieme la finale per cercare di vincere la Coppa”. Chiaro riferimento al fatto che la Sharapova non fosse gradita?
Comunque Maria sicuramente non sarebbe stata nelle condizioni fisiche ideali per giocare la finale visto il suo ultimo ritiro al Masters per i ben noti problemi alla caviglia.

LA CONDIZIONE

Ma come arrivano le russe alla finale? D'istinto diremmo non proprio al top.
La Zvonareva è parsa un po' scarica negli ultimi tornei disputati ed al Masters è arrivata in semifinale solo grazie alla differenza game vinti-persi, salvo poi perdere nettamente dalla Azarenka. La Pavlyuchenkova non ha di certo brillato negli ultimi tornei, anche lei ultimamente è sembrata lontana dalla forma migliore.
Di sicuro non sta meglio la Kuznetsova, autrice di una stagione mediocre (anche se Tarpischev ha dichiarato di averla vista in forma alla recente Kremlin Cup…mah!) e che probabilmente ha imboccato la parte finale della sua carriera, la Kirilenko crediamo verrà eventualmente schierata solo nel doppio (e ci chiediamo perché non preferirle la Vesnina, non male nell'ultimo scorcio della stagione e affidabile doppista?).
Certo dall'altra parte Kvitova (soprattutto) e Safarova paiono in piena forma e pronte alla battaglia, mentre Hradecka e Peschke possono formare un ottimo doppio.
Ed allora signor Tarpischev, come si vince questo match? ”In partenza direi che sono favorite le ceche. La Kvitova quest'anno ha dimostrato di aver fatto il salto di qualità, ha vinto Wimbledon giocando alla grande. Comunque come in tutti i match di Fed, la differenza la fa lo stato di forma delle singole giocatrici nell'avvicinarsi dell'evento” ha dichiarato il capitano non giocatore russo. Di base si potrebbe essere d'accordo: la Kvitova ma anche la Safarova viste ultimamente sembrano un gradino superiore alle russe, poi è chiaro che lo scontro è fatto di quattro singolari e un doppio e che tutto può succedere. Ci sembra però scontato affermare che innanzitutto servirà alle russe una Zvonareva migliore di quella vista ultimamente, ma anche Pavlyuchenkova e Kuznetsova (chissà quale sarà la seconda singolarista che sceglierà Tarpischev) dovranno essere al top, perché se la Kvitova dell'ultimo periodo pare inavvicinabile, la Safarova di sicuro non ha il pregio della continuità. Gran potenza e tanti vincenti quando in giornata, molto fallosa e completamente abulica quando la luna è storta e se le russe vogliono vincere devono soprattutto pensare a prendere i punti nei due singolari con la nr.2 della Repubblica Ceca. Un'eventuale sconfitta con la Safarova potrebbe subito fiaccare le speranze di vittoria delle padrone di casa.

I precedenti sono però (per quello che servono) delle russe.
Difatti la Zvonareva è 3-3 con la Kvitova (ma ci ha perso in due set abbastanza nettamente proprio al Masters) ed ha vinto l’unico sconto diretto con la Safarova, la quale a sua volta è in svantaggio sia con la Pavlyuchenkova (1-3) che con la Kuznetsova (1-2).
La Kvitova invece è 2-2 con la Pavlyuchenkova e non ha mai giocato con la Kuznetsova.

Insomma anche questi numeri sulla carta ci dicono che le russe devono innanzitutto puntare sui singolari contro la Safarova per cercare di conquistare la Fed. Poi si sa, soprattutto nelle manifestazioni tennistiche a squadre, una cosa sono le congetture pre-partita ed un’altra il verdetto del campo.

Stefano Tarantino

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