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13/11/2011 00:23 CEST - Coppa Davis

Schwank quarto uomo a Siviglia?

TENNIS – Nalbandian, Del Potro (a meno di problemi fisici) e Monaco, autore di un eccellente finale di stagione sembrano certi della convocazione per la finale di Davis. Chi sarà il quarto? Chela appare fuori forma e quindi salgono le possibilità di Eduardo Schwank, ottimo doppista, che in due interviste spiega quali sono le sue sensazioni e gli obiettivi di fine 2011. Stefano Tarantino

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Dopo la conclusione dell'ATP 1000 di Parigi-Bercy vi sarà una settimana di pausa, poi avremo il classico appuntamento con il Master di fine anno tra i migliori 8 tennisti della stagione ed infine la settimana dopo la finale di Davis che come da tradizione chiude l'annata. Come oramai noto si contenderanno la pregiata insalatiera la Spagna (padrona di casa) e l'Argentina, unica nazione che nella storia della manifestazione ha disputato almeno 3 finali ma non è mai riuscita a vincerla. Sede del match sarà Siviglia, la superficie scelta è naturalmente la terra rossa.

Il capitano non giocatore argentino Tito Vazquez ha praticamente scelto la formazione. Nonostante i ritiri o cancellazioni dell''ultim'ora dai recenti tornei per motivi fisici David Nalbandian e Juan Martin Del Potro sembrano non solo sicuri della convocazione ma anche in predicato di essere i due singolaristi.
Certo le ottime prove (finale a Valencia e quarto di finale proprio a Parigi-Bercy) di questo finale di stagione di Juan Monaco (giocatore argentino atipico, molto ostico e combattivo sul veloce) potrebbero minare le certezze del signor Vazquez, ma crediamo che un suo impiego nei singolari possa avvenire solo per cause di forza maggiore.

A questo punto l'unico dubbio argentino può riguardare il quarto elemento da portare a Siviglia.
Nel match di semifinale in Serbia fu scelto Juan Ignacio Chela, che in quel momento stava attraversando un buon momento di forma e che soprattutto si sa ben difendere anche in doppio.

Ma il trentaduenne nativo di Buenos Aires pare arrivato a fine stagione un po' scarico. Negli ultimi tre tornei disputati (Stoccolma, Vienna e Valencia, tutti sul veloce, ci sembra giusto sottolinearlo), sono arrivate tre sconfitte al primo turno (in verità a Stoccolma era il secondo, ma al primo turno aveva usufruito di un bye) contro nell'ordine Dimitrov, Haas e Andujar.

Di conseguenza salgono, a 20 giorni dalla finale, le quotazioni di Eduardo Schwank, ottimo doppista e non presente in Serbia in occasione della semifinale perché reduce da un infortunio al polso che lo aveva tenuto lontano dai campi per un po' di tempo. Eduardo Schwank è nato il 23 aprile del 1986 a Rosario ed ha avuto una carriera da juniores di tutto rispetto, chiudendo il 2004 come nr. 2 alle spalle addirittura di Gael Monfils.
Tra i pro deve ancora lasciare un segno tangibile della propria presenza. Ha raggiunto come best ranking la posizione nr. 48 della classifica (attualmente è nr. 146, ma in parte la sua discesa è dovuta all'infortunio al polso di cui parlavamo).

Molto meglio in doppio dove è attualmente nr. 38 ma è stato addirittura nr. 14 a giugno di quest'anno dopo la splendida (e sorprendente) finale raggiunta al Roland Garros (in compagnia del colombiano Cabal). Ma la finale parigina non è che l'apice di una serie di prestazioni di tutto rilievo nella specialità. Ricordiamo infatti che Schwank è giunto sempre quest'anno in finale agli Us Open nel doppio misto con Gisela Dulko (sconfitti dai giovani americani Sock e Oudin), è stato semifinalista a Santiago (in compagnia del connazionale Zeballos). Inoltre nel 2010 Schwank è stato semifinalista a Wimbledon (in coppia con il connazionale Chela, battuti da Lindstedt e Tecau), ha vinto il torneo di Stoccarda (in coppia con un altro argentino, Berlocq), ha fatto poi semifinale agli US Open (ancora con Zeballos) e finale a Montpellier (con lo spagnolo Marc Lopez).

Insomma risultati non casuali che sicuramente non potranno essere trascurati in sede di convocazione dal capitano Vazquez. Schwank ha rilasciato ultimamente due interviste, una al sito Secundo Saque ed un'altra proprio negli ultimi giorni al sito della Davis, nella quale il tennista argentino spiega le sue sensazioni dopo la mancata convocazione per la semifinale, i suoi obiettivi per l'ultimo scorcio di stagione (soprattutto come singolarista) e le sue speranze su una sua eventuale convocazione per la finale.

Innanzitutto gli viene chiesto cosa ha provato quando ha saputo di non essere stato convocato per la semifinale con la Serbia, Eduardo risponde così:”Mi ero infortunato in Davis con la Romania, poi ho giocato con le infiltrazioni raggiungendo la finale del Roland Garros (persa contro Mirnyi e Nestor) e poi ho giocato ancora in Davis con il Kazakhstan. Sono stato costretto quindi a fermarmi e sono rientrato agli US Open, forzando un po' i tempi perché ci tenevo ad essere convocato per il match con la Serbia. Un paio di settimane prima Vazquez aveva parlato con il mio allenatore e gli aveva chiesto delle mie condizioni e se ero in grado di giocare”.

E poi cosa è successo?”, viene chiesto a Schwank:” Una volta arrivato a New York e venuto da me Tito (Vazquez, n.d.r.) e mi ha detto di aver comunicato la formazione alla stampa nella quale io non c'ero. Ma io non ci sono rimasto male al momento per la mancata convocazione, mi è dispiaciuto di più il fatto che una volta in America lui non mi abbia parlato prima di diramare le convocazioni per accertarsi del mio stato di forma. E' chiaro che avrei fatto qualsiasi cosa per essere in campo con la Serbia, tengo sempre molto a rappresentare il mio paese, ma non sono assolutamente arrabbiato con il capitano”.

Gli è stato poi chiesto come ha vissuto da fuori il match di semifinale: "Sulla carta era un incontro difficile, ma quando abbiamo saputo delle non buone condizioni fisiche di Djokovic abbiamo capito che potevamo farcela. Era chiaro che senza di lui in campo o comunque con Nole non al top cambiavano gli equilibri della sfida e cosi è stato”.

E tu cos'hai fatto quella settimana?” gli viene chiesto. “Ho giocato un challenger a Belo Horizonte sia in singolare che in doppio, vinto in coppia con Andreozzi (un altro argentino)”. Insomma Eduardo fisicamente era sicuramente in grado di giocare il doppio a Belgrado. Quando gli viene chiesto un pronostico sulla finale con la Spagna Schwank risponde così:”E' un match che si presenta come quello con la Serbia. Con Nadal in campo e sulla terra l'impresa è ardua, dobbiamo puntare sugli altri due singolari e sul doppio, ma sono convinto che l'Argentina può vincere la sua prima Coppa Davis”.

Ed in merito ad una sua eventuale convocazione l'argentino risponde:” Non saprei dire cosa darei per esserci, è chiaro che ci tengo tantissimo...”. Si passa poi alla sua specifica attitudine per il doppio e soprattutto alla sua capacità di raggiungere risultati di ottimo livello sempre con compagni diversi, Schwank la spiega così: ”Non so di preciso quale sia la ragione, un misto di fortuna e casualità. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti i miei compagni, nell'ultimo anno fatto molta esperienza nella specialità e soprattutto ho imparato a cercare di tirare sempre il meglio da chi mi sta a fianco. Personalmente gioco il doppio molto tranquillo e disteso”.

Si passa poi alle due finali negli slam di quest'anno, quella con il colombiano Cabal a Parigi e quella con Gisela Dulko a New York, Schwank racconta le due esperienze: ”A Parigi è nato tutto per caso, avrei dovuto giocare con Zeballos ma lui si è infortunato. Avevo quattro/cinque opzioni di scelta, alla fine ho deciso per Cabal con il quale siamo buoni amici. Era la prima volta che giocavamo insieme in un torneo così importante ed abbiamo provato a fare del nostro meglio, ed alla fine ci è andata benissimo (battuti tra l'altro i fratelli Bryan)”.

Con la Dulko agli US Open era la prima volta che giocavo il misto, ed avevo lei al mio fianco numero uno del mondo della specialità e vincitrice di Slam e Master, insomma una bella responsabilità. All'inizio ero un po' in difficoltà perché facevo fatica a tirare sulla donna a rete, poi piano piano mi sono abituato. Inoltre Gisela è una persona che ti trasmette molta tranquillità e che trasferisce molta energia positiva”.

Domanda finale sugli obiettivi di fine anno:” Vorrei giocare tutti i challenger sino a fine 2011, con tutto il rispetto per il doppio, il mio obiettivo è tornare tra i primi 100 in singolare in modo da avere la classifica per poter disputare tutti i tornei sudamericani sulla terra all'inizio della prossima stagione.

Più incentrate sulla vita personale invece le domande rivolte al giocatore sudamericano sul sito della Davis, ne riportiamo una sintesi. “Cosa avresti fatto nella vita se non fossi stato un tennista?”. “Il giocatore di pallavolo o forse il ragioniere”, risponde Schwank. Gli viene poi chiesto quali al momento sono stati i più grandi risultati raggiunti in carriera, la risposta è abbastanza decisa:” Il far parte del team di Davis del mio paese e poi la finale raggiunta quest'anno al Roland Garros”.

Si passa poi al momento più bello ed a quello più brutto vissuto in Davis e Schwank non ha dubbi: “ Il momento più bello quest'anno con la Romania in coppia con Chela, quello più brutto l'anno scorso quando abbiamo perso in Francia contro Llodra e Clement (in semifinale, in coppia con Zeballos, n.d.r.) davvero un brutto momento”.

L'argentino è stato convocato sino ad ora in 5 incontri di Davis ed ha un bilancio di 1 vittoria e 3 sconfitte in singolare ed esattamente l'opposto in doppio (cioé 3-1). Schwank chiude poi confidando un paio di sue preferenze:” Come attore mi piace molto Bruce Willis, non vado molto su internet, quando non gioco a tennis mi piace molto stare con la mia famiglia ed i miei amici o in alternativa giocare a calcio. Non ho particolari segreti, sono un po' goloso di Asado (tipico piatto argentino)”. “Hai un soprannome?” gli viene chiesto, “Fatty (cioé ciccione, n.d.r.), ma non so il perché” risponde Eduardo. Mah...di sicuro uno che è alto 183 cm. e pesa 83 kg (almeno questi sono i dati dalla scheda ATP) proprio longilineo non è....

Insomma uno Schwank senza particolari fronzoli e ben concentrato sull'obiettivo di tornare a livelli di classifica più consoni alle sue capacità, ma soprattutto con un chiodo fisso....la finale di Siviglia...a tutti i costi. Vediamo cosa ne penserà Tito Vazquez.

Stefano Tarantino

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