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12/11/2011 19:26 CEST - Storie di tennis

La notte del tennis a New York

TENNIS - Federer, Roddick, Wozniacki e Sharapova saranno i protagonisti della ricca esibizione "Showdown" del prossimo 5 marzo. Si giocherà al Madison Square Garden e sarà il preludio ai Masters 1000 di Indian Wells e Key Biscayne. C'è bisogno di rivitalizzare l’interesse degli americani per uno sport che non sembra più in grado di sfornare campioni del livello di Sampras e Agassi. Giulia Vai

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Prendi un grande sponsor bancario del tennis, come BNP Paribas, 4 ex e attuali numeri uno del mondo, come Roger Federer, Andy Roddick, Maria Sharapova e Caroline Wozniacki, un’arena al momento vuota in attesa che si trovi un accordo tra giocatori e proprietari NBA, il Madison Square Garden, ed ecco l’esibizione ‘Showdown’ del 5 marzo, preludio al mese di tennis in terra americana con i Masters Series di Indian Wells e Key Biscayne.
Da qui il titolo della notte ‘Tennis Night in America’.

Due considerazioni:
C’è bisogno di rivitalizzare l’interesse degli americani per uno sport che non sembra più in grado di sfornare campioni del livello di Sampras e Agassi, per limitarsi agli ultimi. Addirittura c’è il rischio che quello di quest’anno sia il primo Master di fine anno tutto europeo, senza giocatori americani: l’unico qualificato è Mardy Fish, che si è ritirato nei quarti di finali di Parigi Bercy per un problema alla coscia sinistra e non si sa se si riprenderà in tempo per Londra. Come già più volte detto, il tennis è uno sport che mal si adatta al sistema di sport collegiale americano, grande fucina di talenti, in quanto l’età per ‘sfondare’ nel tennis si è notevolmente abbassata. Serve quindi determinazione e possibilità economiche che non tutte le famiglie riescono/vogliono a garantire ai propri figli.

In secondo luogo, si nota che pur lamentandosi della lunga stagione tennistica, soprattutto dell’ATP, i giocatori non rinunciano ai lauti compensi garantiti dalle esibizioni, pur non avendone particolarmente bisogno. A onor del vero, Federer ha sempre detto che il calendario va bene così come è: la sua soluzione è giocare solo quando vuole. Roddick invece si è apertamente schierato insieme all’altro Andy (Murray) nella battaglia contro l’ATP per ridurre il numero di tornei, risultando meno coerente.

La speranza è che le sfide siano equilibrate: soprattutto dopo l’ultimo deludente risultato di Roddick a Bercy e con il vivido ricordo della finale 2009 di Wimbledon dove l’americano ha mancato la chance più grossa di rivalsa nei confronti di Federer. Per quel che riguarda le fanciulle, sarà anche una sfida all’ultima moda dato che la posta in palio è equamente divisa tra i partecipanti.

Giulia Vai

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